È trascorso davvero molto, troppo tempo dal mio ultimo trip report. Sarà perché negli ultimi tempi il mio flight log si è riempito perlopiù di voli da Berlino a Venezia o Milano e ritorno, in varie salse, ma sempre con le solite 3-4 compagnie. Nulla che possa fornire spunti per racconti insoliti. Insomma, ormai sappiamo tutti com’è fatta l’area partenze del Marco Polo, quanto costa il Malpensa Express o quanto fanno schifo Tegel (un po’, soprattutto il Terminal C) e Schönefeld (un po’ tanto): soprattutto per quanto riguarda quest’ultimo, non credo sia il caso di infierire.
Per fortuna, però, ogni tanto si riesce a uscire da quella che pare già una routine... e un afoso pomeriggio di agosto a Friedrichshain può portare consiglio. Accasciato sul divano in salotto, osservo la morosa che lavora alacremente alla sua tesi di specialistica. Dovrei fare lo stesso anch’io, data l’imminente consegna della mia tesi, ma d’altronde perché occuparsi di queste bazzecole quando vi sono questioni ben più importanti ancora da risolvere, per esempio decidere la meta del viaggio con il quale festeggiare l’ambita fine degli studi?
In realtà è da diverse settimane che ci lanciamo proposte a vicenda. Valentina vorrebbe trovare una meta che ci permettesse di volare con l’A380 (sì, le piacciono gli aerei e mi capisce quando le parlo in codici aeroportuali. Come potrei non amarla?
). Pensiamo all’estremo oriente. Tokyo? Pechino? L’idea ci alletta non poco, ma poi la ragione ci dice di lasciar perdere le balene e di andare al mare in un luogo caldo, non importa né dove né come. Nel 2012 di mare ne ho visto poco, e da Berlino al massimo si arriva al Baltico: non è brutto, per carità, ma anche per un mezzo tedesco come me il mare è un’altra cosa. Quindi, idea approvata.
La domanda ora è: “dove andiamo?”. Sfogliamo l’atlante, passando in rassegna le possibili mete… finché l’occhio non casca su un arcipelago a qualche centinaio di chilometri dalle coste del Senegal. “E se andassimo a Capo Verde?”… Il tempo di fare due conti, cercare un volo e un alloggio che non sia un villaggio vacanze, e prenotiamo, non senza un sorrisetto soddisfatto all’idea di rivedere finalmente un po’ di mare senza dover aspettare la prossima estate. Optiamo infine per TUIfly: inizialmente sono un po’ scettico riguardo all’idea di salire su un volo pieno di vacanzieri tedeschi, ma poi mi dovrò ricredere. Ah, il volo parte da Amburgo alle 6 di mattina, ma avendo scelto di partire il primo gennaio ci convinciamo che non sarà poi difficile fare una tirata dalla sera del 31 dicembre. Il ritorno sarà invece l’8 gennaio, con atterraggio a HAM alle 22:00, il che significa che dovremo pernottare ad Amburgo prima di tornare a Berlino il giorno seguente. In realtà le cose non si svolgeranno esattamente così, ma questo lo vedremo a tempo debito, altrimenti si allenta la suspense e vi annoiate
Fast forward |>>|
31 dicembre 2012, ore 12:30
Le tesi sono state consegnate e abbiamo indossato la corona d’alloro (anzi, nel mio caso il tocco e la toga). Il 31 dicembre, finalmente, si parte! Grazie al biglietto Rail&Fly acquistato al momento della prenotazione con TUIfly, al modico prezzo di 44 euro a/r possiamo viaggiare con qualunque treno senza obbligo di prenotazione. L’ICE 1512 proveniente da Monaco riparte puntuale da Berlin Hauptbahnhof. Confesso di non averlo mai provato prima: l’impressione è ottima. Arriviamo puntuali a Hamburg-Altona, dove ci accoglie mia cugina, con la quale passeremo alcune ore prima di avventurarci per conto nostro nel capodanno amburghese.
1 gennaio 2013, ore 01:30
“Mi raccomando, evitate St. Pauli”, ci avevano detto. Detto, fatto: dopo cena finiamo più o meno intenzionalmente sulla Reeperbahn. Vorrei descrivere in qualche modo questa zona così animata in questo giorno di festa, ma non mi viene in mente nulla. Probabilmente p@##anaio è il termine che più si avvicina alla definizione che sto cercando. Ad ogni modo, una volta salutato il nuovo anno, decidiamo di avviarci verso l’aeroporto. Riusciamo miracolosamente a farci strada fino alla S-Bahn nella bolgia dantesca che affolla la Reeperbahn, con i poliziotti a far da Malebranche (per fortuna senza roncigli). Recuperiamo le valigie ad Altona, e ci rendiamo conto che a quest’ora la linea S1 non va all’aeroporto. Non vanno nemmeno i bus notturni, dato che è un giorno prefestivo, quindi siamo costretti a ripiegare sul taxi.
1 gennaio 2013, ore 04:00
Siamo abbondantemente in anticipo, quindi ci cambiamo con tutta calma e ficchiamo i cappotti in valigia. L'area check-in del Terminal 2 di HAM è la classica struttura in vetro e acciaio, così tipicamente tedesca da risultare un po’ banale, ma senz’altro ampia e ariosa.
Abbiamo già fatto il check-in online, quindi dobbiamo solo lasciare le valigie al banco drop off. Ci mettiamo in fila davanti a quest’ultimo, poco affollato, mentre ai banchi per il check-in normale c’è parecchia gente. Come solo i tedeschi sanno fare, un gentile pensionato tedesco dall’altra fila ci fa cenno di metterci dietro di lui con aria indignata. “Cominciamo bene,” penso. Gli faccio notare con un sorriso sornione che in effetti siamo nella fila giusta per il drop off. Il signore si zittisce, dentro di sé è visibilmente seccato, la moglie invece vorrebbe solo sprofondare per la vergogna e mi guarda quasi come per chiedermi scusa. Che goduria! In fondo mi divertono un sacco i miei semicompatrioti: basta una minima risposta a tono a un loro rimprovero saccente e si calmano subito… ma scusate, sto divagando.
Non credo di essere mai arrivato in aeroporto prima dell’apertura dei varchi per i controlli di sicurezza. Alle 4:30 finalmente arrivano gli addetti e passiamo con tutta calma dall’altra parte. Il molo dell’area partenze è completamente vuoto (d’altronde siamo i primissimi passeggeri) e soprattutto è incredibilmente lungo.
Passato il controllo passaporti, arriviamo davanti al nostro gate, il B32. Il volo è in orario, la nostra macchina, D-ATUB, è già al finger. Ah, già che ci sono, chiedo venia per la qualità pessima delle foto: questa volta la reflex è rimasta a casa e mi sono affidato al malefico melafonino.
Poco lontano, G-EUYM sta ancora dormendo in attesa di ripartire per LHR come BA963.
Imbarchiamo in orario e saliamo sul nostro 737-800. Constato con piacere che si tratta di una macchina abbastanza recente, dotata del nuovo Sky Interior: le nuove cappelliere, in effetti, danno la sensazione di una cabina ben più ampia di quanto non lo sia in realtà, mentre le luci LED rendono il tutto piuttosto scenografico. Mi piace.
HAM-BVC-SID
X3 6244
06:00 LT - 12:25 LT (arr. BVC 11:05 LT, part. 11:45 LT)
Boeing 737-800 (Winglets) | LN: 3497 | Delivery date: 18/12/2010
D-ATUB
Seat 5F
Appena terminato l’imbarco il nostro vicino di sedile si sposta su un’altra fila: evvai, 3 sedili tutti per noi! Più tardi risulterà chiaro che il volo è ben lungi dall’essere pieno, quindi mi sposterò due file più avanti per potermi stendere su 3 sedili e recuperare almeno qualche ora di sonno.
Poco più di un’ora dopo il decollo, sotto un cielo stellato e completamente terso, passiamo a sud di Londra: purtroppo la foto non rende giustizia allo spettacolo offerto dalla metropoli completamente illuminata. Si distinguono perfettamente Heathrow (visibile anche nella foto), Gatwick, addirittura Bristol e la piccola Bath, dove solo poche settimane fa ho ritirato il mio diploma di laurea.
Arriva il rancio: la scelta è fra uova strapazzate e Pfannkuchen (delle frittelline dolci). Io opto per il piatto salato, senz’altro commestibile, eccezion fatta per quella specie di tortino di patate sulla destra. I Pfannkuchen scelti dalla morosa, invece, sono proprio buoni.
Meritano una nota le assistenti di volo: molto teutoniche e molto comiche nell’aspetto e nel linguaggio non verbale, davvero uno spasso, specie la purser Anja. Grazie al cuscino e alla coperta forniti da TUIfly, crollo sulla fila 3 e mi sveglio qualche ora dopo, quando fuori comincia già ad albeggiare.
Ormai manca poco:
Comincia la discesa verso Boa Vista, dove faremo scalo prima di proseguire per gli ultimi 60 chilometri che ci separano da Sal. Il paesaggio è brullo ma non brutto, mentre l’aerostazione, per quello che sono riuscito a scorgere, sembra abbastanza nuova.
Rimaniamo a bordo durante le operazioni di sbarco e imbarco, mentre fuori si vede un 737-800 Luxair.
Decolliamo con leggero anticipo e facciamo letteralmente un “salto” a Sal: l’aereo vola quasi lungo una linea retta, raggiungendo a malapena i 1200 metri di altitudine. In un quarto d’ora scarso siamo già all’aeroporto Amilcar Cabral.
Fa caldo, anche la maglia di cotone è troppo pesante. Nonostante ci siano un po’ di nuvole, che peraltro spariranno nel pomeriggio, la sensazione di poter sfuggire almeno per qualche giorno al clima berlinese di gennaio è estremamente appagante.
La fila al controllo passaporti è piuttosto lenta: ci sono solo due postazioni e oltre a noi è arrivato anche un volo Transavia da AMS. Osserviamo la maggior parte dei passeggeri venire reindirizzata da una postazione all’altra per fare il visto on arrival. Noi ne siamo già provvisti, quindi passiamo senza problemi.
La riconsegna dei bagagli ci dà un primo assaggio dell’estremo relax che pervade queste isole e i suoi abitanti: le valigie vengono buttate sul nastro ad mentulam canis, cosicché quella di Valentina cade dietro al nastro. Mi rivolgo a un’assistente di terra e faccio presente la situazione: scattante come un bradipo (credo di aver visto anche uno sbadiglio), la signorina va a sbrigare altre faccende, finché dopo una ventina di minuti entra un agente di rampa e recupera la valigia. Obrigado.
Cambiamo velocemente un po’ di soldi e prendiamo un taxi per il nostro piccolo albergo nella cittadina di Santa Maria, distante circa 15-20 chilometri, nell’estremo sud dell’isola. Il prezzo concordato è di 1200 scudi, che al cambio fisso di 110,265 scudi per un euro fanno poco meno di 11 euro, più che onesto.
Per oggi mi fermo qui. Dato che mi piace l’idea che un trip report possa essere anche un po’ interattivo, vorrei lasciare a voi il compito di decidere sulla prossima parte: OT sull’isola di Sal, o volo di ritorno?
Per fortuna, però, ogni tanto si riesce a uscire da quella che pare già una routine... e un afoso pomeriggio di agosto a Friedrichshain può portare consiglio. Accasciato sul divano in salotto, osservo la morosa che lavora alacremente alla sua tesi di specialistica. Dovrei fare lo stesso anch’io, data l’imminente consegna della mia tesi, ma d’altronde perché occuparsi di queste bazzecole quando vi sono questioni ben più importanti ancora da risolvere, per esempio decidere la meta del viaggio con il quale festeggiare l’ambita fine degli studi?
In realtà è da diverse settimane che ci lanciamo proposte a vicenda. Valentina vorrebbe trovare una meta che ci permettesse di volare con l’A380 (sì, le piacciono gli aerei e mi capisce quando le parlo in codici aeroportuali. Come potrei non amarla?

La domanda ora è: “dove andiamo?”. Sfogliamo l’atlante, passando in rassegna le possibili mete… finché l’occhio non casca su un arcipelago a qualche centinaio di chilometri dalle coste del Senegal. “E se andassimo a Capo Verde?”… Il tempo di fare due conti, cercare un volo e un alloggio che non sia un villaggio vacanze, e prenotiamo, non senza un sorrisetto soddisfatto all’idea di rivedere finalmente un po’ di mare senza dover aspettare la prossima estate. Optiamo infine per TUIfly: inizialmente sono un po’ scettico riguardo all’idea di salire su un volo pieno di vacanzieri tedeschi, ma poi mi dovrò ricredere. Ah, il volo parte da Amburgo alle 6 di mattina, ma avendo scelto di partire il primo gennaio ci convinciamo che non sarà poi difficile fare una tirata dalla sera del 31 dicembre. Il ritorno sarà invece l’8 gennaio, con atterraggio a HAM alle 22:00, il che significa che dovremo pernottare ad Amburgo prima di tornare a Berlino il giorno seguente. In realtà le cose non si svolgeranno esattamente così, ma questo lo vedremo a tempo debito, altrimenti si allenta la suspense e vi annoiate

Fast forward |>>|
31 dicembre 2012, ore 12:30
Le tesi sono state consegnate e abbiamo indossato la corona d’alloro (anzi, nel mio caso il tocco e la toga). Il 31 dicembre, finalmente, si parte! Grazie al biglietto Rail&Fly acquistato al momento della prenotazione con TUIfly, al modico prezzo di 44 euro a/r possiamo viaggiare con qualunque treno senza obbligo di prenotazione. L’ICE 1512 proveniente da Monaco riparte puntuale da Berlin Hauptbahnhof. Confesso di non averlo mai provato prima: l’impressione è ottima. Arriviamo puntuali a Hamburg-Altona, dove ci accoglie mia cugina, con la quale passeremo alcune ore prima di avventurarci per conto nostro nel capodanno amburghese.
1 gennaio 2013, ore 01:30
“Mi raccomando, evitate St. Pauli”, ci avevano detto. Detto, fatto: dopo cena finiamo più o meno intenzionalmente sulla Reeperbahn. Vorrei descrivere in qualche modo questa zona così animata in questo giorno di festa, ma non mi viene in mente nulla. Probabilmente p@##anaio è il termine che più si avvicina alla definizione che sto cercando. Ad ogni modo, una volta salutato il nuovo anno, decidiamo di avviarci verso l’aeroporto. Riusciamo miracolosamente a farci strada fino alla S-Bahn nella bolgia dantesca che affolla la Reeperbahn, con i poliziotti a far da Malebranche (per fortuna senza roncigli). Recuperiamo le valigie ad Altona, e ci rendiamo conto che a quest’ora la linea S1 non va all’aeroporto. Non vanno nemmeno i bus notturni, dato che è un giorno prefestivo, quindi siamo costretti a ripiegare sul taxi.
1 gennaio 2013, ore 04:00
Siamo abbondantemente in anticipo, quindi ci cambiamo con tutta calma e ficchiamo i cappotti in valigia. L'area check-in del Terminal 2 di HAM è la classica struttura in vetro e acciaio, così tipicamente tedesca da risultare un po’ banale, ma senz’altro ampia e ariosa.

Abbiamo già fatto il check-in online, quindi dobbiamo solo lasciare le valigie al banco drop off. Ci mettiamo in fila davanti a quest’ultimo, poco affollato, mentre ai banchi per il check-in normale c’è parecchia gente. Come solo i tedeschi sanno fare, un gentile pensionato tedesco dall’altra fila ci fa cenno di metterci dietro di lui con aria indignata. “Cominciamo bene,” penso. Gli faccio notare con un sorriso sornione che in effetti siamo nella fila giusta per il drop off. Il signore si zittisce, dentro di sé è visibilmente seccato, la moglie invece vorrebbe solo sprofondare per la vergogna e mi guarda quasi come per chiedermi scusa. Che goduria! In fondo mi divertono un sacco i miei semicompatrioti: basta una minima risposta a tono a un loro rimprovero saccente e si calmano subito… ma scusate, sto divagando.
Non credo di essere mai arrivato in aeroporto prima dell’apertura dei varchi per i controlli di sicurezza. Alle 4:30 finalmente arrivano gli addetti e passiamo con tutta calma dall’altra parte. Il molo dell’area partenze è completamente vuoto (d’altronde siamo i primissimi passeggeri) e soprattutto è incredibilmente lungo.

Passato il controllo passaporti, arriviamo davanti al nostro gate, il B32. Il volo è in orario, la nostra macchina, D-ATUB, è già al finger. Ah, già che ci sono, chiedo venia per la qualità pessima delle foto: questa volta la reflex è rimasta a casa e mi sono affidato al malefico melafonino.


Poco lontano, G-EUYM sta ancora dormendo in attesa di ripartire per LHR come BA963.

Imbarchiamo in orario e saliamo sul nostro 737-800. Constato con piacere che si tratta di una macchina abbastanza recente, dotata del nuovo Sky Interior: le nuove cappelliere, in effetti, danno la sensazione di una cabina ben più ampia di quanto non lo sia in realtà, mentre le luci LED rendono il tutto piuttosto scenografico. Mi piace.

HAM-BVC-SID
X3 6244
06:00 LT - 12:25 LT (arr. BVC 11:05 LT, part. 11:45 LT)
Boeing 737-800 (Winglets) | LN: 3497 | Delivery date: 18/12/2010
D-ATUB
Seat 5F
Appena terminato l’imbarco il nostro vicino di sedile si sposta su un’altra fila: evvai, 3 sedili tutti per noi! Più tardi risulterà chiaro che il volo è ben lungi dall’essere pieno, quindi mi sposterò due file più avanti per potermi stendere su 3 sedili e recuperare almeno qualche ora di sonno.
Poco più di un’ora dopo il decollo, sotto un cielo stellato e completamente terso, passiamo a sud di Londra: purtroppo la foto non rende giustizia allo spettacolo offerto dalla metropoli completamente illuminata. Si distinguono perfettamente Heathrow (visibile anche nella foto), Gatwick, addirittura Bristol e la piccola Bath, dove solo poche settimane fa ho ritirato il mio diploma di laurea.

Arriva il rancio: la scelta è fra uova strapazzate e Pfannkuchen (delle frittelline dolci). Io opto per il piatto salato, senz’altro commestibile, eccezion fatta per quella specie di tortino di patate sulla destra. I Pfannkuchen scelti dalla morosa, invece, sono proprio buoni.


Meritano una nota le assistenti di volo: molto teutoniche e molto comiche nell’aspetto e nel linguaggio non verbale, davvero uno spasso, specie la purser Anja. Grazie al cuscino e alla coperta forniti da TUIfly, crollo sulla fila 3 e mi sveglio qualche ora dopo, quando fuori comincia già ad albeggiare.


Ormai manca poco:

Comincia la discesa verso Boa Vista, dove faremo scalo prima di proseguire per gli ultimi 60 chilometri che ci separano da Sal. Il paesaggio è brullo ma non brutto, mentre l’aerostazione, per quello che sono riuscito a scorgere, sembra abbastanza nuova.

Rimaniamo a bordo durante le operazioni di sbarco e imbarco, mentre fuori si vede un 737-800 Luxair.

Decolliamo con leggero anticipo e facciamo letteralmente un “salto” a Sal: l’aereo vola quasi lungo una linea retta, raggiungendo a malapena i 1200 metri di altitudine. In un quarto d’ora scarso siamo già all’aeroporto Amilcar Cabral.



Fa caldo, anche la maglia di cotone è troppo pesante. Nonostante ci siano un po’ di nuvole, che peraltro spariranno nel pomeriggio, la sensazione di poter sfuggire almeno per qualche giorno al clima berlinese di gennaio è estremamente appagante.

La fila al controllo passaporti è piuttosto lenta: ci sono solo due postazioni e oltre a noi è arrivato anche un volo Transavia da AMS. Osserviamo la maggior parte dei passeggeri venire reindirizzata da una postazione all’altra per fare il visto on arrival. Noi ne siamo già provvisti, quindi passiamo senza problemi.
La riconsegna dei bagagli ci dà un primo assaggio dell’estremo relax che pervade queste isole e i suoi abitanti: le valigie vengono buttate sul nastro ad mentulam canis, cosicché quella di Valentina cade dietro al nastro. Mi rivolgo a un’assistente di terra e faccio presente la situazione: scattante come un bradipo (credo di aver visto anche uno sbadiglio), la signorina va a sbrigare altre faccende, finché dopo una ventina di minuti entra un agente di rampa e recupera la valigia. Obrigado.
Cambiamo velocemente un po’ di soldi e prendiamo un taxi per il nostro piccolo albergo nella cittadina di Santa Maria, distante circa 15-20 chilometri, nell’estremo sud dell’isola. Il prezzo concordato è di 1200 scudi, che al cambio fisso di 110,265 scudi per un euro fanno poco meno di 11 euro, più che onesto.
Per oggi mi fermo qui. Dato che mi piace l’idea che un trip report possa essere anche un po’ interattivo, vorrei lasciare a voi il compito di decidere sulla prossima parte: OT sull’isola di Sal, o volo di ritorno?
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