Citazione:Messaggio inserito da meo3356
Fra i due litiganti il terzo gode.
Ora dire che il terzo gode, mi pare un tantino prematuro

Comunque l'articolo de "Il tirreno" di qualche giorna fa diceva:
SIENA ALL’ATTACCO
Il Monte dei Paschi vuole l’aeroporto
Sara Monaci
L’idea: potenziare lo scalo di Ampugnano per sfidare l’egemonia di Pisa e Firenze
E anche Grosseto ha ambizioni sui voli turistici Se chiedete a un senese cosa manca nella sua città, sicuramente risponderà: «Solo l’aeroporto». E’ per questo che, mentre la Regione ragiona (astrattamente) su una holding o un coordinamento unico per gli scali di Pisa e Firenze, nella città del Palio le istituzioni e il Monte dei Paschi si stanno impegnando per dare vita ad un vero e proprio aeroporto ad Ampugnano, aperto per ora solo al traffico dei voli privati. Obiettivo: favorire la crescita del turismo di qualità e, cosa non meno importante, rendere più agili gli spostamenti di banchieri e imprenditori. A ben vedere l’iniziativa è la risposta ad una domanda reale. In una città dove vivono meno di 60mila residenti, arrivano ogni anno 3,5 milioni di visitatori, ha sede la terza banca italiana e c’è uno dei più importanti poli universitari italiani. Senza contare la presenza del Parco biotecnologico gestito da Toscana Life Sciences, che ospita una multinazionale come Novartis.
Una cosa è certa: a Siena l’idea di “fare sistema” con Firenze o addirittura con Pisa è poco allettante. Meglio puntare al potenziamento di un piccolo scalo come Ampugnano, che può servire sia la clientela legata al business che i turisti di tutta Europa. La società Aeroporto di Siena è controllata col 55,28% dai soci pubblici (Camera di Commercio, Provincia e Comune di Siena e Comune di Sovicille), ma può vantare una sostanziosa quota del ricco Monte dei Paschi (23,82%) pronto a investire. La società Aeroporto di Firenze (Adf), che partecipa all’azionariato senese col 20,9%, non ha quindi da sola la forza per far valere il principio della collaborazione col capoluogo regionale.
Il 2007 sarà l’anno in cui il progetto di Ampugnano prenderà forma. Bmps e Aeroporto di Siena hanno infatti sottoscritto con il fondo franco-tedesco Galaxy un accordo per lo sviluppo dello scalo. Alla fine dell’anno sarà pronto uno studio di fattibilità per allungare la pista. Il piano strategico prevede un investimento non ancora reso noto, ma che secondo indiscrezioni dovrebbe aggirarsi intorno ai 150 milioni. E proprio ad Ampugnano Galaxy dovrebbe riuscire a portare le principali compagnie europee.
Le ambizioni di Grosseto. Gli aeroporti toscani, almeno per ora, più che guardare a strategie comuni sono in competizione. E questo vale per i grandi come per i piccoli. A Grosseto, circa 70 chilometri da Siena, le istituzioni non nascondono il desiderio di fare dell’Aeroporto di Maremma, a vocazione prettamente militare, uno scalo per i voli turistici, almeno stagionali. Dal punto di vista puramente fisico, quello di Grosseto è uno dei migliori aeroporti d’Italia, sia per l’ampiezza della pista (di proprietà del ministero della Difesa) che per la situazione climatica. E’ chiaro però che difficilmente durante l’inverno ci sarebbe un traffico tale da giustificare l’esistenza di un vero e proprio scalo civile attivo 24 ore su 24.
Dall’Aeroporto di Maremma per ora partono solo occasionalmente charter e voli privati, e la principale attività rimane quella militare. Nonostante siano in molti a ritenere irrealizzabile una maggiore apertura dello scalo grossetano ai voli civili, il mondo della politica tenterà comunque nei prossimi tre anni di potenziare almeno i voli stagionali e dare continuità all’esperimento del collegamento con Milano. Anche perché Firenze, per i grossetani, non è poi così vicina, visto che non esiste una linea ferroviaria diretta tra le due città.
Elba e Cinquale. Dopo i piccoli, i piccolissimi. L’Aeroporto dell’Elba è stato acquistato quasi interamente dalla Regione Toscana, operazione ben vista dagli isolani che si aspettano ora un ampliamento della pista e un potenziamento dei voli, soprattutto per favorire il turismo estivo. E anche Massa vuole il suo scalo. Il mini-aeroporto della zona del Cinquale, di proprietà del Comune di Massa e gestito da Aeroclub il Cinquale, ospita solo voli per amatori (ed è stato ultimamente teatro di incidenti più o meno gravi). Nonostante le polemiche dovute alla vicinanza con la zona balneare, nelle stanze del Comune si discute da anni su come fare per ampliarlo e renderlo appetibile anche ai charter.
Galilei e Vespucci. Sul fronte invece dei due principali aeroporti toscani, il Galileo Galilei di Pisa e l’Amerigo Vespucci di Firenze, il problema rimane da anni lo stesso: l’incapacità - o la mancanza di volontà - di coordinare le due attività. I due scali si contendono i 4,5 milioni di passeggeri che partono e arrivano in Toscana, di cui 3,3 fanno capo a Pisa (dati 2006). La vocazione del primo è più turistico e ospita molte compagnie low-cost; quella del secondo è più proiettata al business, ma ultimamente ha introdotto anch’esso i primi voli a basso costo.
Da un lato c’è quindi lo scalo fiorentino (28,1 milioni di ricavi e 1,17 milioni di utile consolidato nel 2006), quotato a Piazza Affari e controllato da Aeroporti holding e Sogim (del gruppo Panerai). Il fronte degli azionisti pubblici (il 20% dell’azionariato) - a cui si sono uniti in un patto di sindacato lo stesso gruppo Monte dei Paschi attraverso Banca Toscana (col 4,8%), Meridiana (15%) e Fondiaria Sai (2%) - è oggi in minoranza, e quindi può incidere debolmente nelle scelte strategiche di Adf. Sostanzialmente l’Aeroporto di Firenze, più che svilupparsi sulla base delle linee tracciate dalla Regione Toscana, deve ormai rispondere alla volontà dei suoi azionisti di riferimento. Che, evidentemente, non pensano ad allearsi con la vicina Pisa.
Poco lontano c’è, appunto, lo scalo pisano (43,5 milioni di ricavi e 2,8 milioni di utili nel 2006) gestito da Sat, società misto pubblico-privato (tra i 52 soci figurano la Regione Toscana con una quota dal 21,09%, la Provincia di Pisa con l’1,57%, il Comune di Pisa col 10,55%). Il Galilei negli ultimi anni ha visto un vero e proprio boom: solo lo scorso anno i passeggeri sono aumentati del 29,11 per cento. Con la prospettiva di sbarcare a Piazza Affari, Sat ha deliberato lo scorso anno un aumento di capitale di circa 3,3 milioni, ma la quotazione ancora stenta a decollare. Anche in questo caso una certezza: quando l’Aeroporto di Pisa sarà sul mercato, ancora più difficilmente la politica toscana potrà influenzare le strategie di crescita e le alleanze con gli scali vicini.
I tentativi d’integrazione. Alla fine del 2006 la società di consulenza Giorgiofossa Sas, incaricata dalla giunta Martini, ha realizzato uno studio in cui si diceva che senza integrazione il sistema aeroportuale toscano sarà destinato a soccombere. Ma l’idea della convergenza tra gli scali regionali non è una novità dell’ultima ora. I politici ne parlano da anni.
La prospettiva di una super holding sembra però destinata a tramontare, proprio perché presto ci saranno due aeroporti in mano al mercato.