È sempre la solita storia: uno non può nemmeno chiudere gli occhi e pensare alla vacanza estiva appena prenotata, che già la mente è al lavoro per trovare un modo di rendere il tutto più interessante. Quest’anno si va a Samos (e dove se no?) passando per Venezia. La partenza del volo VCE-SMI alle 5:50 implica il dover pernottare a Venezia la sera prima, se non addirittura il passare la notte in aerostazione dato l’orario di arrivo del volo U2 della sera da Berlino.
Alla fine deciderò di fare un salto in città e di tornare con il primo autobus ATVO del mattino, ma questa è un’altra storia e un altro TR. Quella che voglio raccontarvi è una breve gita in giornata da Samos a Chios con la compagnia cretese Sky Express. Era nel mio mirino da tempo, come avevo già detto in un mio precedente report ellenico.
La giornata, una rovente domenica d’agosto, comincia nell’area partenze dell’aeroporto “Aristarco di Samo”. Oggi sembra esserci l’intera Scandinavia in partenza.
Abbiamo ancora un po’ di tempo per uno sguardo sul piazzale, dove risplende un BBJ tirato a lucido:
… e, già che ci siamo, diamo una sbirciatina dentro alla vecchia aerostazione, ormai semiabbandonata:
Direi che abbiamo ciondolato abbastanza: andiamo a ritirare le carte d’imbarco e passiamo i controlli prima di restare imbottigliati in una massa di vichinghi! La gentile signorina al banco check-in, non mi ricordo se fosse Sofia o Maria (con uno di quei due nomi ci si azzecca quasi sempre), per un momento resta un po’ interdetta vedendo il nostro itinerario, ma poi capisce e, divertita, ci augura buona gita.
Carta d’imbarco brandizzata.
Attendo l’imbarco sorseggiando un frapè mètrio me gàla. Il volo, precisano, è senza scalo:
Altra pubblicità Sky Express. Un giorno vorrei fare tutto il giro da Heraklion a Limnos.
Intorno alle dieci e un quarto comincio a vedere un puntino bianco che si avvicina: lo osservo attentamente, incurante della mia miopia, per capire se sia tutto a posto. Non nel senso tecnico, si capisce – è che temo un cambio aeromobile dell’ultimo minuto che manderebbe a monte il mio piano.
Appena il nostro mezzo atterra tiro un sospiro di sollievo. È proprio lui, il BAe Jetstream 41, il motivo principale di questa escursione! Non ce ne sono poi tanti in giro, e il volo Sky Express della domenica è l’occasione perfetta per provarlo.
Maria (o Sofia?), frattanto, controlla che sia tutto a posto. È arrivata anche una mia vecchia conoscenza, ovvero SX-DIP, l’unico ATR 72 in dotazione ad Astra Airlines, con cui ero arrivato a Samos da Salonicco l’anno scorso (vedi TR linkato nell’incipit).
SMI-JKH
QG36
10:40 LT - 11:20 LT (on time)
BAe Jetstream 41 | cn: 41014 | First flight: 18/05/1993
SX-SEH
Seat 3A (originally assigned seat: 2A)
L’imbarco si svolge nel giro di due minuti, siamo in pochi a salire qui a Samos. Sotto bordo mi dà il benvenuto la caratteristica elica pentapala.
L’assistente di volo è impeccabile nonostante faccia un caldo bestiale. Kalimèra, kalòs ìrthate, si accomodi pure al suo posto, il 2A. Comodo è comodo, ma… sono quasi senza finestrino! Sudo freddo (con quaranta gradi all’ombra sembra impossibile) e poi chiedo se il posto dietro di me sia libero. Per fortuna mi risponde di sì, quindi mi sposto al trìa àlfa.
Pitch. Scusate le gambe pelose, non mi pareva il caso di indossare pantaloni lunghi.
La cabina mostra il segno degli anni. Per la precisione sono 23: questo giovanotto ha cominciato la propria carriera presso la Sun Air of Scandinavia nel giugno 1993, per poi spostarsi nel Regno Unito dal 1998 al 2011, prima con la Eastern Airways (tuttora il maggior operatore mondiale del JS41) e successivamente con la Highland Airways. Oggi è uno di tre aeromobili di questo tipo in dotazione a Sky Express, che opera anche tre ATR 42.
Safety card.
È ora di partire. Il comandante ci dà il benvenuto a bordo e preannuncia un tempo di volo di circa venti minuti. “Next stop: Chios.”. Dove si prenota la fermata?
Il rullaggio è veloce, con tanto di assistente di volo ancora intenta a riporre l’equipaggiamento della safety demo mentre l’aereo si allinea a fondo pista. Altrettanto breve è la corsa di decollo (video QUI - scusate la pessima qualità, mi sono portato dietro la fotocamera sbagliata...).
Poco dopo esserci lasciati alle spalle SMI, sulla sinistra vediamo la capitale dell’isola, Vathì.
Dietro di noi, per l’appunto, l’aeroporto.
Il villaggio di Kokkàri.
Purtroppo c’è molta foschia da qualche giorno a questa parte, dovuta anche al poco vento. In ogni caso, la traversata è veramente molto breve. Non c’è un servizio di bordo, anche se poco prima dell’atterraggio vengono distribuite delle caramelle.
In avvicinamento a Chios.
Atterriamo e in pochi secondi raggiungiamo il piazzale del minuscolo aeroporto “Omiros”. Sembra quasi finto, ma ciò che è indubbiamente vero è il caldo ancora più opprimente rispetto a Samos.
Agli arrivi c’è giusto lo spazio per un nastro bagagli. Non oso immaginare come possa essere l’arrivo di un 737 Transavia da Amsterdam, ma oggi siamo tranquilli: i voli in arrivo nel resto della giornata sono tutti frullini.
I taxi abbondano, con pochi euro percorriamo i tre chilometri che separano l’aeroporto dal centro di Chios città. Non abbiamo moltissimo tempo, quindi non ci spingiamo oltre, ma ci sono comunque delle cose interessanti da vedere.
Museo d’arte bizantina.
Concessionario.
Scorci nel quartiere del castello (Kàstro). Chios fu dominata, fra gli altri, anche dai Veneziani e dai Genovesi, e si trovano ancora tracce della sua storia in edifici come il Palazzo Giustiniani, al momento purtroppo chiuso per restauri.
In un cortile, una specie di “archivio a cielo aperto” di un ufficio della Direzione Generale delle Antichità del Ministero dei Beni Culturali
Sempre nei dintorni si trovano gli antichi bagni turchi, ottimamente conservati e soprattutto piacevolmente freschi al loro interno.
… no, non siamo ancora in aeroporto…
… ma adesso ci torniamo.
Questi carrelli hanno visto tempi migliori.
L’imponente area check-in.
Manca un quarto d’ora all’imbarco, ci avviamo dunque ligi ai controlli di sicurezza... salvo incappare in un agente intento a messaggiare con il telefono, che ci chiede cosa ci facciamo qui. “Siamo passeggeri del volo per Samos, il gate è di qua, no?”. “Ah, ho capito. Torni fra 5-10 minuti, adesso è ancora troppo presto!". Sorrido e torno di là. Quanto amo questo Paese.
Dopo un po’ lo stesso ragazzo fa capolino nella sala check-in e ci fa segno di procedere. Ma qui c’è da perdersi!
A destra il gate 2, a sinistra una porta sul retro denominata gate 1.
Il negozio di souvenir apre giusto per il tempo necessario a servire i pochi passeggeri in partenza.
JKH-SMI
QG37
16:10 LT - 16:45 LT (on time)
BAe Jetstream 41 | cn: 41014 | First flight: 18/05/1993
SX-SEH
Seat 3A
Come previsto, l’aereo è lo stesso dell’andata. L’equipaggio, però, sarà un altro.
Ciao, bel nasone.
Una sbirciata al cockpit.
Stacchiamo in netto anticipo e procediamo rapidamente verso la testata.
Anche stavolta il panorama è velato di foschia, ma arrivando a Samos possiamo ammirare un’altra parte dell’isola.
Qui Karlòvassi con il suo porto.
La piccola isola di Samiopoùla. La consorte e famiglia ci sono già stati, io invece non sono ancora riuscito ad andarci.
Il lato sud dell’isola di Samos. Quella lingua di terra in basso a sinistra è Tsòpela, uno dei luoghi più incantevoli che abbia mai avuto il piacere di visitare. Più facile da raggiungere via mare che via terra, da aprile a ottobre è abitata da una coppia che vive in una roulotte lasciata in dono da un visitatore (e ci credo, con quei 6,5 chilometri di sterrato ripido da fare in macchina). Questi signori gestiscono una taverna che consiste di qualche tavolo di plastica e due tende, e sono di un’ospitalità eccezionale. Straordinariamente belle anche le due spiagge ai lati del promontorio.
Segue il consueto avvicinamento visual a SMI (video QUI), e la gita finisce dove era cominciata, in quello che sembra quasi un grande aeroporto se paragonato a Chios.
Questo è tutto. Seguiranno, se volete, altre foto OT ed eventualmente le tratte da Venezia a Samos e ritorno con Volotea, che mi ha piacevolmente sorpreso
Alla fine deciderò di fare un salto in città e di tornare con il primo autobus ATVO del mattino, ma questa è un’altra storia e un altro TR. Quella che voglio raccontarvi è una breve gita in giornata da Samos a Chios con la compagnia cretese Sky Express. Era nel mio mirino da tempo, come avevo già detto in un mio precedente report ellenico.
La giornata, una rovente domenica d’agosto, comincia nell’area partenze dell’aeroporto “Aristarco di Samo”. Oggi sembra esserci l’intera Scandinavia in partenza.


Abbiamo ancora un po’ di tempo per uno sguardo sul piazzale, dove risplende un BBJ tirato a lucido:

… e, già che ci siamo, diamo una sbirciatina dentro alla vecchia aerostazione, ormai semiabbandonata:




Direi che abbiamo ciondolato abbastanza: andiamo a ritirare le carte d’imbarco e passiamo i controlli prima di restare imbottigliati in una massa di vichinghi! La gentile signorina al banco check-in, non mi ricordo se fosse Sofia o Maria (con uno di quei due nomi ci si azzecca quasi sempre), per un momento resta un po’ interdetta vedendo il nostro itinerario, ma poi capisce e, divertita, ci augura buona gita.
Carta d’imbarco brandizzata.


Attendo l’imbarco sorseggiando un frapè mètrio me gàla. Il volo, precisano, è senza scalo:

Altra pubblicità Sky Express. Un giorno vorrei fare tutto il giro da Heraklion a Limnos.

Intorno alle dieci e un quarto comincio a vedere un puntino bianco che si avvicina: lo osservo attentamente, incurante della mia miopia, per capire se sia tutto a posto. Non nel senso tecnico, si capisce – è che temo un cambio aeromobile dell’ultimo minuto che manderebbe a monte il mio piano.
Appena il nostro mezzo atterra tiro un sospiro di sollievo. È proprio lui, il BAe Jetstream 41, il motivo principale di questa escursione! Non ce ne sono poi tanti in giro, e il volo Sky Express della domenica è l’occasione perfetta per provarlo.


Maria (o Sofia?), frattanto, controlla che sia tutto a posto. È arrivata anche una mia vecchia conoscenza, ovvero SX-DIP, l’unico ATR 72 in dotazione ad Astra Airlines, con cui ero arrivato a Samos da Salonicco l’anno scorso (vedi TR linkato nell’incipit).


SMI-JKH
QG36
10:40 LT - 11:20 LT (on time)
BAe Jetstream 41 | cn: 41014 | First flight: 18/05/1993
SX-SEH
Seat 3A (originally assigned seat: 2A)
L’imbarco si svolge nel giro di due minuti, siamo in pochi a salire qui a Samos. Sotto bordo mi dà il benvenuto la caratteristica elica pentapala.

L’assistente di volo è impeccabile nonostante faccia un caldo bestiale. Kalimèra, kalòs ìrthate, si accomodi pure al suo posto, il 2A. Comodo è comodo, ma… sono quasi senza finestrino! Sudo freddo (con quaranta gradi all’ombra sembra impossibile) e poi chiedo se il posto dietro di me sia libero. Per fortuna mi risponde di sì, quindi mi sposto al trìa àlfa.

Pitch. Scusate le gambe pelose, non mi pareva il caso di indossare pantaloni lunghi.

La cabina mostra il segno degli anni. Per la precisione sono 23: questo giovanotto ha cominciato la propria carriera presso la Sun Air of Scandinavia nel giugno 1993, per poi spostarsi nel Regno Unito dal 1998 al 2011, prima con la Eastern Airways (tuttora il maggior operatore mondiale del JS41) e successivamente con la Highland Airways. Oggi è uno di tre aeromobili di questo tipo in dotazione a Sky Express, che opera anche tre ATR 42.


Safety card.

È ora di partire. Il comandante ci dà il benvenuto a bordo e preannuncia un tempo di volo di circa venti minuti. “Next stop: Chios.”. Dove si prenota la fermata?

Il rullaggio è veloce, con tanto di assistente di volo ancora intenta a riporre l’equipaggiamento della safety demo mentre l’aereo si allinea a fondo pista. Altrettanto breve è la corsa di decollo (video QUI - scusate la pessima qualità, mi sono portato dietro la fotocamera sbagliata...).
Poco dopo esserci lasciati alle spalle SMI, sulla sinistra vediamo la capitale dell’isola, Vathì.

Dietro di noi, per l’appunto, l’aeroporto.

Il villaggio di Kokkàri.

Purtroppo c’è molta foschia da qualche giorno a questa parte, dovuta anche al poco vento. In ogni caso, la traversata è veramente molto breve. Non c’è un servizio di bordo, anche se poco prima dell’atterraggio vengono distribuite delle caramelle.

In avvicinamento a Chios.


Atterriamo e in pochi secondi raggiungiamo il piazzale del minuscolo aeroporto “Omiros”. Sembra quasi finto, ma ciò che è indubbiamente vero è il caldo ancora più opprimente rispetto a Samos.


Agli arrivi c’è giusto lo spazio per un nastro bagagli. Non oso immaginare come possa essere l’arrivo di un 737 Transavia da Amsterdam, ma oggi siamo tranquilli: i voli in arrivo nel resto della giornata sono tutti frullini.


I taxi abbondano, con pochi euro percorriamo i tre chilometri che separano l’aeroporto dal centro di Chios città. Non abbiamo moltissimo tempo, quindi non ci spingiamo oltre, ma ci sono comunque delle cose interessanti da vedere.

Museo d’arte bizantina.

Concessionario.

Scorci nel quartiere del castello (Kàstro). Chios fu dominata, fra gli altri, anche dai Veneziani e dai Genovesi, e si trovano ancora tracce della sua storia in edifici come il Palazzo Giustiniani, al momento purtroppo chiuso per restauri.


In un cortile, una specie di “archivio a cielo aperto” di un ufficio della Direzione Generale delle Antichità del Ministero dei Beni Culturali



Sempre nei dintorni si trovano gli antichi bagni turchi, ottimamente conservati e soprattutto piacevolmente freschi al loro interno.


… no, non siamo ancora in aeroporto…

… ma adesso ci torniamo.


Questi carrelli hanno visto tempi migliori.

L’imponente area check-in.



Manca un quarto d’ora all’imbarco, ci avviamo dunque ligi ai controlli di sicurezza... salvo incappare in un agente intento a messaggiare con il telefono, che ci chiede cosa ci facciamo qui. “Siamo passeggeri del volo per Samos, il gate è di qua, no?”. “Ah, ho capito. Torni fra 5-10 minuti, adesso è ancora troppo presto!". Sorrido e torno di là. Quanto amo questo Paese.
Dopo un po’ lo stesso ragazzo fa capolino nella sala check-in e ci fa segno di procedere. Ma qui c’è da perdersi!
A destra il gate 2, a sinistra una porta sul retro denominata gate 1.

Il negozio di souvenir apre giusto per il tempo necessario a servire i pochi passeggeri in partenza.


JKH-SMI
QG37
16:10 LT - 16:45 LT (on time)
BAe Jetstream 41 | cn: 41014 | First flight: 18/05/1993
SX-SEH
Seat 3A
Come previsto, l’aereo è lo stesso dell’andata. L’equipaggio, però, sarà un altro.

Ciao, bel nasone.

Una sbirciata al cockpit.

Stacchiamo in netto anticipo e procediamo rapidamente verso la testata.

Anche stavolta il panorama è velato di foschia, ma arrivando a Samos possiamo ammirare un’altra parte dell’isola.
Qui Karlòvassi con il suo porto.

La piccola isola di Samiopoùla. La consorte e famiglia ci sono già stati, io invece non sono ancora riuscito ad andarci.

Il lato sud dell’isola di Samos. Quella lingua di terra in basso a sinistra è Tsòpela, uno dei luoghi più incantevoli che abbia mai avuto il piacere di visitare. Più facile da raggiungere via mare che via terra, da aprile a ottobre è abitata da una coppia che vive in una roulotte lasciata in dono da un visitatore (e ci credo, con quei 6,5 chilometri di sterrato ripido da fare in macchina). Questi signori gestiscono una taverna che consiste di qualche tavolo di plastica e due tende, e sono di un’ospitalità eccezionale. Straordinariamente belle anche le due spiagge ai lati del promontorio.

Segue il consueto avvicinamento visual a SMI (video QUI), e la gita finisce dove era cominciata, in quello che sembra quasi un grande aeroporto se paragonato a Chios.


Questo è tutto. Seguiranno, se volete, altre foto OT ed eventualmente le tratte da Venezia a Samos e ritorno con Volotea, che mi ha piacevolmente sorpreso

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