[TR] Metti un sabato al Bauhaus: Technikmuseum „Hugo Junkers“ a Dessau


venexiano

Amministratore AC
Staff Forum
12 Novembre 2005
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Milano/Pavia/Berlino
Complice il weekend lungo di Pasqua, ieri pomeriggio siamo usciti di casa con lo stretto necessario per stare via una, al massimo due notti, e siamo andati alla stazione centrale di Berlino senza ancora aver deciso per dove partire. Alla fine la nostra scelta è caduta su Dessau, cittadina della Sassonia-Anhalt a circa 130 chilometri da Berlino, un’ora e mezza di treno o bus.

I più la conosceranno come il luogo ove fra la fine degli anni '20 e l’inizio degli anni '30 fiorì la scuola di architettura, arte e design del Bauhaus, di cui il sottoscritto è un grande ammiratore. Stamattina, in più, ho scoperto che vi si trova anche un piccolo museo della tecnica dedicato al grande ingegnere Hugo Junkers: a Dessau, infatti, Hugo fondò nel 1895 la Junkers Werke, destinata a fare la storia dell’aviazione.

Per farla breve, e sperando di non proporre cose già viste (ma credo di no), ecco qualche scatto fatto durante la mia visita odierna. Disclaimer: data la partenza impromptu avevo con me solo il cellulare.

Il museo sorge nei pressi dell’aviosuperficie di Dessau ed è raggiungibile in circa venti minuti a piedi dalla stazione centrale.

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All’ingresso salta all’occhio uno Zlin Z-37 Čmelák della Interflug, utilizzato (credo) come aereo agricolo.

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L’attrazione principale nell’area esterna è un Ilyushin Il-14P della Deutsche Lufthansa. Il nome della compagnia non deve trarre in inganno: la compagnia di bandiera della DDR si chiamò così dalla sua fondazione (nel 1955) fino al 1963, quando le sue attività confluirono nella Interflug, fondata come “backup” dal governo di Berlino Est in seguito a una causa intentata dalla Lufthansa occidentale.

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Per essere esposto alle intemperie, non è messo malissimo. I jet militari alle sue spalle sono conciati molto peggio.

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Un Sukhoi Su-22 “Fitter” dell’aeronautica della Germania orientale (Luftstreitkräfte / Luftverteidigung der Nationalen Volksarmee, o LSK/LV der NVA). Ne sono esposti due, un Su-22M-4 e un Su-22UM-3K: non sono sicuro quale sia quello ritratto nella foto.

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Accanto a lui, un MiG-21U “Fishbed” (sempre della DDR) sembra aver visto giorni migliori.

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Questo MiG-23MF “Flogger” mi sembra leggermente meglio conservato.

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Finisco il giro del padiglione esterno con questo Mil Mi-2, che prestò servizio anche nella flotta della polizia federale della Repubblica Federale Tedesca.

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Andiamo a vedere cosa c’è dentro. Una volta pagato il biglietto (l’area esterna è visitabile gratuitamente), questo è lo spettacolo che si presenta.

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La star è un grande classico, ovvero uno Junkers Ju 52/3m, meglio nota come “Tante Ju” o “Iron Annie”. Sempre un bel vedere.

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Notevole anche questa riproduzione estremamente fedele dello Junkers F.13, primo aereo commerciale interamente metallico a essere prodotto in serie, dal 1919 al 1932.

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Non mancano esemplari di velivoli più o meno noti, come il ricognitore tattico Yakovlev Yak-27R “Flashlight-C” (a sinistra) e il caccia MiG-15UTI “Fagot”. Quest’ultimo venne impiegato principalmente durante la Guerra di Corea come risposta all’F-86 Sabre americano. Sopra ai due jet sovietici sono esposti due alianti: un PZL Bielsko “Bocian” di produzione polacca (a destra) e un DFS Olympia Meise, aliante sviluppato nella Germania nazista per le competizioni olimpiche (il volo a vela sarebbe dovuto entrare fra le discipline olimpiche con i Giochi estivi del 1940).

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Sembra molto interessante questo simulatore dell’Ilyushin Il-18, utilizzato a suo tempo dall’Aeroflot e successivamente dalla Interflug, ma ora purtroppo non accessibile e/o ancora in fase di restauro.

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Questa è la postazione dell’istruttore.

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Un’ultima curiosità: dietro alla cassa ci sono alcune file di sedili con dei poggiatesta Emirates, ma i tavolini recano scritte in tedesco e in inglese. Non sono ancora riuscito a capire da dove possano provenire, ma forse qui sul forum c’è qualcuno più bravo di me.

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La mostra comprende anche una piccola panoramica delle varie attività della Junkers, che spaziavano dall’aeronautica al settore termotecnico). Per concludere: se passate da queste parti per visitare il Bauhaus (perché non è che ci sia molto altro da vedere), vale sicuramente la pena di fare due passi fino a questo piccolo museo.

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Grazie! Posterò qualche foto in serata, ma vi anticipo che sarà un OT un po' scarno in quanto è vietato fare foto della mostra permanente, nella quale peraltro sono esposti solo pochi pezzi. Nel centro di Dessau è però previsto un nuovo museo destinato ad accogliere (si spera) l'intera collezione.
 
Come promesso, ecco un po’ di OT su Dessau e il Bauhaus.

Dessau è la tipica cittadina della ex DDR dove i pochi edifici sopravvissuti alla guerra sono affiancati da palazzoni socialisti e vecchie strutture industriali abbandonate.

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Tuttavia basta farsi un po’ di coraggio e camminare per una decina di minuti per arrivare, appunto, al Bauhaus. Qui dominano linee essenziali, rigorose e armoniose, ma mai banali.

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La via che costeggia l’edificio non poteva che essere intitolata a uno dei fondatori del movimento, Walter Gropius.

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Qualche foto “rubata” all’interno della collezione. Sarebbe vietato, ma non c’è nessuno a controllare…

Il pezzo forte, proposto in varie versioni dai prototipi ai modelli prodotti in serie, è la celebre sedia Model B3 dell’architetto ungherese Marcel Breuer. Disegnata e prodotta inizialmente negli anni '20, divenne un prodotto di massa grazie all’italiana Gavina, che ne propose una riedizione negli anni '60. La stessa Gavina contribuì a diffondere la denominazione “Wassily Chair”: secondo un aneddoto, Wassily Kandinsky apprezzò talmente tanto il progetto di Breuer che quest’ultimo ne fabbricò un esemplare appositamente per l’appartamento privato del pittore.

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Oltre alla “Wassily” sono esposti alcuni altri modelli dei rivoluzionari mobili in tubolari d’acciaio ideati da Breuer, oltre che diversi mobili progettati nella scuola del Bauhaus. Come avevo già accennato, la mostra permanente è piccola e non particolarmente ricca. Speriamo che il nuovo museo in costruzione nel centro di Dessau dia più spazio a questi capolavori.

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Nel complesso però apprezzo parecchio la struttura. Del resto non è che io abbia grandi pretese: per farmi contento bastano un paio di “Wassily” originali.

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Concludo qui questo breve OT. Spero che sia stato di vostro gradimento!

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