Eccomi con la terza parte del viaggio, quella finora inedita. Max col suo racconto era arrivato quasi a Fairbanks ed io pure…
All’alba di una giornata senza una nuvola ci sveglia il rombo inconfondibile di un quadrimotore a pistoni. Piombo fuori dal motel (provvidenzialmente scelto nelle vicinanze dell’aeroporto) e questo è ciò che vedo…
… illuminato da sotto dai raggi acerbi del sole appena sorto un DC-6, dopo aver effettuato un 360° per guadagnare quota, punta verso nord col suo carico destinato a qualche comunità sperduta nella tundra. Ricordo con nostalgia il mio volo a bordo di un aereo analogo ai tempi della mia ultima visita. Chissà quando troverò il tempo di raccontare i miei viaggi degli anni ’90, il digitale non c’era ancora e preparare scansioni di negativi e dia richiede moooooolto tempo! [:301]
Fairbanks, seconda città dell’Alaska, è praticamente l’ultimo insediamento urbano collegato con highways al resto del paese, più a nord continua solo la dissestata Dalton Highway la cui esistenza è dovuta solo al fatto che corre parallela alla Alyeska Pipeline che da Prudhoe Bay sull’Oceano Artico porta il greggio a Valdez, 800 miglia più a sud, sul golfo d’Alaska.
Pertanto tutto quanto necessita alle comunità sparse per la vastità dello stato e non raggiunte da strade deve essere aviotrasportato, dai generi di prima necessità, ai materiali da costruzione, al carburante.
Ci precipitiamo in aeroporto in tempo per vedere un immacolato DC-4 della Brooks Air Fuel scaldare i motori, rullare e… decollare…
L’aeroporto torna tranquillo, quindi andiamo a bussare alla porta della Everts che qui ha la sua base principale e gli hangar di manutenzione. Ci accolgono come sempre cordialmente ed in due minuti siamo sul piazzale, liberi di fare tutte le foto che vogliamo. Chi ci riceve puntualizza subito che di volare non se ne parla, purtroppo, prima dell’11/9 erano soliti offrire agli appassionati come noi passaggi sui jump-seats senza eccessivi problemi. Lo immaginavo, quei tempi (non così remoti) sono passati per sempre. Max non sembra farsene un cruccio eccessivo, anzi, direi che tira un sospiro di sollievo, io invece ripenso con nostalgia ai miei voli di allora. [:305]
Meglio quindi concentrarsi sulle foto …
… ecco uno dei due Curtiss C-46 Commando della sussidiaria Everts Air Fuel (come recita la ragione sociale specializzata nel trasporto di carburante), altra mia vecchia conoscenza, che ci dicono dovrebbe volare nel pomeriggio (purtroppo il volo sarà poi cancellato)…
… un paio di DC-6…
… e un altro esemplare della Air Fuel la cui nose-art assai vissuta testimonia il gravoso compito che queste macchine (ormai tutte almeno cinquantenni) sono chiamate a svolgere in un ambiente quasi sempre ostile. Oggi, mentre sto compilando questo report, uno sguardo al meteo attuale dell’Alaska dà per Anchorage una temperatura di -18°, per Fairbanks di -29°!…
… da notare le due autobotti, una sta riempiendo i serbatoi alari per rifornire l’aereo, l’altra, collegata ad un attacco sulla fusoliera, sta trasferendo a bordo fino a 5000 galloni di diesel che costituiscono il carico pagante.
Una visita all’interno di questo DC-6…
… e poi all’hangar di manutenzione che riserva parecchie sorprese…
… la più gradita delle quali è l’altro C-46 (“Maid in Japan” fanciulla giapponese, il cui nome è un gioco di parole che suona uguale a “Made in Japan” in quanto questo aeroplano fu acquistato anni fa dall’aeronautica nipponica), fratello di “Dumbo” (vedere TR di Max http://www.aviazionecivile.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=35265)…
… sostituzione e rivettatura di un pannello alare di un DC-6…
… engine shop…
… e prop shop…
… appeso al muro di un magazzino spunta il muso di un DC-6. Una scaletta ci porta al piano superiore dove c’è un’attrezzatissima aula training con una ventina di studenti ed insegnante che li sta interrogando! Qual è il carico utile di un DC-6B? Ed il peso a vuoto di un C-46? Domande e risposte si inseguono a raffica, sembra di essere tornati a scuola. Intimiditi da tanta professionalità attraversiamo l’aula e scopriamo cosa sta dietro al muso di quel DC-6, un simulatore (statico) perfettamente funzionante!...
… completato il carico il DC-6 che avevamo visitato prima decolla per il suo secondo viaggio della giornata…
… per il resto l’aeroporto è assai tranquillo, Alaska ha qualche volo di linea …
… e solo in alta stagione, ormai terminata, vi è qualche volo diretto per gli USA, il Canada (Air North), l’Europa (Condor) ed il Giappone (JAL).
Numerosi invece sono i voli verso le comunità inuit sparpagliate nel Grande Nord subartico gestiti da diversi vettori minori con piccoli velivoli quali Cessna Caravan e Piper Navajo…
… poco dopo rientra il DC-4 che avevamo visto partire…
… mentre cerchiamo un posto per un pranzo passando davanti all’ospedale cittadino scorgiamo questo UH-60 Black Hawk dell’esercito che si addestra ad atterrare sulla piazzola del pronto soccorso…
… la città è decisamente bruttina se confrontata con Anchorage, l’edificio più notevole è la nuova sede dell’università sulla cima di una collina…
… una delle attrattive è la visita alla già citata pipeline che corre poco distante…
… per cena ci consoliamo con una cena Thai in un ristorantino difficilissimo da trovare segnalato dalla fidata Lonely Planet…
… il tempo purtroppo si deteriora rapidamente, l’indomani mattina piove fitto e fa freddo, ci dicono che potrebbe anche nevicare (l’unico mese in cui questo fenomeno è assente a Fairbanks è luglio!) quindi non ci resta che ripartire verso sud. Scegliamo di percorrere un tratto dell’Alaska Higway fino a Delta Junction e poi deviare verso Valdez seguendo la Richardson Highway che corre parallela alla pipeline. Poche miglia a sud di Fairbanks attraversiamo il villaggio di North Pole il cui nome fantasioso (il Polo è ben lontano, siamo comunque a sud del Circolo Polare Artico) fu dato dal suo fondatore che cercò di far credere (agli americani creduloni) che qui risiede Santa Claus. Un grosso negozio (pieno di orribile paccottiglia e letterine scritte da bambini in vena di arricchire le Poste) attrae come una calamita gli ormai pochi turisti in transito (noi compresi)…
… fuori, in un recinto un paio di renne ancora a riposo (s’involeranno con le loro slitte solo tra tre mesi)…
… un diner con un certo fascino retrò…
… e finalmente ancora un po’ di sole che fa capolino ed illumina la prima neve sulle cime nei pressi del Thomson Pass…
… flora della tundra…
… e qualche altra cartolina turistica…
… arriviamo in serata a Valdez dopo aver percorso 364 miglia (quasi 600 km) senza aver visto un solo aeroplano!…
… il tempo rimane imbronciato, dato che la cittadina offre veramente poco sia turisticamente che dal punto di vista aeronautico, decidiamo di fare nuovamente rotta su Anchorage dopo una veloce colazione al drive-in locale…
… qualche altra veduta del Prince William Sound. Al di là del fiordo scorgiamo il terminale della pipeline con i depositi di stoccaggio del carburante (non più visitabile dopo l’11/9)…
… la cittadina fu rasa al suolo nel 1964 da un fortissimo terremoto seguito da tsunami e del sito originale, segnalato dalle guide turistiche, non rimane quasi niente. Noi abbiamo trovato solo questo muletto arrugginito…
… il tempo migliora sempre più… [:307]
… e a rallentare la nostra marcia verso Anchorage ci si mettono pure i lavori stradali…
… la Glenn Highway passa accanto a maestosi ghiacciai come il Matanuska…
… finalmente arriviamo e scopriamo che l’uso delle piste è cambiato, atterraggi per pista 14…
… come al solito il sole fa capolino solo poco prima del tramonto…
… ma ci consoliamo con una eccellente cena presso il miglior ristorante della città che si chiama Orso… [
]
… al mattino un giro d’ispezione attorno al Lake Hood ci fa incontrare con questo Otter…
… rimotorizzato con un motore polacco PZL ASz-62IR da 1000HP.
Per gli amanti dei commuters un paio di Beech 1900…
… e per gli amanti degli special colours qualche 747…
… infine un contentino per i supporters degli MD-11…
… sulla strada che conduce alla testata pista nelle prime ore del mattino e poco prima del tramonto è possibile fare incontri insoliti…
… è tutto per ora, tra qualche giorno la quarta ed ultima parte… [:306]
(to be continued… fine parte terza)
All’alba di una giornata senza una nuvola ci sveglia il rombo inconfondibile di un quadrimotore a pistoni. Piombo fuori dal motel (provvidenzialmente scelto nelle vicinanze dell’aeroporto) e questo è ciò che vedo…

… illuminato da sotto dai raggi acerbi del sole appena sorto un DC-6, dopo aver effettuato un 360° per guadagnare quota, punta verso nord col suo carico destinato a qualche comunità sperduta nella tundra. Ricordo con nostalgia il mio volo a bordo di un aereo analogo ai tempi della mia ultima visita. Chissà quando troverò il tempo di raccontare i miei viaggi degli anni ’90, il digitale non c’era ancora e preparare scansioni di negativi e dia richiede moooooolto tempo! [:301]
Fairbanks, seconda città dell’Alaska, è praticamente l’ultimo insediamento urbano collegato con highways al resto del paese, più a nord continua solo la dissestata Dalton Highway la cui esistenza è dovuta solo al fatto che corre parallela alla Alyeska Pipeline che da Prudhoe Bay sull’Oceano Artico porta il greggio a Valdez, 800 miglia più a sud, sul golfo d’Alaska.
Pertanto tutto quanto necessita alle comunità sparse per la vastità dello stato e non raggiunte da strade deve essere aviotrasportato, dai generi di prima necessità, ai materiali da costruzione, al carburante.
Ci precipitiamo in aeroporto in tempo per vedere un immacolato DC-4 della Brooks Air Fuel scaldare i motori, rullare e… decollare…



L’aeroporto torna tranquillo, quindi andiamo a bussare alla porta della Everts che qui ha la sua base principale e gli hangar di manutenzione. Ci accolgono come sempre cordialmente ed in due minuti siamo sul piazzale, liberi di fare tutte le foto che vogliamo. Chi ci riceve puntualizza subito che di volare non se ne parla, purtroppo, prima dell’11/9 erano soliti offrire agli appassionati come noi passaggi sui jump-seats senza eccessivi problemi. Lo immaginavo, quei tempi (non così remoti) sono passati per sempre. Max non sembra farsene un cruccio eccessivo, anzi, direi che tira un sospiro di sollievo, io invece ripenso con nostalgia ai miei voli di allora. [:305]
Meglio quindi concentrarsi sulle foto …

… ecco uno dei due Curtiss C-46 Commando della sussidiaria Everts Air Fuel (come recita la ragione sociale specializzata nel trasporto di carburante), altra mia vecchia conoscenza, che ci dicono dovrebbe volare nel pomeriggio (purtroppo il volo sarà poi cancellato)…

… un paio di DC-6…


… e un altro esemplare della Air Fuel la cui nose-art assai vissuta testimonia il gravoso compito che queste macchine (ormai tutte almeno cinquantenni) sono chiamate a svolgere in un ambiente quasi sempre ostile. Oggi, mentre sto compilando questo report, uno sguardo al meteo attuale dell’Alaska dà per Anchorage una temperatura di -18°, per Fairbanks di -29°!…

… da notare le due autobotti, una sta riempiendo i serbatoi alari per rifornire l’aereo, l’altra, collegata ad un attacco sulla fusoliera, sta trasferendo a bordo fino a 5000 galloni di diesel che costituiscono il carico pagante.
Una visita all’interno di questo DC-6…




… e poi all’hangar di manutenzione che riserva parecchie sorprese…


… la più gradita delle quali è l’altro C-46 (“Maid in Japan” fanciulla giapponese, il cui nome è un gioco di parole che suona uguale a “Made in Japan” in quanto questo aeroplano fu acquistato anni fa dall’aeronautica nipponica), fratello di “Dumbo” (vedere TR di Max http://www.aviazionecivile.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=35265)…

… sostituzione e rivettatura di un pannello alare di un DC-6…

… engine shop…

… e prop shop…

… appeso al muro di un magazzino spunta il muso di un DC-6. Una scaletta ci porta al piano superiore dove c’è un’attrezzatissima aula training con una ventina di studenti ed insegnante che li sta interrogando! Qual è il carico utile di un DC-6B? Ed il peso a vuoto di un C-46? Domande e risposte si inseguono a raffica, sembra di essere tornati a scuola. Intimiditi da tanta professionalità attraversiamo l’aula e scopriamo cosa sta dietro al muso di quel DC-6, un simulatore (statico) perfettamente funzionante!...

… completato il carico il DC-6 che avevamo visitato prima decolla per il suo secondo viaggio della giornata…

… per il resto l’aeroporto è assai tranquillo, Alaska ha qualche volo di linea …

… e solo in alta stagione, ormai terminata, vi è qualche volo diretto per gli USA, il Canada (Air North), l’Europa (Condor) ed il Giappone (JAL).
Numerosi invece sono i voli verso le comunità inuit sparpagliate nel Grande Nord subartico gestiti da diversi vettori minori con piccoli velivoli quali Cessna Caravan e Piper Navajo…

… poco dopo rientra il DC-4 che avevamo visto partire…

… mentre cerchiamo un posto per un pranzo passando davanti all’ospedale cittadino scorgiamo questo UH-60 Black Hawk dell’esercito che si addestra ad atterrare sulla piazzola del pronto soccorso…

… la città è decisamente bruttina se confrontata con Anchorage, l’edificio più notevole è la nuova sede dell’università sulla cima di una collina…

… una delle attrattive è la visita alla già citata pipeline che corre poco distante…

… per cena ci consoliamo con una cena Thai in un ristorantino difficilissimo da trovare segnalato dalla fidata Lonely Planet…

… il tempo purtroppo si deteriora rapidamente, l’indomani mattina piove fitto e fa freddo, ci dicono che potrebbe anche nevicare (l’unico mese in cui questo fenomeno è assente a Fairbanks è luglio!) quindi non ci resta che ripartire verso sud. Scegliamo di percorrere un tratto dell’Alaska Higway fino a Delta Junction e poi deviare verso Valdez seguendo la Richardson Highway che corre parallela alla pipeline. Poche miglia a sud di Fairbanks attraversiamo il villaggio di North Pole il cui nome fantasioso (il Polo è ben lontano, siamo comunque a sud del Circolo Polare Artico) fu dato dal suo fondatore che cercò di far credere (agli americani creduloni) che qui risiede Santa Claus. Un grosso negozio (pieno di orribile paccottiglia e letterine scritte da bambini in vena di arricchire le Poste) attrae come una calamita gli ormai pochi turisti in transito (noi compresi)…


… fuori, in un recinto un paio di renne ancora a riposo (s’involeranno con le loro slitte solo tra tre mesi)…

… un diner con un certo fascino retrò…

… e finalmente ancora un po’ di sole che fa capolino ed illumina la prima neve sulle cime nei pressi del Thomson Pass…

… flora della tundra…

… e qualche altra cartolina turistica…



… arriviamo in serata a Valdez dopo aver percorso 364 miglia (quasi 600 km) senza aver visto un solo aeroplano!…



… il tempo rimane imbronciato, dato che la cittadina offre veramente poco sia turisticamente che dal punto di vista aeronautico, decidiamo di fare nuovamente rotta su Anchorage dopo una veloce colazione al drive-in locale…

… qualche altra veduta del Prince William Sound. Al di là del fiordo scorgiamo il terminale della pipeline con i depositi di stoccaggio del carburante (non più visitabile dopo l’11/9)…


… la cittadina fu rasa al suolo nel 1964 da un fortissimo terremoto seguito da tsunami e del sito originale, segnalato dalle guide turistiche, non rimane quasi niente. Noi abbiamo trovato solo questo muletto arrugginito…

… il tempo migliora sempre più… [:307]

… e a rallentare la nostra marcia verso Anchorage ci si mettono pure i lavori stradali…

… la Glenn Highway passa accanto a maestosi ghiacciai come il Matanuska…

… finalmente arriviamo e scopriamo che l’uso delle piste è cambiato, atterraggi per pista 14…




… come al solito il sole fa capolino solo poco prima del tramonto…


… ma ci consoliamo con una eccellente cena presso il miglior ristorante della città che si chiama Orso… [




… al mattino un giro d’ispezione attorno al Lake Hood ci fa incontrare con questo Otter…

… rimotorizzato con un motore polacco PZL ASz-62IR da 1000HP.
Per gli amanti dei commuters un paio di Beech 1900…


… e per gli amanti degli special colours qualche 747…



… infine un contentino per i supporters degli MD-11…



… sulla strada che conduce alla testata pista nelle prime ore del mattino e poco prima del tramonto è possibile fare incontri insoliti…



… è tutto per ora, tra qualche giorno la quarta ed ultima parte… [:306]
(to be continued… fine parte terza)