Due o tre anni fa, in questo stesso forum, qualcuno postò un video in bianco e nero del 1909, che mostrava lo Wright Flyer, pilotato da Orville Wright, in Europa.
Vedendo il video notai qualcosa a noi romani molto familiare: una campagna sterminata e, sullo sfondo, le rovine di un acquedotto. Ho sempre sognato di vedere come fosse la mia città nel passato, e sono in continua ricerca di testimonianze e fotografie, soprattutto con riferimento al quartiere in cui vivo, e questo fu un vero e proprio invito a nozze.
Sapevo che il primo volo della storia avvenne nel 1903, ma non sapevo cosa accadde dopo: Orville e Wilbur continuarono a sperimentare fino al 1905, circondati dallo scetticismo più totale, ma anche con una certa discrezione per non attirare giornalisti e, soprattutto, per evitare che qualcuno si impadronisse delle loro idee, non ancora brevettate e dal grande potenziale economico, costruendo altri due esemplari del Flyer.
Nel 1905 smontarono il Flyer III e lo riposero in un capannone, affermando che avrebbero ripreso a volare solamente se avessero firmato un contratto per vendere qualche esemplare del velivolo. Nel 1906 questo fu finalmente brevettato e nel 1908, finalmente, i fratelli rimontarono e migliorarono il velivolo, che aveva un'autonomia variabile tra i 30 e i 60 minuti, e condussero una serie di voli, con i quali riuscirono a conquistare la fiducia della stampa, di un pubblico facoltoso e dei militari, talvolta portando a bordo qualche ospite.
Uno di questi voli fini tragicamente: a causa della rottura di un'elica, Orville precipitò senza controllo, rimanendo ferito, e Thomas Selfridge, ufficiale dell'esercito, morì dopo diverse ore, risultando così la prima persona a perdere la vita in un incidente aereo (gli è stata intitolata la Selfridge ANGB in USA. http://en.wikipedia.org/wiki/Selfridge_Air_National_Guard_Base).
Nel gennaio 1909, Orville, convalescente, raggiunse Wilbur in Francia, dove l'aereo fu mostrato al pubblico a Le Mans e a Pau.
Proprio a Le Mans i fratelli Wright conobbero il veronese Mario Calderara, capitano di fregata della Regia Marina e uno dei primi italiani a sperimentare macchine volanti. Calderara e gli Wright, a partire dal 1905, ebbero un'intensa corrispondenza, e ciò permise al nostro connazionale di avere informazioni tecniche importanti per lo sviluppo del Calderara Goupy, biplano a elica traente, che volò in Francia nel marzo 1909.
Il neonato Aero Club d'Italia, composto da membri dell'aristocrazia e del mondo militare, tra cui il maggiore Maurizio Moris, pioniere dell'aeronautica militare e della fotografia aerea, invitò così Wilbur Wright a Roma, dove rimase 12 giorni, dal 15 al 27 aprile 1909.
L'arrivo dello Wright Flyer fu un evento eccezionale, ma va sottolineato che non fu il primo aereo a volare in Italia.
Questo privilegio toccò ad un aereo francese nel maggio 1908, quando la Società Aeronautica Italiana ingaggiò profumatamente Ferdinand Léon Delagrange (conosciuto come "Il dandy volante"), uno dei più quotati e famosi piloti dell'epoca, per alcuni voli in diverse città italiane, tra cui Roma e Torino. L'esperienza di Delagrange, tuttavia, non portò i risultati sperati. L'aereo volò molto basso e coprì una breve distanza. L'evento, con 100.000 spettatori paganti (e infuriati) sulla Piazza d'Armi di Roma, fu un fiasco colossale, che stimolò la composizione di versi satirici da parte di diversi autori romani.
Le prestazioni del Flyer destavano maggiori aspettative, e Wright e il suo agente commerciale, Hart O. Berg, si accordarono con il governo italiano per l'acquisto di un aeroplano per 25.000 lire. La stessa somma sarebbe stata data come compenso a Wilbur in qualità di istruttore.
Wilbur Wright arrivò a Roma l'1 aprile del 1909, e nel giro di due settimane vennero installati, sul campo di Centocelle, il pilone e la rotaia per il lancio dell'aereo (che non vennero utilizzati spesso).
Wilbur non tenne un logbook della sua esperienza romana, ma in occasione di una mostra tenutasi nel 2009 dal titolo "Wright vola! Primi voli a Roma nell'eco della stampa (1908-1909) è stato pubblicato un elenco dei voli ricostruito dalla Library of Congress di Washington sulla base delle notizie di stampa e altri documenti.
Il primo volo fu il 15 aprile del 1909, durò 10 minuti e Wilbur raggiunse un'altezza di 30-40 metri, decollando dal campo di Centocelle.
I voli, 67 in tutto, furono tutti abbastanza brevi e avvennero alla presenza di personaggi del mondo istituzionale (compresi i regnanti di Casa Savoia) e militare. 40 voli furono dedicati all'addestramento di Mario Calderara, che nel settembre dello stesso anno fu il primo italiano a conseguire il brevetto di volo.
Il 24 aprile, alla presenza di Vittorio Emanuele III, l'aereo volò nuovamente, accogliendo a bordo un cameraman della Universal News per quelle che furono le prime immagini mai riprese da un aereo. Il risultato è quel video spettacolare di cui parlavo all'inizio, di importante valore storico non solo dal punto di vista aeronautico, ma anche come testimonianza di una Roma che non è più così
http://www.europafilmtreasures.eu/PY/322/see-the-film-wilbur_wright_and_his_flying_machine
Diversamente da quanto affermato nella documentazione da me rintracciata, il video non è stato girato a Centocelle. E' chiaramente visibile la Via Appia e la sezione di acquedotto che la costeggia, e nel finale è visibile la Torre del Fiscale, che si trova li ancora oggi.
Il decollo dell'aereo è avvenuto, invece, in un campo al lato della Via Appia, dove oggi si trova il circolo golfistico dell'Acqua Santa.
Ad oggi, lo sviluppo umano ha portato alla realizzazione di unità abitative e commerciali che hanno modificato l'aspetto di quella zona di campagna, pur mantenendo inalterati le testimonianze di un tempo che fu.
Info tratte da:
Wikipedia
http://calderara.com/
http://wright.calderara.com/index.html
http://www.iccd.beniculturali.it/in...mi-voli-a-roma-nelleco-della-stampa-1908-1909 (scaricate il pdf che è molto interessante)
Vedendo il video notai qualcosa a noi romani molto familiare: una campagna sterminata e, sullo sfondo, le rovine di un acquedotto. Ho sempre sognato di vedere come fosse la mia città nel passato, e sono in continua ricerca di testimonianze e fotografie, soprattutto con riferimento al quartiere in cui vivo, e questo fu un vero e proprio invito a nozze.
Sapevo che il primo volo della storia avvenne nel 1903, ma non sapevo cosa accadde dopo: Orville e Wilbur continuarono a sperimentare fino al 1905, circondati dallo scetticismo più totale, ma anche con una certa discrezione per non attirare giornalisti e, soprattutto, per evitare che qualcuno si impadronisse delle loro idee, non ancora brevettate e dal grande potenziale economico, costruendo altri due esemplari del Flyer.
Nel 1905 smontarono il Flyer III e lo riposero in un capannone, affermando che avrebbero ripreso a volare solamente se avessero firmato un contratto per vendere qualche esemplare del velivolo. Nel 1906 questo fu finalmente brevettato e nel 1908, finalmente, i fratelli rimontarono e migliorarono il velivolo, che aveva un'autonomia variabile tra i 30 e i 60 minuti, e condussero una serie di voli, con i quali riuscirono a conquistare la fiducia della stampa, di un pubblico facoltoso e dei militari, talvolta portando a bordo qualche ospite.
Uno di questi voli fini tragicamente: a causa della rottura di un'elica, Orville precipitò senza controllo, rimanendo ferito, e Thomas Selfridge, ufficiale dell'esercito, morì dopo diverse ore, risultando così la prima persona a perdere la vita in un incidente aereo (gli è stata intitolata la Selfridge ANGB in USA. http://en.wikipedia.org/wiki/Selfridge_Air_National_Guard_Base).
Nel gennaio 1909, Orville, convalescente, raggiunse Wilbur in Francia, dove l'aereo fu mostrato al pubblico a Le Mans e a Pau.
Proprio a Le Mans i fratelli Wright conobbero il veronese Mario Calderara, capitano di fregata della Regia Marina e uno dei primi italiani a sperimentare macchine volanti. Calderara e gli Wright, a partire dal 1905, ebbero un'intensa corrispondenza, e ciò permise al nostro connazionale di avere informazioni tecniche importanti per lo sviluppo del Calderara Goupy, biplano a elica traente, che volò in Francia nel marzo 1909.
Il neonato Aero Club d'Italia, composto da membri dell'aristocrazia e del mondo militare, tra cui il maggiore Maurizio Moris, pioniere dell'aeronautica militare e della fotografia aerea, invitò così Wilbur Wright a Roma, dove rimase 12 giorni, dal 15 al 27 aprile 1909.
L'arrivo dello Wright Flyer fu un evento eccezionale, ma va sottolineato che non fu il primo aereo a volare in Italia.
Questo privilegio toccò ad un aereo francese nel maggio 1908, quando la Società Aeronautica Italiana ingaggiò profumatamente Ferdinand Léon Delagrange (conosciuto come "Il dandy volante"), uno dei più quotati e famosi piloti dell'epoca, per alcuni voli in diverse città italiane, tra cui Roma e Torino. L'esperienza di Delagrange, tuttavia, non portò i risultati sperati. L'aereo volò molto basso e coprì una breve distanza. L'evento, con 100.000 spettatori paganti (e infuriati) sulla Piazza d'Armi di Roma, fu un fiasco colossale, che stimolò la composizione di versi satirici da parte di diversi autori romani.
Le prestazioni del Flyer destavano maggiori aspettative, e Wright e il suo agente commerciale, Hart O. Berg, si accordarono con il governo italiano per l'acquisto di un aeroplano per 25.000 lire. La stessa somma sarebbe stata data come compenso a Wilbur in qualità di istruttore.
Wilbur Wright arrivò a Roma l'1 aprile del 1909, e nel giro di due settimane vennero installati, sul campo di Centocelle, il pilone e la rotaia per il lancio dell'aereo (che non vennero utilizzati spesso).
Wilbur non tenne un logbook della sua esperienza romana, ma in occasione di una mostra tenutasi nel 2009 dal titolo "Wright vola! Primi voli a Roma nell'eco della stampa (1908-1909) è stato pubblicato un elenco dei voli ricostruito dalla Library of Congress di Washington sulla base delle notizie di stampa e altri documenti.
Il primo volo fu il 15 aprile del 1909, durò 10 minuti e Wilbur raggiunse un'altezza di 30-40 metri, decollando dal campo di Centocelle.
I voli, 67 in tutto, furono tutti abbastanza brevi e avvennero alla presenza di personaggi del mondo istituzionale (compresi i regnanti di Casa Savoia) e militare. 40 voli furono dedicati all'addestramento di Mario Calderara, che nel settembre dello stesso anno fu il primo italiano a conseguire il brevetto di volo.
Il 24 aprile, alla presenza di Vittorio Emanuele III, l'aereo volò nuovamente, accogliendo a bordo un cameraman della Universal News per quelle che furono le prime immagini mai riprese da un aereo. Il risultato è quel video spettacolare di cui parlavo all'inizio, di importante valore storico non solo dal punto di vista aeronautico, ma anche come testimonianza di una Roma che non è più così
http://www.europafilmtreasures.eu/PY/322/see-the-film-wilbur_wright_and_his_flying_machine
Diversamente da quanto affermato nella documentazione da me rintracciata, il video non è stato girato a Centocelle. E' chiaramente visibile la Via Appia e la sezione di acquedotto che la costeggia, e nel finale è visibile la Torre del Fiscale, che si trova li ancora oggi.
Il decollo dell'aereo è avvenuto, invece, in un campo al lato della Via Appia, dove oggi si trova il circolo golfistico dell'Acqua Santa.
Ad oggi, lo sviluppo umano ha portato alla realizzazione di unità abitative e commerciali che hanno modificato l'aspetto di quella zona di campagna, pur mantenendo inalterati le testimonianze di un tempo che fu.
Info tratte da:
Wikipedia
http://calderara.com/
http://wright.calderara.com/index.html
http://www.iccd.beniculturali.it/in...mi-voli-a-roma-nelleco-della-stampa-1908-1909 (scaricate il pdf che è molto interessante)
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