Coltello in aereo, inchiesta sui controlli
Enac: una verifica negli aeroporti. Alitalia si difende: non è colpa nostra
A ottobre gli ispettori avevano segnalato problemi a Fiumicino
PAOLO G. BRERA
ROMA - Sarà un´inchiesta dell´Enac a chiarire le responsabilità sulla facilità sconcertante con cui il giornalista di Repubblica ha eluso i controlli degli aeroporti di Fiumicino e Linate, portando con sé un affilatissimo coltello di ceramica in un volo Alitalia Roma-Milano di andata e ritorno. Il caso ha spinto l´Enac a chiedere «una relazione dettagliata alle direzioni aeroportuali di Fiumicino e Linate per una verifica sulla dinamica dell´episodio». «Per noi - spiega il direttore dell´Enac, Silvano Manera - si è trattato di un´utile provocazione: per creare danni seri occorre un´organizzazione militare, tuttavia l´inchiesta integra i controlli ispettivi che facciamo più volte l´anno in tutti gli aeroporti. A Fiumicino eravamo stati a ottobre, e avevamo sollevato rilievi sul fronte della sicurezza».
La severità delle nuove norme di sicurezza sul bagaglio a mano scattate da novembre - che provocano il sequestro di mini temperini svizzeri e lucidalabbra, bottiglie di profumo e schiuma da barba - e l´inefficacia dei controlli che non riescono a impedire l´accesso a un coltello micidiale, sarà al centro dell´imminente riunione del Comitato interministeriale per la sicurezza aeroportuale. Nel frattempo Adr e Sea evitano qualsiasi commento, e Polaria spiega che i controlli a Linate rimarranno «scrupolosi e con livello di attenzione alta, come normalmente avviene tutti i giorni», sottolineando come i coltelli di ceramica non possano essere individuati dai metal detector.
Ma la dimostrazione di inefficacia dei controlli crea imbarazzo e polemiche: «Ad Alitalia non sono imputabili inadempienze - dice l´ex compagnia di bandiera - ma sarebbe anche essa vittima di una situazione in cui la sicurezza potrebbe essere messa a repentaglio da un malintenzionato». Tra i passeggeri lo sconcerto è palpabile: «Viaggio spesso - dice Maria Laura Schirru - e non controllano nemmeno l´identità: al check-in si limitano a un´occhiata distratta al documento chiuso». «A Linate - aggiunge Rossella - mio figlio di dieci anni è passato senza documenti». I pochi che sono stati perquisiti, come Rossano, raccontano di un «gesto superficiale: mi hanno solo sfiorato i fianchi». E a Fiumicino si apre un altro caso: «Dal 6 febbraio saranno attive le strisce blu per la sosta davanti ai terminal - dice Giuseppe De Niro del Sap, il sindacato di polizia - dove era consentita solo la fermata breve. È una decisione sbagliata e pericolosa, potrebbero sostare a lungo auto con esplosivi. E lì vicino c´è la torre di controllo».
Dopo il reportage, le testimonianze dei lettori
"Anche noi in viaggio con lame nella borsa"
ROMA - Numerose i messaggi di posta elettronica dei lettori dopo l´inchiesta sulla sicurezza dei voli. Eccone alcune.
«Solo dopo aver letto l´articolo di Massimo Lugli ho realizzato di aver volato recentemente tra Linate e Fiumicino per ben 4 volte con un coltellino multiuso (lama circa 6 centimetri) nel mio marsupio. i voli sono stati i seguenti: AZ 2017 del 16 gennaio 2007, AZ 2092 del 16 gennaio 2007, AZ 2015 del 25 gennaio 2007, AZ 2092 del 26 gennaio 2007. Durante i controlli effettuati il 25 gennaio, sono stato costretto ad aprire la borsa e a lasciare all´addetto un´innocua bottiglietta di acqua minerale. Alberto Bruschi, Sant´Alessio con Vialone (PV)».
«Partendo a giugno dalla Tanzania, ho passato per tre varchi di sicurezza a Dar es Salam e due ad Addis Abeba, uno a Fiumicino arrivando da destinazione a rischio. Sono ripartito a luglio per l´Indonesia, passando per Dubai e Singapore e poi sono uscito da Java per andare a Bali e in albergo, cercando dentro ad un marsupio, ho scoperto in una tasca nascosta, un coltello pieghevole, di cui mi ero dimenticato con lama da 12 centimetri. Sicurezza? Giancarlo Stopponi Wfp Area Coordinator for East Java, Ntb and Yogyakarta Novotel Room 165 - Surabaya - Indonesia».
«Per lavoro viaggio tutte le settimane, e ben quattro volte, due a Catania e due a Linate, mi è capitato di viaggiare con un coltellino svizzero nel marsupio o nello zainetto. Non ho avuto bisogno di infilarlo nelle mutande: tutte e quattro le volte il coltellino è passato sotto la macchina radiografica. Una volta mi hanno chiesto di fargli vedere... un libro! Sono pienamente d´accordo con lei che la nostra sicurezza si preoccupa dei fluidi, ma le armi passano inosservate. Franceso».
«Ecco la mia esperienza: il 30 dicembre parto da Vilnius direzione Bologna, con scalo a Francoforte. Sia a Vilnius che a Francoforte passo attraverso metal detector e raggi X con lo zainetto. Mi hanno fatto togliere scarpe, cintura, si sono assicurati che dentifricio e affini fossero in quel dannato sacchetto (che non serve a niente), mi hanno aperto il portafoglio.... ebbene, arrivato a casa e aperto lo zaino ho trovato un coltello di otto dita di lama».
Vito Riggio, presidente Enac: anche in volo qualcosa non ha funzionato, gli assistenti sono addestrati per questi rischi
"Provvedimenti per chi ha sbagliato e presto verifiche ancora più rigide"
le ispezioni Abbiamo affidato a una società israeliana l´incarico di ispezioni periodiche e severe nei nostri scali
le perquisizioni Impensabile perquisire tutti i passeggeri, di certo, i controlli devono essere fatti a campione
MASSIMO LUGLI
ROMA - «Sa qual è il pericolo? Quello di concentrarci troppo sulle nuove minacce, come gli esplosivi liquidi e di perdere di vista quelle tradizionali tipo il coltello a bordo, come ha dimostrato l´articolo...». Vito Riggio, presidente dell´Ente nazionale aviazione civile, da cui dipendono tutte le misure di sicurezza degli scali italiani non usa mezzi termini. L´inchiesta di Repubblica ha toccato un nervo scoperto.
Chi controlla i controllori negli aeroporti?
«Abbiamo affidato l´incarico a una società israeliana che esegue ispezioni periodiche e molto severe. Spesso sono stati presi provvedimenti disciplinari come, probabilmente, accadrà adesso».
La procedura non è inadeguata?
«Le procedure sono determinate da una commissione europea e sono le stesse dappertutto. Di certo, i controlli devono essere fatti a campione perché perquisire tutti i passeggeri di Fiumicino (da 85 mila a 110 mila al giorno) è impensabile. Anche sugli aerei qualcosa non ha funzionato: lei ha mostrato il coltello e gli assistenti di volo dovrebbero essere addestrati a riconoscere le situazioni a rischio e a reagire».
E gli sceriffi dell´aria?
«Non esistono, in Italia. Non ancora, almeno».
Quindi i voli italiani sono ad alto rischio?
«No, questo proprio non si può dire, siamo a uno standard di nessun problema su 4 milioni di voli. Non dimentichiamo che la sicurezza si articola su tre livelli».
Quali?
«La prima, fondamentale è l´intelligence. La seconda i controlli ai varchi e la terza la cabina blindata. Se lei fosse stato un terrorista avrebbe potuto prendere in ostaggio tutti i passeggeri ma il pilota non le avrebbe mai aperto né cambiato rotta».
I controlli su liquidi e dentifricio sono solo una perdita di tempo?
«Noi italiani eravamo contrari anche perché si rischia una flessione nel commercio del vino... Ricordo di un passeggero che si è scolato un´intera bottiglia di Brunello di Montalcino per non farsela sequestrare. Ma è una procedura ormai approvata e ci siamo dovuti adeguare. Da metà febbraio, comunque, gli standard dei controlli saranno ulteriormente innalzati».
Come?
«Con l´istituzione del quarto uomo che si affiancherà ai tre addetti a ciascun varco e che parteciperà attivamente ai controlli a campione. Questo comporta dei costi e abbiamo pensato di ridurli affiancando i varchi, in modo che un operatore possa sorvegliarne due contemporaneamente. Poi ci sarà una sorta di campana per rilevare esplosivi nei bagagli sospetti. Ma bisogna lavorare anche sull´orario dei voli che non possono partire tutti assieme».
E i bagagli nella stiva?
«Le sniffing machines, che "fiutano" l´esplosivo, dove ci sono, danno ottimi risultati. E non dimentichiamo i cani antidroga. La sicurezza è fatta di molte componenti diverse che non vanno trascurate anche se bisogna fare i conti con la malizia e la furbizia di chi studia sempre nuove mosse e nuove strategie».
Allora le perquisizioni dei passeggeri non sono importanti?
«Al contrario: il body check è un´arma fondamentale visto che, come ha dimostrato lei, molte armi bianche possono sfuggire ai rilevatori di metalli. E le perquisizioni vanno effettuate in modo accurato. Questo, nel suo caso, non è avvenuto e bisognerà capire per quale motivo».
Gli aerei, oggi, sono più sicuri che dopo l´11 settembre?
«Non ci sono paragoni, mi creda. Anche se noi, come i generali, combattiamo le nuove guerre solo con l´esperienza di quelle passate».
(La Repubblica)
CIAO
_goa