Ci sono viaggi che vengono programmati con mesi e mesi di anticipo fin nel minimo dettaglio. Altri, invece, nascono quasi per caso e diventano realtà nel giro di poche settimane.
In realtà questa profonda riflessione, corroborata da un caffè in un assonnato pomeriggio di domenica, non ha alcuno scopo particolare. È solo che mi serviva una qualche forma di incipit per questo report.
Comunque, ormai mi sono impantanato e devo continuare con questa sorta di flashback: l'idea di andare in Nuova Zelanda ronzava nelle nostre teste già da almeno un anno. Da altrettanto tempo fantasticavamo sugli itinerari migliori per passare a trovare amici in giro per il mondo, per esempio a Hong Kong, e al contempo soddisfare le mie esigenze aeronautiche, tipo evitare di spezzare il viaggio a Dubai o giù di lì.
Tuttavia, vittime anche noi del price dumping, alla fine rinunciamo ai nostri intenti e decidiamo di versare il nostro obolo in valuta pregiata a Etihad. D'altronde è già dicembre, i prezzi salgono e noi vogliamo partire a fine febbraio. Inutile attendere oltre.
L'itinerario finale sarà MXP-AUH-MEL-AKL con AZ, EY e VA. Al ritorno voleremo con le stesse compagnie in ordine inverso sulla CHC-SYD-AUH-MXP. Partire da Milano ci permetterà di tirare su la terza compagna di viaggio e, soprattutto, di volare per la prima volta con AZ su una tratta intercontinentale. Il fatto che il volo costasse meno rispetto all'opzione Air Berlin-Etihad da TXL è del tutto casuale, ovviamente.
Bene, è ora di partire.
SXF-MXP
U24671
07:10 LT - 08:55 LT (on time)
Airbus A319-111 | cn: 4425 | First flight: 17/08/2010
G-EZFZ
Seat 5F
Partire il sabato mattina all'alba vuol dire dover fare la valigia la sera prima, se non di notte. I primi due mesi dell'anno dal punto di vista lavorativo sono stati di fuoco: stravolto, arrivo a casa intorno alle 19:30 di venerdì sera. This trip couldn't have come soon enough.
L'impatto di primo mattino con quel cesso di Schönefeld è sempre duro, ma almeno non c'è fila al baggage drop-off. Rimane solo da superare lo scoglio dei miasmi del Burger King prima dei gate easyJet.
Fa freddo, stamattina. Il de-icing ci fa decollare con circa un quarto d'ora di ritardo, ma tanto non c'è fretta, il volo MXP-AUH parte alle 21:15.
Turning onto runway 25R. Il terminal del BER è quasi come se ti facesse una pernacchia e ti dicesse "sono qui, ma tu continuerai a volare da quella catapecchia qui di fronte!" (nda: è notizia di questi giorni che, secondo un esperto, l'apertura potrebbe slittare addirittura al 2019).
Le Alpi illuminate dal sole mattutino sono sempre un bello spettacolo.
Tutto fila liscio, i bagagli rispuntano subito sul nastro e in pochi minuti siamo già sulla navetta per il T1. Paghiamo quello che dobbiamo per il deposito bagagli e prendiamo il primo treno utile per Cadorna. A Milano splende il sole: non fosse per il freddo, sembrerebbe quasi di essere già in vacanza. Quasi, eh.
Con il solito, ragguardevole anticipo siamo di ritorno nell'hub della brughiera e aspettiamo l'apertura del check-in. La signora che si occupa di noi non trasmette esattamente una sensazione di calma: sarà l'imminente cambio turno (come ci sembra di aver capito), o forse la complessità dell'itinerario (?). Il volo è pieno e non avendo potuto scegliere i posti a sedere in fase di prenotazione dobbiamo accontentarci di tre posti uno dietro all'altro (34J, 35J, 36J).
Calma piatta.
Come per miracolo otteniamo le carte d'imbarco per le prime due tratte. Mentre i bagagli andranno dritti fino ad AKL, per il volo Melbourne-Auckland, ci dice, basterà andare direttamente al gate a MEL e ritirare le carte d'imbarco.
In tutto ciò io sto cercando di capire con quale 777 AZ voleremo. Ho vaghi ricordi di giri macchina incrociati con la NRT, quindi cerco la AZ787 su Flightradar e constato con piacere che si tratta di EI-DBK.
La nuova livrea effettivamente fa un figurone.
Le mie previsioni tuttavia non risultano corrette. DBK opererà un charter per (mi sembra) Pointe-à-Pitre, mentre EI-DBM se non ricordo male andrà a FCO con un ferry flight. Noi ci becchiamo EI-ISB, arrivato anche lui in ferry flight da FCO. Boh!
Non perdiamo altro tempo e andiamo verso i controlli di sicurezza. C'è un buon numero di passeggeri alle prime armi, ma tutto sommato si procede velocemente e il personale è di buon umore.
Passati i controlli, mentre sto cercando di recuperare un po' di dignità rimettendomi la cintura, un supervisore attacca bottone con noi e ci mostra un fascicolo di fogli bianchi. "È il discorso di Renzi alla Camera", dice, e sparisce.
MXP-AUH
AZ856
21:15 LT - 06:15 LT (ATA: 09:35 LT)
Boeing 777-243ER | LN: 426 | First flight: 18/12/2002
EI-ISB "Porto Rotondo"
Seat 35J
Un veloce aperitivo allo Spazio Bollicine, con un assaggio di focaccia, mozzarelline e fiocco di crudo, è quello che ci vuole prima di arrivare nella bolgia del gate B59. La zona intorno al gate è stretta e scomoda. A ciò si aggiungono una procedura d'imbarco oltremodo caotica e la scarsa comprensione del concetto dell'imbarco a zone. Signora, hanno appena detto "file dalla 31 alla 44", Lei ha il posto 21C. Sì, anche la fila 21 va ad Abu Dhabi, quindi stia tranquilla e lasci passare gli altri, perdio! Un giorno o l'altro lo dirò anche a voce alta, invece di pensarlo solo nella mia mente.
L'accoglienza a bordo, in compenso, è ottima. Ho come l'impressione che si tratti di un equipaggio ben affiatato, e non mi sbaglierò: in particolare mi colpirà molto l'impegno della purser, tale Cinzia G., nonché di molti altri aa/vv.
A questo fa fronte una cabina che ha visto tempi migliori. Belli i cuscini con il nuovo disegno AZ, mentre i sedili, in parte macchiati, gridano alla rinconfigurazione. Il mio tavolino è rotto e si appoggia direttamente sulle mie gambe: faccio presente la cosa a un membro dell'equipaggio, che si scusa e mi assicura che la cosa verrà segnalata. Purtroppo non ci sono altri posti liberi, quindi me lo terrò così.
Il pitch e la comodità dello schienale sono mediocri, ma comunque migliori rispetto all'A330-200 Air Berlin. Amenity kit non pervenuto.
Tutti i passeggeri intorno a noi fanno parte di un gruppo vacanze di Legnano che partirà in crociera da Abu Dhabi. È il loro primo volo intercontinentale. Temo che per me saranno sei ore molto lunghe, se già ora cominciano a chiedermi aiuto con l'IFE, antiquato e lento quanto basta per rendere qualunque tentativo di spiegazione del sistema un pelino frustrante.
Non ricordo a che ora siamo decollati, ma mi sembra fossimo in orario. Ricordo solo che non sapevo se ridere o piangere al sentire i vicini di sedile chiedersi se fossimo "già in aria"... subito dopo il pushback. Ah, ma quant'è bello il rombo dei GE90?
Il servizio comincia un'oretta dopo il decollo: seguendo il consiglio di un amico in EY abbiamo ordinato dei pasti speciali in modo da massimizzare le ore dedicate al sonno. Proviamo le opzioni seafood, hindu e gluten-free, tutto buono tranne quest'ultimo, molto insipido (anche se condito con dell'olio d'oliva, molto apprezzabile). Il pesce era eccezionale.
Durante il servizio l'equipaggio continua a dimostrarsi di ottimo livello: professionale, paziente e spiritoso quanto basta anche con i passeggeri meno esperti. Molto buono anche il livello dell'inglese parlato.
Dormicchio un po' fino alla colazione: un po' di frutta per i gluten-free, una specie di nastrina (un po' asciutta) per gli altri.
La nostra rotta.
Poco prima dell'arrivo entriamo in una holding pattern. Potrebbe essere il traffico intenso dell'ondata mattutina ad AUH. Poi, però, arriva l'annuncio del comandante: a causa della nebbia molto fitta, AUH è completamente chiuso. Verremo dirottati a Dubai Al-Maktoum, anch'esso peraltro avvolto nella nebbia e semideserto.
Arrivati a DWC alle 6:50 locali circa, il comandante si fa di nuovo sentire e fornisce ulteriori spiegazioni circa il proseguimento; l'equipaggio rimane calmo e invita tutti a restare seduti. La permanenza a terra dovrebbe essere di un'ora e mezza circa in attesa del rifornimento, per il quale bisognerà spegnere tutti gli apparecchi elettronici e rimanere seduti con le cinture slacciate. Dopo un po' si alza la nebbia e viene offerta dell'acqua.
Ah, ma quindi quello è un 747-400BCF della National Air Cargo.
Intorno alle 8:00, d'un tratto, l'intero equipaggio sparisce, perlomeno dalla sezione di posteriore di economy. Intendo dire che non c'è proprio più nessuno. Anche dal cockpit non viene proferito verbo. I crocieristi, già sconvolti dall'atterraggio fuori programma e ansiosi di imbarcarsi sulla loro nave entro mezzogiorno, cominciano a innervosirsi: le banalità un tanto al chilo non si contano. "Questo è sequestro di persona, io chiamo l'ambasciata!"
Alle 8:45 finalmente si fa vivo il comandante: siamo rimasti fermi a terra per problemi burocratici non meglio specificati ma apparentemente irrisolvibili. Entro dieci minuti dovrebbe arrivare il pushback truck. Per le 9:15 siamo pronti a decollare dalla pista 12 del futuro hub megagalattico.
Se si eccettua Flight Simulator, questo rimarrà probabilmente il volo più breve che io abbia mai fatto con un widebody.
Il taxiing ad Abu Dhabi è infinito. Come se non bastasse, sbarcheremo ai remoti, togliendoci altri minuti preziosi per raggiungere la coincidenza (scesa da quattro ore a 40 minuti scarsi). Scendendo ringrazio gli assistenti di volo: nonostante la gestione non ottimale della sosta a DWC, sono rimasto positivamente colpito dalla qualità del servizio.
Passiamo i controlli di sicurezza, tanto inutili quanto sommari, e grazie a un gentile assistente di terra Etihad troviamo una scorciatoia fino al gate 34. Possiamo riprendere fiato, la fila per l'imbarco è molto lunga! Altri controlli del bagaglio a mano e poi finalmente saliamo a bordo del nostro 777-300ER.
AUH-MEL
EY462
10:30 LT - 07:00 LT (ATD: 12:20 LT - ATA: 07:56 LT)
Boeing 777-3FXER | LN: 1105 | First flight: 03/05/2013
A6-ETO
Seat 40C
A occhio e croce il riempimento in Y dovrebbe essere vicino al 100%. Mi congratulo per la mia scelta del posto: dalla fila successiva ci sono solo due posti invece di tre, ergo posso reclinare a piacimento. Le cappelliere sono piene, ma un'a/v ci aiuta a trovare posto più davanti.
Le fodere dei sedili hanno bisogno di una rinfrescata e il pitch è ai limiti della sopravvivenza per me, ma nel compresso la cabina non fa una brutta impressione. Amenity kit striminzito: mascherina, calzini, tappi per le orecchie e set spazzolino-dentifricio. L'IFE sembra di buona qualità ed è dotato di prese USB. Porta bicchiere un po' basso.
Belle la moving map e le telecamere.
L'attesa a terra diventa più lunga del previsto a causa di un problema dei sistemi di check-in, per cui degli agenti di terra devono controllare manualmente le carte d'imbarco di qualche decina di passeggeri. Con quasi due ore di ritardo, infine, stacchiamo e ci avviamo lentamente verso non ricordo più quale testata.
Il ritardo e la massa di passeggeri da tenere d'occhio mi permettono di ricavare una prima impressione dell'equipaggio di cabina. Le aa/vv non sono scorbutiche, ma robotiche ai limiti dell'ansiogeno. In particolare la ragazza filippina addetta alla nostra fila infonde la stessa rassicurante tranquillità di una paziente psichiatrica in crisi di astinenza da Prozac. Non avendo fatto caso al nome, per comodità la chiamerò Diazepam.
Mentre stacchiamo dal gate, dicevo, la stessa Diazepam passa accanto a me e stacca con decisione il cavo USB del mio telefono dalla presa dell'IFE. "This is not for takeoff or landing, Sir", mi dice con un tono di voce un po' troppo alto. E datti una calmata.
I GE90-115B del 77W sprigionano una potenza impressionante. In poco tempo siamo in volo per MEL e mi metto comodo in attesa del pasto, di nuovo speciale.
Tutte e tre le varianti sono diverse spanne al di sotto della media AZ, ma abbiamo fame e spazzoliamo comunque tutto. Diazepam continua a rassicurarci con il suo portamento regale e la sua aura di calma.
Il volo è maledettamente lungo.
Mi alzerò a più riprese per sgranchirmi le gambe e dare un'occhiata al resto della cabina di Y. Nel complesso è in buono stato. Bello il galley, molto curato, e gradevoli anche le toilette.
Il sorvolo dell'Oceano Indiano è piuttosto turbolento, le aa/vv dovranno tornare ai propri posti a più riprese. Per passare il tempo provo quella che per me è una novità, ovvero il wi-fi a bordo: divertente sorprendere i parenti con un messaggio da FL350, ma credo che continuerò a farne a meno in futuro.
Circa a metà volo viene servito uno snack, immangiabile.
La colazione, servita due ore prima dell'atterraggio, non è tanto meglio.
Fuori comincia ad albeggiare.
Non riuscendo a dormire, continuo a fare uso dell'IFE. Lo schermo, dicevo, è di buona qualità, mentre il sistema a tratti è un po' lento. È seccante il fatto che mezz'ora prima dell'atterraggio venga mostrato un lungo e inutile filmato promozionale su Melbourne, e che non si possa più finire di guardare i programmi iniziati. Air Berlin almeno da questo punto di vista fa di meglio.
Non mi resta che seguire l'atterraggio sulla telecamera, che naturalmente a un certo punto si impalla. Vabbè, tanto si vede anche qualcosina fuori.
L'atterraggio a MEL avviene con circa un'ora di ritardo, abbiamo quindi poco meno di un'ora. Dopo una lunga attesa ai controlli di sicurezza in transito e un veloce pitstop sentiamo l'annuncio per i passeggeri del volo VA148 per Auckland che ancora necessitano di carta d'imbarco. Corriamo lì e ci dicono che è dalle 7 di mattina che ci cercano, il volo sarebbe chiuso già da 7 minuti. Ma com'è possibile che ci cerchino da un'ora e mezza, se tanto prima delle 8 non avremmo potuto sentirlo? L'unico annuncio che abbiamo sentito è stato quello di pochi minuti fa. Facciamo notare con fermezza questo fatto e per fortuna ci emettono lo stesso le carte d'imbarco.
Alquanto perplesso per questa faccenda, mi avvio verso l'aereo, che porta la livrea Virgin Samoa.
MEL-AKL
VA148
09:45 LT - 15:25 LT (on time)
Boeing 737-8FE | LN: 3851 | First flight: 11/11/2011
VH-YID
Seat 26F
Cabina molto gradevole: mood lighting e sedili in pelle nera con poggiatesta rossi e viola, in coordinato con le uniformi delle assistenti di volo.
Fauna locale e non.
Il volo è uneventful, il servizio essenziale. Solo acqua e caffè gratis, tutto il resto è a pagamento.
Dopo tre ore circa, finalmente, ce l'abbiamo fatta! Le coste della Nuova Zelanda sono proprio come me le ricordavo: di un bel verde intenso e punteggiate di pecore.
Welcome to the Land of the Long White Cloud!
Next up: un po' di OT e qualche tratta interna.
[Continua...]
In realtà questa profonda riflessione, corroborata da un caffè in un assonnato pomeriggio di domenica, non ha alcuno scopo particolare. È solo che mi serviva una qualche forma di incipit per questo report.
Comunque, ormai mi sono impantanato e devo continuare con questa sorta di flashback: l'idea di andare in Nuova Zelanda ronzava nelle nostre teste già da almeno un anno. Da altrettanto tempo fantasticavamo sugli itinerari migliori per passare a trovare amici in giro per il mondo, per esempio a Hong Kong, e al contempo soddisfare le mie esigenze aeronautiche, tipo evitare di spezzare il viaggio a Dubai o giù di lì.
Tuttavia, vittime anche noi del price dumping, alla fine rinunciamo ai nostri intenti e decidiamo di versare il nostro obolo in valuta pregiata a Etihad. D'altronde è già dicembre, i prezzi salgono e noi vogliamo partire a fine febbraio. Inutile attendere oltre.
L'itinerario finale sarà MXP-AUH-MEL-AKL con AZ, EY e VA. Al ritorno voleremo con le stesse compagnie in ordine inverso sulla CHC-SYD-AUH-MXP. Partire da Milano ci permetterà di tirare su la terza compagna di viaggio e, soprattutto, di volare per la prima volta con AZ su una tratta intercontinentale. Il fatto che il volo costasse meno rispetto all'opzione Air Berlin-Etihad da TXL è del tutto casuale, ovviamente.
Bene, è ora di partire.
SXF-MXP
U24671
07:10 LT - 08:55 LT (on time)
Airbus A319-111 | cn: 4425 | First flight: 17/08/2010
G-EZFZ
Seat 5F
Partire il sabato mattina all'alba vuol dire dover fare la valigia la sera prima, se non di notte. I primi due mesi dell'anno dal punto di vista lavorativo sono stati di fuoco: stravolto, arrivo a casa intorno alle 19:30 di venerdì sera. This trip couldn't have come soon enough.
L'impatto di primo mattino con quel cesso di Schönefeld è sempre duro, ma almeno non c'è fila al baggage drop-off. Rimane solo da superare lo scoglio dei miasmi del Burger King prima dei gate easyJet.
Fa freddo, stamattina. Il de-icing ci fa decollare con circa un quarto d'ora di ritardo, ma tanto non c'è fretta, il volo MXP-AUH parte alle 21:15.
Turning onto runway 25R. Il terminal del BER è quasi come se ti facesse una pernacchia e ti dicesse "sono qui, ma tu continuerai a volare da quella catapecchia qui di fronte!" (nda: è notizia di questi giorni che, secondo un esperto, l'apertura potrebbe slittare addirittura al 2019).

Le Alpi illuminate dal sole mattutino sono sempre un bello spettacolo.

Tutto fila liscio, i bagagli rispuntano subito sul nastro e in pochi minuti siamo già sulla navetta per il T1. Paghiamo quello che dobbiamo per il deposito bagagli e prendiamo il primo treno utile per Cadorna. A Milano splende il sole: non fosse per il freddo, sembrerebbe quasi di essere già in vacanza. Quasi, eh.

Con il solito, ragguardevole anticipo siamo di ritorno nell'hub della brughiera e aspettiamo l'apertura del check-in. La signora che si occupa di noi non trasmette esattamente una sensazione di calma: sarà l'imminente cambio turno (come ci sembra di aver capito), o forse la complessità dell'itinerario (?). Il volo è pieno e non avendo potuto scegliere i posti a sedere in fase di prenotazione dobbiamo accontentarci di tre posti uno dietro all'altro (34J, 35J, 36J).
Calma piatta.

Come per miracolo otteniamo le carte d'imbarco per le prime due tratte. Mentre i bagagli andranno dritti fino ad AKL, per il volo Melbourne-Auckland, ci dice, basterà andare direttamente al gate a MEL e ritirare le carte d'imbarco.
In tutto ciò io sto cercando di capire con quale 777 AZ voleremo. Ho vaghi ricordi di giri macchina incrociati con la NRT, quindi cerco la AZ787 su Flightradar e constato con piacere che si tratta di EI-DBK.
La nuova livrea effettivamente fa un figurone.

Le mie previsioni tuttavia non risultano corrette. DBK opererà un charter per (mi sembra) Pointe-à-Pitre, mentre EI-DBM se non ricordo male andrà a FCO con un ferry flight. Noi ci becchiamo EI-ISB, arrivato anche lui in ferry flight da FCO. Boh!
Non perdiamo altro tempo e andiamo verso i controlli di sicurezza. C'è un buon numero di passeggeri alle prime armi, ma tutto sommato si procede velocemente e il personale è di buon umore.
Passati i controlli, mentre sto cercando di recuperare un po' di dignità rimettendomi la cintura, un supervisore attacca bottone con noi e ci mostra un fascicolo di fogli bianchi. "È il discorso di Renzi alla Camera", dice, e sparisce.
MXP-AUH
AZ856
21:15 LT - 06:15 LT (ATA: 09:35 LT)
Boeing 777-243ER | LN: 426 | First flight: 18/12/2002
EI-ISB "Porto Rotondo"
Seat 35J
Un veloce aperitivo allo Spazio Bollicine, con un assaggio di focaccia, mozzarelline e fiocco di crudo, è quello che ci vuole prima di arrivare nella bolgia del gate B59. La zona intorno al gate è stretta e scomoda. A ciò si aggiungono una procedura d'imbarco oltremodo caotica e la scarsa comprensione del concetto dell'imbarco a zone. Signora, hanno appena detto "file dalla 31 alla 44", Lei ha il posto 21C. Sì, anche la fila 21 va ad Abu Dhabi, quindi stia tranquilla e lasci passare gli altri, perdio! Un giorno o l'altro lo dirò anche a voce alta, invece di pensarlo solo nella mia mente.
L'accoglienza a bordo, in compenso, è ottima. Ho come l'impressione che si tratti di un equipaggio ben affiatato, e non mi sbaglierò: in particolare mi colpirà molto l'impegno della purser, tale Cinzia G., nonché di molti altri aa/vv.
A questo fa fronte una cabina che ha visto tempi migliori. Belli i cuscini con il nuovo disegno AZ, mentre i sedili, in parte macchiati, gridano alla rinconfigurazione. Il mio tavolino è rotto e si appoggia direttamente sulle mie gambe: faccio presente la cosa a un membro dell'equipaggio, che si scusa e mi assicura che la cosa verrà segnalata. Purtroppo non ci sono altri posti liberi, quindi me lo terrò così.

Il pitch e la comodità dello schienale sono mediocri, ma comunque migliori rispetto all'A330-200 Air Berlin. Amenity kit non pervenuto.

Tutti i passeggeri intorno a noi fanno parte di un gruppo vacanze di Legnano che partirà in crociera da Abu Dhabi. È il loro primo volo intercontinentale. Temo che per me saranno sei ore molto lunghe, se già ora cominciano a chiedermi aiuto con l'IFE, antiquato e lento quanto basta per rendere qualunque tentativo di spiegazione del sistema un pelino frustrante.
Non ricordo a che ora siamo decollati, ma mi sembra fossimo in orario. Ricordo solo che non sapevo se ridere o piangere al sentire i vicini di sedile chiedersi se fossimo "già in aria"... subito dopo il pushback. Ah, ma quant'è bello il rombo dei GE90?
Il servizio comincia un'oretta dopo il decollo: seguendo il consiglio di un amico in EY abbiamo ordinato dei pasti speciali in modo da massimizzare le ore dedicate al sonno. Proviamo le opzioni seafood, hindu e gluten-free, tutto buono tranne quest'ultimo, molto insipido (anche se condito con dell'olio d'oliva, molto apprezzabile). Il pesce era eccezionale.


Durante il servizio l'equipaggio continua a dimostrarsi di ottimo livello: professionale, paziente e spiritoso quanto basta anche con i passeggeri meno esperti. Molto buono anche il livello dell'inglese parlato.
Dormicchio un po' fino alla colazione: un po' di frutta per i gluten-free, una specie di nastrina (un po' asciutta) per gli altri.


La nostra rotta.

Poco prima dell'arrivo entriamo in una holding pattern. Potrebbe essere il traffico intenso dell'ondata mattutina ad AUH. Poi, però, arriva l'annuncio del comandante: a causa della nebbia molto fitta, AUH è completamente chiuso. Verremo dirottati a Dubai Al-Maktoum, anch'esso peraltro avvolto nella nebbia e semideserto.


Arrivati a DWC alle 6:50 locali circa, il comandante si fa di nuovo sentire e fornisce ulteriori spiegazioni circa il proseguimento; l'equipaggio rimane calmo e invita tutti a restare seduti. La permanenza a terra dovrebbe essere di un'ora e mezza circa in attesa del rifornimento, per il quale bisognerà spegnere tutti gli apparecchi elettronici e rimanere seduti con le cinture slacciate. Dopo un po' si alza la nebbia e viene offerta dell'acqua.
Ah, ma quindi quello è un 747-400BCF della National Air Cargo.

Intorno alle 8:00, d'un tratto, l'intero equipaggio sparisce, perlomeno dalla sezione di posteriore di economy. Intendo dire che non c'è proprio più nessuno. Anche dal cockpit non viene proferito verbo. I crocieristi, già sconvolti dall'atterraggio fuori programma e ansiosi di imbarcarsi sulla loro nave entro mezzogiorno, cominciano a innervosirsi: le banalità un tanto al chilo non si contano. "Questo è sequestro di persona, io chiamo l'ambasciata!"
Alle 8:45 finalmente si fa vivo il comandante: siamo rimasti fermi a terra per problemi burocratici non meglio specificati ma apparentemente irrisolvibili. Entro dieci minuti dovrebbe arrivare il pushback truck. Per le 9:15 siamo pronti a decollare dalla pista 12 del futuro hub megagalattico.
Se si eccettua Flight Simulator, questo rimarrà probabilmente il volo più breve che io abbia mai fatto con un widebody.


Il taxiing ad Abu Dhabi è infinito. Come se non bastasse, sbarcheremo ai remoti, togliendoci altri minuti preziosi per raggiungere la coincidenza (scesa da quattro ore a 40 minuti scarsi). Scendendo ringrazio gli assistenti di volo: nonostante la gestione non ottimale della sosta a DWC, sono rimasto positivamente colpito dalla qualità del servizio.

Passiamo i controlli di sicurezza, tanto inutili quanto sommari, e grazie a un gentile assistente di terra Etihad troviamo una scorciatoia fino al gate 34. Possiamo riprendere fiato, la fila per l'imbarco è molto lunga! Altri controlli del bagaglio a mano e poi finalmente saliamo a bordo del nostro 777-300ER.
AUH-MEL
EY462
10:30 LT - 07:00 LT (ATD: 12:20 LT - ATA: 07:56 LT)
Boeing 777-3FXER | LN: 1105 | First flight: 03/05/2013
A6-ETO
Seat 40C

A occhio e croce il riempimento in Y dovrebbe essere vicino al 100%. Mi congratulo per la mia scelta del posto: dalla fila successiva ci sono solo due posti invece di tre, ergo posso reclinare a piacimento. Le cappelliere sono piene, ma un'a/v ci aiuta a trovare posto più davanti.
Le fodere dei sedili hanno bisogno di una rinfrescata e il pitch è ai limiti della sopravvivenza per me, ma nel compresso la cabina non fa una brutta impressione. Amenity kit striminzito: mascherina, calzini, tappi per le orecchie e set spazzolino-dentifricio. L'IFE sembra di buona qualità ed è dotato di prese USB. Porta bicchiere un po' basso.

Belle la moving map e le telecamere.

L'attesa a terra diventa più lunga del previsto a causa di un problema dei sistemi di check-in, per cui degli agenti di terra devono controllare manualmente le carte d'imbarco di qualche decina di passeggeri. Con quasi due ore di ritardo, infine, stacchiamo e ci avviamo lentamente verso non ricordo più quale testata.
Il ritardo e la massa di passeggeri da tenere d'occhio mi permettono di ricavare una prima impressione dell'equipaggio di cabina. Le aa/vv non sono scorbutiche, ma robotiche ai limiti dell'ansiogeno. In particolare la ragazza filippina addetta alla nostra fila infonde la stessa rassicurante tranquillità di una paziente psichiatrica in crisi di astinenza da Prozac. Non avendo fatto caso al nome, per comodità la chiamerò Diazepam.
Mentre stacchiamo dal gate, dicevo, la stessa Diazepam passa accanto a me e stacca con decisione il cavo USB del mio telefono dalla presa dell'IFE. "This is not for takeoff or landing, Sir", mi dice con un tono di voce un po' troppo alto. E datti una calmata.
I GE90-115B del 77W sprigionano una potenza impressionante. In poco tempo siamo in volo per MEL e mi metto comodo in attesa del pasto, di nuovo speciale.

Tutte e tre le varianti sono diverse spanne al di sotto della media AZ, ma abbiamo fame e spazzoliamo comunque tutto. Diazepam continua a rassicurarci con il suo portamento regale e la sua aura di calma.

Il volo è maledettamente lungo.

Mi alzerò a più riprese per sgranchirmi le gambe e dare un'occhiata al resto della cabina di Y. Nel complesso è in buono stato. Bello il galley, molto curato, e gradevoli anche le toilette.

Il sorvolo dell'Oceano Indiano è piuttosto turbolento, le aa/vv dovranno tornare ai propri posti a più riprese. Per passare il tempo provo quella che per me è una novità, ovvero il wi-fi a bordo: divertente sorprendere i parenti con un messaggio da FL350, ma credo che continuerò a farne a meno in futuro.
Circa a metà volo viene servito uno snack, immangiabile.

La colazione, servita due ore prima dell'atterraggio, non è tanto meglio.

Fuori comincia ad albeggiare.

Non riuscendo a dormire, continuo a fare uso dell'IFE. Lo schermo, dicevo, è di buona qualità, mentre il sistema a tratti è un po' lento. È seccante il fatto che mezz'ora prima dell'atterraggio venga mostrato un lungo e inutile filmato promozionale su Melbourne, e che non si possa più finire di guardare i programmi iniziati. Air Berlin almeno da questo punto di vista fa di meglio.
Non mi resta che seguire l'atterraggio sulla telecamera, che naturalmente a un certo punto si impalla. Vabbè, tanto si vede anche qualcosina fuori.

L'atterraggio a MEL avviene con circa un'ora di ritardo, abbiamo quindi poco meno di un'ora. Dopo una lunga attesa ai controlli di sicurezza in transito e un veloce pitstop sentiamo l'annuncio per i passeggeri del volo VA148 per Auckland che ancora necessitano di carta d'imbarco. Corriamo lì e ci dicono che è dalle 7 di mattina che ci cercano, il volo sarebbe chiuso già da 7 minuti. Ma com'è possibile che ci cerchino da un'ora e mezza, se tanto prima delle 8 non avremmo potuto sentirlo? L'unico annuncio che abbiamo sentito è stato quello di pochi minuti fa. Facciamo notare con fermezza questo fatto e per fortuna ci emettono lo stesso le carte d'imbarco.
Alquanto perplesso per questa faccenda, mi avvio verso l'aereo, che porta la livrea Virgin Samoa.
MEL-AKL
VA148
09:45 LT - 15:25 LT (on time)
Boeing 737-8FE | LN: 3851 | First flight: 11/11/2011
VH-YID
Seat 26F

Cabina molto gradevole: mood lighting e sedili in pelle nera con poggiatesta rossi e viola, in coordinato con le uniformi delle assistenti di volo.


Fauna locale e non.

Il volo è uneventful, il servizio essenziale. Solo acqua e caffè gratis, tutto il resto è a pagamento.

Dopo tre ore circa, finalmente, ce l'abbiamo fatta! Le coste della Nuova Zelanda sono proprio come me le ricordavo: di un bel verde intenso e punteggiate di pecore.


Welcome to the Land of the Long White Cloud!
Next up: un po' di OT e qualche tratta interna.
[Continua...]
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