L´INTERVISTA
L´addetto stampa ricostruisce l´equivoco al centro del caso
"Chiedo scusa a tutti è stata una leggerezza"
la spiegazione Mia moglie è un tipo molto apprensivo: non ci siamo intesi. Ma non ha sbagliato lei. E non è vero che avevamo litigato: c´è chi ricama
unA BAGGIANATA Nessuna minaccia di suicidio o di attentati, né un modo per esorcizzare la paura di volare: solo un gioco. Colpevole
gli agenti Quando li ho visti a bordo con il mitra mai più immaginavo fossero lì per me: hanno però gestito bene la situazione
NICCOLO ZANCAN
«Ho sbagliato, è stata una leggerezza, chiedo scusa a tutti».
Ci perdoni lei, signor Urciuolo: ma cosa diavolo intendeva dire con quel messaggio?
«Niente di che. Solo uno scherzo. Sarà pur capitato a tutti di scherzare con un sms o no? Era un gioco. Ecco: un semplice gioco con mia moglie, punto e basta. Uno scherzo di cui colpevolmente ho sottovalutato le conseguenze».
Forse il peggio, dal suo punto di vista, è che sua moglie non ha colto l´ironia. Insomma, non ha riso neanche un po´. Come se lo spiega?
«Forse con il fatto che è una donna molto apprensiva. Non lo so: certo non ci siamo intesi. Ma è altrettanto certo che ho sbagliato io, non lei».
Era una giocosa minaccia di suicidio? Era l´annuncio scherzoso di un attentato? Oppure, più semplicemente, era un modo per esorcizzare la paura di volare?
«Ci crede se le dico che non era niente di tutto questo? Solo un gioco, solo una leggerezza, ripeto: una leggerezza colpevole».
Ha spedito il messaggio quando era già a bordo dell´aereo per Torino?
«No, l´ho spedito prima dell´imbarco. Circostanza peraltro verificata dalla polizia».
Un sindacalista della Cgil ha raccontato di averla vista litigare con sua moglie prima della partenza. È andata così?
«Nella maniera più assoluta no. Si figuri: sono andato all´aeroporto di Napoli in tassì. Non c´è stato alcun litigio. E che su tutte le storie, come sempre, si ricama».
Può leggerci precisamente il testo del messaggio incriminato?
«Sinceramente l´ho appena cancellato. Rileggerlo mi innervosiva un po´. Diciamo che il succo era: "Se non mi senti fra un´ora e mezzo, guarda il telegiornale"».
Sicuro che non ci sia proprio nulla da capire? Magari un motivo personale che sfugge a chi non vi conosce?
«Sono certo. Non c´è nulla oltre alla mia leggerezza. Sono profondamente amareggiato di tutta l´apprensione e il clamore che ho suscitato».
Lei lavora in un ufficio stampa importante, dunque conosce i meccanismi delle notizie. Li ha sottovalutati?
«Sì, e vi chiedo per cortesia, se potete, di tenere fuori almeno il nome dell´azienda per cui lavoro. Perché non c´entra niente in questa storia, c´entro solo io».
Cosa ho pensato quando ha visto i blindati della polizia e gli agenti con il mitra salire sull´aereo?
«Mai più immaginavo che fossero lì per me».
Si è spaventato?
«No. Gli agenti sono stati estremamente professionali. Molto sereni, se mi passa il termine. Voglio dire: hanno gestito la situazione con grande professionalità, senza esasperare gli animi. Io ho spiegato, loro hanno capito, ed è finita qui».
Mica tanto. Lei è stato denunciato per procurato allarme: arrabbiato?
«E come potrei? In fondo, seppur involontariamente, sono stato io a provocare tutto questo pasticcio. Vedremo».
Signor Urciuolo, dica la verità, almeno con sua moglie un po´ si è risentito?
«Al contrario: le ho chiesto scusa. Lei ha dato l´allarme preoccupatissima, mentre io in volo leggevo il giornale tutto tranquillo. È andata così: ho mandato quel messaggio per gioco, e dopo un attimo me ne ero già completamente dimenticato».
(La Repubblica - Torino)
CIAO
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