Questa è l’ultima estate per i voli low cost?


ALE-346

Utente Registrato
15 Marzo 2008
848
0
0
FLR - CAG
Da un articolo del Giornale



Milano - Addio ai weekend di shopping mordi e fuggi a Londra o Parigi. Addio al bagaglio pesante, le signore si rassegnino. Addio anche a quei viaggi a Manchester, «che tanto costa poco, perché non andare?». «È l’inizio di una nuova era», dice al Giornale Anthony Concil, direttore comunicazione della Iata (International Air Transport Association), il massimo organismo internazionale per il trasporto aereo. Perché dopo dieci anni di low-cost, dopo l’epoca dei voli «economy» (qualcuno persino meno costoso del tragitto città-aeroporto), il caro-petrolio ha provocato una bufera. «Le compagnie aeree sono in una situazione peggiore del dopo 11 settembre», riferiscono gli analisti. «Quest’anno c’è già stata una perdita di due miliardi e centomila dollari e se il carburante si aggirerà ancora intorno ai 135 dollari al barile l’anno prossimo si prevedono perdite di oltre sei miliardi», spiega ancora Concil.

Una batosta per l’industria del turismo internazionale, un cambio di rotta che segna quasi una contro-rivoluzione. Perché l’aereo è diventato in questi dieci anni un mezzo di trasporto di massa, tanto comune quanto conveniente. Mai come finora i viaggiatori, che sia per turismo o per lavoro, hanno avuto tanta varietà di scelta e tariffe così convenienti. A un prezzo, sì, ma quello del proprio sacrificio: disposti ad atterrare nei pressi di fatiscenti capannoni chiamati aeroporto (vedi Parigi Beauvais), di svegliarsi alle 4 del mattino pur di raggiungere Dublino, di spendere l’altra metà del biglietto per arrivare davvero nel centro delle città di destinazione, di sopportare atterraggi degni dei peggiori incubi, pur di viaggiare rigorosamente low-cost.

Ma ora si cambia musica. Questa potrebbe essere l’ultima estate a cifre abbordabili. Secondo un’elaborazione dell’Osservatorio di Volagratis per il Sole-24 ore, il prezzo dei biglietti è cresciuto nel mese di maggio del 14 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Alcune tratte hanno subìto rincari persino peggiori. È il caso dei voli Milano-Roma (la rotta italiana più trafficata) diventati negli ultimi anni una buona alternativa ai disagi delle ferrovie, e che hanno registrato un aumento del cinquanta per cento.

Compagnie aeree in crisi, dunque, ma soprattutto passeggeri danneggiati. «Ogni compagnia si regolerà come può per fronteggiare la crisi - ci spiegano dalla Iata -. Ma è chiaro che le low-cost, il cui prezzo del biglietto copre fondamentalmente il costo del carburante, saranno quelle che chiederanno di più ai passeggeri». «I bagagli sono lo strumento con cui potranno rifarsi più facilmente», dice Concil. In pratica chi non viaggia con valigia superleggera, da poter portare a bordo (in genere si tratta di vacanzieri e non di frequent flyer in movimento per lavoro) pagherà sempre di più il trasporto del bagaglio, in maniera proporzionale rispetto al peso. Easyjet, la seconda low-cost più grande d’Europa, ha fatto sapere qualche giorno fa che tre chilogrammi di troppo costeranno circa quindici sterline, oltre una ventina di euro. Poi ci sono le bevande: Ryanair, regina delle low-cost, nel 2006 faceva pagare 4,80 sterline per un gin tonic. Qualche settimana fa per lo stesso drink si è già arrivati a quota 6,10, che vuol dire un aumento del 25 per cento in diciotto mesi.


Proprio Ryanair e il suo eccentrico amministratore delegato, Michael O’Leary, insistono nel sostenere che le low-cost potrebbero essere le compagnie a cavarsela meglio nella crisi «perché i clienti cercheranno di risparmiare più che possono». Di fatto, però, anche la più rinomata delle compagnie economiche ha chiuso il semestre con utili bassi. «Come organismo regolatore - riferisce il portavoce della Iata - da dicembre a oggi abbiamo dovuto sospendere ventiquattro compagnie aeree dal nostro piano finanziario». In genere il provvedimento riguardava sei, al massimo sette compagnie ogni anno.

La scelta dei consumatori, insomma, si ridurrà. Proprio Ryanair potrebbe lasciare a terra una ventina di vettori il prossimo inverno, più di un decimo della propria flotta (l’inverno passato si è arrivati a quota sette).
 
Ma infatti dice "se il carburante si aggirerà ancora intorno ai 135 dollari al barile l’anno prossimo si prevedono perdite di oltre sei miliardi"... usa il se Abeno
 
Verissimo...
ad esempio negli Usa han chiuso almeno 10 compagnie, le altre tagliano i voli...
Southwest no e continua a fare soldi.

Certo la IATA è libera di sognare.

Southwest è l'unica che ha in portafoglio futures per acquisire carburante in quantità esagerata, ne avrebbe addirittura da vendere.
Non èp che sono stati più furbi degli altri, ma se sei una lowcost, acquisire diritti quando i futures sono bassi fa parte del modello di business, mentre se sei una major molto meno.
 
Southwest è l'unica che ha in portafoglio futures per acquisire carburante in quantità esagerata, ne avrebbe addirittura da vendere.
Non èp che sono stati più furbi degli altri, ma se sei una lowcost, acquisire diritti quando i futures sono bassi fa parte del modello di business, mentre se sei una major molto meno.

se non sbaglio anche Jet2 ne ha accumulati un bel po', l'hanno dichiarato rispondendo a MOL che ne prevedeva la morte causa petrolio
 
Southwest è l'unica che ha in portafoglio futures per acquisire carburante in quantità esagerata, ne avrebbe addirittura da vendere.
Non èp che sono stati più furbi degli altri, ma se sei una lowcost, acquisire diritti quando i futures sono bassi fa parte del modello di business, mentre se sei una major molto meno.

Pelush,

puoi spiegarmi gentilmente come funzionano i futures ?
sicuramente è qualcosa di differente rispetto all'hedging so che con i futures o derivati si stabilisce un pricing e tu "scommetti" se il prezzo scende o sale (call and out se non sbaglio), ma non è qualcosa di certo forse Southwest ha degli analisti molto bravi

grazie per la risposta
 
Southwest è l'unica che ha in portafoglio futures per acquisire carburante in quantità esagerata, ne avrebbe addirittura da vendere.
Non èp che sono stati più furbi degli altri, ma se sei una lowcost, acquisire diritti quando i futures sono bassi fa parte del modello di business, mentre se sei una major molto meno.

i futures come tutti i derivati , scadono.
al rinnovo il prezzo lo fa il sottostante, cioe' i 140 usd/bbl di oggi.
Quindi puoi averne a tonnellate ma quando scadono li "rolli" ai nuovi prezzi che non son certo i 24 usd/bbl di 3-4 anni fa...
L'hedging sui futures lo fa molto bene Lufthansa da anni con un bell'ufficione dedicato, e non mi pare sia un LCC.
Se leggi le N.i. del bilancio vedrai che numeri.
Il modello di business non c'entra un cazzo.
@aviationforever:
Il contratto future è un contratto uniforme a termine su strumenti finanziari o commodities con il quale le parti si obbligano a scambiarsi alla scadenza un certo quantitativo di determinate attività finanziarie o commodities ad un prezzo stabilito; ovvero, nel caso di future sul crude oil a liquidarsi una somma di danaro pari alla differenza fra il valore dell'indice di riferimento (brent o WTI) alla stipula del contatto ed il valore dello stesso indice nel giorno di scadenza.

I disastri del crude oil a 140 usd/bbl si vedono gia' ora con ritardi e cancellazioni(i costi ops sono lievitati alla follia , mandare in volo un'aereo mezzo vuoto significa perdere molti soldi)
La vera botta si vedra' quest'autunno quando molte compagnie, anche qui da noi chiuderanno o saranno costrette a ridimensionare la flotta ed il personale.
Quanto durera', nessuno puo' saperlo....
Ciao
MF
 
Ultima modifica:
Ragazzi, alcuni economisti hanno previsto la benzina a 4 euro al litro entro i prossimi 4 anni. Vedete voi....i cinesi non scendono di numero...:)
 
Il problema principale e' che non siamo ai primi anni della benzina, mi spiego meglio..Ormai son da anni che alcune societa' sperimentano nuovi carburanti senza derivati del petrolio. Questa "Crisi" sviluppata da alcuni speculatori (perche' di questo si tratta), non puo' durare in eterno, perche' le societa' a questo punto puntano molti ma molti soldi nella ricerca di questi nuovi carburanti. Nel giro di due anni il petrolio puo' anche salire sui 200 dollari, ma allo stesso tempo puo' anche arrivare un nuovo biocarburante sostituto del greggio. E questa e' un arma a triplo taglio per i produttori e speculatori, quindi a mio avviso la bolla speculativa puo' al massimo durare per un altro anno, poi dovra' calare per forza....anche perche' non si possono avere ricavi se scompaiono i potenziali clienti.
 
i cinesi c'entrano molto poco!
In linea di massima ne sono convinto anche io.
Ultimamente per qualunque cosa si sta dando la colpa ai cinesi:
manca il riso = i cinesi crescono (??)
manca il petrolio = i cinesi sono assetati di carburanti e materie energetiche
rubano il rame dalle linee ferroviarie = i cinesi stanno facendo incetta di rame

Poi, per via della loro struttura politica e di una sorta di "menefreghismo mediatico" e cultura non rispondono o non argomentano a questa sequenza di addebiti...

Insomma, facile dire che è colpa loro.
 
Tanto per capirsi i cinesi in 10 anni sono passati dal 5 % del fabbisogno mondiale di petrolio all8,6%, mentre nel consumo di pesce sono passati dal7-8 % ad oltre il 33% !!!
Con le debite proporzioni il salmone dovrebbe essere almeno a 15000 euro al kilo....
...quindi come vedete c'e' piu' che qualcosa di strano e Cina ed India sono solo un pretesto per coprire qualcos'altro....
 
Ultima modifica:
Esiste la possibilità che la bolla speculativa scoppi e il petrolio torni attorno ai 40-50 € il barile.