Divieti in aereo? Un placebo
di Sara Ficocelli
Inchiesta Usa rivela che certe restrizioni di bordo hanno a che fare più con i meccanismi di rassicurazione psicologica che con la sicurezza. Le multe, però, sono tutt'altro che virtuali
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L'aeronausifobia, o paura di volare, colpisce in media una persona su due. Non c'è quindi da stupirsi se, quando i passeggeri salgono sull'aereo, fanno esattamente tutto quello che hostess e comandante ordinano loro, convinti che stare seduti in una certa posizione o spegnere il cellulare riduca il rischio di incidenti. Ma non tutte le regole che vigono a bordo sono legate a una maggiore sicurezza: alcune, secondo un'inchiesta del Weekly Standard sul regolamento di bordo dei voli americani, sono proprio inutili.
Una delle più bizzarre è il divieto di tenere il sedile reclinato di 15 gradi: l'articolo 121.311 del regolamento della Federal Aviation Administration (FAA) (lungo ben 1.382 parole, più del doppio della Costituzione americana) obbliga i viaggiatori a tenere lo schienale in posizione perpendicolare subito dopo il decollo e nei 20 minuti che precedono l'atterraggio. Salire a bordo ubriachi non è reato, neppure se si hanno con sé dei figli piccoli, ma star seduti con il sedile abbassato sì. Il regolamento FAA prescrive, per i voli Usa, tutta una serie di regole come queste, che gli esperti definiscono di "rassicurazione psicologica".
Su questi voli non è, ad esempio, possibile tenere acceso il cellulare, cosa che invece si può fare sotto la giurisdizione inglese. Chi non tiene la cintura allacciata o ha una borsa fra i piedi nei momenti di emergenza, segnalati dalla famosa "lucina rossa", rischia una multa di 1100 dollari, pari a circa 800 euro. L'amministrazione dell'ente statunitense ha spiegato che in questo modo, in caso di incidente, muoversi e passare tra i sedili diventa più facile e che uno o due centimetri di spostamento possono creare problemi.
La regola è tuttavia ingiustificata in prima classe, dove tra un sedile e l'altro c'è molto spazio. Peter Friedman, consulente di sicurezza aerea, spiega che in molti casi si tratta di disposizioni imposte per rassicurare e gratificare i clienti che, avendo paura di volare, esigono che ci si preoccupi morbosamente della loro incolumità. Pur di sentire che il personale di bordo è attento e vigile, i passeggeri sono disposti a viaggiare in posizione scomoda, magari anche trattenendo la pipì e tenendo pc e cellulare spenti. "Non solo: gli aerei - spiega l'esperto - devono anche dimostrare che, in teoria, sono in grado di far scendere a terra tutti in 90 secondi. Le regole imposte sono state scritte dopo aver svolto test e verificato qual è il modo più rapido per evacuare un aereo". E' certamente più facile far scendere da un volo 300 persone se nessuna di loro è distratta da gadget e telefonini e i corridoi sono sgombri.
Ma siamo sicuri che, in caso di un guasto al motore, dieci secondi di rapidità facciano la differenza? I dati raccolti dalla National Transportation Safety Board americana indicano che, negli ultimi cinque anni, su 95 milioni di voli solo 9 hanno avuto problemi. Un bel record a livello di sicurezza. Ma, nonostante sia più facile venire colpiti da un fulmine durante un temporale che avere un incidente aereo, il regolamento sulla sicurezza a bordo resta inflessibile e, redatto per la prima volta nel 1971, è stato aggiornato solo 30 anni dopo e poi più toccato. C'è davvero ancora bisogno di allacciare la cintura di sicurezza, si chiedono gli esperti Usa?
La paura di volare è comunque una delle fobie più diffuse anche in Italia e, secondo i dati raccolti dallo psicologo Luca Evangelisti, ex responsabile del corso Alitalia "Voglia di Volare" per superare la paura dell'aereo e autore del bestseller "Mai più paura di volare" (Kowalski editore, 224 pag.), oltre il 50% degli italiani vive il volo con uno stato d'animo che va dal semplice sentimento di disagio al vero e proprio terrore. Allacciare le cinture di sicurezza, insomma, è utile: non tanto a salvarci la vita, quanto a sentirci più tranquilli.
di Sara Ficocelli
Inchiesta Usa rivela che certe restrizioni di bordo hanno a che fare più con i meccanismi di rassicurazione psicologica che con la sicurezza. Le multe, però, sono tutt'altro che virtuali
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L'aeronausifobia, o paura di volare, colpisce in media una persona su due. Non c'è quindi da stupirsi se, quando i passeggeri salgono sull'aereo, fanno esattamente tutto quello che hostess e comandante ordinano loro, convinti che stare seduti in una certa posizione o spegnere il cellulare riduca il rischio di incidenti. Ma non tutte le regole che vigono a bordo sono legate a una maggiore sicurezza: alcune, secondo un'inchiesta del Weekly Standard sul regolamento di bordo dei voli americani, sono proprio inutili.
Una delle più bizzarre è il divieto di tenere il sedile reclinato di 15 gradi: l'articolo 121.311 del regolamento della Federal Aviation Administration (FAA) (lungo ben 1.382 parole, più del doppio della Costituzione americana) obbliga i viaggiatori a tenere lo schienale in posizione perpendicolare subito dopo il decollo e nei 20 minuti che precedono l'atterraggio. Salire a bordo ubriachi non è reato, neppure se si hanno con sé dei figli piccoli, ma star seduti con il sedile abbassato sì. Il regolamento FAA prescrive, per i voli Usa, tutta una serie di regole come queste, che gli esperti definiscono di "rassicurazione psicologica".
Su questi voli non è, ad esempio, possibile tenere acceso il cellulare, cosa che invece si può fare sotto la giurisdizione inglese. Chi non tiene la cintura allacciata o ha una borsa fra i piedi nei momenti di emergenza, segnalati dalla famosa "lucina rossa", rischia una multa di 1100 dollari, pari a circa 800 euro. L'amministrazione dell'ente statunitense ha spiegato che in questo modo, in caso di incidente, muoversi e passare tra i sedili diventa più facile e che uno o due centimetri di spostamento possono creare problemi.
La regola è tuttavia ingiustificata in prima classe, dove tra un sedile e l'altro c'è molto spazio. Peter Friedman, consulente di sicurezza aerea, spiega che in molti casi si tratta di disposizioni imposte per rassicurare e gratificare i clienti che, avendo paura di volare, esigono che ci si preoccupi morbosamente della loro incolumità. Pur di sentire che il personale di bordo è attento e vigile, i passeggeri sono disposti a viaggiare in posizione scomoda, magari anche trattenendo la pipì e tenendo pc e cellulare spenti. "Non solo: gli aerei - spiega l'esperto - devono anche dimostrare che, in teoria, sono in grado di far scendere a terra tutti in 90 secondi. Le regole imposte sono state scritte dopo aver svolto test e verificato qual è il modo più rapido per evacuare un aereo". E' certamente più facile far scendere da un volo 300 persone se nessuna di loro è distratta da gadget e telefonini e i corridoi sono sgombri.
Ma siamo sicuri che, in caso di un guasto al motore, dieci secondi di rapidità facciano la differenza? I dati raccolti dalla National Transportation Safety Board americana indicano che, negli ultimi cinque anni, su 95 milioni di voli solo 9 hanno avuto problemi. Un bel record a livello di sicurezza. Ma, nonostante sia più facile venire colpiti da un fulmine durante un temporale che avere un incidente aereo, il regolamento sulla sicurezza a bordo resta inflessibile e, redatto per la prima volta nel 1971, è stato aggiornato solo 30 anni dopo e poi più toccato. C'è davvero ancora bisogno di allacciare la cintura di sicurezza, si chiedono gli esperti Usa?
La paura di volare è comunque una delle fobie più diffuse anche in Italia e, secondo i dati raccolti dallo psicologo Luca Evangelisti, ex responsabile del corso Alitalia "Voglia di Volare" per superare la paura dell'aereo e autore del bestseller "Mai più paura di volare" (Kowalski editore, 224 pag.), oltre il 50% degli italiani vive il volo con uno stato d'animo che va dal semplice sentimento di disagio al vero e proprio terrore. Allacciare le cinture di sicurezza, insomma, è utile: non tanto a salvarci la vita, quanto a sentirci più tranquilli.