interessante come pure alcuni esponenti del PD siano contro la scelta AF-KLM, il deputato Marantelli da sempre impegnato allo sviluppo di Malpensa e primo sostenitore, illustra i suoi punti.
Malpensa - Il deputato varesino del Partito Democratico lancia alcune proposte in vista della cessione di Alitalia: obiettivo non svalutare il ruolo dello scalo della brughiera
Marantelli: "Cinque punti per rilanciare Malpensa"
Cinque proposte per rilanciare Malpensa e salvare l’economia italiana. A presentarle l’onorevole del Partito Democratico Daniele Marantelli in uno scenario simbolico scelto non a caso, il terminal 1 dello scalo di Malpensa. In pieno periodo post natalizio, Marantelli ha presentato le sue idee per lo scalo delle brughiera e per Alitalia in vista della prossima cessione: «I problemi non vanno in ferie – ha esordito -. Sono ore caldissime (domani, 28 dicembre, il Governo dovrebbe discutere della vendita del 49,9 per cento della compagnia di bandiera, ndr), si devono mettere sul piatto non polemiche ma proposte da valutare in tutte le sedi, dal Governo alle istituzioni lombarde, partendo dal presupposto che la cessione di Alitalia è necessaria: le perdite crescono a dismisura, anche se a dirla tutta il governo Berlusconi non ha fatto nulla per dare una svolta alla compagnia. Pur rispettando le decisioni del cda, non è ammissibile che sia solo il consiglio di amministrazione a decidere in una partita così delicata».
Le proposte di Marantelli vanno da un potenziamento delle infrastrutture della mobilità fino alla definizione del sistema aeroportuale lombardo che stabilisca il ruolo di city airport di Linate e valorizzi Malpensa come hub: «Bisogna evitare l’effetto “aspirapolvere” – spiega Marantelli -. Nel Nord, dal Veneto a Torino, ci sono oltre 12 aeroporti che "rubano" passeggeri a Malpensa: creare un sistema pensato e coerente è necessario per garantire competitività ad uno scalo che è una risorsa per tutto il Paese. Qui c’è il business, le istituzioni lombarde, Regione, Comune e provincia di Milano in primis, devono battersi e dare un segnale. Il Governo di centrosinistra ha investito 1,3 miliardi per la Pedemontana, dobbiamo arrivare a far sì che anche Malpensa sia riconosciuta da tutti come una risorsa per l’economia e lo sviluppo del Paese». Marantelli è pronto ad alzare il livello della battaglia in difesa di Malpensa, coinvolgendo anche chi sta da sempre dall’altra parte della barricata: «Gal colore del gatto non è importante, l’obiettivo è che prenda i topi – spiega -. Formigoni, la Moratti, Cattaneo, senza scordare i politici del centrosinistra, devono andare nella stessa direzione. I problemi restano, primo fra tutti quello della mobilità dimenticata nei cinque anni di Berlusconi: le decisioni sono state prese da una cabina di regia lombarda che però non ha dato risultati tangibili».
Per tornare agli obiettivi che si pone Marantelli, «per potenziare l’economia italiana si deve valorizzare Malpensa: nel Nord si produce, si esporta, l’aeroporto cresce a ritmi costanti e più degli altri scali europei, nel 2015 ci sarà (si spera) l’Expo a Milano: sarebbe assurdo non avere un aeroporto capace di gestire i flussi che saranno generati da quell’evento – attacca il deputato ulivista -. Quale che sia l’acquirente di Alitalia, se riterrà necessario ridimensionare Malpensa, deve liberare a gennaio gli slot (diritti di decollo e atterraggio) affinché il Governo possa rinegoziare gli accordi bilaterali; inoltre ritengo fondamentale che l’acquirente di Alitalia garantisca per almeno sette anni la funzionalità hub di Malpensa, come per altro ha fatto AirFrance con Amsterdam quando i francesi hanno acquisito Klm. Non voglio mitizzare l’hub in quanto tale – prosegue Marantelli -, ma è innegabile che con questa caratteristica Malpensa può essere vettore economico importante per l’Italia, altrimenti non lo sarà più. È l’ultimo treno, perderlo non è possibile». I punti di Marantelli giungono alla vigilia di una decisione importante per il Governo: prima di lui Formigoni, Moratti, Penati e tanti altri amministratori del Nord si sono espressi e hanno attaccato le scelte contenute nel piano Alitalia e l’ipotesi che passi in mano francese. Per il momento il deputato varesino del Partito Democratico è da solo nella sua battaglia, ma si dice ottimista che non sarà così a lungo: «Cattaneo mi ha già chiamato per sapere di cosa si tratta – chiosa -, anche i membri del centrosinistra si devono rendere conto che serve coerenza a Milano, a Varese e a Roma: io ci sono, con la schiena dritta e nessuna intenzione di alzare bandiera bianca».