puntualizzo... non ho nulla da ri-dire sui consulenti in senso lato, così come non ho nulla da ri-dire sulle società di consulenza! esistono ottimi e indispendabili consulenti così come esistono sul mercato ottime società di consulenza. nella vita di un'azienda può capitare di dover ricorrere ai consulenti: per ragionare sulle strategie, per rivedere i processi aziendali, per gestire fusioni/acquisizioni/vendite, per fare interventi sulla corporate, per gestire passaggi generazionali, per gestire start up, o più semplicemente e brutalmente per "far fare" ai consulenti quello che i vertici aziendali non possono (o forse non sanno) fare... a mio avviso (ed è quello che contesto su alitalia) tre elementi devono essere ben presenti in un rapporto di consulenza. la prima è che sul mercato esistono più società di consulenza ed ognuna sà fare una cosa e non un'altra! non esiste una società di consulenza in grado di fare tutto ma esistono società che eccellono in alcune practice e non in altre. bisogna saper scegliere, bisogna "annusare" il consulente giusto per i nostri obiettivi. la seconda cosa è che mai e poi mai bisogna delegare la gestione operativa, la gestione spiccia, quella di tutti i giorni, ai consulenti in particolar modo quando si ha a che fare con un'azienda che opera in un business operativamente complesso come quello del trasporto aereo! la terza ed ultima è che comunque l'ultima parola deve essere del capo azienda e non del consulente. al capo azienda non può sfuggire di mano la responsabilità ultima (e il coraggio) di fare delle scelte (fatte anche con la pancia, perchè alla fine i numeri non daranno mai una soluzione univoca. il consulente fornirà sempre delle alternative) assumendosene le responsabilità. il consulente deve permettergli di cambiare angolo di visione, di allargarlo, ma alla fine la scelta ultima deve essere del capo azienda che non deve neppure delegare tutto al consulente per sopperire ai suoi limiti! se al capo sfugge il controllo strategico con il consulente (facendosi infinocchiare su tutto) figuriamoci se non gli scappa di mano un'azienda complessa e di grandi dimensioni!
cimoli ha commesso una serie di errori. ha delegato tutto ad una società di consulenza che nel trasporto aereo (e nei trasporti in genere) ha collezionato una serie di fallimenti (swissair, gandalf, ferrovie). certo ognuna con caretteristiche/responsabilità diverse ma pur sempre fallimenti! cimoli ha delegato ad una società di consulenza che di-fronte a crisi aziendali usa sempre la stessa strategia: se sta male l'azienda devono star male tutti: i dipendenti (licenziamenti, pre pensionamenti, aumento di produttività), i fornitori (non si pagano) e deve star male anche il cliente (servizio ridotto all'osso e pagato caro). cimoli ha commesso l'errore di aver messo sotto tutela consulenziale tutti i manager i quali erano (e sono) prima di tutto attenti a risultar simpatici al consulente più che a quello che fanno e propongono. ho sentito frasi del tipo "io farei cosi ma al capo e al consulente piace cosà. quindi faccio cosà" roba da matti!!!!!!!!
potrei proseguire...
ps: se in alitalia arrivasse un esterno del business (nella gestione operativa) che non ne capisce nulla questo non potrà che commettere gli stessi errori. consulenti consulenti consulenti e delega piena a loro perchè la realtà di un vettore aereo è molto complessa!
UN MANAGER CHE NE SA MAI E POI MAI DELEGHEREBBE SOLO AI PILOTI LA SCELTA DELLA FLOTTA... purtroppo un 320 costa miliardi e non tutti sanno far di conto tra l'uso di un 320 e di un 737... ah prima bisogna capire che il 777 ha solo due motori e non quattro!!!!