Premessa
Durante un meeting con alcuni colleghi dell’HQ regionale a Singapore, io e il mio manager veniamo invitati in Giappone per una serie di incontri con un partner locale e per visitare alcuni esercizi commerciali che utilizzano il prodotto sviluppato dal mio team.
Il mio manager, con l’esperienza di chi ha già collezionato troppi timbri sul passaporto, si defila immediatamente (“viaggia anche troppo”, dice lui). Io, invece, mi ritrovo già in chat su Teams, pronto a scrivere con faccia tosta: “Sono libero, posso sacrificarmi per il bene del team.”
Qualche giorno dopo, riceviamo l’agenda ufficiale: quattro città in quattro giorni, partenza da Tokyo e rientro da Kyoto.
Perfetto. È il tipo di “sacrificio” che riesco a sopportare.
Mi fiondo su Concur in cerca di voli per Tokyo Haneda in andata e Osaka-Washington per il ritorno.
Sull’Haneda operano nonstop sia United Airlines (UA) sia All Nippon Airways (NH). La mia preferenza va sempre a UA: posso usare miglia e strumenti per eventuali upgrade, visto che la policy aziendale ci consente al massimo la Premium Economy. I privilegi del proletariato aziendale.
Per il ritorno, UA propone un comodo KIX–SFO–IAD tutto su metallo United. L’andata, però, è un'altra storia: il volo UA803 costa circa 600 dollari in più rispetto al codeshare NH. Per evitare commenti acidi in sala mensa, opto per NH e mi rassegno a passare 14 ore in Premium Economy, senza alcuna speranza di upgrade.
Piccola parentesi: ho delle… premonizioni. Robette, eh. Tipo: mi viene in mente una banalità, e si avvera. Niente numeri del Superenalotto, purtroppo. A quanto pare, i miei poteri sono destinati a un bene superiore, quale ancora non mi è chiaro.
Una decina di giorni dopo, ho questa sensazione: “Controlla se il volo UA803 si può cambiare senza svenarti.”
Lo faccio. E boom: il cambio è a costo zero. Neanche il tempo di pensarci e ho già convertito la prenotazione su metallo United. Subito dopo, vado a caccia di upgrade per andata e ritorno: 30.000 miglia + 450$ di co-pay. In waitlist, ma sono fiducioso.
Non proprio un regalo, ma considerando che il biglietto non l’ho pagato io, e il volo è lungo quanto un’intera stagione di Breaking Bad, non ci penso due volte.
Nota a margine: la parte OT sarà incentrata principalmente sul cibo. È stata una settimana piuttosto intensa e, tolte camere d’hotel e meeting rooms, ho visto praticamente solo ristoranti e bar. Un tour gastronomico mascherato da trasferta aziendale.
A breve con il volo di andata…
Durante un meeting con alcuni colleghi dell’HQ regionale a Singapore, io e il mio manager veniamo invitati in Giappone per una serie di incontri con un partner locale e per visitare alcuni esercizi commerciali che utilizzano il prodotto sviluppato dal mio team.
Il mio manager, con l’esperienza di chi ha già collezionato troppi timbri sul passaporto, si defila immediatamente (“viaggia anche troppo”, dice lui). Io, invece, mi ritrovo già in chat su Teams, pronto a scrivere con faccia tosta: “Sono libero, posso sacrificarmi per il bene del team.”
Qualche giorno dopo, riceviamo l’agenda ufficiale: quattro città in quattro giorni, partenza da Tokyo e rientro da Kyoto.
Perfetto. È il tipo di “sacrificio” che riesco a sopportare.
Mi fiondo su Concur in cerca di voli per Tokyo Haneda in andata e Osaka-Washington per il ritorno.
Sull’Haneda operano nonstop sia United Airlines (UA) sia All Nippon Airways (NH). La mia preferenza va sempre a UA: posso usare miglia e strumenti per eventuali upgrade, visto che la policy aziendale ci consente al massimo la Premium Economy. I privilegi del proletariato aziendale.
Per il ritorno, UA propone un comodo KIX–SFO–IAD tutto su metallo United. L’andata, però, è un'altra storia: il volo UA803 costa circa 600 dollari in più rispetto al codeshare NH. Per evitare commenti acidi in sala mensa, opto per NH e mi rassegno a passare 14 ore in Premium Economy, senza alcuna speranza di upgrade.
Piccola parentesi: ho delle… premonizioni. Robette, eh. Tipo: mi viene in mente una banalità, e si avvera. Niente numeri del Superenalotto, purtroppo. A quanto pare, i miei poteri sono destinati a un bene superiore, quale ancora non mi è chiaro.
Una decina di giorni dopo, ho questa sensazione: “Controlla se il volo UA803 si può cambiare senza svenarti.”
Lo faccio. E boom: il cambio è a costo zero. Neanche il tempo di pensarci e ho già convertito la prenotazione su metallo United. Subito dopo, vado a caccia di upgrade per andata e ritorno: 30.000 miglia + 450$ di co-pay. In waitlist, ma sono fiducioso.
Non proprio un regalo, ma considerando che il biglietto non l’ho pagato io, e il volo è lungo quanto un’intera stagione di Breaking Bad, non ci penso due volte.
Nota a margine: la parte OT sarà incentrata principalmente sul cibo. È stata una settimana piuttosto intensa e, tolte camere d’hotel e meeting rooms, ho visto praticamente solo ristoranti e bar. Un tour gastronomico mascherato da trasferta aziendale.
A breve con il volo di andata…
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