Tecnologie biometriche di identificazione negli aeroporti


riccardobonavita

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20 Gennaio 2009
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Tra LHR, DFW e BLQ
Ciao ragazzi, forse è un po' OT con il forum ma vorrei "pubblicizzare" un questionario online che sto somministrando per raccogliere dati per la mia tesi di master in service management. Sono uno studente della Copenhagen Business School e sto scrivendo una tesi sperimentale su quanto l'implementazione di tecnologie biometriche di identificazione possano avere un impatto sulla customer satisfaction dei passeggeri.

Posto qua la survey online e vi dico che c'è anche la possibilità di vincere un voucher di 40€ spendibile su Amazon.com.

https://riccardobonavita.typeform.com/to/J9eWWw

Grazie ragazzi! Se avete domande sulla tesi in generale scrivetemi pure qui o all'indirizzo mail: ribo14ab@student.cbs.dk
 
Ciao Riccardo, se posso permettermi. La domanda alla base di tutto ed argomento del tuo tema è sicuramente interessante. Non ho letto quanto hai scritto chiaramente, mi baso solo sul questionario che hai postato.
Credo che tu la stia facendo appena appena un po' troppo facile, concentrandoti sugli aspetti di "soddisfazione" lato utente ed evidenziando problemi (privacy, paura dell'utilizzo da parte di "poteri forti" delle informazioni, atteggiamento religioso) che fanno molto TG4 e che sono la punta dell'iceberg mediatica di questo problema.
Anche ai fini della sola esperienza utente un questionario del genere non può essere somministrato ad un pubblico generico che non ha la minima capacità di capire ed indirizzare il problema correttamente, essendo difficile da maneggiare già per chi ci lavora tutti i giorni.
Rischi di ottenere un disegno molto sfuocato dall'ignoranza diffusa sul tema con risultati sull'accettazione lato utente che non dicono nulla sulla viabilità del sistema in generale. Sbloccare l'aifòn col dito non è un problema mappabile sull'identificazione ed autorizzazione in generale, purtroppo.
 
Se poi mi spieghi la domanda sulla religione...

Te la spiego subito. La religione è uno dei social concern maggiori per quanto riguarda le tecnologie biometriche e il loro uso. Se uno cliccasse "Yes" a quella domanda dovrebbe risponderne ad una ulteriore ovvero "se l'uso delle tecnologie biometriche è contro la propria religione". Ovvio che per noi europei può essere una "buffonata" ma articoli accademici in passato hanno evidenziato quanto l'uso di caratteristiche biometriche sia assolutamente contro alcune fedi religiose (tra cui l'islam) e bisogna considerare questo aspetto se ne si vuole accertare l'accettazione da parte di utenti in tutto il mondo. La mia raccolta dati avviene su base mondiale con circa 400 persone per continente e con usi e costumi diversi.
 
Ciao Riccardo, se posso permettermi. La domanda alla base di tutto ed argomento del tuo tema è sicuramente interessante. Non ho letto quanto hai scritto chiaramente, mi baso solo sul questionario che hai postato.
Credo che tu la stia facendo appena appena un po' troppo facile, concentrandoti sugli aspetti di "soddisfazione" lato utente ed evidenziando problemi (privacy, paura dell'utilizzo da parte di "poteri forti" delle informazioni, atteggiamento religioso) che fanno molto TG4 e che sono la punta dell'iceberg mediatica di questo problema.
Anche ai fini della sola esperienza utente un questionario del genere non può essere somministrato ad un pubblico generico che non ha la minima capacità di capire ed indirizzare il problema correttamente, essendo difficile da maneggiare già per chi ci lavora tutti i giorni.
Rischi di ottenere un disegno molto sfuocato dall'ignoranza diffusa sul tema con risultati sull'accettazione lato utente che non dicono nulla sulla viabilità del sistema in generale. Sbloccare l'aifòn col dito non è un problema mappabile sull'identificazione ed autorizzazione in generale, purtroppo.

Grazie mille per la puntualizzazione. Il questionario è specifico sull'accettazione e la percezione dell'uso di queste tecnologie da parte dei passeggeri, non considero l'aspetto operazioni (in questa parte della ricerca). La paura dei poteri forti e le altre opzioni che hai letto nel questionario, non sono frutto di una mia inclinazione complottista ma quello che è venuto fuori in ricerche accademiche precedenti e che sono obbligato come punto di partenza se voglio fare una ricerca in questo ambito. Il coinvolgere un target ampio è dovuto al fatto che ormai "tutti" viaggiano in aereo e "tutti" sono utenti dell'aeroporto. Poi ovviamente cercherò di capire la percezione di chi viaggia poco e di chi viaggia di più. Ad ogni modo questa parte è solo un terzo di tutta la tesi e il resto si focalizza più sulla customer journey e la customer experience (che è analizzata tramite interviste a persone interne gli aeroporti e osservazione).
 
Grazie mille per la puntualizzazione. Il questionario è specifico sull'accettazione e la percezione dell'uso di queste tecnologie da parte dei passeggeri, non considero l'aspetto operazioni (in questa parte della ricerca). La paura dei poteri forti e le altre opzioni che hai letto nel questionario, non sono frutto di una mia inclinazione complottista ma quello che è venuto fuori in ricerche accademiche precedenti e che sono obbligato come punto di partenza se voglio fare una ricerca in questo ambito. Il coinvolgere un target ampio è dovuto al fatto che ormai "tutti" viaggiano in aereo e "tutti" sono utenti dell'aeroporto. Poi ovviamente cercherò di capire la percezione di chi viaggia poco e di chi viaggia di più. Ad ogni modo questa parte è solo un terzo di tutta la tesi e il resto si focalizza più sulla customer journey e la customer experience (che è analizzata tramite interviste a persone interne gli aeroporti e osservazione).

Per carità niente complottismo anzi, capisco cosa intendi e in quel senso mi sono stupito di non trovare ad esempio opzioni relative ai rischi per la salute delle tecnologie biometriche, altro cavallo di battaglia di qualcuno. Evidenziavo solo il fatto che interrogare il pubblico generico su argomenti di cui non conosce nulla può portare ad ammassare qualche numero, ma da li a farci un ragionamento ce ne passa. Prova ad interrogare Mario Rossi sul nucleare, o la stessa persona a Aprile 1986 e poi a Maggio.
Nel dubbio comunque se il lavoro che stai facendo può essere diffuso, metti qui un link che è sempre una cosa in più sull'argomento da leggere.
 
certo, quando la consegno ed è pronta ve la posto qui :) cmq sisi capisco il tuo punto sul pubblico generico e ti devo dire la verità, anche io ho avuto forti dubbi ma poi parlandone anche con il mio professore siamo venuti alla conclusione che essendo le biometriche applicate sempre di più ci vuole un target variegato. Ad ogni modo, se l'utente che risponde non conosce cosa sono queste tecnologie, a seconda delle sue risposte, durante il questionario ci sono box informativi e descrittivi.
 
Dipende dal numero di campionature e dal peso che si da a certe rilevazioni a campione. Fosse come tu dici, per assurdo non dovrebbero esistere referendum o domande poste in maniera differente da quelle di Studio Aperto, visto che l'uomo della strada è mediamente poco preparato e facilmente influenzabile.

Per cui, sì, avesse anche chiesto un generico "hai paura delle scie chimiche?" avrebbe avuto un senso, qualora fosse funzionale alla sua ricerca lato-utente.
Un corretto uso della statistica serve anche ad eliminare casi limite, poco realistici.
 
Dipende dal numero di campionature e dal peso che si da a certe rilevazioni a campione. Fosse come tu dici, per assurdo non dovrebbero esistere referendum o domande poste in maniera differente da quelle di Studio Aperto, visto che l'uomo della strada è mediamente poco preparato e facilmente influenzabile.

Per cui, sì, avesse anche chiesto un generico "hai paura delle scie chimiche?" avrebbe avuto un senso, qualora fosse funzionale alla sua ricerca lato-utente.
Un corretto uso della statistica serve anche ad eliminare casi limite, poco realistici.

Hai centrato il problema, io certe domande al pubblico non le farei. Se devi chiedere ad una persona un'opinione su qualcosa di cui non ha idea non c'è statistica che tenga, otterrai qualche dato di scarsa qualità da cui non si ricavano informazioni.
L'esempio più diretto è leggere sui siti vari (giornali, blog, ...) cosa pensa e scrive la gente dei vari incidenti aerei. Ne abbiamo avuto esempio recentemente. E la serietà dei forum come questo è proprio quella di non ammettere certi tipi di commenti.
Il caso limite quando parli di biometria è trovarne uno che ci capisce.
 
Eppure, se devi fare una ricerca di questo genere, anche il parere dell'utente qualsiasi ha la sua rilevanza. Un esempio random potrebbe essere progettare il sistema quanto più user friendly e rassicurante possibile, visto che c'è una percezione di paura e diffidenza da parte dell'utente.
Teniamo a mente che il passeggero tipo non attraversa l'Atlantico in business 30 volte l'anno, e si preoccupa di cose tipo: "Questa low cost Europea è sicura? Non è che l'aereo precipita?".
Mi viene in mente la famosa user resistance, quando si introduce un nuovo information system in una azienda. In un modo o nell'altro, devi averci a che fare.
 
Compilato anche io, e pure senza partecipare alla lotteria del buono Amazon!
In bocca al lupo per la tua ricerca.
 
Fatto!

Mi viene in mente la famosa user resistance, quando si introduce un nuovo information system in una azienda. In un modo o nell'altro, devi averci a che fare.

A proposito di user resistance, a quattro anni suonati dall'inserimento di un nuovo sistema informativo business-to-customer, ho ancora chi, nel customer service, si lamenta con me e dice ai clienti "questo sistema nuovo proprio non funziona bene"... :D

DaV