QR coinvolta nell’Euroscandalo delle tangenti?


Più che interessare poco, credo che non sorprenda nessuno.
Specie a livello UE, dove i cittadini hanno una visibilità ancor più limitata di quella permessa dalle istituzioni nazionali.
Quando leggi che il Qatar ha ottenuto l'open sky con la UE e vai a vedere chi ne beneficia, è abbastanza palese che a Bruxelles (come anche nelle capitali nazionali) ci sia chi rema contro.
E di certo non lo fa gratis.
 
A Bruxelles c'è la giustificata paura del contagio. In poche parole, che crolli tutto.

Qatargate, l’Europa teme il tracollo: patto socialisti-popolari per frenare la valanga

dal nostro inviato Emanuele Lauria
Accordo di non belligeranza tra Löfven (Pse) e Weber (Ppe) per paura che l’inchiesta possa colpire tutti. Anche la Commissione
16 DICEMBRE 2022 ALLE 05:04 2 MINUTI DI LETTURA

BRUXELLES - Il terrore è sui volti di tutti. Gli esponenti delle istituzioni europee sanno che il Qatargate può sconquassare l'Unione europea. E cercano di correre ai ripari. Tanto che inizia per la prima volta a emergere un linea bipartisan per arginare lo scandalo. Ieri pomeriggio, infatti, il nuovo presidente del Pse, lo svedese Stefan Löfven, ha incontrato l'omologo del Ppe, Manfred Weber. L'esito del colloquio è forse il più inaspettato. Al di là di una dichiarazione pubblica, Weber stringe un accordo con Löfven. I Popolari non attaccheranno il Pse sull'inchiesta. Distingueranno le responsabilità politiche da quelle personali. Non è una cosa da poco. Anche perché le motivazioni che sottintendono la scelta di Weber non riguardano solo un atteggiamento di lealtà tra due partiti che a Bruxelles stanno collaborando da anni. Ma concernono il pericolo che le indagini dei magistrati tocchino anche il loro partito. Nessuno, insomma, può escludere che il "caso" possa andare oltre l'esclusiva socialista. Un modo, dunque, per ammettere che tutti si possono ritrovare sulla stessa barca

Anche perché le scelte compiute dall'amministrazione del Parlamento europeo qualche dubbio iniziano a generarlo. A giugno scorso, ad esempio, il segretario generale, il tedesco di provenienza popolare Klaus Welle, ha firmato con Antonio Panzeriun patto ufficiale. Un accordo di "partenariato" con la Ong Fight Impunity. Un vero e proprio contratto che prevedeva l'organizzazione in comune di alcuni eventi con il contributo di spese e di logistica da parte dell'Eurocamera. Ma al di là dell'effettiva partecipazione finanziaria, l'endorsement rappresentava la più grande legittimazione interna ed esterna per Panzeri. Nonostante la sua Ong non fosse regolarmente registrata. Un benefit gigantesco.
Gli stessi fremiti di allarme hanno attraversato ieri il Consiglio europeo. Con tutti i leader impegnati a capire, nella prima parte del vertice, le conseguenze dell'"Affaire". E un incubo costante: che la macchia d'olio del malaffare possa espandersi dal Parlamento alla Commissione. Ipotesi che non solo fa rabbrividire i vertici dell'Unione europea, ma farebbe scattare un vero e proprio effetto domino in tutti i centri di potere brussellesi.
Il confronto è stato serrato fra la presidente del Parlamento, Roberta Metsola, e i capi di Stato e di governo. Quasi un'ora a fare domande. Perché il rischio che il colpo alla credibilità dell'Eurocamera possa minare nel complesso la reputazione di tutte le istituzioni Ue diventa una sorta di fantasma che aleggia dentro l'Europa Building. Soprattutto c'è il timore che l'inchiesta possa allargarsi, coinvolgere appunto altre formazioni oltre il Pse. Anche le voci secondo cui sarebbero una sessantina gli eurodeputati coinvolti - sebbene la procura di Bruxelles neghi con convinzione questo dato - provocano un allarme difficile da fermare.

Ma c'è un altro, e più grave rischio di "contagio" sullo sfondo: diversi leader chiedono che vengano separate le responsabilità individuali da quelle delle istituzioni che rappresentano. E non sfugge la paura che l'inchiesta possa toccare anche esponenti della Commissione europea, il governo dell'Unione. "Abbiamo piena fiducia nell'inchiesta giudiziaria e diamo pieno supporto alla presidente Metsola", è alla fine il messaggio unanime recapitato dai leader.
Giorgia Meloni ha affrontato il tema in mattinata, arrivando al consiglio europeo: "I contorni dell'inchiesta sono abbastanza devastanti: serve che si vada fino in fondo, senza fare sconti, perché ne va della credibilità dell'Unione europea e delle nostre nazioni: noi chiederemo che sia fatta piena luce". Metsola ribadisce due concetti: che "non ci può essere impunità, e che il Parlamento non è in vendita".

La prima controffensiva quindi punta a bloccare tutte le misure che riguardano il Qatar: dalla liberalizzazione dei visti all'accordo con Qatar Airways. E poi il divieto di accesso a tutti i rappresentanti di Ong e lobbisti non presenti nel registro della trasparenza e/o legati a Doha, "fino a quando le indagini giudiziarie non faranno chiarezza". L'Europa, insomma, cerca di frenare una valanga che se dovesse ingrandirsi e scivolare definitivamente a valle, assesterebbe una botta esiziale a tutte le istituzioni europee.

 
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Generalizzando io vedo la cosa dal punto di vista della teoria dei giochi.

Ogni volta che un soggetto e' chiamato a rappresentare gli interessi di un altro soggetto si crea un conflitto tra le due funzioni obiettivo che deve ottimizzare: la sua o quella del rappresentato.

E' matematicamente ineliminabile.

Se non fa gli interessi del rappresentato abbiamo comunque un problema, anche quando la cosa non costituisce reato, il che avviene la maggioranza delle volte.

Tutti i professionisti fanno l'interesse dell'assistito? Tutti i dipendenti fanno l'interesse dell'azionista? O devono fare l'interesse del manager da cui dipende la loro carriera? Tutti i sindacalisti fanno l'interesse dello specifico lavoratore? Perfino un medico deve decidere tra l'interesse del paziente specifico, di tutti i pazienti, dell'ospedale o di se stesso. Se gli do una cura sperimentale magari allo specifico paziente va male ma impari a curarne altri.

Poi tornando al caso specifico, i rapporti con il Qatar sono una goccia nel mare di interessi economici e di relazione/amicizia/appartenenza che si hanno all'interno delle istituzioni europee o anche tra stati dell'unione. Neanche sempre nascostamente. Quando i soggetti sono pochi le norme sono sempre ad personam, nel bene e nel male.... si negozia. Nel campo dell'aviazione civile qualcuno ha preso la legione d'onore perche' non ha rappresentato bene un'azienda di proprieta' pubblica.

Poi come un dipendente tende ai comportamenti che favoriscono chi puo' aiutare la carriera, un politico tende ai comportamenti che favoriscono la rielezione.

Le governance che prevengono questi fenomeni sono imperfette se non controproducenti, conta piu' l'etica del lavoro e dei comportamenti che pero' e' opinabile quando favorisci istanze, feticci o raggruppamenti che consideri piu' buoni, piu' giusti e piu' amici.

Questo caso e' relativamente semplice perche' ci sono i sacchi di banconote, i corrotti sono pubblici e quindi la cosa costituisce palesemente reato.

Forse la preoccupazione e' perche' non si sa bene fino a quanto si allarghera' la bolla, perche' piu' si allarga e piu' roba trova. Il conflitto di interessi e i comportamenti non nell'interesse che dovresti servire sono ovunque, non e' un problema facile, non bisogna incaxarsi, bisogna trovare algoritmi e governance che mitighino il problema. Ovviamente la soluzione ideale non e' assolvere o non vedere il grosso dando punizioni esemplari a capri espiatori o sfortunati che sono stati colti con la mano nella marmellata e non hanno protezioni perche' anche le strutture di controllo sono soggette ai conflitti di interessi.
 
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Ma limitandoci a guardare il caso QR, quante extra libertà di atterrare in EU avrebbe ottenuto grazie a questi "favori" e quante rischia di perderne ora ?
 
Ma limitandoci a guardare il caso QR, quante extra libertà di atterrare in EU avrebbe ottenuto grazie a questi "favori" e quante rischia di perderne ora ?
Il discorso è più complesso e sicuramente gli episodi sotto i riflettori in questi giorni, sono abbastanza marginali nei rapporti tra UE e Qatar.
Gran parte delle concessioni di Bruxelles sono figlie degli ordini monstre che Doha distribuito a pioggia in aerei per QR, armamenti e investimenti assortiti.
Tutto formalmente slegato da qualsiasi contropartita, come è ovvio.
L'accordo open sky tra UE e Qatar, come le precedenti concessioni di bilaterali molto ampli da parte dei singoli stati, sono il risultato di questo do ut des.
La situazione attuale vede comunque un'ampia libertà operativa da parte di QR e in ambito UE credo che l'open sky conceda ai qatarioti ulteriori vantaggi soprattutto in Francia e Germania.
Comunque dubito che sia fattibile un provvedimento all'ingrosso e populista tipo "blocchiamo tutto con il Qatar" da parte di Bruxelles. Sia perchè i vari contratti prevedono clausole legali ben precise per la risoluzione, sia perchè a livello strategico non sarebbe conveniente. Non solo per alimentare le industrie europee, ma soprattutto per le forniture di gas.
Se la guerra in Ucraina dovesse proseguire, molto probabilmente si arriverebbe ad un embargo del gas russo. E questo renderebbe il metano qatariota (di cui l'emirato ha le terze maggiori riserve mondiali), assolutamente imprescindibile.
Come vedi c'è in ballo ben altro che qualche politicante di second'ordine pagato per sostenere che i diritti dei lavoratori a Doha sono gli stessi garantiti nei paesi scandinavi.

 
Il discorso è più complesso e sicuramente gli episodi sotto i riflettori in questi giorni, sono abbastanza marginali nei rapporti tra UE e Qatar.
Gran parte delle concessioni di Bruxelles sono figlie degli ordini monstre che Doha distribuito a pioggia in aerei per QR, armamenti e investimenti assortiti.
Tutto formalmente slegato da qualsiasi contropartita, come è ovvio.
L'accordo open sky tra UE e Qatar, come le precedenti concessioni di bilaterali molto ampli da parte dei singoli stati, sono il risultato di questo do ut des.
La situazione attuale vede comunque un'ampia libertà operativa da parte di QR e in ambito UE credo che l'open sky conceda ai qatarioti ulteriori vantaggi soprattutto in Francia e Germania.
Comunque dubito che sia fattibile un provvedimento all'ingrosso e populista tipo "blocchiamo tutto con il Qatar" da parte di Bruxelles. Sia perchè i vari contratti prevedono clausole legali ben precise per la risoluzione, sia perchè a livello strategico non sarebbe conveniente. Non solo per alimentare le industrie europee, ma soprattutto per le forniture di gas.
Se la guerra in Ucraina dovesse proseguire, molto probabilmente si arriverebbe ad un embargo del gas russo. E questo renderebbe il metano qatariota (di cui l'emirato ha le terze maggiori riserve mondiali), assolutamente imprescindibile.
Come vedi c'è in ballo ben altro che qualche politicante di second'ordine pagato per sostenere che i diritti dei lavoratori a Doha sono gli stessi garantiti nei paesi scandinavi.

concordo, è difficile pensare che si torni indietro con tutti i piedi e piedoni che hanno messo in Europa.
Cmq se si guarda ai competitors, EK non solo ha tantissime frequenze per l'Europa al pari di QR ma addirittura quinte libertà ( da MXP, BCN, ATH per le Americhe) quindi a prescindere da questo caso, ci sarebbe "nel caso" da rivedere tutta la politica dei cieli.