Buongiorno,
stavo riguardando i documenti relativi a questo tragico evento. Facendo poi una ricerca su internet, ho trovato questo articolo risalente al 2005. Qualcuno sa come si e'conclusa la vicenda dal punto di vista giudiziario? Certo che è frustrante sapere che tante vite innocenti non ci sono più per colpa di azioni di questo genere da parte di chi dovrebbe garantire la sicurezza dell'aeromobile:
http://quotidianonet.ilsole24ore.com/2005/10/30/5390126-L-INCHIESTA.shtml
"BARI, 30 OTTOBRE 2005 - Stà prendendo sempre più consistenza l'ipotesi che il 'radiolatimetro' montato sull'Atr 42 della compagnia italiana Si Fly precipitato il 12 novembre 1999 sulla rotta Roma-Pristina, fosse ' taroccato'. Sull''aereo in volo per conto del Programma alimentare mondiale (Pam), si trovavano 24 persone a bor do, dodici delle quali italiane, che morirono tutte nello schianto vicino a Mitrovika, a circa 25 miglia dall'aeroporto di Pristina.
Sarebbe questa - si e' appreso a Bari - la conclusione della perizia disposta dalla procura della Repubblica sarda di Tempio Pausania che ha aperto un nuovo fascicolo d'inchiesta sulla sciagura. Gli accertamenti sono stati affidati dal pm inquirente, Renato Perinu, al comandante pilota Arturo Radini e all'ingegnere Vittorio Floridia.
Le indagini sulla sciagura sono state compiute dalla procura di Roma e proprio domattina, dinanzi al gup del Tribunale della capitale, si terra' l'udienza preliminare a carico delle quattro persone indagate per omicidio colposo: Robin Reid, all' epoca dei fatti amministratore delegato della societa' Balmoral, organizzatrice dei voli del Pam (organo della Fao) per il trasporto di aiuti umanitari in Kosovo, l' amministratore unico della Si Fly, Alberto Carrotta, il direttore operativo e il direttore tecnico Si Fly, Paolo Rizzi e Oscar Pio Carrozzo.
Il radioaltimetro dell'Atr 42 non e' stato mai recuperato, contrariamente ad altre parti dell'aereo. Nel corso degli accertamenti, pero', i periti avrebbero ritrovato in un hangar che era della Si Fly (compagnia dichiarata fallita nel 2001, con sede legale a Palermo e base tecnico-operativa ad Ancona, sorta sulle ceneri dell'Air Sicilia), intatto e ancora imballato, il radioaltimetro che dalla documentazione ufficiale risultava essere a bordo.
Per questa ragione prenderebbe piede l'ipotesi che quello montato s ull'Atr precipitato in Kosovo, o era 'taroccato' o comunque di provenienza sconosciuta, in quanto non ne esistono tracce documentali.
La perizia conterrebbe anche documentazione che proverebbe che la Si Fly fosse a conoscenza del malfunzionamento del radialtimetro almeno da tre mesi prima dell'incidente, e che nonostante cio' avesse continuato a far volare l'Atr 42 violando gli standard di sicurezza. I rilievi dei periti sul malfunzionamento del radioaltimetro riguarderebbero anche i rapporti tra la Si Fly e la casa costruttrice, e tra la compagnia palermitana e l'Enac.
I periti, infine, inviterebbero il magistrato inquirente a inviare il rapporto alla Bureau Enquetes Accidents (Bea), la commissione d'inchiesta francese, con l'auspicio che i nuovi elementi possano portare alla riapertura del caso."
stavo riguardando i documenti relativi a questo tragico evento. Facendo poi una ricerca su internet, ho trovato questo articolo risalente al 2005. Qualcuno sa come si e'conclusa la vicenda dal punto di vista giudiziario? Certo che è frustrante sapere che tante vite innocenti non ci sono più per colpa di azioni di questo genere da parte di chi dovrebbe garantire la sicurezza dell'aeromobile:
http://quotidianonet.ilsole24ore.com/2005/10/30/5390126-L-INCHIESTA.shtml
"BARI, 30 OTTOBRE 2005 - Stà prendendo sempre più consistenza l'ipotesi che il 'radiolatimetro' montato sull'Atr 42 della compagnia italiana Si Fly precipitato il 12 novembre 1999 sulla rotta Roma-Pristina, fosse ' taroccato'. Sull''aereo in volo per conto del Programma alimentare mondiale (Pam), si trovavano 24 persone a bor do, dodici delle quali italiane, che morirono tutte nello schianto vicino a Mitrovika, a circa 25 miglia dall'aeroporto di Pristina.
Sarebbe questa - si e' appreso a Bari - la conclusione della perizia disposta dalla procura della Repubblica sarda di Tempio Pausania che ha aperto un nuovo fascicolo d'inchiesta sulla sciagura. Gli accertamenti sono stati affidati dal pm inquirente, Renato Perinu, al comandante pilota Arturo Radini e all'ingegnere Vittorio Floridia.
Le indagini sulla sciagura sono state compiute dalla procura di Roma e proprio domattina, dinanzi al gup del Tribunale della capitale, si terra' l'udienza preliminare a carico delle quattro persone indagate per omicidio colposo: Robin Reid, all' epoca dei fatti amministratore delegato della societa' Balmoral, organizzatrice dei voli del Pam (organo della Fao) per il trasporto di aiuti umanitari in Kosovo, l' amministratore unico della Si Fly, Alberto Carrotta, il direttore operativo e il direttore tecnico Si Fly, Paolo Rizzi e Oscar Pio Carrozzo.
Il radioaltimetro dell'Atr 42 non e' stato mai recuperato, contrariamente ad altre parti dell'aereo. Nel corso degli accertamenti, pero', i periti avrebbero ritrovato in un hangar che era della Si Fly (compagnia dichiarata fallita nel 2001, con sede legale a Palermo e base tecnico-operativa ad Ancona, sorta sulle ceneri dell'Air Sicilia), intatto e ancora imballato, il radioaltimetro che dalla documentazione ufficiale risultava essere a bordo.
Per questa ragione prenderebbe piede l'ipotesi che quello montato s ull'Atr precipitato in Kosovo, o era 'taroccato' o comunque di provenienza sconosciuta, in quanto non ne esistono tracce documentali.
La perizia conterrebbe anche documentazione che proverebbe che la Si Fly fosse a conoscenza del malfunzionamento del radialtimetro almeno da tre mesi prima dell'incidente, e che nonostante cio' avesse continuato a far volare l'Atr 42 violando gli standard di sicurezza. I rilievi dei periti sul malfunzionamento del radioaltimetro riguarderebbero anche i rapporti tra la Si Fly e la casa costruttrice, e tra la compagnia palermitana e l'Enac.
I periti, infine, inviterebbero il magistrato inquirente a inviare il rapporto alla Bureau Enquetes Accidents (Bea), la commissione d'inchiesta francese, con l'auspicio che i nuovi elementi possano portare alla riapertura del caso."