Chiamatemi Ismaele Alessio78.
Qualcheanno giorno fa - non importa ch'io vi dica quanti - avendo poco o punto un po’ di denaro in tasca e niente che particolarmente m'interessasse a terra, pensai di mettermi a navigare volare per un po', e di vedere così la parte acquea aerea del mondo dell’Isola d’Elba. Faccio in questo modo, io, per cacciar la malinconia e regolare la circolazione.
Visto che il competente in nuove aerolinee è latitante, mi assumo il compito di farne le veci, anche perché la nuova aerolinea ce l’ho sotto casa: Si chiama Small Fly e vola in continuità territoriale tra EBA, aeroporto Teseo Tesei di Campo nell’Elba da una parte e FLR PSA LIN (quest’ultima stagionale) dall’altra. Il bando prevedeva:
Rotta Elba – Firenze: minimo 5 voli settimanali nel periodo 1 aprile – 31 ottobre; minimo 4 voli settimanali nel periodo 1 novembre – 31 marzo; prezzo massimo per i residenti 44€ a tratta.
Rotta Elba – Pisa: minimo 2 voli settimanali nel periodo 1 ottobre – 31 marzo e 1 aprile – 31 maggio; minimo 3 voli settimanali nel periodo 1 giugno – 30 settembre; prezzo massimo per i residenti 36€ a tratta.
Rotta Elba – Milano: minimo 2 voli settimanali (venerdì e domenica/lunedì mattina) nel periodo 1 giugno – 30 settembre; prezzo massimo per i residenti 124€ a tratta.
Il contratto di continuità territoriale, sostenuto da quasi 6 milioni di euro all’anno di investimenti pubblici provenienti dalla Regione Toscana, da ENAC e dal MIT, prevede una durata di tre anni. Inoltre da quest’anno, su sollecitazione della Regione, Toscana Aeroporti è entrata nella gestione dell’aeroporto dell’Elba.
Dall’Elba ci sono anche rotte stagionali di altri vettori per Mannheim e Friedrichshafen (Germania), Berna e Altenrhein (Svizzera): l’Elba da sempre attrae turisti di lingua tedesca.
Il bando per la continuità è stato aggiudicato a Small Fly: compagnia aerea maltese che ha in flotta un Learjet 35A e quattro Beech King Air 200C (biturbo ad ala bassa, coda a T -sbav sbav sbav: Md80 style) di cui uno con allestimento VIP ed uno con portellone maggiorato. Quelli standard sono da 8 posti e 2 piloti. Si prenota on line, anche se la procedura è un filo diversa da quella cui siamo abituati (si inseriscono i dati e si chiude la prenotazione che diverrà definitiva dopo il pagamento, si riceve un link per pagare via carta di credito, dopo il pagamento arriva la conferma della prenotazione con il biglietto); è necessario passare dal call center per le tariffe agevolate. Ah, niente check-in on line, si va allo sportello come una volta.
Per i non residenti ci sono tariffe agevolate per disabili, lavoratori sull’isola, senior (over 70: mannaggia, ancora un anno e ci sono). Visti gli aerei usati, il bagaglio a mano ammesso è uno zainetto di tre chili max, mentre il limite di peso del bagaglio in stiva è di 12 chili (la differenza di tariffa tra senza bagaglio e con bagaglio è ben sensibile: 65 euro).
Ero deciso a fare l’aviopirlata, con due date possibili: 26 agosto o 2 settembre. Il meteo per il 26 era buono ma non ottimo; quello per il martedì successivo sembrava meglio, ma col rischio di incappare nella coda di una perturbazione imponente prevista per l’ultima domenica di agosto. Lunedì 25 sciolgo il dubbio, ed in meno di un’ora prenoto pago e ricevo il biglietto: meglio il buono ma non ottimo certo, che un possibile più buono ma rischiando di non fare nulla se il maltempo perdurasse. E vai!
FLR – EBA GDM012 26AUG2025
9H-SFY Beechraft B200C Super King Air
ETD / ETA 1050 / 1140
ATD / ATA 1057 / 1120
EBA – FLR GDM013 26AUG2025
9H-SFY Beechraft B200C Super King Air
ETD / ETA 1430 / 1520
ATD / ATA 1435 / 1500
26 agosto: tranvai (tram, in fiorentino) per l’aeroporto. Da subito si capisce che non sarà proprio un volo standard: non trovo indicato il banco sul tabellone dei voli in partenza. Aspetto le nove e cinquanta, ora di apertura del check-in, e arpiono una addetta di Toscana Aeroporti chiedendo -nel miglior stile De Curtisiano- dove devo andare per andare dove devo andare: risposta: banco 16. Mi ci reco, ma deserto di qua e di là dal banco. Dopo 10 minuti arriva una gentil donzella, si siede al terminale (ma sul monitor non compare Small Fly) e mi viene incontro con una carta di imbarco che reca la sequenza 001 ed il posto 4B chiamandomi per cognome. Mai successo!!!
Segue salto della fila per i controlli di sicurezza, visto che alle dieci e venti dovrei essere al gate (la fila prende tutto il primo piano: alla faccia dell’aeroporto dei puffi). Arrivo all’area partenze e leggo sul monitor: gate 7.
Anche questo deserto. Poi si materializza un‘altra gentil donzella cui porgo carta di imbarco e documento: nel mentre la chiamano alla radio e risponde “si, il passeggero è qui, vieni pure a prenderlo” (singolare). Al che segue la domanda: ma quanti siamo sul volo? Risposta: solo lei!! Avevo detto: non sarà un volo standard: beh più che un volo privato cosa voglio?
A dirla tutta, non è la prima volta che mi ritrovo un aereo tutto per me: nei primi anni 90’ la Federico II faceva Bari – Firenze – Torino con i JS31 bianchi e blu; dovendo andare a Biella mi era venuto lo sghiribizzo (prima uscita da aviopirla principiante) di fare Firenze – Torino by air e mi ero trovato unico passeggero, vieppiù con volo fatto nel jump seat: i piloti me lo avevano offerto, e mi sembrava maleducato rifiutare. Che c… (e che divertimento)!
Ma le sorprese non sono mica finite: davanti al gate è parcheggiato il Cobus, ma compare un’altra ragazza che mi porta ad una macchina: non è il Cayenne dei passeggeri Hon Circle di LH a Francoforte, ma non starò a sottilizzare. Prima volta in auto su un apron, praticamente un taxi.
Raggiungiamo il piazzale 200, quello davanti all’hangar fu Meridiana -ora Air Dolomiti- dove mi attende ai piedi della scaletta il primo ufficiale e lui, 9H-SFY un Super King Air 200C di 37 anni ben portati con una simpaticissima livrea gialla e blu.
segue briefing di sicurezza: ecco la safety card
e pronti a muovere. Breve rullaggio, e altra cosa inconsueta per Peretola, decollo per la 5 invece che per la consueta 23: con questo aereo se po’ ffa impunemente. Atterra un Brussels Airlines,
ci allineiamo,
lui libera sul raccordino alla testata 23 e noi andiamo via con una bel 180° a sinistra.
Sesto Fiorentino, la parte “sotto verga” (a sud della ferrovia)
Prato
Volata la SID, sul Montalbano prendiamo subito la rotta diretta per l’Elba: peccato per un po’ di nuvole.
Puntiamo diritti su ELB VOR, che è posto sul monte Calamita vicino a Capoliveri, iniziamo la discesa, e -sorpresa-
virata a destra verso l’Enfola: vai che si va sulla 16!!! Atteraggio con slalom in arrivo.
Procchio
Marciana Marina
Monte Capanne (la più alta montagna dell'Elba), col cappello; Poggio e Marciana
Guardatevi questo video https://www.elbaisland-airport.it/pilota/video-atterraggio-e-decollo/ o fate un giro su YouTube: si tratta di fare uno slalom in discesa tra due colline, virando prima a dx in base quasi accarezzando a destra il Monte Castello per chiudere virando sx in cortissimo finale, il tutto con un rateo di discesa da brivido (10%) https://www.elbaisland-airport.it/carte-avvicinamento-decollo/
aeroporto in vista!
virata a destra in base, vicino al fianco di Monte Castello
virata a sinistra in finale
allineati
contropista
al parcheggio
Altro che steep approach di Lugano! E decollare per la 34 … beh, preferirei avere un paio di razzi JATO pronti all’uso, non si sa mai. Ovviamente volando a mano, ça va sans dire: una impressione fortissima, il volo "come una volta". L’automazione è bella e comoda ma è -mutatis molto mutandis- come guidare una macchina col cambio automatico rispetto ad una col cambio manuale: la prima ti porta, la seconda la porti tu. I piloti mi scuseranno per il paragone: sono d’accordo che l’automazione è sicura e confortevole, ma l’abilità manuale è sempre qualcosa che apprezzo. Tra l’altro, la dotazione avionica Garmin era veramente notevole: in cinquant’anni sono stati fatti passi da gigante, dai primi INS senza presentazione grafica e solo per i liner a una strumentazione a livello di liner accessibile anche ad aerei ben più piccoli. E mi fa impressione rivedere uno Stormscope sul pannello strumenti, anche questo un segnale del tempo che passa. I piloti mi hanno detto che esiste anche una versione ancora più integrata, sempre della Garmin, che integra anche gli strumenti motore, radar meteo e stormscope.
E qui arriva un ulteriore bonus: l'equipaggio mi dice se mi interessa di restare ai margini del piazzale per riprendere poi il decollo per Pisa, e va a chiedere il permesso al responsabile di aeroporto che da l’OK, mi prestano un giubbotto Hi-Viz e mi godo un'altra esperienza inaspettata. Peccato che ci sia poco traffico: arriva un Pilatus svizzero privato
mentre sul piazzale ci sono un Mooney italiano ed un ULM avanzato tedesco
e un bell’Airbus Helicopter Dauphin 2 che fa il pieno.
interpista elettrico
il quattrozampe faceva parte dell’equipaggio? C'era una battuta sul fatto che il cane era lì per mordere il pilota nel caso il pilota avesse disconnesso gli automatismi ...
9H-SFY riparte per Pisa -stavolta i passeggeri sono 2 e con bagaglio,
carico bagagli
walk around
imbarco passeggeri
pronti all'avviamento
rullaggio
contropista
allineato
corsa di decollo
lift off
intanto c’è chi fa un basso passaggio -molto basso-
e anche lui va via
torno land side: parcheggio dell'aeroporto con il monte Perone (anche lui col cappello) sullo sfondo
E' mezzogiorno, e vado a cercare qualcosa da mangiare.
Anni fa, subito fuori dall’aeroporto, c’era la mitica Orecchietteria: una famiglia pugliese aveva aperto un ristorante con orecchiette fatte a mano che ricordo ancora come divine, nonché la classica tiella riso patate pomodoro e cozze. Roba da leccarsi i baffi fino agli orecchi. Orecchietteria meta di voli di addestramento per i brevetti da mezza Italia … l’utile aviatorio -un aeroporto veramente peculiare e volo cross country- unito al dilettevole gastronomico. Ora il locale è stato trasferito a Portoferraio, ed al suo posto c’è un supermercato; c’è comunque un bar con piatti freddi pronti e panini niente male. L’aeroporto è piccolo, ma ha tutto quanto deve avere: banchi check-in con nastri per i bagagli, metal e scanner; però il rapporto con il personale è impagabile: uno spotter accolto col sorriso e agevolato, ma quando mai? Poi quando tiro fuori gli scatti sull’idro fatti un mese fa … A ben pensarci, retro flying prima con un DHC3 e ora col Beech King Air: e quando mi ricapita?
Direi proprio che l’Elba sia un unicum in Italia: qualcosa di simile in Europa forse lo si trova in alcune piccole isole greche, quelle dove l’Olympic andava una volta al giorno con i Dornier, o nell’estremo nord della Norvegia. Ed ancora più peculiare il check-in all’aria aperta.
L’unico peccato è che il volo di ritorno per Firenze parte presto, alle due e mezzo: partisse due ore dopo la cosa da fare è noleggiare uno scooter -si può in aeroporto- e andare anche solo a Marina di Campo (dove ci sono diversi ristoranti niente male) o raggiungere Cavoli, Seccheto, Fetovaia o Lacona. Spiaggette da sogno. Marina di Campo è raggiungibile anche a piedi, sono meno di quattro chilometri, ma farli sotto il sole e su strade non larghe e senza marciapiedi non mi sembra consigliabile.
Vedere da terra l’arrivo del nostro 9H-SFY proveniente da Pisa è impressionante: peccato che non sono più sul piazzale, e c’è una rete
che mi manda a gallina le foto. Non ho un programma di fotoritocco con AI, che avrebbe potuto eliminare il problema. Sorry.
Il finale è veramente ripido; fa pensare alla vecchia barzelletta dell’atterraggio “morbido” in cui un passeggero chiede al pilota: era un atterraggio o ci hanno abbattuto?
Qualche foto dell’aeroporto landside
E viene l’ora di fare check-in
ed imbarcarci per il ritorno: saremo in tre.
ciao, Elba!
Decollo per la 34, virata a sinistra verso ELB VOR, poi ancora a sinistra per mettere prua verno nord; lasciato lo stretto di Piombino per un breve tratto si vola paralleli alla costa, poi a San Vincenzo una leggera virata a destra
sorvoliamo tra i cumuli le Colline Metallifere

e ci ritroviamo già quasi allineati per un lunghissimo finale con la 05 di Firenze.
Venticinque minuti di volo.
Al centro della terzultima e penultima foto quella che Google Maps chiama “chiesa medioevale con tetto rosso“: medioevale? Venvia brodi!
Peccato, è finita. Stavolta al parcheggio 200 viene a prenderci un Cobus: tutto per noi tre; troppa grazia, Sant’Antonio! Fuori in trenta secondi (non è un film, è il tempo che si impiega, camminando piano, dallo scendere dal Cobus all’uscire dal terminal), e la tranvia che mi aspetta per tornare a casa.
Una giornata fuori standard, per una maniera di volare decisamente inconsueta: mi aspettavo qualcosa di divertente, ma non così! Esperienza al di là di ogni possibile aspettativa e di grande, grandissima soddisfazione. Stavolta non discutiamo di seat pitch, servizio di bordo, lounge e quant’altro; ma “good value for money”. Una maniera di volare da affrontare con mente aperta e curiosa, e la soddisfazione sarà garantita. E’ una esperienza che vale la pena di fare, anche per renderci conto che il trasporto aereo non è solo “il jet” ed il grande aeroporto: qui in Italia l’Elba è la sola eccezione, ma nel resto del mondo (penso ad Australia, Canada, Oceania) è una situazione più conosciuta.
Small Fly? Professionalità dell’equipaggio -italiano- altissima; procedura di acquisto fluida a sufficienza; non ho sperimentato il call center. Insomma, promossa a pieni voti.
Alessio 78 scusa se ti ho rubato il mestiere: la prossima volta insieme?
Qualche
Visto che il competente in nuove aerolinee è latitante, mi assumo il compito di farne le veci, anche perché la nuova aerolinea ce l’ho sotto casa: Si chiama Small Fly e vola in continuità territoriale tra EBA, aeroporto Teseo Tesei di Campo nell’Elba da una parte e FLR PSA LIN (quest’ultima stagionale) dall’altra. Il bando prevedeva:
Rotta Elba – Firenze: minimo 5 voli settimanali nel periodo 1 aprile – 31 ottobre; minimo 4 voli settimanali nel periodo 1 novembre – 31 marzo; prezzo massimo per i residenti 44€ a tratta.
Rotta Elba – Pisa: minimo 2 voli settimanali nel periodo 1 ottobre – 31 marzo e 1 aprile – 31 maggio; minimo 3 voli settimanali nel periodo 1 giugno – 30 settembre; prezzo massimo per i residenti 36€ a tratta.
Rotta Elba – Milano: minimo 2 voli settimanali (venerdì e domenica/lunedì mattina) nel periodo 1 giugno – 30 settembre; prezzo massimo per i residenti 124€ a tratta.
Il contratto di continuità territoriale, sostenuto da quasi 6 milioni di euro all’anno di investimenti pubblici provenienti dalla Regione Toscana, da ENAC e dal MIT, prevede una durata di tre anni. Inoltre da quest’anno, su sollecitazione della Regione, Toscana Aeroporti è entrata nella gestione dell’aeroporto dell’Elba.
Dall’Elba ci sono anche rotte stagionali di altri vettori per Mannheim e Friedrichshafen (Germania), Berna e Altenrhein (Svizzera): l’Elba da sempre attrae turisti di lingua tedesca.
Il bando per la continuità è stato aggiudicato a Small Fly: compagnia aerea maltese che ha in flotta un Learjet 35A e quattro Beech King Air 200C (biturbo ad ala bassa, coda a T -sbav sbav sbav: Md80 style) di cui uno con allestimento VIP ed uno con portellone maggiorato. Quelli standard sono da 8 posti e 2 piloti. Si prenota on line, anche se la procedura è un filo diversa da quella cui siamo abituati (si inseriscono i dati e si chiude la prenotazione che diverrà definitiva dopo il pagamento, si riceve un link per pagare via carta di credito, dopo il pagamento arriva la conferma della prenotazione con il biglietto); è necessario passare dal call center per le tariffe agevolate. Ah, niente check-in on line, si va allo sportello come una volta.
Per i non residenti ci sono tariffe agevolate per disabili, lavoratori sull’isola, senior (over 70: mannaggia, ancora un anno e ci sono). Visti gli aerei usati, il bagaglio a mano ammesso è uno zainetto di tre chili max, mentre il limite di peso del bagaglio in stiva è di 12 chili (la differenza di tariffa tra senza bagaglio e con bagaglio è ben sensibile: 65 euro).
Ero deciso a fare l’aviopirlata, con due date possibili: 26 agosto o 2 settembre. Il meteo per il 26 era buono ma non ottimo; quello per il martedì successivo sembrava meglio, ma col rischio di incappare nella coda di una perturbazione imponente prevista per l’ultima domenica di agosto. Lunedì 25 sciolgo il dubbio, ed in meno di un’ora prenoto pago e ricevo il biglietto: meglio il buono ma non ottimo certo, che un possibile più buono ma rischiando di non fare nulla se il maltempo perdurasse. E vai!
FLR – EBA GDM012 26AUG2025
9H-SFY Beechraft B200C Super King Air
ETD / ETA 1050 / 1140
ATD / ATA 1057 / 1120
EBA – FLR GDM013 26AUG2025
9H-SFY Beechraft B200C Super King Air
ETD / ETA 1430 / 1520
ATD / ATA 1435 / 1500
26 agosto: tranvai (tram, in fiorentino) per l’aeroporto. Da subito si capisce che non sarà proprio un volo standard: non trovo indicato il banco sul tabellone dei voli in partenza. Aspetto le nove e cinquanta, ora di apertura del check-in, e arpiono una addetta di Toscana Aeroporti chiedendo -nel miglior stile De Curtisiano- dove devo andare per andare dove devo andare: risposta: banco 16. Mi ci reco, ma deserto di qua e di là dal banco. Dopo 10 minuti arriva una gentil donzella, si siede al terminale (ma sul monitor non compare Small Fly) e mi viene incontro con una carta di imbarco che reca la sequenza 001 ed il posto 4B chiamandomi per cognome. Mai successo!!!
Segue salto della fila per i controlli di sicurezza, visto che alle dieci e venti dovrei essere al gate (la fila prende tutto il primo piano: alla faccia dell’aeroporto dei puffi). Arrivo all’area partenze e leggo sul monitor: gate 7.
Anche questo deserto. Poi si materializza un‘altra gentil donzella cui porgo carta di imbarco e documento: nel mentre la chiamano alla radio e risponde “si, il passeggero è qui, vieni pure a prenderlo” (singolare). Al che segue la domanda: ma quanti siamo sul volo? Risposta: solo lei!! Avevo detto: non sarà un volo standard: beh più che un volo privato cosa voglio?
A dirla tutta, non è la prima volta che mi ritrovo un aereo tutto per me: nei primi anni 90’ la Federico II faceva Bari – Firenze – Torino con i JS31 bianchi e blu; dovendo andare a Biella mi era venuto lo sghiribizzo (prima uscita da aviopirla principiante) di fare Firenze – Torino by air e mi ero trovato unico passeggero, vieppiù con volo fatto nel jump seat: i piloti me lo avevano offerto, e mi sembrava maleducato rifiutare. Che c… (e che divertimento)!
Ma le sorprese non sono mica finite: davanti al gate è parcheggiato il Cobus, ma compare un’altra ragazza che mi porta ad una macchina: non è il Cayenne dei passeggeri Hon Circle di LH a Francoforte, ma non starò a sottilizzare. Prima volta in auto su un apron, praticamente un taxi.
Raggiungiamo il piazzale 200, quello davanti all’hangar fu Meridiana -ora Air Dolomiti- dove mi attende ai piedi della scaletta il primo ufficiale e lui, 9H-SFY un Super King Air 200C di 37 anni ben portati con una simpaticissima livrea gialla e blu.
segue briefing di sicurezza: ecco la safety card
e pronti a muovere. Breve rullaggio, e altra cosa inconsueta per Peretola, decollo per la 5 invece che per la consueta 23: con questo aereo se po’ ffa impunemente. Atterra un Brussels Airlines,
ci allineiamo,
lui libera sul raccordino alla testata 23 e noi andiamo via con una bel 180° a sinistra.
Sesto Fiorentino, la parte “sotto verga” (a sud della ferrovia)
Prato
Volata la SID, sul Montalbano prendiamo subito la rotta diretta per l’Elba: peccato per un po’ di nuvole.
Puntiamo diritti su ELB VOR, che è posto sul monte Calamita vicino a Capoliveri, iniziamo la discesa, e -sorpresa-
virata a destra verso l’Enfola: vai che si va sulla 16!!! Atteraggio con slalom in arrivo.
Procchio
Marciana Marina
Monte Capanne (la più alta montagna dell'Elba), col cappello; Poggio e Marciana
Guardatevi questo video https://www.elbaisland-airport.it/pilota/video-atterraggio-e-decollo/ o fate un giro su YouTube: si tratta di fare uno slalom in discesa tra due colline, virando prima a dx in base quasi accarezzando a destra il Monte Castello per chiudere virando sx in cortissimo finale, il tutto con un rateo di discesa da brivido (10%) https://www.elbaisland-airport.it/carte-avvicinamento-decollo/
aeroporto in vista!
virata a destra in base, vicino al fianco di Monte Castello
virata a sinistra in finale
allineati
contropista
al parcheggio
Altro che steep approach di Lugano! E decollare per la 34 … beh, preferirei avere un paio di razzi JATO pronti all’uso, non si sa mai. Ovviamente volando a mano, ça va sans dire: una impressione fortissima, il volo "come una volta". L’automazione è bella e comoda ma è -mutatis molto mutandis- come guidare una macchina col cambio automatico rispetto ad una col cambio manuale: la prima ti porta, la seconda la porti tu. I piloti mi scuseranno per il paragone: sono d’accordo che l’automazione è sicura e confortevole, ma l’abilità manuale è sempre qualcosa che apprezzo. Tra l’altro, la dotazione avionica Garmin era veramente notevole: in cinquant’anni sono stati fatti passi da gigante, dai primi INS senza presentazione grafica e solo per i liner a una strumentazione a livello di liner accessibile anche ad aerei ben più piccoli. E mi fa impressione rivedere uno Stormscope sul pannello strumenti, anche questo un segnale del tempo che passa. I piloti mi hanno detto che esiste anche una versione ancora più integrata, sempre della Garmin, che integra anche gli strumenti motore, radar meteo e stormscope.
E qui arriva un ulteriore bonus: l'equipaggio mi dice se mi interessa di restare ai margini del piazzale per riprendere poi il decollo per Pisa, e va a chiedere il permesso al responsabile di aeroporto che da l’OK, mi prestano un giubbotto Hi-Viz e mi godo un'altra esperienza inaspettata. Peccato che ci sia poco traffico: arriva un Pilatus svizzero privato
mentre sul piazzale ci sono un Mooney italiano ed un ULM avanzato tedesco
e un bell’Airbus Helicopter Dauphin 2 che fa il pieno.
interpista elettrico
il quattrozampe faceva parte dell’equipaggio? C'era una battuta sul fatto che il cane era lì per mordere il pilota nel caso il pilota avesse disconnesso gli automatismi ...
9H-SFY riparte per Pisa -stavolta i passeggeri sono 2 e con bagaglio,
carico bagagli
walk around
imbarco passeggeri
pronti all'avviamento
rullaggio
contropista
allineato
corsa di decollo
lift off
intanto c’è chi fa un basso passaggio -molto basso-
e anche lui va via
torno land side: parcheggio dell'aeroporto con il monte Perone (anche lui col cappello) sullo sfondo
E' mezzogiorno, e vado a cercare qualcosa da mangiare.
Anni fa, subito fuori dall’aeroporto, c’era la mitica Orecchietteria: una famiglia pugliese aveva aperto un ristorante con orecchiette fatte a mano che ricordo ancora come divine, nonché la classica tiella riso patate pomodoro e cozze. Roba da leccarsi i baffi fino agli orecchi. Orecchietteria meta di voli di addestramento per i brevetti da mezza Italia … l’utile aviatorio -un aeroporto veramente peculiare e volo cross country- unito al dilettevole gastronomico. Ora il locale è stato trasferito a Portoferraio, ed al suo posto c’è un supermercato; c’è comunque un bar con piatti freddi pronti e panini niente male. L’aeroporto è piccolo, ma ha tutto quanto deve avere: banchi check-in con nastri per i bagagli, metal e scanner; però il rapporto con il personale è impagabile: uno spotter accolto col sorriso e agevolato, ma quando mai? Poi quando tiro fuori gli scatti sull’idro fatti un mese fa … A ben pensarci, retro flying prima con un DHC3 e ora col Beech King Air: e quando mi ricapita?
Direi proprio che l’Elba sia un unicum in Italia: qualcosa di simile in Europa forse lo si trova in alcune piccole isole greche, quelle dove l’Olympic andava una volta al giorno con i Dornier, o nell’estremo nord della Norvegia. Ed ancora più peculiare il check-in all’aria aperta.
L’unico peccato è che il volo di ritorno per Firenze parte presto, alle due e mezzo: partisse due ore dopo la cosa da fare è noleggiare uno scooter -si può in aeroporto- e andare anche solo a Marina di Campo (dove ci sono diversi ristoranti niente male) o raggiungere Cavoli, Seccheto, Fetovaia o Lacona. Spiaggette da sogno. Marina di Campo è raggiungibile anche a piedi, sono meno di quattro chilometri, ma farli sotto il sole e su strade non larghe e senza marciapiedi non mi sembra consigliabile.
Vedere da terra l’arrivo del nostro 9H-SFY proveniente da Pisa è impressionante: peccato che non sono più sul piazzale, e c’è una rete
che mi manda a gallina le foto. Non ho un programma di fotoritocco con AI, che avrebbe potuto eliminare il problema. Sorry.
Il finale è veramente ripido; fa pensare alla vecchia barzelletta dell’atterraggio “morbido” in cui un passeggero chiede al pilota: era un atterraggio o ci hanno abbattuto?
Qualche foto dell’aeroporto landside
E viene l’ora di fare check-in
ed imbarcarci per il ritorno: saremo in tre.
ciao, Elba!
Decollo per la 34, virata a sinistra verso ELB VOR, poi ancora a sinistra per mettere prua verno nord; lasciato lo stretto di Piombino per un breve tratto si vola paralleli alla costa, poi a San Vincenzo una leggera virata a destra
sorvoliamo tra i cumuli le Colline Metallifere

e ci ritroviamo già quasi allineati per un lunghissimo finale con la 05 di Firenze.
Venticinque minuti di volo.
Al centro della terzultima e penultima foto quella che Google Maps chiama “chiesa medioevale con tetto rosso“: medioevale? Venvia brodi!
Peccato, è finita. Stavolta al parcheggio 200 viene a prenderci un Cobus: tutto per noi tre; troppa grazia, Sant’Antonio! Fuori in trenta secondi (non è un film, è il tempo che si impiega, camminando piano, dallo scendere dal Cobus all’uscire dal terminal), e la tranvia che mi aspetta per tornare a casa.
Una giornata fuori standard, per una maniera di volare decisamente inconsueta: mi aspettavo qualcosa di divertente, ma non così! Esperienza al di là di ogni possibile aspettativa e di grande, grandissima soddisfazione. Stavolta non discutiamo di seat pitch, servizio di bordo, lounge e quant’altro; ma “good value for money”. Una maniera di volare da affrontare con mente aperta e curiosa, e la soddisfazione sarà garantita. E’ una esperienza che vale la pena di fare, anche per renderci conto che il trasporto aereo non è solo “il jet” ed il grande aeroporto: qui in Italia l’Elba è la sola eccezione, ma nel resto del mondo (penso ad Australia, Canada, Oceania) è una situazione più conosciuta.
Small Fly? Professionalità dell’equipaggio -italiano- altissima; procedura di acquisto fluida a sufficienza; non ho sperimentato il call center. Insomma, promossa a pieni voti.
Alessio 78 scusa se ti ho rubato il mestiere: la prossima volta insieme?
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