[TR] il ritorno da SIN: A380 e 773ER Emirates


FlyIce

Bannato
6 Novembre 2005
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Italy
Terza ed ultima puntata di questo lungo TR: il viaggio di ritorno.
A parte la curiosità di provare l'A380 dopo un breve stop-over a Dubai, il viaggio di ritorno spesso è utile per trovare riscontri o invece per smentire le impressioni dell'andata.

Le puntate precedenti sono qui:
- ANDATA
- VOLI NEL S-E ASIATICO
- OT SU ANGKOR
... ed ora riprendiamo il discorso ... ;)


La vacanza a Singapore termina e mi aspettano ancora un paio di giorni a Dubai, un posto che volevo visitare da tempo.
La tratta Singapore-Dubai con è il “solito” 773ER di EK che parte alle 2.50 di notte e arriva a Dubai alle 6.15 del mattino circa.
L’ho scelto perché dei tre voli EK è quello che arriva più tardi a Dubai; gli altri arrivano un po’ prima, ma uno alle 5 del mattino, o prima, cosa ci fa a Dubai ?

Il viaggio in taxi per l’aeroporto inizia poco prima di mezzanotte e dura pochissimo (20/25’) ma riserva una sorpresa: alcuni chilometri prima dell’aeroporto, sulla corsia d’emergenza dell’autostrada, inizia una coda lunghissima di taxi.
La coda prosegue fino ai terminal e chiedo informazioni al mio taxista: “ci sono molti voli in arrivo a quest’ora, in mezz’ora è tutto finito”. Sono ancora più sorpreso.
Prima del check in mi fermo al banco delle dogane per il tax free: il monitor indica un progressivo parecchio alto ma a me esce un bigliettino con il numero 1. Sono il primo dopo mezzanotte e ovviamente mi salutano con “Good morning”. Ma quale mattina ? Sto per andare a dormire, sull’aereo.
Visto il mio anticipo, ai banchi check-in non c’è nessun pax ma gli addetti sono comunque lenti.
Ho ancora 2 ore e mezza prima del volo e così decido di farmi un bel giro turistico dell’aeroporto, quindi vi toccano un altro po’ di foto di SIN !!!
Come potrete ricordare dalle puntate precedenti sono in partenza dal T1, ovviamente addobbato a festa per Natale:
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In giro non c’è quasi anima viva e gli altri terminal sono ancora più deserti; questo è l’illuminatissimo T2:
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Addobbato con un sontuoso albero di Natale:
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Ma il terminal che mi interessa di più è lo spettacolare T3 !!!
L’ho già visto in precedenza ma ora mi faccio un bel giro completo; arrivando con il trenino interno si ha subito questa vista sul piano arrivi – gli alberi sono veri:
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Altre piante fanno da sfondo a tutto il salone si partenze che arrivi, le ho di fronte ma sono anche sopra i caroselli bagagli:
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Sotto i carrellini bagagli sono pronti all’uso presso i caroselli, disposti in modo impeccabile, un vero spettacolo, mai visto nulla di simile altrove:
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Il verde continua a fare da sfondo anche ai caroselli bagagli:
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Questo è il centro del terminal: il passaggio verso le partenze, salendo si raggiunge una zona “panoramica”:
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Ed ecco il panorama sui check-in:
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La zona imbarchi dall’alto:
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Si può salire fin quasi a sfiorare il soffitto che mi incuriosisce: è formato da pannelli disposti in modo apparentemente irregolare, ma anche sotto di essi la struttura è ben rifinita:
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Riscendo verso l’area check-in e rientro verso il T2 per passare airside:
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Non mi ricordo di aver fatto coda all’Immigration neanche stavolta e in breve sono dall’altra parte, le possibilità di far shopping sono limitate dal fatto che il mio volo delle 2.50 è l’ultimo della giornata e precede una pausa nelle partenze fino alle 7.00 circa.
Faccio un passo al T3 anche airside, ma c’ero già stato ed infatti lo scopo è quello di visitare un negozio; per fortuna il tempo passa ed è quasi ora di imbarcarsi.
Sulla via del rientro verso il T1 noto questo angolo del T3 che definire pittoresco è poco: i banchi transiti sono dietro un’aiuola così fiorita da far invidia a molte baite alpine !!!
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I controlli di sicurezza si fanno al momento di accedere al gate e c’è sempre un po’ di coda, ma si fa presto e gli addetti non sono troppo pignoli.
Il protagonista del TR ora è lui: il 777-300ER che mi porterà a Dubai:
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Il mio volo non origina qui a Singapore ma viene da lontano; il volo 433 infatti è schedulato come Aukland-Brisbane-Singapore-Dubai. Sapendo questo, prima di partire da Singapore avevo dato un’occhiata al sito dell’aeroporto di Brisbane che dava il volo sostanzialmente in orario.

Sono seduto in coda anche questa volta perché la vista fuori è migliore senza l’ala sotto e perché i posti da 2 sono meno opprimenti per chi sta al finestrino, quindi sono anche tra i primi ad imbarcarmi grazie all’organizzazione a gruppi dell’imbarco.
A bordo dell’aereo trovo i pax provenienti dagli stop precedenti; mi accomodo al mio posto che probabilmente era già stato occupato (c’era il menu), ma è ben pulito e in ordine.
L’IFE riserva ancora una volta una sorpresa: il “software” appare diverso e più avanzato di quanto visto sui 773 dell’andata anche se la selezione audio e video disponibile è la stessa; il telecomando è anch’esso più moderno dei precedenti con un piccolo schermo LCD a colori invece del solito display alfanumerico in bianco e nero.
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Il comandante prima della partenza fa un annuncio di benvenuto lungo e ricco di informazioni, ma c’è un po’ di ritardo, infatti muoviamo con quasi 10’ di ritardo.
Intanto il servizio di bordo ha inizio con la distribuzione delle salviette e la proiezione del briefing; ecco la cabina mentre rulliamo:
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Il decollo è senza storia ed essere nel cuore della notte non aiuta con il paesaggio; puntuale come sempre viene proiettato il filmato introduttivo sui servizi Emirates (quello che ho definito “la sigla”) che è parecchio lungo (5/6’) e prima in arabo e poi in inglese.
L’ho ripreso anche per farvi sentire la musichetta martellante che costituisce la colonna sonora, ma il rumore di fondo ha solitamente la meglio:
Su YouTube: http://www.youtube.com/watch?v=xRYARO1sBlY

Il menù del volo ha finalmente una nuova immagine di copertina e le dimensioni sono ancora più imponenti: 4 tratte equivalgono a 8 pagine. I pax proveniente da Aukland hanno già cenato due volte mentre a noi sarà offerto uno snack a base di panini quasi subito e la colazione prima di atterrare.
Come sempre gli AAVV fanno avanti ed indietro per distribuire i pasti speciali. Poi tocca a tutti gli altri. Il menù riporta due panini e credevo si dovesse scegliere, ma non è così:
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Stiamo dirigendoci verso nord, lungo le coste della Malesia e non c’è niente di meglio da fare che una bella dormita.
Mi sveglio parecchio dopo e la cabina è ancora in configurazione “notte”e a bordo fa parecchio freddo (1 coperta non basta !!!):
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Non manca moltissimo all’arrivo (meno di due ore):
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Ed infatti gli AAVV iniziano a servire la colazione, l’ora è indecente: 3.45 di Dubai ma sul fuso orario di partenza è un orario più confortevole: 7.45.

Scelgo una robusta colazione all’inglese:
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Dopo aver finito di mangiare s’intravedono le prime luci del giorno; iniziamo a fare delle holding sulla costa ovest degli Emirati e l’orario di arrivo previsto dall’IFE si tramuta in 6.05 da 5.45 che era.
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Alle 6.00 siamo ancora in volo, ma ormai quasi a destinazione:
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L’ETA si è spostato ancora una volta in avanti, ma siamo in finale sopra Dubai:
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Anche l’atterraggio è tutt’altro che memorabile e veniamo sballottati come se ci fosse vento al traverso; siamo più o meno in orario ed iniziamo il lento taxi verso il T3.
L’alba da il meglio di sé:
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Nella poca luce disponibile si riesce anche a fare qualche foto passabile per ingannare l’attesa, visto che il taxi dura 10’ per fare poca strada.
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Arriviamo ad un T3 che non ha quasi più finger disponibili; una volta fermi attendo con pazienza che tutti quelli davanti scendano ma non ho fretta dato che mi fermo in città.
Nel finger ho un’ultima vista sul nostro aereo e mi accorgo che qui a Dubai non fa affatto caldo.
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La strada verso l’uscita la conosco ma noto che siamo davvero in pochi a scendere qui; la stragrande maggioranza si dirige verso i varchi transito.
Vedo finalmente il T3 di DXB con la luce del giorno:
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Agli arrivi si scende con le scale mobili o con degli ascensori vetrati; qui però ci sono un po’ di code (non fotografate) e generalmente procedono a rilento.
Il tizio nella foto è un addetto dell’Immigration: lavora indossando gli abiti tradizionali, il che vuole anche dire che è praticamente in ciabatte !!!
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Ci vuole un buon quarto d’ora per passare il controllo passaporti e l’efficienza tipica di Singapore è un lontano ricordo, qui i ritmi sono ben diversi.
Il percorso verso caroselli bagagli e uscita è spettacolare, considerate anche che siamo alcuni piani sottoterra.
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Ecco la luminosa area con i nastri bagagli; i carrellini sono a disposizione e non mi ricordo di aver aspettato molto la mia valigia.
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Siccome è ancora presto e qui agli arrivi c’è una bella coda anche per i taxi, vado a dare un’occhiata al piano partenze dove c’è parecchio affollamento. Mi preoccupo un po’ per la mia partenza di due giorni dopo e chiedo se si può fare il check in (spedire il bagaglio) la sera prima.
La domanda coglie un po’ di sorpresa l’addetta alle informazioni: tipico caso in cui richieste che non siano quelle usuali spiazzano gli addetti che non sempre hanno una grande dimestichezza con l’inglese.
Alla fine la risposta è che il check-in apre 24 ore prima e si può anche spedire il bagaglio.
 
Due giorni dopo sono di nuovo alle partenze del T3: arrivo che è ancora buio. Alla fine la sera prima ero a cena da tutt’altra parte e non avevo voglia di andare a spedire la valigia, dopotutto non avrei risparmiato moltissimo tempo.
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Dentro, il piano partenze non mi piace per niente: non c’è un bar, un chiosco giornali, niente, solo i check-in e le relative code. Il fatto che non ci siano finestre certo non aiuta. Trovo che ci siano delle stazioni de metrò più interessanti di questa zona check in.
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Per la verità la situazione code è nettamente migliore rispetto a quanto visto due giorni prima.
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In circa venti minuti ho fatto check in, controllo passaporti e controlli di sicurezza: a questi ultimi fortunatamente niente code.
Eccomi sulla scala mobile che porta al piano partenze:
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Avevo a disposizione circa un’ora prima di dovermi imbarcare, quindi ho potuto dare di nuovo un’occhiata ai numerosi negozi duty-free e fare una colazione, visto che non sapevo a che ora avremmo mangiato a bordo.
Avvicinandomi al gate ho una bella vista sul 380 che mi porterà a Londra. Purtroppo i vetri non sono solo colorati ma pure con dei motivi geometrici sopra.
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Dalla saletta del pre-imbarco siamo proprio a tu per tu con il 380; è grosso ma non fa ancora impressione per la sue dimensioni.
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Mi distraggo a guardare le volte del nuovo T3.
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L’imbarco avviene per gruppi, come sempre, ma ho una sorpresa: visto che sono seduto nelle prime file di economy (al piano inferiore) e che questo è collegato con due finger, il mio gruppo è chiamato per primo, subito dopo First e Business.
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E’ solo a questo punto, nel finger che si nota come il 380 sia nettamente più grosso di qualsiasi altro aereo :
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Questi sono gli interni di economy:
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La vista che ho dal posto, con in lontananza il cockpit e sulla destra, nel sottoscala, l’ ufficio della purser.
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Pure finestrino e tendina sono XXL, sullo sfondo continua l’imbarco dell’economy e finisce esattamente alle 7.45, la nostra ora di partenza prevista.
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L’IFE è lo stesso del 773ER: stesse dimensioni del monitor, stesso telecomando, stessa interfaccia grafica, ma questa telecamera è un’esclusiva del 380 !
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Il comandante fa il solito lungo annuncio tra le altre cose ci dice che voleremo a FL 380, forse sono l’unico a cogliere la coincidenza; alle 8.00 chiudiamo le porte. Nel frattempo gli AAVV avevano già iniziato la distribuzione delle salviette. Le cappelliere sono all’ “ultima moda” Airbus:
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Nel frattempo noto che le uniformi degli AAVV sono diverse da quelle dei loro colleghi dei voli precedenti: scoprirò più tardi, chiedendo alla purser, che gli equipaggi del 380 stanno ricevendo le nuove uniformi prima degli altri. Sono più decisamente più belle e scompaiono i toni azzurri e blue, per lasciare spazio solo ad un intenso color sabbia. La purser invece veste di grigio scuro.
Siamo pronti al pushback; le dimensioni del 380 sono chiaramente evidenti: i 4 motori non sono molto più piccoli di quelli dei 777. Le pareti dell’aereo sono parecchio spesso (difficile notarlo nelle foto), a occhio tra 25 e 30 cm.
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Il briefing di sicurezza è lungo e dettagliato, prima in arabo e poi in inglese come sempre, ecco tutto quello in inglese.
Su YouTube: http://www.youtube.com/watch?v=qi1uw1p6me0

In rullaggio passiamo a fianco sia di 773:
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Che al 380 in partenza per NYC:
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Gli aerei EK non ci stanno tutti al T3 ma alcuni sono al T1; i pax però li raggiungono sempre dal T3.
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Tra pushback e rullaggio ci vogliono 15’ buoni ma alla fine eccoci allineati per decollare dalla 12R, il sole è proprio di fronte.
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In rullaggio praticamente non si sentivano i motori, capita anche con altri aerei e pur notando la silenziosità dell’aereo non ne ero più stupito di tanto, quando i piloti hanno dato manetta per decollare ed ho continuato a non sentire i rumori provenire dai motori, allora sì che ero stupito.
La silenziosità dell’aereo è qualcosa di senza pari tra gli aerei oggi in servizio, davvero ad un livello che presuppone un salto generazionale.
Decollo e salita senza storia, ma quest’ultima parecchio più ripida che sul 340 (occhio che l’orizzonte è storto).
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Dirigiamo brevemente verso l’entroterra di Dubai, ma poi giriamo di circa 180° e ripassiamo quasi sopra l’aeroporto; la vista su Dubai è magnifica: questa zona è lungo Jumeirah oltre il Burji Al Arab.
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Pochi istanti dopo passiamo sopra alla palma di Jumeirah:
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In lontananza ed ancora in costruzione “The Palm Jebel Alì”
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Appena lasciata la costa va in onda “la sigla”: siccome fino a quel momento ero occupato a guradar fuori, non interrompe nessuno dei miei programmi IFE.
Su YouTube: http://www.youtube.com/watch?v=oIB-hZ2uAio

Puro spettacolo:
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Il servizio prevede la colazione poco dopo il decollo e poi un pranzo prima dell’arrivo a Londra, se ricordate il servizio dell’andata non c’è davvero paragone. Dopo un’ora dal decollo ho già il mio vassoio:
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La colazione più che un vero pasto è stato uno snack, comunque gradito e buono; visto che il menù la prevedeva, ho fatto richiesta per una cioccolata calda. Non era ovviamente sul carrello e me l’hanno portata poco dopo, ovviamente non era all’altezza, del resto il clima di Dubai non dà molte occasioni per esercitarsi a prepararla.

Ci vuole un po’ prima che sparecchino, ma la mia attenzione è divisa tra l’IFE ed il panorama; qui incrociamo al largo del Qatar e del Bahrein:
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Costeggiamo l’Arabia Saudita e vediamo un paio di città e di terminal petroliferi.
Questa è Al Jubail:
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Questa Khiran: un resort con un’enorme centrale elettrica a fianco.
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Lasciamo il Golfo quasi sopra a Kuwait City:
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Siamo sopra l’Iraq ed il panorama è parecchio diverso: deserto con impianti petrolieri.
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Una città che ho fatto un po’ fatica ad identificare, ma era più semplice del previsto: Baghdad.
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Un aeroporto in disuso:
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Nel mentre sul mio schermo si alternavano dei film recenti e l’airshow; con questa interfaccia è facile passare da uno all’altro. Già una volta c’era stato un “impuntamento” ed avevo dovuto ricercare il punto, poi prima di lasciare l’Iraq l’IFE è “crashato” per tutti. Del resto la principale causa di ritardo del 380 è stata proprio riconducibile all’IFE.
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Pochi minuti dopo era tutto di nuovo in funzione ma l’airshow non si è mai ripreso del tutto, ritornando parecchio dopo e solo in versione ridotta.
Da qualche parte tra nord dell’Iraq e Turchia ho fotografato questo lago artificiale.
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Poi il panorama cambia nettamente e diventa montagnoso, purtroppo sotto di noi ci saranno anche delle nubi che ci accompagneranno per tutta l’Europa.
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Il momento è ottimo per alzarsi ed esplorare quello che si può dell’aereo; la zona delle porte anteriori l’avevo già vista entrando ma ora che è vuota rivela le sue notevoli dimensioni.
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Di qui parte la scala per il piano superiore e nella parte davanti c’è la first; questo è l’Open Bar a loro disposizione. La scala è chiusa da un cordone e non viene utilizzata neanche durante l’imbarco, se c’è un finger per il piano superiore.
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Spostandomi verso coda, trovo un punto con una bella vista su ala e motori.
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L’ultima fila è destinata all’equipaggio anche se c’è un enorme crew bunk.
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Eccolo:
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In fondo c’è un’altra scala più piccola e a chiocciola per il piano superiore:
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L’ultima occhiata è per l’ala che è davvero enorme, la foto è in controluce e non si riescono ad evitare i riflessi.
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Mentre facevo la mia passeggiata, l’equipaggio si preparava a servire il pranzo ed in fondo alla foto con il crew bunk potevate notare due AAVV alle prese con uno dei carrelli; anche in questo caso iniziano dai pasti speciali.

Non vuole molto perché arrivi il mio pranzo. E’ tutto davvero buono (forse escluso in dolce che ho saltato), in particolare il salmone è morbidissimo e gustoso. Il livello è davvero molto elevato, siamo prossimi alle business di alcune compagnie. Rispetto alla business però il tutto viene servito in vaschette di plastica e non in piatti di ceramica.
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Il pranzo è arrivato circa due ore prima dell’arrivo e sotto scorreva il grosso dell’Europa, ma sempre coperto da nubi. Nel frattempo il mio posto era diventato controsole e lo sarà fino all’arrivo.
 
Passiamo ad ovest di Bucarest e poi ad est di Budapest, a Dusseldorf passiamo esattamente sopra per poi lasciare le coste del continente dalle parti di Rotterdam, a questo punto era già iniziati i preparativi per l’atterraggio.

Come al solito viene annunciato il recupero da parte dell’equipaggio di cuffie e coperte, ma sono molto indaffarati e di sicuro le cuffie ce le lasciano. Meglio perché stavo guardando un divertente programma inglese di auto, ma poi ho interrotto per dedicarmi alle telecamere di bordo che offrono una buona qualità video.
Lo spettacolo però si sposta fuori quando ci avviciniamo a Londra; sono abituato ad arrivare a LHR dall’Italia, quindi da sud, noi invece arriviamo da est e l’avvicinamento è insolitamente a nord della città.
Ho però una magnifica vista controsole della zona dei docks e del City Airport. C’è una lieve foschia che rende l’atmosfera particolare
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I grattacieli infatti creano dei giochi di luce con la foschia sottostante. Bello ed insolito.
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Qui la City ed il centro di Londra; nonostante le piccole dimensioni si riescono ad individuare alcuni edifici caratteristici.
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Facciamo un po’ di virate in tutte le direzioni e l’ultima ci allinea in finale e passiamo di nuovo sopra l’est di Londra; stavolta il City Airport e la Millenium Dome non sono in controluce.
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Lo spettacolo in finale (Londra) è dall’altro lato, ma mi diletto con le telecamere fino all’atterraggio che avviene con 2 minuti d’anticipo.

Atterraggio netto ma non duro sulla 27L e abbondante uso di reverse: è la prima volta da quando siamo partiti che sento il rumore dei motori.
Usciamo dalla pista e siamo dalle parti del futuro T2C già invaso dai “padroni di casa” BA.
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In rullaggio facciamo un incontro particolare: un 380 SQ, qui visto dalla nostra telecamera frontale:
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Pochi minuti e siamo al gate del T3, che è uno dei pochi creati appositamente a LHR per gestire i 380
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Un ultimo sguardo all’aereo che mi ha portato fin qui.
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A questo punto non ho ancora la sensazione tipica della fine della vacanza: mi manca il volo di rientro verso l’Italia e sono molto curioso di vedere come le strutture di terra reggeranno all’impatto di circa 500 pax in arrivo.

Sbarco tenendo d’occhio l’orologio, la passeggiata fino al controllo passaporti e poi ai nastri bagagli è piuttosto lunga e si sviluppa tra corridoi deserti e a tratti davvero brutti.
Grazie al passaporto Europeo la coda è piuttosto breve e scorre veloce, poco oltre ci sono i nastri bagagli, dove arrivo 20 minuti esatti dopo che l’aereo si è fermati al gate. Probabilmente se fossi stati seduto in fondo avrei dovuto mettere in conto altri 10/15’.

Qui, per fortuna, i bagagli iniziano ad arrivare quasi subito e senza grosse pause; certo è che ci vuole molta pazienza e la calca intorno al nastro è notevole.
La riconsegna bagagli al T3 è in un “antro” piuttosto buio e squallidissimo, sembra il magazzino merci di una stazione ferroviaria. Il carrellino per i bagagli avrà almeno 30 anni ed è molto basico, abituato a quelli lucenti e moderni degli aeroporti orientali, ma anche solo a quelli di ZRH o FRA che sono in buone condizioni e così sofisticati da salire le scale mobili.

La mia valigia è un grosso trolley nero molto simile a tanti altri e non ha grossi segni di riconoscimento, quindi l’attenzione mentre girano i bagagli è massima.
La fortuna però mi porge il mio bagaglio dopo poco più di 15’ di attesa, la ressa intorno al nastro non è scesa di molto e ipotizzo che l’attesa per alcuni potrebbe essere ancora lunga.
Il 380 andrebbe preso con il solo bagaglio a mano o solo se in transito, per evitarsi la scocciatura della riconsegna bagagli.

Carico il carellino e mi dirigo di buon passo verso la stazione ferroviaria: vado al T5 a prender un volo BA per LIN.
Il carrellino ha delle ruote dure che sui pavimenti di mattonelle di LHR o anche sui tapis roulant fanno un baccano infernale: sembra di guidare un carro armato smarmittato. Intanto le mani iniziano a prudermi perché l’impugnatura è parecchio rovinata e probabilmente pure zozza.
Per fortuna mi bastano soli 10 minuti esatti per arrivare sull’Heathrow Express per il T5, che parte subito.
La prima cosa che guardo al T5 (c’ero già stato diverse volte) sono i carrellini bagagli: nulla di speciale ma almeno sono recenti e in ordine. Mi chiedo: ma costa tanto sostituirli anche negli altri terminal ? LHR non regge assolutamente il confronto con gli hub asiatici e solo il T5 è ad un livello accettabile, ma comunque inferiore.

Il check-in è veloce, ma in BA non ti stampano la carta d’imbarco ai bachi: o hai fatto il check-in o l’hai ritirata alle macchinette. Niente eccezioni.
Al check-in non c’era praticamente nessuno, mentre invece ai controlli di sicurezza c’era paecchia cosa e la “Fast Track” a cui avevo diritto non era da meno, ho anche l’impressione che qui non controllino sempre attentamente chi può usarla e chi no. Ci vuole quasi mezz’ora !!!
Finalmente sono airside e vado a “pranzare” in saletta. Fuori dalle finestre spopolano i 747 BA.
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Arrivo all’imbarco con un po’ d’anticipo e sono praticamente il primo a salire a bordo anche se credevo di essere l’ultimo: l’indicazione “Boarding” era apparsa in saletta con molto anticipo.
Stavolta non ci imbarcano con il bus, ma siamo al finger; a volte capita che i voli per LIN siano ai remoti anche a LHR, dato che a destinazione lo sbarco è necessariamente con il bus.
Gli interni BA dei 321 mi sono ben noti, ma il recente confronto con i w.b. EK me li fa rivalutare al ribasso. I sedili però sono molto comodi e gli interni sono puliti, fanno eccezione solo i finestrini. Il volo sarà piuttosto vuoto, ma lo sapevo visto che il giorno prima era ancora in vendita a poco.
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Prima di muovere, dedico la mia attenzione ai movimenti intorno a me:
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Sblocchiamo in perfetto orario e ci lasciamo alle spalle il T5 per quello che sarà un taxi molto lungo fino alla testata dalla 27L.
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All’altezza del T3 rivedo il mio 380 che però doveva già essere ripartito, dev’essere un paio d’ore in ritardo.
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Il volo è senza storia: AV piuttosto corpulenti (uomini e donne) si occupano velocemente del servizio, per poi passare al duty free.
Intanto arriviamo sulla Francia, è già l’ora del crepuscolo, procediamo lasciandoci dietro anche i contrail che vedo “nascere” a fianco a me.
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Diventa buio in breve e la copertura delle nubi non arriva alle Alpi.
La notte di luna piena illumina il terreno coperto di neve creando un’atmosfera surreale e molto natalizia.
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Il trip report finisce con questa immagine che segna il mio rientro in Italia dove fa freddo ed è già scesa molta neve; un contrasto netto con il caldo della vacanza, che ora sì, è già un ricordo.
 
Era ora, la stavo aspettando da un pò questa parte di TR ;-)
Tra l'altro eravamo a Dubai più meno nello stesso periodo, anche io mi sono accorto del "non caldo".
Bellissimo report!
 
TR a dir poco stupendo!!!...me lo sono letto tutto d'un fiato!!!...complimenti!!
 
Al T3 di SIN la foto coi carrellini bagagli mi ha colpito, sono messi talmente bene che sembra un sacrilegio andare a prenderne uno per usarlo... comunque messi in questo modo occupano uno spazio enorme, perchè non li incatrano l'uno dentro l'altro come avviene sempre?

Visto che gli hai visitati entrambi dai un voto al T3 di SIN e al T3 di DXB, qual'è il migliore?

PS in che periodo sei stato a DXB?
 
Mettici anche HKG, nessuno degli aeroporti europei e americani è nemmeno lontanamente paragonabile a questi tre...

Condivido quanto scritto sopra............una invidia bestiale per il 380, beato te.....stupendo il TR me lo sono gustato a tal punto che l'ho riletto una seconda volta, grazie ciao cubana. :):cool::p;):compiaciuto:
 
Grazie a tutti, se avete altre domande, curiosità e altre, sparatele pure a raffica !!!

Inizio con qualche risposta.
...
Visto che gli hai visitati entrambi dai un voto al T3 di SIN e al T3 di DXB, qual'è il migliore?

PS in che periodo sei stato a DXB?
Il T3 si SIN vince 4-0, quello di DXB non è male ma il primo è più stiloso, comodo, curato, il secondo è più pacchiano e buono per i transiti.
Del T3 di DXB ho bocciato senza appello la zona partenza: orrida.

Dicembre.
Una domanda idiota sul 380. Ma a bordo si vede qualcuno che fotografa, che commenta, che va in giro per l'aereo a vedere sta "novità" oppure no?
A parte me ? :D (questa è una domanda idiota, pure un po' retorica) :cool:
Qualcuno l'ho visto che curiosava un po' o si guardava in giro, in particolare lo scalone davanti attira molto l'attenzione.
Superbo l'equipaggio, la Purser mi sembrava la stessa ritratta sul quotidiano inglese che stavo leggendo in volo, l'articolo sul 380 era per via della recentissima inaugurazione del volo sul LHR.