[TR] Il regalo sostituito


ex-dox74

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27 Novembre 2022
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Da molti anni è usanza, tra me e la Signora, regalarci dei piccoli viaggi, dei weekendini Cesariani (a seconda del budget) per ogni rispettivo compleanno.
Come alle persone particolarmente acute non sarà sfuggito dall'interpretazione del mio nickname, l'anno scorso l'evento è accaduto per la 50esima volta. A giugno per la precisione.
Solite cerimonie, solita finta di non trovare il biglietto, solito indovinello con foto che devo risolvere facendo ricerche su Google, solita speranza che si tratti di QUEL posto che sogno da 50 anni e, alla fine.......meh..... Isola di Wight.
Ora, capirete che vivendo a Parigi di coste normanne, bretoni, isole atlantiche et similia ne ho gli occhi (e non solo) pieni, non è che un'isola britannica possa offrire questi paesaggi chissà quanto inediti.
Ho mostrato enorme entusiasmo alla Signora per non ferirla, e soprattutto per non compremettermi il benessere delle settimane a venire, e ho cominciato a prendere tempo per la definizione della data (a settembre dobbiamo già andare a Milano, a ottobre dobbiamo andare a Versailles etc etc).
Temporeggia che ti temporeggia, mi appaiono su questi lidi due TR di QUELLA destinazione sognata, Enrico e Venexiano (e forse il tizio di Biella di cui non ricordo il cap).
Visto che nei precedenti 50 anni (vabbè, facciamo 25), non ci ha mai voluto sentire perchè "fa freddo" , "piove sempre", "è pericoloso", verso febbraio 2025 ho provato sommessamente a buttarle sotto il naso qualche foto degli utenti summenzionati, fino ad sentirla dire "non sembra poi brutto come posto". Per una che passarebbe l'estate a Bangkok, una dichiarazione d'amore!
Prontamente tiro fuori lo "scontrino" dell'isola di Wight e propongo di sostituire il prodotto, anche se i 30 giorni erano passati da un po', con dalla mia parte l'assertività del Giusto, era il mio regalo di compleanno, che diamine!!
Dopo qualche trattativa addizionale vista la non economicità della meta, il regalo viene finalmente sostituito e quindi yes, si va in Islanda!!

Primo step: acquisto guida Lonely Planet usata (le ultime edizioni sono illeggibili), e con l'aiuto dei TR e di qualche dritta richiesta su questi lidi, metto insieme un itinerario di massima.

Non ho ferie, destreggiandomi tra le mille festività di maggio che quel cattivone del primo ministro vuole sopprimere e rubacchiando un po' di finto télétravail, il battesimo dell'Islanda durerà 4 giorni (più la mattinata per il rientro).

Periodo: il più stupido possibile, fine maggio. F-road ancora quasi tutte chiuse, aurora impossibile da vedere causa mancanza del buio.

Amen, io lo considero solo il battesimo (lei invece tende a vederci battesimo e funerale insieme), e in un attimo, tra un ponte a Tolosa e uno a Palermo (davvero, maggio in Francia è un mese in cui lavorano solo gli stolti) arriva il momento di partire.
 
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Voi dite, è un regalo, ti sarai fatto un bel Icelandair o Air France in business, niente niente.
Macchè, dai meandri di Skyscanner, ha trovato un Fly Play (vettore da me sconosciuto al punto che ho cercato info sulla società su internet, salvo poi trovare un thread qui sopra che ne parlava).
Scopro anche che il maestoso CDG ha un terminal 3, un capannone stile BVA t1 ma solo un filo più curato nelle finiture.



Fortunatamente è vicino alla fermata della RER del t1, e complice una gran botta du c--o (la RER B funziona), ci arriviamo agevoli, con un pratico volo previsto alle 12.30. Forse non ottimale per i weekend, ma questo passa il convento.
Grazie agli UTILISSIMI avvertimenti di Enrico, ed avendo lo stesso problema, comincio a mettere in pratica delle misure mitigratrici già a CDG



Con zaino pesante ed animo sereno, mi reco al gate, imbarchi dal capannone tutti col bus e ad arrivo al mezzo. Nuovo ed incredibilmente bello!



Alla faccia della low cost, gli interni sono comodissimi, pure il poggiatesta da pennica



Pitch abbondante ma col trucco (emergency exit), ma comodissimo il porta iPad che mi permetterà di vedere due puntate di un documentario molto interessante che sto seguendo da tempo, con nozioni di psicologia, architettura di interni e cucina (Cucine da incubo, appositamente scaricate su Now tv)

 
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Il nostro vicino è di una compagnia che non conosco ma che mi ha dato subito un senso di salsedine, di salmastro, di rumore di mare e bambini che urlano mentre i genitori tentano di seppellirli nella sabbia (i francofoni capiranno)



Ora però ho bisogno di un parere degli esperti, è da maggio che non vedo l'ora di sapere. Prima di imbarcarci ci hanno tenuto sul pullman una decina di minuti per aspettare che arrivasse sto coso che non sapevano bene dove posizionare. L'hanno acceso e ho pensato ad un normale gruppo elettrogeno, anche se mi sembrava strano che a CDG non avessero una connessione elettrica in piazzola.
Una volta a bordo, nell'attesa del pushback, in quel momento di silenzio che lo precede (quando staccano il tubo dell'aria insomma), quell'affare comincia a salire di giri e ad emettere fumo nero e ad un certo punto il motore sx comincia a fare quel borbottio di quando sta facendo i primi giri all'accensione. E' andato avanti con sto borbottio per una quindicina di secondi poi si è avviato, il tutto fermi prima del pushback.
Una novità per me, è stato come se avessero avuto bisogno di una batteria col cavo per avviare il motore. Dopo è iniziato il pushback e, al termine, l'accensione normale del motore dx.



Esperti, che cos'era?
 
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sia come sia, coi cavi o con le levette che tanto tristemente famose sono diventate negli scorsi giorni (anche se a Tolosa le avranno messe in posto più cool e poi tanto i computer sugli Airbus comandano loro), decolliamo.
Svolazziamo su Le Bourget



e sopra la città (più o meno riconoscibili lo Stade de France - ok, quella è st. Denis, tour Eiffel)



rivolgo lo sguardo all'interno e vedo questa nota cool-kitch, l'avion illuminato coi colori aziendali




l'aereo è proprio nuovo, e sempre della serie low cost delle dive, offre ad ogni sedile una doppia USB, tradizionale e C



Dopo che l'Antonino nazionale ha finito di fingere di insultare due ristoratori, e la clientela ha finto di lasciare la sala per entrambe le puntate, ma questo è del tutto normale in ogni singola puntata di ogni singola stagione), finalmente ci avviciniamo all'ultima curva prima dell'atterraggio, e vedo per la prima volta l'Islanda. Eccitazione a mille



continua coll'OT, in caso di manifestazioni di interesse :)
 
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Il nostro vicino è di una compagnia che non conosco ma che mi ha dato subito un senso di salsedine, di salmastro, di rumore di mare e bambini che urlano mentre i genitori tentano di seppellirli nella sabbia (i francofoni capiranno)



..quell'affare comincia a salire di giri e ad emettere fumo nero e ad un certo punto il motore sx comincia a fare quel borbottio di quando sta facendo i primi giri all'accensione. E' andato avanti con sto borbottio per una quindicina di secondi poi si è avviato, il tutto fermi prima del pushback.
Una novità per me, è stato come se avessero avuto bisogno di una batteria col cavo per avviare il motore. Dopo è iniziato il pushback e, al termine, l'accensione normale del motore dx.



Esperti, che cos'era?

Era un ASU: air starter unit. Non è un GPU, che quello fornisce solo corrente elettrica, mentre l'ASU soffia aria in pressione, mettendo in rotazione il motore.

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Quando l'aereo non è in grado autonomamente di portare il motore a regime, per esempio per un APU inoperativo

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sempre grazie ai preziosissimi suggerimenti di Enrico, all'arrivo sto ben attento a non saltare il duty free all'uscita. Non c'è pericolo, il percorso è obbligato ed è prima del nastro bagagli. Vedo i bancali con casse e casse di birra fotografati dal nostro, ma io sono di gusti diversi, e mi concentro su altro



Un altro paio di bottiglie (curiosamente francesi), così sono a posto per ogni serata che tendenzialmente passeremo nei nostri apparthotel (che termine da boomer) e una bottiglietta di un liquore a base di erbe locali da portare a casa, che si rivelerà una miscela di acqua e zucchero.

Prendiamo la nostra favolosa Dacia Duster 4x4 Sixt (spiace Enrico, si trova a fianco alla tua Blue Car, ma con 50 euro in meno ho due ruote motrici in più). Questi vantaggi rispetto alla Blue Car sono controbilanciati dalla necessità di interagire con un essere umano, che peraltro non la smetteva più di dirci cose fondamentali tipo raccontarci tutti i radar presenti sulla superstrada per Rejykiavik (insomma, la capitale, non ho ancora imparato quante J e quante Y ci vanno e dove vanno messe).

Sempre stalkerando Enrico, prima tappa è il (aspetta che guardo su maps come si scrive) Fagradalsfjall. L'eruzione si è fermata, ma la vomitata nera è spettacolare



Mia moglie si ferma perchè il sentiero è ripido e scivoloso, io continuo fino in cima, e scendendo ovviamente scivolo e prendo una culata che, complice un'operazione alle vertebre fatta meno di un anno fa, mi farà passare il resto della giornata con dolori lancinanti alla schiena. Ovviamente a lei non l'ho detto :)

Incuriosito dalle foto di chi mi precedette, passo da Grindavik e vedo le zone transennate di cui lui parlava. Ho chiesto ad un poliziotto di passaggio se era per i gas, e mi ha risposto che no, sono tutte evacuate perchè il terreno si è disassato tutto e quindi molte case sono inagibili (infatti qualcuna qua e là era abitata - con chissà quanta serenità vanno a letto la sera). Tanto per dire, mi ha mostrato questo parcheggio dicendomi che era piano prima dell'eruzione



Il resto del programma della giornata è prendere possesso del nostro miniappartamento (che per soli 170 eur si rivela essere una sorta di scantinato interrato e senza nemmeno un tavolino) e visitare Rejyjkyj... la capitale. Non che sia sta grande impresa, credo sia grande come Stradella (PV) o Correggio (RE).

La versione "estiva" della foto di Enrico



Siamo usciti con l'idea di comprare qualcosa da mangiare e da consumare nell'aparthotel, ma vista la tristezza della cucina comune e del tavolino in seminterrato decidiamo di mangiare in un posto che è una nostra grande scoperta e che mi sentirei di consigliare a tutti:



Forse siamo quasi oltre i limiti del feticismo (riguardatevi il TR di Enrico se non capite). Udon affatto male, acqua gratis, birra che ho voluto prendere tipo 10 eur 33 ml...

Abbiamo deciso di fare tutto il viaggio restando tarati sul fuso ECT, quindi mangiamo intorno alle 17, ma non eravamo gli unici.
Facciamo ancora due passi, integro con un hot dog consigliato dalla Lonely (una bomba piena di deliziosa cipolla fritta) e, con la schiena piegata dal conto, rientriamo in seminterrato dove cerchiamo di dormire.
L'indomani ci aspetta l'imprescindibile golden circle.


 
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Dormire non è facilissimo, anche perchè alle finestre del seminterrato hanno messo delle deliziose veneziane di legno che oscurano poco o nulla. Qui erano le 2.30 del mattino:



Comunque arriva l'ora di alzarsi (le 4.30 per noi), lasciamo lo scantinato e partiamo per il nostro golden circle. Prima destinazione, Pingvellir, là dove le placche euroasiatica e americana si incontrano, e scendiamo nella gola di Almannagjà (foto sotto) facendo il giro tradizionale (Alpingi, il parlamento di cui resta solo tanta immaginazione, cascatella (foto sotto), chiesetta più antica di quel che sembra (foto sotto), insomma, posti già visti da tutti voi sui quali non mi soffermo oltremodo):










Tappa successiva, il padre di tutti i geyser, ovvero Geysir. Peccato che nel frattempo stufo della fama e delle attenzioni si sia praticamente "spento", ma intorno a lui ci sono figlioli interessanti:






Il circle finisce, a regola, con la cascata di... aspetta.... Gullfoss! Altro luogo incredibile, non ho visto né le cascate Vittoria né Niagara, ma la potenza e il paesaggio mi hanno lasciato a bocca aperta

Una sola foto anche qui, anche se ne ho scattate decine:

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Ognuna di queste attrazioni richiamava, al momento dell'arrivo, ogni santo dal paradiso e ogni diavolo dall'inferno, perchè saranno si fighi, moderni e fanno tutto via app, ma ogni parcheggio andava via una cifra fissa di almeno di 10 eur, ed ognuno aveva una ca--o di app diversa da scaricare, possibilmente con vento e pioggia. Scarico, registrazione, validazione carta, pagamento... ma un cacchio di parchimetro con un pannellino solare no, eh? Ah già, magari solare anche no, ma insomma.. l'esperienza mi ha ricordato il rapporto con l'Agenzia delle Entrate, devi tribolare per pagare balzelli. Non che impots.gouv.fr sia meglio eh..

La nostra destinazione serale è una fattoria con cavalli dopo Bogarnes (oh, è quello che costava meno nel raggio di 50 km), e quindi procediamo a zig-zag curiosando finchè il tempo regge.

Visitiamo questa chiesa (Cattedrale di Skalholt) attratti dalla storia raccontata dalla Lonely, ma in effetti è bellissima la location ma la chiesa nulla di che. Senonchè, ad un certo punto arriva un signore (che si intravede all'estrema dx della foto sotto), si siede all'organo e comincia a suonare, siamo stati quasi un'ora ad ascoltarlo e la chiesa pian piano si è riempita, fuori il sole brillantissimo illuminava l'altrettanto brillante verde, dentro eravamo in un mondo parallelo



Noto sulla Lonely la descrizione accattivante di un cratere formatosi 6500 anni fa in seguito ad un esplosione ed ora pieno di acqua piovana, all'interno del quale Bjork ha suonato su una piattaforma, e anche se stanchini, facciamo una piccola deviazione. A me è piaciuto, mia moglie cercava solo un posto dove fare la pipi senza successo, ed è quindi ripartita molto delusa avendo pagato la solita decina di euro per l'ingresso (sto giro la formula era parcheggio gratuito, ma entri solo se paghi). Il nome di questa attrazione senza toilette è Kerid - nota, io quella specie di d con l'asta curva attraversata da una lineetta ho deciso di trascriverla d, ma qualcuno la trascriveva t.

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Finita questa visita, ci mettiamo in viaggio verso la nostra fattoria a nord di Bogarnes, e ci mettiamo una vita ad arrivare perchè siamo riusciti a fare quasi un'ora di coda (hanno chiuso temporaneamente il Hvalfjörður Tunnel (questa roba l'ho scritta col ctrl V) per un incidente e non è che ci fossero molte altre strade.
Per chi non lo sapesse, è un profondo ed inquietante tunnel che passa sotto un grande fiordo sulla statale 1 (Autosole o Aurelia, scegliete voi) a nord della capitale.

Ovviamente a Bogarnes ci fermiamo al Bonus sotto gli occhi malevolenti del maialino satanico (cit.). Ma non ci avevate detto che piuttosto che tenere carne e latticini nei frigo hanno trasformato in frigo mezzo supermercato! Ho trovato davvero satanico costringere i clienti a cazzeggiare cercando di capire con translate cosa ospitano le varie buste di plastica alla comoda temperatura di 2 gradi

Arriviamo alla fattoria intorno alle 19, che per noi è tardissimo visto il nostro fuso orario, mangiamo un po di fette di roba a base di carne e qualche banana e ci corichiamo.

Domani ci aspetta la penisola di Snæfells!

Ma visto che non so quando riuscirò a continuare il TR, per ringraziarvi della pazienza vi lascio una bonus pic che potete usare come wallpaper se ci tenete

 
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La fattoria ci ha sorpreso sia per la pulizia e la cura della camera (peraltro nuovissimo), nella quale abbiamo dormito benissimo grazie a letti comodi e scuri potenti, sia per la mega cucina professionale messa a disposizione degli ospiti, con un sacco di amenities a disposizione.

La consiglio come base per la penisola. Hestaland Guesthouse Horse farm stay.

Finito questo momento marchetta non retribuito, ci rimette in marcia. La penisola è stata scelta perché sede di un piccolo ghiacciaio e perché si allontana un po’ dall’Aurelia. Nostra prima destinazione è proprio cercare di avvicinarci al ghiacciaio per intravederlo.

La prima oretta di viaggio, sulla costa sud della penisola, è un po’ noiosetta, il paesaggio è monotono pur se sempre bello







Poco prima della deliziosa Arnastapi, dove avrò un diverbio con una gabbiana, troviamo la strada che sale al ghiacciaio e, forti della nostra Duster con quattro, dico quattro, ruote motrici, l’affrontiamo.

A dirla tutta c’era un cartello rotondo all’ingresso con fondo bianco e bordo rosso, nel dubbio che il significato fosse analogo a quello dei paesi UE ho aspettato per vedere se qualcun altro passasse, et voilà, un'altra blasonata Duster ci sorpassa e inizia la salita. Allora andiamo anche noi!

Davanti il ghiaccio e la neve, dietro una specie di piramide e il mare!





Eccola la nostra fedele!! (intendo la macchina, sulla Signora chi metterebbe la mano sul fuoco?)



Tra una buca e un’altra, ma trazionati integralmente, arriviamo fino a qui, dove la neve mezza sciolta forma un picio-pacio maestoso. Mi domando, ce la farà il Duster con le sue gomme invernali (non chiodate)?



La risposta la scopro poco dopo, è no. Sudando freddo riesco in qualche maniera a fare inversione cercando di stare fuori dalla pista, e ad un certo punto passa una delicata signora alla guida di un gatto delle nevi che mi dice, in maniera piuttosto asciutta, che la strada è chiusa e io non dovrei essere li. Mi scuso, do la colpa a mia moglie (I told that it was closed, but you said no, go on), ma la signora del gatto mi ha guardato con compatimento, e la signora del Duster mi ha fatto un culo quadro (lei non voleva salire visto il cartello tondo citato più sopra, e non ha amato la scenetta che ho messo in piedi).

Con le facce tese tutti incazzi neri, e con le pive nel sacco (cit.), ce ne torniamo giù al paesello. Due caffè ad una ventina di euro, e io vado a fare la camminata di circa 3 km sulla scogliera che unisce Arnarstapi a Hellnar, mia moglie preferisce mettersi su un promontorio erboso al sole a meditare, questo:



La mia passeggiata, nel corso della quale non ho incontrato anima viva, è stata rallegrata dalla vista di una balena (o comunque un grande cetaceo) che cazzeggiava al largo, troppo lontano per lo zoom del mio smarphone, diversi uccelli e molti fiori, di cui vi mostro qualche diapositiva















Con mare a sinistra e ghiacciaio, simpaticamente e pervicacemente nascosto dalle nuvole, a destra







Arrivato al paesello a valle della passeggiata, la ripercorro a ritroso, arrivo da mia moglie, prima di sedermi a fianco a lei faccio un giro sul piccolo promontorio per guardare il mare sottostante e noto questa cosa



Comincio ad urlare alla mia Signora, che stava sempre immersa nella sua meditazione, “Sabri, c’è un uovo rotto, chissà di che uccello è”, quando un enorme gabbiana vola in direzione della mia testa e a pochi centimetri vedendo le mie braccia come ostacolo preme il tasto TOGA e fa una riattaccata per poi riallinearsi e puntare la mia testa. Io comincio a correre sventolando le braccia verso il parcheggio, mia moglie mi segue e, ovviamente, mi insulta (avrebbe gradito godere del paesaggio ancora di qualche minuto).

Ora, io non so se fosse un uovo di gabbiano o cosa, ma evidentemente in qualche maniera la gabbiana si è turbata e non ha gradito la mia presenza in quel luogo. Assicuro che vedersi una bestia con un becco grande come gancio da macellaio ed un’apertura alare di oltre un metro che ti punta non è una cosa tanto gradevole. Ma bon, son qui a raccontarla, quindi evviva.

Arriviamo all’estremità occidentale della penisola, lasciamo l’auto e ci facciamo una passeggiata di circa 10 km (ar) per raggiungere “l’imponente cratere vulcanico di Vatnsborg” (cit. Lonely Planet).

Passeggiata su antichissima lava ricoperta di licheni assai deliziosa, pur se battuta dal vento gelido, ma sto cratere, una volta raggiunto… una cahata pazzesca!! Ogni tanto a quelli che scrivono le guide non so cosa prenda.

Andiamo ancora più in punta, dove tutto finisce, e c’è un camper con una giovane coppia che prende il sole completamente nudi (ci saran stati 8 gradi col vento), sicuramente tedeschi. Decidiamo di riguadagnare la strada asfaltata che si stava facendo una certa e la notte avremmo dovuto dormire a Stykkisholmur, una cittadina non ridente, ma di più, sistemata in cima ad un frastagliato promontorio sulla costa nord della penisola.

Sulla strada scorgiamo questa deliziosa chiesetta, purtroppo chiusa a chiave





Poi la strada ci porta a passare per questa Helgafell, una montagna sacra pare molto venerata all’epoca delle saghe, sicuramente molto fotogenica:







In generale la costa nord della penisola era decisamente più bella e colorata di quella sud, un contrasto incredibile tra il blu del cielo e del mare, il bianco delle nuvole e delle chiazze di neve, e il verde brillantissimo dell’erba



Dopo altra sosta al gelo del Bonus, arriviamo alla nostra terza casetta, graziosissima in legno su due piani, col piano di sopra alto circa 25 cm e un materasso per terra, roba che se ti giravi prendevi dentro. Io solo a vederla ho avuto un attacco di claustrofobia, quindi ho dormito sul tappeto del soggiorno del piano terra. Dormito per modo di dire… questa è venuta via a soli 190 euri! Evviva i barboni in Islanda!

Il giorno dopo dobbiamo tranquillamente rientrare verso KEF, dove avremo il volo di rientro il giorno successivo alle 6 del mattino, non abbiam fatto grandi programmi perché la meteo non promette bene…..
 
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E in effetti ci svegliamo e piove, e il cielo è grigio a perdita d’occhio. Con grande calma ci godiamo il calduccio della casa, facciamo colazione, poi armati di ombrello visitiamo il delizioso paese ma è domenica, ed è tutto estremamente chiuso, nemmeno un bar, niente. Perfino le case sembrano chiuse sprangate e abbandonate.

Ci dirigiamo a sud, passiamo per Bogarnes, ci rifacciamo il tunnel, stavolta senza code, e smette di piovere. Dalle parti della Capitale esce pure qualche raggio di sole, al che decidiamo di vedere altre parti che non abbiamo visto il primo a causa del mio mal di schiena post caduta, che avevo camuffato con stanchezza.

In particolare vediamo la cosiddetta “old town” e la zona del porto. Deliziosi, mi hanno ricordato quei posti un po’ finti del new England







Abbiam mangiato un hamburger al porto, nemmeno troppo caro tutto sommato. Visto che il tempo sembrava reggere, siamo andati verso un altro simpatico e recente posticino dove la terra ha deciso di rendersi dinamica, Gunnuhver.

L’odore di zolfo mi inebria, e la terra non invoglia granchè ad essere coltivata





Qui dove passava la passerella, ora non ci passa più



Ricomincia a piovere in modo battente, ci rimettiamo in macchina e andiamo a curiosare verso l’abitato di Kefvlar. Orrendo…. Andiamo in camera va, che abbiamo la sveglia alle 3 domattina.

E qui ho goduto del posto più brutto dell’intera isola secondo me, ve lo mostro con orgoglio



Se la Play non fallisce stanotte, domattina alle 5.30 max siamo attesi a bordo. Passiamo giusto a ritirare una pizza da Domino’s, la cosa più buona mangiata sull’isola. Questo la dice lunga sulla qualità della gastronomia locale… soprattutto se sei italiano e barbone!

La mattina alle tre belli svegli, mangiamo pizza avanzata, andiamo a portare l’auto alla Sixt (stavolta senza contatti umani, visto l’orario) e sotto il diluvio ce ne andiamo nel terminal.

Sul viaggio di ritorno niente da dire, l’aereo era più vecchio, niente poggiatesta regolabili, niente porta ipad e prese USB-C, atterriamo al T3, bus, RER B (funziona anche oggi!) e alla fine, ultimo mezzo del nostro viaggio, la metro 6



Grazie per aver letto fin qui, e grazie ancora ai miei due (o tre?) ispiratori che animano regolarmente questo bel forum.

Prossimo eccitante TR sarà un inedito ORY-LIN con Easyjet, siate pronti ed excited al punto giusto!!

Diego