Articolo da La Repubbluica di oggi:
"In ballo ci sono 184 milioni di euro. E potrebbero diventare anche di più, mano a mano che l'Unione Europea proseguirà nella sua indagine nei confronti di Sea, la società del comune di Milano che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa. Negli uffici del presidente Giuseppe Bonomi è arrivata ieri la documentazione in cui si chiede di rispondere alle accuse avanzate dalla Commissione Ue, secondo cui la controllata Sea Handling, la società che gestisce i servizi a terra nei due scali milanesi, avrebbe ricevuto a partire dal 2002 aiuti di stato ritenuti contrari alle direttive comunitarie. In termini meno burocratici, Sea è sotto accusa per aver coperto i buchi di bilancio della sua azienda di handling. La Ue avrebbe già valutato in 184 milioni gli aiuti irregolari relativamente al solo periodo 2002-2005. Per gli anni successivi ci sarà un'ulteriore indagine. Tutto ciò significa che la Sea dovrà mettere in conto il rischio di dover restituire tutti quei soldi?
Potrebbe accadere, ma non in tempi brevi. La notizia dell'apertura dell'indagine è del giugno scorso, quando la Ue ha comunicatoi termini dell'inchiesta e contro cui Sea si è già opposta. Ma ieri, con la notifica delle motivazioni con cui la Commissione Ue intende procedere contro la società milanese, è partito l'iter che costringerà Sea a presentare la sua documentazione "contraria". Dopodiché Bruxelles dovrà arrivare a una decisione definitiva e, nel caso, multare lo Stato italiano, il quale potrà poi rivalersi sulla Sea. Tenuto conto che la vicenda nasce da un esposto del 2006 di Assohandlers, l'associazione che riunisce la 17 società che si occupano di servizi negli aeroporti, è facile pensare che ci vorrà ancora del tempo per arrivare alla fine del procedimento. Ma perché l'aver ripianato per nove anni le perdite della controllata è ritenuto aiuto di Stato? I ricorrenti accusano l'accordo tra Sea, comune di Milanoe sindacati per la salvaguardia dell'occupazione di Sea Handling, ritenendolo una distorsione del mercato. In altre parole, senza quell'accordo la società non avrebbe potuto andare avanti. La Sea, invece, sostiene di non aver agito come un veicolo per il trasferimento di fondi dalle amministrazioni pubbliche, che invece hanno ricevuto negli anni «rilevanti dividendi». E che le «coperture di perdite di Sea handling sono giustificate da una logica di mercato per un recupero di produttività».
Partiti da una perdita di 50 milioni, Sea conta di arrivare in pareggio fra un paio d'anni. Ma intanto dovrà fronteggiare Bruxelles."
"In ballo ci sono 184 milioni di euro. E potrebbero diventare anche di più, mano a mano che l'Unione Europea proseguirà nella sua indagine nei confronti di Sea, la società del comune di Milano che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa. Negli uffici del presidente Giuseppe Bonomi è arrivata ieri la documentazione in cui si chiede di rispondere alle accuse avanzate dalla Commissione Ue, secondo cui la controllata Sea Handling, la società che gestisce i servizi a terra nei due scali milanesi, avrebbe ricevuto a partire dal 2002 aiuti di stato ritenuti contrari alle direttive comunitarie. In termini meno burocratici, Sea è sotto accusa per aver coperto i buchi di bilancio della sua azienda di handling. La Ue avrebbe già valutato in 184 milioni gli aiuti irregolari relativamente al solo periodo 2002-2005. Per gli anni successivi ci sarà un'ulteriore indagine. Tutto ciò significa che la Sea dovrà mettere in conto il rischio di dover restituire tutti quei soldi?
Potrebbe accadere, ma non in tempi brevi. La notizia dell'apertura dell'indagine è del giugno scorso, quando la Ue ha comunicatoi termini dell'inchiesta e contro cui Sea si è già opposta. Ma ieri, con la notifica delle motivazioni con cui la Commissione Ue intende procedere contro la società milanese, è partito l'iter che costringerà Sea a presentare la sua documentazione "contraria". Dopodiché Bruxelles dovrà arrivare a una decisione definitiva e, nel caso, multare lo Stato italiano, il quale potrà poi rivalersi sulla Sea. Tenuto conto che la vicenda nasce da un esposto del 2006 di Assohandlers, l'associazione che riunisce la 17 società che si occupano di servizi negli aeroporti, è facile pensare che ci vorrà ancora del tempo per arrivare alla fine del procedimento. Ma perché l'aver ripianato per nove anni le perdite della controllata è ritenuto aiuto di Stato? I ricorrenti accusano l'accordo tra Sea, comune di Milanoe sindacati per la salvaguardia dell'occupazione di Sea Handling, ritenendolo una distorsione del mercato. In altre parole, senza quell'accordo la società non avrebbe potuto andare avanti. La Sea, invece, sostiene di non aver agito come un veicolo per il trasferimento di fondi dalle amministrazioni pubbliche, che invece hanno ricevuto negli anni «rilevanti dividendi». E che le «coperture di perdite di Sea handling sono giustificate da una logica di mercato per un recupero di produttività».
Partiti da una perdita di 50 milioni, Sea conta di arrivare in pareggio fra un paio d'anni. Ma intanto dovrà fronteggiare Bruxelles."