Piloti divisi sul piano Toto per Alitalia
ANPAC gelida, Unione Piloti tiepida. Si possono riassumere così le reazioni dei due maggiori sindacati dei piloti sul piano per Alitalia presentato ieri a Roma da Carlo Toto a nome di AP Holding mentre il presidente di Air France-KLM Jean-Cyril Spinetta incontrava il governatore lombardo Roberto Formigoni. AP Holding ha diffuso in serata una nota che ribadisce, senza troppi dettagli aggiuntivi, quanto annunciato una settimana fa ma con 222 aerei in flotta: sette in più dei 215 precedenti, ma con la componente a lungo raggio ferma a quota 40. Maggiori dettagli da parte sindacale.
La nuova Alitalia resterebbe un vettore "full service)", cioè a tariffe piene, capogruppo di una galassia formata da Air One (del quale non viene spiegata la differenziazione dalla capogruppo), Alitalia Express e Cityliner (entrambe regionali), Alitalia Cargo, la low cost Volareweb e persino Air Europe per il charter.
Una flotta stabile
A fine piano, la flotta conterebbe 43 aerei regionali (con una crescita di un solo aereo rispetto ad oggi, ma sostituendo gli ATR 72 con degli Airbus), di 134 aerei a corridoio singolo (29 in meno di oggi, ma con la sostituzione degli MD80 con gli A320 opzionati a suo tempo da Toto) e di cinque cargo (gli MD11 già in servizio). Il lungo raggio, vera nota dolente di Alitalia, dovrebbe salire a 40 aerei, tutti bireattori a doppio corridoio, con un’insalata di tipi tra A330 (quattro l’anno fino al 2012, per un totale di 16), Boeing 777 (gli attuali dieci) e 767 (ridotti a 4-5). Toto avrebbe parlato anche dell’arrivo degli A350, che in effetti rappresentano il passo logico successivo all’A330 ma dei quali il costruttore non prevede oggi il primo volo prima del 2013. Boutade o fraintendimento?
Per quanto riguarda la flotta - osserva Dedalonews - la frammentazione dei tipi diminuirebbe quindi solo parzialmente, con il taglio della linea MD80 ma l’aggiunta di quella A330. Il lungo raggio passerebbe da due a tre linee, più una quarta per il cargo. Inoltre, poiché le compagnie della futura "grande Alitalia" contano oggi oltre 230 macchine, il piano non prevede una crescita in termini assoluti ma solo un ribalanciamento interno.
Gli organici
AP Holding prevede di ridurre l’organico di 3.700 persone, delle quali mille nella parte "non core". Circa 2.300 esuberi verrebbero gestiti con "ammortizzatori sociali" , mentre per gli altri si ricorrerebbe a strumenti che vanno dal «leve organizzative socialmente compatibili quali esodi incentivati, meccanismi di solidarietà, riprotezione sociale su società terze, pensionamenti naturali» ma anche «in minima parte, progressiva limitazione del lavoro a tempo determinato del personale inserito nel contesto organizzativo interessato dalla ristrutturazione.» Dati più precisi si hanno per i piloti, con esuberi quantificati in 334 persone di cui 205 comandanti (di cui soli 25 per pensionamenti fisiologici del 2008) e 129 piloti (35 pensionamenti fisiologici e 94 esuberi da gestire con nove giorni di "solidarietà").
I due aeroporti di Fiumicino e Malpensa verrebbero mantenuti ma specializzati per i due diversi mercati turistico e d’affari per venire incontro alle diverse richieste dei 70 milioni di potenziali
passeggeri annuali.
ANPAC preferisce Air France
Secondo ANPAC, il piano Toto presenterebbe «un grave limite nella mancanza di una reale integrazione in ambito europeo della futura "nuova Alitalia".» L’associazione, in passato molto schierata a favore della gestione di Giancarlo Cimoli, ritiene che «l’attuale scenario del trasporto aereo, caratterizzato da una chiara suddivisione del mercato in ambito europeo, non possa più consentire ad Alitalia una crescita come quarto polo alternativo.» Per ANPAC la proposta Toto si baserebbe su «ragionamenti tecnicamente non sostenibili» perché «solo ed esclusivamente l’inserimento di Alitalia in un network di dimensioni globali consentirà al principale vettore italiano il recupero di un mercato ricco indispensabile alla sua sopravvivenza e rilancio.» Dietro le dichiarazioni contro Air France l’associazione intravede «evidentissimo il tentativo di far ripiombare l’azienda nel vortice delle pressioni politiche impedendole definitivamente il decollo e negando ancora una volta ai cittadini italiani la possibilità di ritornare ad avere una grande Alitalia.» Di qui l’appello finale al presidente del Consiglio Romano Prodi e al ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa «verso una scelta vincente e coraggiosa che determinerà per Alitalia una svolta storica e finalmente definitiva».
Assai diversi i toni nel comunicato che UP ha indirizzato ai propri iscritti, che si limita a ribadire «il massimo impegno e la dovuta attenzione (a)gli sviluppi dei prossimi giorni» ed a promettere «sostegno a quello che sarà il migliore dei Piani Industriali che verranno presentati». Il presidente Massimo Notaro ha voluto però ribadire come UP avesse «a ragione denunciato e lottato contro le amministrazioni che hanno ridotto una delle migliori compagnie del mondo nelle condizioni odierne», aggiungendo che i criteri per appoggiare i progetti di rilancio saranno la condivisione, le carriere, il recupero normativo ed economico, l’arrivo di nuovi aerei e l’apertura di nuove rotte, nonché «contratti Europei e carriere Europee».