L’ultimo viaggio di lavoro del 2014 mi porta nel sud degli Stati Uniti, prima a Oklahoma City, poi a Tampa, due destinazioni raggiungibili dall’Italia con qualche connessione qua e là. Come altre volte nel corso di quest’anno, opto per BA all’andata: nel lungo cammino da Milano verso l’Oklahoma scelgo di puntare dritto a DFW via LHR, evitando ORD , MSP o DTW: è pur sempre inverno ed è meglio volare sul Mid-West, piuttosto che farci scalo.
Per il ritorno non ho troppe alternative: il MIA-MXP è full (alla faccia di chi si lamenta che è poco confortevole e che non lo prenderebbe mai e poi mai!), quindi mi tocca passare per JFK. Tutto il viaggio si svolge in J, tranne le tratte OKC-IAH-TPA per le quali volo in Y. In realtà la mia prenotazione originaria prevedeva un OKC-DFW-TPA con American, ma parlerò più tardi del mio cambio programma.
Il viaggio inizia in una sonnacchiosa domenica all’alba: alle 6.30 sono nella lounge British a Linate, che a colpo d’occhio sembra abbastanza vuota, più per la sua dimensione esagerata rispetto al volume di traffico che per la mancanza di viaggiatori. Personalmente penso sia la lounge migliore di Linate, anche se è senza finestre. Ma almeno non ha arredi consunti e il catering è discreto.
Domenica 30 novembre 2014 - LIN-LHR
Flight: BA 561 - Class: J - Seat: 01A
Eqp: Airbus A320-200 - Reg: G-EUJE - Delivered: 05/06/2009
Schedulato: 0735-0840 - Effettivo: 0813-0833
Partiamo con mezz'ora di ritardo, causa nebbia a LHR. I FA si premurano di informare tempestivamente i passeggeri sull'evoluzione della situazione: in business il responsabile di cabina si ferma, passeggero per passeggero, a dare informazioni sullo stato delle connessioni. Noto che la business si estende per ben 13 file, niente male 52 passeggeri in J per una domenica di fine novembre, penso. E penso anche: potenza del network, scommetto che nessuno dei miei vicini ha LHR come destinazione finale.
Mi siedo su un A320 riconfigurato con i nuovi interni: sedili neri, secondo me, molto belli. Esiste la possibilità di fissare il proprio tablet allo schienale di fronte, così da poter ricreare un IFE casalingo. Tavolinetto centrale che mi piace ancora di più.
Il catering, si sa, non è il punto forte di BA. Mi consolo con una vista delle Alpi innevate.
Miracolo, non attendiamo nemmeno un minuto col naso all'insù girando su LHR e recuperiamo tutto il ritardo in un colpo solo. Mi dirigo al controllo di sicurezza del T5, dove, anche questa volta, c'è una fila chilometrica, varchi preferenziali inclusi. Le scale mobili continuano a vomitare passeggeri sui passeggeri già in fila per il controllo al piano superiore. Per un attimo, temo per l'incolumità di una signora che perde l'equilibrio alla fine della scala mobile.
Dopo una ventina buona di minuti, e dopo aver dato la precedenza ai soliti (veri o finti) passeggeri in ansia da connessione, supero il controllo e mi accorgo che anche a Heathrow aspettano il Natale.
Passo velocemente nella lounge per un caffè (troppa gente per far foto, non vorrei mai litigare con qualcuno non particolarmente desideroso di apparire nei miei scatti), poi prendo il trenino per il satellite B, che trovo non troppo affollato. La lounge British al T5 è una delle mie preferite in Europa, ogni volta che posso ci vado a metter piede.
Ecco il 747 del mio prossimo volo.
Domenica 30 novembre 2014 - LHR-DFW
Flight: BA 193 - Class: J - Seat: 13K
Eqp: Boeing B747-400 - Reg: G-BYGF - Delivered: 17/02/1999
Schedulato: 1045-1445 - Effettivo: 1133-1534
Salgo a bordo, il Comandante annuncia un ritardo in partenza per aspettare alcuni passeggeri da altri voli; alla fine attenderemo per quasi un'ora. Mi piazzo nel mio posto finestrino e assaggio lo champagnino. Ammetto un debole per il sedile business di BA, specialmente per il posto finestrino. Sebbene sia contrario al senso di moto, è di una privacy fenomenale e ha accesso diretto al corridoio. Mi tocca un allestimento interno un po' datato e polveroso. Pazienza.
L’IFE mi pare nella norma, sia come dimensione dello schermo che come contenuti. Spero mi perdonerete se non mi dilungo in merito, ma io lo uso pochissimo, durante il volo preferisco leggere.
Un po' di traffico:
Sorvoliamo il castello di Windsor...
Amenity kit davvero basico, hanno praticamente levato tutto… Non ci resta che un dentifricio, mi verrebbe da dire.
Si mangia di nuovo. Già detto che il catering non è il punto forte di BA, diciamo che aiuta a stare leggeri in vista del Natale. Scelgo il salmone per iniziare e i gamberetti come piatto principale. Non male lo Château Favray, pensavo peggio...
Il volo scorre senza grosse note di rilievo per una decina d’ore, qualche foto poco prima di atterrare a DFW: uno scatto delle Central Plains e uno dei tipici quartieri residenziali americani.
Uno scatto veloce all'arrivo a DFW:
L'immigration scorre rapidissima: anche qua hanno installato le macchinette self service per lo scan del passaporto, delle impronte digitali e per la foto, simili a quelle di JFK. Recupero le valigie, le imbarco di nuovo e prendo lo Skytrain per il terminal A, dove mi aspetta l'ultimo volo di oggi.
Prima però, un passaggio nella lounge American, il mio volo ha quasi un’ora di ritardo. Una foto alle bevande (poche) e cibo (anche meno) a libero servizio. Ma negli USA è abitudine diffusa di tutte le compagnie: se vuoi qualcosa di meglio c'è sempre il bar a pagamento, a parte una consumazione offerta dalla compagnia con il voucher che ti danno all'ingresso.
Vecchie livree ancora in giro nei voli domestici...
Domenica 30 novembre 2014 - DFW-OKC
Flight: AA1363 - Class: J - Seat: 01D
Eqp: MD-82 - Reg: N-466AA - Delivered: 16/09/1988
Schedulato: 1805-1847 - Effettivo: 1914-1945
Volo brevissimo con un aereo decisamente datato, come l'equipaggio. Ma non mi meraviglio: è prassi comune in queste destinazioni, per così dire, secondarie. 30 minuti di volo in cui la temperatura a terra passa da 24°C a 1°C. Il Comandante prevede forte turbolenza in volo e vento a 30 mph in atterraggio. Annuncia che non sarà effettuato il servizio per la sicurezza delle FA: niente Coca Cola con una tonnellata di ghiaccio nel bicchiere. Me ne farò una ragione.
Nessuna foto di questa tratta, fuori è notte e dentro non c'è un granché da immortalare. Per la cronaca nessuna turbolenza in volo e atterraggio tranquillissimo. Mah…
Evito OT su Oklahoma City, un posto di scarso interesse turistico, nonostante negli ultimi anni la città stia facendo grossa promozione come nuova frontiera del vivere bene made in USA, anche se mi riesce difficile crederlo. Per completezza, debbo dire che qualche turista sparuto ogni tanto si vede grazie alla Route 66, che attraversa buona parte dell'Oklahoma e la sua capitale.
Un paio di giorni e mi rimetto in viaggio verso Tampa, Florida. La mia prenotazione dice che dovrei volare American via DFW, ma l'OKC-DFW che ho prenotato ha 5 (!) ore di ritardo (22.30, anziché 17.30): a DFW non prenderò mai la connessione per Tampa. Vado al banco American e un tizio che sembra uscito da un cartone animato, con mia grande sorpresa, mi dice: "nessun problema, ti riproteggo con United sul volo in partenza ora!".
“Quasi nessun problema – aggiungo io – visto che la mia valigia è etichettata American!”. Dopodiché il tipo si esibisce una serie rocambolesca di telefonate e chiamate radio per recuperare il bagaglio. Nel frattempo, tento il boarding sul volo United. Peccato che il tizio al gate mi dica: "No valigia, no parti!". E a me non fa ridere nemmeno un po’. Alla fine, 30 secondi prima di chiudere le porte, United riceve il mio bagaglio. Vengo fatto imbarcare per il rotto della cuffia e senza uno straccio di talloncino con l'ID bagaglio. Speriamo che a IAH non facciano scherzi, speriamo bene.
Una livrea Southwest diversa dal solito...
La parte militare di OKC (anche se il vero aeroporto militare, la Tinker Air Force Base, la più grande base logistica della US Air Force, è a una ventina di minuti da qui).
Martedì 2 dicembre 2014 - OKC-IAH
Flight: UA3749 - Class: Y - Seat: 16D
Eqp: Embraer E170 - Reg: N-88310 - Delivered: 17/10/2014
Schedulato: 1638-1805 - Effettivo: 1645-1759
Il volo è operato da Mesa Airlines per conto di United. Aereo nuovo fiammante, cabin crew gentile, pitch discreto in Y. Un'ora di volo passa velocemente, specie pensando che a volte da OKC, per voli ben più lunghi, mi sono capitati CRJ200 molto peggiori...
Una volta a IAH, corro dal terminal A, in cui arrivo, all'E per il secondo volo della giornata:
Martedì 2 dicembre 2014 - IAH-TPA
Flight: UA1533 - Class: Y - Seat: 35E
Eqp: Boeing 737-900 - Reg: N-69833 - Delivered: 11/09/2014
Schedulato: 1854-2200 - Effettivo: 1931-2210
Aereo con meno di due mesi di vita, con i nuovi interni Boeing. In effetti la sensazione di spaziosità, specie nella parte superiore della cabina è maggiore. Inizia a far notte: l'illuminazione vira sul blu.
L'aereo ha 10 file business in configurazione 2-2, altrettante file di economy plus (3-3) e infine le file di economy vulgaris, dove siedo io. Il pitch mi pare comunque decente, considerando il volo di un'ora e poco più. Tutti i sedili hanno la presa di corrente.
Arrivo a Tampa, ritiro la valigia e volo in hotel a dormire. Il bagaglio arriva regolarmente, guardo l’etichetta e mi accorgo che è scritta a mano. Non mi hanno dato nessuna ricevuta bagaglio a OKC perché non esiste, penso. Però ha funzionato, a IAH l’etichetta vintage non ha mandato in crisi lo smistamento bagagli, anche se il tempo di connessione era sui 45 minuti.
Tampa non è tra i miei luoghi preferiti in Florida, ma è a un’ora di auto da spiagge stupende, come quelle di Annamaria Island o Sarasota e ha una baia con degli scorci gradevoli, specie al tramonto. Orlando e la sua Disneyworld sono – anche loro – a un’ora di auto, Cape Canaveral e il Kennedy Space Center, a due. Eppoi, ci sono 27 gradi a dicembre. Peccato che sia qua per lavorare. Un vero peccato.
Sabato mattina vado in aeroporto e lo trovo abbastanza deserto. Mi sarei aspettato un po’ di turisti che arrivano a svernare, sarà forse troppo presto? Imbarco il bagaglio e vado al gate; controllo di sicurezza, deserto. Una foto dell’area partenze con albero di Natale.
Lounge American a TPA, deserta di sabato mattina:
Sabato 6 Dicembre 2014 – TPA-MIA
Flight: AA1268 - Class: J - Seat: 3F
Eqp: Boeing 737-800 - Reg: N-914AN - Delivered: 19/06/1999
Schedulato: 1000-1106 - Effettivo: 0954-1052
Anche stavolta il volo dura poco, il tempo salire, bere un succo d’arancia a 24.000 ft e scendere. L’aereo è un po' consunto, ancora con la vecchia livrea, e il cabin crew non è troppo motivato. Li sento parlare tra di loro di contratto, salario, condizioni di lavoro. Tutto il mondo (aeronautico) è paese, penso. Uscendo, nemmeno salutano i passeggeri. Mi sembra di essere tornato indietro di 7-8 anni, quando quasi tutte le compagnie erano in Chapter 11 e l’umore degli equipaggi ne risentiva, per dirla in modo soft. Specie in Y.
In volo, colgo l’occasione per fare qualche foto: la baia di Tampa, con il caratteristico ponte che la taglia in due.
Le Everglades: i coccodrilli non si vedono da quassù, ma vi assicuro che ci sono!
La lounge a Miami è abbastanza affollata, mi siedo, bevo il mio solito caffè, leggo il giornale e aspetto il prossimo volo. L’assortimento dei passeggeri è davvero vario: la prova provata che Miami è la porta dell’America Latina.
Una fila di aerei American con livrea assortita. Mi aspettavo più macchine già con la nuova livrea, vista la pubblicità incessante della “new American is coming”.
Sabato 6 Dicembre 2014 – MIA-JFK
Flight: AA1508 - Class: J - Seat: 1F
Eqp: Boeing 757-200 - Reg: N-642AA - Delivered: 05/04/1991
Schedulato: 1305-1602 - Effettivo: 1324-1549
Aereo strapieno, prevalentemente di americani che tornano a New York, non sento italiani diretti verso la Grande Mela. Strano.
Il 757 mostra per intero la sua maturità: gli interni sono vissuti e polverosi, anche in J. Un posto in cui gli acari possono crescere tranquillamente, prosperare, e dare un futuro ai propri figli.
Decolliamo in orario, verso il freddo di New York: parecchi passeggeri entrano già in assetto invernale con cappotti e giacconi, oggetti inutili in Florida. Qualche foto di Miami e dei suoi condo canyons durante la salita.
Navi da crociera in porto.
Arriva il pranzo, servito da un cabin crew attento e cortese. Si può scegliere tra pollo e tortellini Alfredo. Scelgo – coscientemente – i secondi. Confesso pubblicamente che ogni tanto mangio i tortellini Alfredo, diciamo un paio di volte l’anno, e non necessariamente in aereo.
La rotta sorvola Grand Bahama: occasione perfetta per un paio di foto. Prima o poi ci devo mettere piede, da quassù il panorama non è affatto male.
All’arrivo a JFK ci attendono nebbia e pioggia, come ampiamente previsto. Nessuna foto interessante durante la discesa. Questo è quello che si vede dal finestrino una volta a terra.
L'installazione American al T8: fatico a ritenerla un'opera d'arte, a voi il giudizio finale.
Decido si spendere la mia ora di attesa nella sala first di American al T8. Piccola, riservata, con una receptionist che mi accompagna personalmente all’ingresso, è abbastanza simile a una lounge business europea. A differenza della lounge media a stelle e strisce, non ha il bar con consumazioni a pagamento, ma buffet e alcolici a libero servizio. Devo ammettere che la varietà e il livello delle bottiglie di whisky è interessante.
Dopo qualche assaggio e qualche telefonata, mi dirigo al gate. Solita scena pietosa, ma ormai mi sono abituato: tutti in piedi ad affollarsi davanti all’imbarco prioritario, noncuranti degli annunci. Tanta fatica per nulla, visto che si imbarca secondo l’ordine di chiamata. I volenterosi passeggeri, mi duole il cuore dirlo, tutti italiani, vengono risospinti indietro tra i soliti mugugni.
Sabato 6 Dicembre 2014 – JFK-MXP
Flight: AA198 - Class: J - Seat: 7J
Eqp: Boeing 767-300 - Reg: N-347AN - Delivered: 30/04/2003
Schedulato: 1800-0805+1- Effettivo: 1827-0740+1
Aereo con nuova livrea e business rinnovata, con full flat bed in configurazione 1-2-1. Il colpo d’occhio è gradevole, toni di grigio e (finto) legno. Un tablet Samsung, distribuito dall’equipaggio al termine della salita, funge da IFE, insieme alle cuffie Bose noise reduction, che apprezzo sempre. Durante il volo mi intrufolo in Y e nella piccolissima Y+: come pensavo, la Y non è stata rinnovata, ci sono ancora sedili piuttosto vecchi e i due film in programmazione vengono proiettati sul (grande) schermo a centro cabina. Niente IFE individuale.
Il paragone va dritto all’MXP-MIA di American, operato con 767 non riconfigurati, che quest’anno ho preso tre/quattro volte, solo perché è il modo più veloce per andare da Milano a Miami. Sarà che su MIA American opera in monopolio, mentre su JFK se la vede con AZ, DL e EK (+UA per EWR), ma tra le due esperienze di volo in J non c’è confronto.
L’amenity kit è nella media, certamente un po’ più generoso di quello BA.
Al termine della salita arriva la cena: trio di zucchine, poi tilapia. Catering nella media, vino ordinario. Salto il dolce e sprofondo in un sonno che durerà fino all’atterraggio. Mi perdo l’omelette ai tre formaggi della colazione.
Dopo 8 voli, tante chiacchiere, qualche giudizio e una cinquantina di foto sono arrivato al termine del racconto, più da anatomo-patologo del volo, che da narratore dei luoghi visitati, lo riconosco.
Ed era ora, dirà qualcuno. Commenti, critiche (selvagge o costruttive) o semplici considerazioni sono le benvenute.
Per il ritorno non ho troppe alternative: il MIA-MXP è full (alla faccia di chi si lamenta che è poco confortevole e che non lo prenderebbe mai e poi mai!), quindi mi tocca passare per JFK. Tutto il viaggio si svolge in J, tranne le tratte OKC-IAH-TPA per le quali volo in Y. In realtà la mia prenotazione originaria prevedeva un OKC-DFW-TPA con American, ma parlerò più tardi del mio cambio programma.
Il viaggio inizia in una sonnacchiosa domenica all’alba: alle 6.30 sono nella lounge British a Linate, che a colpo d’occhio sembra abbastanza vuota, più per la sua dimensione esagerata rispetto al volume di traffico che per la mancanza di viaggiatori. Personalmente penso sia la lounge migliore di Linate, anche se è senza finestre. Ma almeno non ha arredi consunti e il catering è discreto.


Domenica 30 novembre 2014 - LIN-LHR
Flight: BA 561 - Class: J - Seat: 01A
Eqp: Airbus A320-200 - Reg: G-EUJE - Delivered: 05/06/2009
Schedulato: 0735-0840 - Effettivo: 0813-0833
Partiamo con mezz'ora di ritardo, causa nebbia a LHR. I FA si premurano di informare tempestivamente i passeggeri sull'evoluzione della situazione: in business il responsabile di cabina si ferma, passeggero per passeggero, a dare informazioni sullo stato delle connessioni. Noto che la business si estende per ben 13 file, niente male 52 passeggeri in J per una domenica di fine novembre, penso. E penso anche: potenza del network, scommetto che nessuno dei miei vicini ha LHR come destinazione finale.
Mi siedo su un A320 riconfigurato con i nuovi interni: sedili neri, secondo me, molto belli. Esiste la possibilità di fissare il proprio tablet allo schienale di fronte, così da poter ricreare un IFE casalingo. Tavolinetto centrale che mi piace ancora di più.



Il catering, si sa, non è il punto forte di BA. Mi consolo con una vista delle Alpi innevate.


Miracolo, non attendiamo nemmeno un minuto col naso all'insù girando su LHR e recuperiamo tutto il ritardo in un colpo solo. Mi dirigo al controllo di sicurezza del T5, dove, anche questa volta, c'è una fila chilometrica, varchi preferenziali inclusi. Le scale mobili continuano a vomitare passeggeri sui passeggeri già in fila per il controllo al piano superiore. Per un attimo, temo per l'incolumità di una signora che perde l'equilibrio alla fine della scala mobile.
Dopo una ventina buona di minuti, e dopo aver dato la precedenza ai soliti (veri o finti) passeggeri in ansia da connessione, supero il controllo e mi accorgo che anche a Heathrow aspettano il Natale.

Passo velocemente nella lounge per un caffè (troppa gente per far foto, non vorrei mai litigare con qualcuno non particolarmente desideroso di apparire nei miei scatti), poi prendo il trenino per il satellite B, che trovo non troppo affollato. La lounge British al T5 è una delle mie preferite in Europa, ogni volta che posso ci vado a metter piede.

Ecco il 747 del mio prossimo volo.

Domenica 30 novembre 2014 - LHR-DFW
Flight: BA 193 - Class: J - Seat: 13K
Eqp: Boeing B747-400 - Reg: G-BYGF - Delivered: 17/02/1999
Schedulato: 1045-1445 - Effettivo: 1133-1534
Salgo a bordo, il Comandante annuncia un ritardo in partenza per aspettare alcuni passeggeri da altri voli; alla fine attenderemo per quasi un'ora. Mi piazzo nel mio posto finestrino e assaggio lo champagnino. Ammetto un debole per il sedile business di BA, specialmente per il posto finestrino. Sebbene sia contrario al senso di moto, è di una privacy fenomenale e ha accesso diretto al corridoio. Mi tocca un allestimento interno un po' datato e polveroso. Pazienza.
L’IFE mi pare nella norma, sia come dimensione dello schermo che come contenuti. Spero mi perdonerete se non mi dilungo in merito, ma io lo uso pochissimo, durante il volo preferisco leggere.


Un po' di traffico:

Sorvoliamo il castello di Windsor...

Amenity kit davvero basico, hanno praticamente levato tutto… Non ci resta che un dentifricio, mi verrebbe da dire.

Si mangia di nuovo. Già detto che il catering non è il punto forte di BA, diciamo che aiuta a stare leggeri in vista del Natale. Scelgo il salmone per iniziare e i gamberetti come piatto principale. Non male lo Château Favray, pensavo peggio...




Il volo scorre senza grosse note di rilievo per una decina d’ore, qualche foto poco prima di atterrare a DFW: uno scatto delle Central Plains e uno dei tipici quartieri residenziali americani.


Uno scatto veloce all'arrivo a DFW:

L'immigration scorre rapidissima: anche qua hanno installato le macchinette self service per lo scan del passaporto, delle impronte digitali e per la foto, simili a quelle di JFK. Recupero le valigie, le imbarco di nuovo e prendo lo Skytrain per il terminal A, dove mi aspetta l'ultimo volo di oggi.

Prima però, un passaggio nella lounge American, il mio volo ha quasi un’ora di ritardo. Una foto alle bevande (poche) e cibo (anche meno) a libero servizio. Ma negli USA è abitudine diffusa di tutte le compagnie: se vuoi qualcosa di meglio c'è sempre il bar a pagamento, a parte una consumazione offerta dalla compagnia con il voucher che ti danno all'ingresso.

Vecchie livree ancora in giro nei voli domestici...

Domenica 30 novembre 2014 - DFW-OKC
Flight: AA1363 - Class: J - Seat: 01D
Eqp: MD-82 - Reg: N-466AA - Delivered: 16/09/1988
Schedulato: 1805-1847 - Effettivo: 1914-1945
Volo brevissimo con un aereo decisamente datato, come l'equipaggio. Ma non mi meraviglio: è prassi comune in queste destinazioni, per così dire, secondarie. 30 minuti di volo in cui la temperatura a terra passa da 24°C a 1°C. Il Comandante prevede forte turbolenza in volo e vento a 30 mph in atterraggio. Annuncia che non sarà effettuato il servizio per la sicurezza delle FA: niente Coca Cola con una tonnellata di ghiaccio nel bicchiere. Me ne farò una ragione.
Nessuna foto di questa tratta, fuori è notte e dentro non c'è un granché da immortalare. Per la cronaca nessuna turbolenza in volo e atterraggio tranquillissimo. Mah…
Evito OT su Oklahoma City, un posto di scarso interesse turistico, nonostante negli ultimi anni la città stia facendo grossa promozione come nuova frontiera del vivere bene made in USA, anche se mi riesce difficile crederlo. Per completezza, debbo dire che qualche turista sparuto ogni tanto si vede grazie alla Route 66, che attraversa buona parte dell'Oklahoma e la sua capitale.
Un paio di giorni e mi rimetto in viaggio verso Tampa, Florida. La mia prenotazione dice che dovrei volare American via DFW, ma l'OKC-DFW che ho prenotato ha 5 (!) ore di ritardo (22.30, anziché 17.30): a DFW non prenderò mai la connessione per Tampa. Vado al banco American e un tizio che sembra uscito da un cartone animato, con mia grande sorpresa, mi dice: "nessun problema, ti riproteggo con United sul volo in partenza ora!".
“Quasi nessun problema – aggiungo io – visto che la mia valigia è etichettata American!”. Dopodiché il tipo si esibisce una serie rocambolesca di telefonate e chiamate radio per recuperare il bagaglio. Nel frattempo, tento il boarding sul volo United. Peccato che il tizio al gate mi dica: "No valigia, no parti!". E a me non fa ridere nemmeno un po’. Alla fine, 30 secondi prima di chiudere le porte, United riceve il mio bagaglio. Vengo fatto imbarcare per il rotto della cuffia e senza uno straccio di talloncino con l'ID bagaglio. Speriamo che a IAH non facciano scherzi, speriamo bene.
Una livrea Southwest diversa dal solito...

La parte militare di OKC (anche se il vero aeroporto militare, la Tinker Air Force Base, la più grande base logistica della US Air Force, è a una ventina di minuti da qui).

Martedì 2 dicembre 2014 - OKC-IAH
Flight: UA3749 - Class: Y - Seat: 16D
Eqp: Embraer E170 - Reg: N-88310 - Delivered: 17/10/2014
Schedulato: 1638-1805 - Effettivo: 1645-1759
Il volo è operato da Mesa Airlines per conto di United. Aereo nuovo fiammante, cabin crew gentile, pitch discreto in Y. Un'ora di volo passa velocemente, specie pensando che a volte da OKC, per voli ben più lunghi, mi sono capitati CRJ200 molto peggiori...

Una volta a IAH, corro dal terminal A, in cui arrivo, all'E per il secondo volo della giornata:

Martedì 2 dicembre 2014 - IAH-TPA
Flight: UA1533 - Class: Y - Seat: 35E
Eqp: Boeing 737-900 - Reg: N-69833 - Delivered: 11/09/2014
Schedulato: 1854-2200 - Effettivo: 1931-2210
Aereo con meno di due mesi di vita, con i nuovi interni Boeing. In effetti la sensazione di spaziosità, specie nella parte superiore della cabina è maggiore. Inizia a far notte: l'illuminazione vira sul blu.

L'aereo ha 10 file business in configurazione 2-2, altrettante file di economy plus (3-3) e infine le file di economy vulgaris, dove siedo io. Il pitch mi pare comunque decente, considerando il volo di un'ora e poco più. Tutti i sedili hanno la presa di corrente.

Arrivo a Tampa, ritiro la valigia e volo in hotel a dormire. Il bagaglio arriva regolarmente, guardo l’etichetta e mi accorgo che è scritta a mano. Non mi hanno dato nessuna ricevuta bagaglio a OKC perché non esiste, penso. Però ha funzionato, a IAH l’etichetta vintage non ha mandato in crisi lo smistamento bagagli, anche se il tempo di connessione era sui 45 minuti.
Tampa non è tra i miei luoghi preferiti in Florida, ma è a un’ora di auto da spiagge stupende, come quelle di Annamaria Island o Sarasota e ha una baia con degli scorci gradevoli, specie al tramonto. Orlando e la sua Disneyworld sono – anche loro – a un’ora di auto, Cape Canaveral e il Kennedy Space Center, a due. Eppoi, ci sono 27 gradi a dicembre. Peccato che sia qua per lavorare. Un vero peccato.
Sabato mattina vado in aeroporto e lo trovo abbastanza deserto. Mi sarei aspettato un po’ di turisti che arrivano a svernare, sarà forse troppo presto? Imbarco il bagaglio e vado al gate; controllo di sicurezza, deserto. Una foto dell’area partenze con albero di Natale.

Lounge American a TPA, deserta di sabato mattina:

Sabato 6 Dicembre 2014 – TPA-MIA
Flight: AA1268 - Class: J - Seat: 3F
Eqp: Boeing 737-800 - Reg: N-914AN - Delivered: 19/06/1999
Schedulato: 1000-1106 - Effettivo: 0954-1052
Anche stavolta il volo dura poco, il tempo salire, bere un succo d’arancia a 24.000 ft e scendere. L’aereo è un po' consunto, ancora con la vecchia livrea, e il cabin crew non è troppo motivato. Li sento parlare tra di loro di contratto, salario, condizioni di lavoro. Tutto il mondo (aeronautico) è paese, penso. Uscendo, nemmeno salutano i passeggeri. Mi sembra di essere tornato indietro di 7-8 anni, quando quasi tutte le compagnie erano in Chapter 11 e l’umore degli equipaggi ne risentiva, per dirla in modo soft. Specie in Y.
In volo, colgo l’occasione per fare qualche foto: la baia di Tampa, con il caratteristico ponte che la taglia in due.

Le Everglades: i coccodrilli non si vedono da quassù, ma vi assicuro che ci sono!

La lounge a Miami è abbastanza affollata, mi siedo, bevo il mio solito caffè, leggo il giornale e aspetto il prossimo volo. L’assortimento dei passeggeri è davvero vario: la prova provata che Miami è la porta dell’America Latina.
Una fila di aerei American con livrea assortita. Mi aspettavo più macchine già con la nuova livrea, vista la pubblicità incessante della “new American is coming”.

Sabato 6 Dicembre 2014 – MIA-JFK
Flight: AA1508 - Class: J - Seat: 1F
Eqp: Boeing 757-200 - Reg: N-642AA - Delivered: 05/04/1991
Schedulato: 1305-1602 - Effettivo: 1324-1549
Aereo strapieno, prevalentemente di americani che tornano a New York, non sento italiani diretti verso la Grande Mela. Strano.
Il 757 mostra per intero la sua maturità: gli interni sono vissuti e polverosi, anche in J. Un posto in cui gli acari possono crescere tranquillamente, prosperare, e dare un futuro ai propri figli.
Decolliamo in orario, verso il freddo di New York: parecchi passeggeri entrano già in assetto invernale con cappotti e giacconi, oggetti inutili in Florida. Qualche foto di Miami e dei suoi condo canyons durante la salita.

Navi da crociera in porto.

Arriva il pranzo, servito da un cabin crew attento e cortese. Si può scegliere tra pollo e tortellini Alfredo. Scelgo – coscientemente – i secondi. Confesso pubblicamente che ogni tanto mangio i tortellini Alfredo, diciamo un paio di volte l’anno, e non necessariamente in aereo.

La rotta sorvola Grand Bahama: occasione perfetta per un paio di foto. Prima o poi ci devo mettere piede, da quassù il panorama non è affatto male.



All’arrivo a JFK ci attendono nebbia e pioggia, come ampiamente previsto. Nessuna foto interessante durante la discesa. Questo è quello che si vede dal finestrino una volta a terra.

L'installazione American al T8: fatico a ritenerla un'opera d'arte, a voi il giudizio finale.

Decido si spendere la mia ora di attesa nella sala first di American al T8. Piccola, riservata, con una receptionist che mi accompagna personalmente all’ingresso, è abbastanza simile a una lounge business europea. A differenza della lounge media a stelle e strisce, non ha il bar con consumazioni a pagamento, ma buffet e alcolici a libero servizio. Devo ammettere che la varietà e il livello delle bottiglie di whisky è interessante.


Dopo qualche assaggio e qualche telefonata, mi dirigo al gate. Solita scena pietosa, ma ormai mi sono abituato: tutti in piedi ad affollarsi davanti all’imbarco prioritario, noncuranti degli annunci. Tanta fatica per nulla, visto che si imbarca secondo l’ordine di chiamata. I volenterosi passeggeri, mi duole il cuore dirlo, tutti italiani, vengono risospinti indietro tra i soliti mugugni.
Sabato 6 Dicembre 2014 – JFK-MXP
Flight: AA198 - Class: J - Seat: 7J
Eqp: Boeing 767-300 - Reg: N-347AN - Delivered: 30/04/2003
Schedulato: 1800-0805+1- Effettivo: 1827-0740+1
Aereo con nuova livrea e business rinnovata, con full flat bed in configurazione 1-2-1. Il colpo d’occhio è gradevole, toni di grigio e (finto) legno. Un tablet Samsung, distribuito dall’equipaggio al termine della salita, funge da IFE, insieme alle cuffie Bose noise reduction, che apprezzo sempre. Durante il volo mi intrufolo in Y e nella piccolissima Y+: come pensavo, la Y non è stata rinnovata, ci sono ancora sedili piuttosto vecchi e i due film in programmazione vengono proiettati sul (grande) schermo a centro cabina. Niente IFE individuale.


Il paragone va dritto all’MXP-MIA di American, operato con 767 non riconfigurati, che quest’anno ho preso tre/quattro volte, solo perché è il modo più veloce per andare da Milano a Miami. Sarà che su MIA American opera in monopolio, mentre su JFK se la vede con AZ, DL e EK (+UA per EWR), ma tra le due esperienze di volo in J non c’è confronto.
L’amenity kit è nella media, certamente un po’ più generoso di quello BA.

Al termine della salita arriva la cena: trio di zucchine, poi tilapia. Catering nella media, vino ordinario. Salto il dolce e sprofondo in un sonno che durerà fino all’atterraggio. Mi perdo l’omelette ai tre formaggi della colazione.




Dopo 8 voli, tante chiacchiere, qualche giudizio e una cinquantina di foto sono arrivato al termine del racconto, più da anatomo-patologo del volo, che da narratore dei luoghi visitati, lo riconosco.
Ed era ora, dirà qualcuno. Commenti, critiche (selvagge o costruttive) o semplici considerazioni sono le benvenute.
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