Da La Stampa di oggi (08-X-06).
Dopo lo sciopero dei giornalisti ecco l'articolo de La Stampa.
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NAPOLI CAPODICHINO I TECNICI SCOPRONO GLI MD-80 MANOMESSI IN UN HANGAR
Due sabotaggi
contro l’Alitalia
Giallo in aeroporto
Sicurezza, è polemica tra azienda e sindacati
8/10/2006
Fulvio Milone
NAPOLI. Passi un guasto, ma due nell'arco di ventiquattr'ore autorizzano gli investigatori a pronunciare una parola, sabotaggio, tanto più sinistra in quanto si riferisce a due aerei e a una società, l'Alitalia, sull'orlo della bancarotta e impegnata in una difficile battaglia per la sopravvivenza.
Il mistero avvolge quanto è realmente accaduto il 2 e 3 ottobre nell'hangar dell'Atitech, società che fa capo alla compagnia di bandiera italiana e si occupa della manutenzione degli apparecchi. Lunedì scorso, il primo incidente. I tecnici al lavoro nel capannone dell'aeroporto di Capodichino hanno rilevato un'anomalia segnalata sul quadro comandi di un MD-80, un'interruzione di linea con un apparato situato nella parte posteriore dell'aereo.
Grande è stata la meraviglia degli addetti al controllo quando hanno scoperto che un cavo di collegamento sembrava tranciato di netto, come se qualcuno l'avesse tagliato. Un incidente apparentemente di poco conto, forse frutto di un errore o di una svista, sul quale i responsabili dell'Atitech hanno comunque inviato una relazione ai vertici dell'Alitalia e alle altre autorità competenti. Il giorno successivo, martedì, secondo incidente. I tecnici questa volta hanno notato una vistosa manomissione della guarnizione del portellone anteriore destro di un altro MD-80: come se qualcuno l'avesse squarciata. Due anomalie tanto evidenti hanno ovviamente insospettito i responsabili dell'hangar, che hanno di nuovo informato l'azienda.
All'amministratore delegato dell'Atitech, Ernesto Sant'Elia, non è rimasto che denunciare tutto ai carabinieri di Fiumicino. E' stata avviata così un'indagine estremamente delicata in cui si ipotizza il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti. E sorge così il sospetto che qualcuno abbia messo le mani negli apparecchi, se non per provocare un disastro, per compiere un atto dimostrativo.
L'Alitalia conferma che «gli atti di sabotaggio non hanno mai messo in discussione l'eventuale sicurezza in volo dal momento che sono avvenuti in hangar durante le fasi di manutenzione, ma hanno provocato un grave danno economico che si ripercuote indistintamente su tutti i lavoratori». A che cosa mira il misterioso sabotatore? A questa domanda si può rispondere solo con ipotesi, e queste ipotesi possono non essere messe in collegamento con i giorni difficili che sta vivendo la compagnia di bandiera.
C'è chi ricorda che i «guasti» nell'hangar di Capodichino si sono verificati pochi giorni prima dell'incontro fra sindacati e governo previsto per martedì prossimo per discutere sul futuro dell'Alitalia; un vertice che si preannuncia carico di tensione, e che sarà ulteriormente «avvelenato» da quei due misteriosi episodi. E che i nervi siano scoperti lo si capisce dal tenore dei commenti dei sindacati su quanto è accaduto nell'aeroporto napoletano. E' indignato il segretario nazionale della Fit Cisl, il quale non esclude che ci si trovi «davanti a un tentativo di giustificazione dell'azienda per coprire la cattiva gestione della produzione e della manutenzione» degli apparecchi.
«A questo punto c'è da pensarle tutte - prosegue Genovesi -. Si sappia che a settembre ci sono state avarie serissime sia a Fiumicino, sia in alcuni scali europei. Il governo non può rinviare decisioni su livelli e qualità della manutenzione e del servizio». Il presidente dell'Anpac, Fabio Berti, dice che quanto è accaduto a Capodichino è gravissimo: «In campo aeronautico ogni minima manomissione può portare a una tragedia. Occorre attivare una procedura di supervisione immediata per la verifica della sicurezza e dell'accesso nelle zone di lavoro».
(da
www.lastampa.it)