Sistemare strade e scuole
rinunciando a Sacbo?
Una domanda da porsi
La politica è una questione di scelte. E spesso di rinunce. Ne sanno qualcosa i sindaci chiamati ai salti mortali per garantire i servizi essenziali. Ne sa qualcosa anche il governo che per cercare di ridurre le tasse alle imprese è costretto a tagliare miliardi di euro agli enti locali. Quello a cui si trova di fronte il presidente della Provincia Matteo Rossi però è un bivio che capita poche volte nella vita.
Il quadro, più che preoccupante, è disperato. Via Tasso è prossima al dissesto finanziario: oltre 15 milioni di euro in meno, pari a quasi il 25% delle risorse totali annuali, sono un taglio troppo pesante per chiunque. Ad aggravare una situazione già drammatica ci sono le (sacrosante) richieste dei cittadini. Ad esempio, gli abitanti della Valbrembana aspettano risposte certe sui 7,8 milioni necessari a continuare e terminare la variante di Zogno, su cui pendono extracosti da 23,8 milioni di euro con responsabilità tecniche tutte da approfondire. Le stesse risposte sono attese dai Comuni che negli ultimi anni hanno garantito i soldi per il trasporto disabili. L'impegno economico – parola del tribunale - spetta alla Provincia, chiamata a pagare il dovuto: più di 3 milioni all'anno per i prossimi cinque anni.
A questo punto il bivio è fin troppo chiaro: garantire servizi come il trasporto degli alunni disabili, concludere una strada come la variante di Zogno oppure rinunciare a questo e ad altro? Sul piatto c'è – da sempre – la partecipazione in Sacbo, società che gestisce l'aeroporto di Orio al Serio, di cui la Provincia detiene il 13,2%. Sono le uniche azioni, al momento, monetizzabili. Per sopravvivere al 2015 basterebbe venderne il 3%, massimo il 4%.
L'ipotesi non è nuova, anzi, rispunta a ogni piè sospinto. E porta con sé una serie di conseguenze: diminuzione del peso “pubblico” all'interno dell'aeroporto, ripercussioni sulla trattativa per l'acquisizione dello scalo di Montichiari, possibile attacco alla “bergamaschità” e agli interessi del territorio. Per preservare il controllo orobico basterebbe vendere esclusivamente a uno dei soci del patto di sindacato (Ubi banca, Comune di Bergamo, Camera di Commercio, Italcementi, Confindustria, Credito bergamasco), ma il momento è difficile per tutti.
I servizi possono essere garantiti senza vendere parte di Sacbo? Dove trovare i soldi? Non ho esperienza sufficiente per indicare la strada. La politica però deve iniziare a porsi la domanda prima che sia troppo tardi. Non è una scelta che spetta solo a Matteo Rossi e a chi siede in Consiglio provinciale. La risposta deve essere condivisa anche dagli altri livelli della politica e soprattutto dal mondo economico, imprenditoriale e sindacale. Con un dibattito aperto, franco. Ne va del futuro dei bergamaschi, storicamente allergici alla parola “fallimento”.
“Sacrificare Sacbo?
Tanto vale chiudere
subito la Provincia”
Vendere di una piccola parte di Sacbo per trovare risorse necessarie a completare la variante di Zogno e garantire il trasporto degli alunni disabili? L'interrogativo si pone in un periodo buio per la Provincia di Bergamo, che nel 2015 dovrà rinunciare a 15 milioni di euro tagliati dal governo. La bilancia della politica pende però a favore del mantenimento delle quote azionarie, nonostante il futuro di via Tasso sia sempre più nero.
“Se la Provincia, per stare in piedi, deve vendere il suo tesoro tanto vale che chiuda subito – spiega Angelo Capelli, consigliere regionale e segretario del Nuovo centrodestra -. A me sempre che il presidente Matteo Rossi stia cedendo il passo su un disegno più grande di cessione delle azioni ai privati. Lui, il sindaco Giorgio Gori e tutto il Partito democratico dicano subito quale è la loro intenzione su una società che rappresenta uno degli asset fondamentali del territorio bergamasco”.
Il segretario del Pd Gabriele Riva non esclude a priori la vendita anche se come ultima possibilità. “La politica deve fare delle scelte: da segretario di un partito e da amministratore dico che vanno fatte tutte le valutazioni possibili. In questo caso però terrei Sacbo come ultima possibilità. Non dimentichiamo che stiamo parlando di un ente, come la Provincia, sul cui futuro ci sono tantissimi dubbi. Lo dico anche per autocritica: prima deve esserci la definizione di una quadro politico e amministrativo. E' chiaro che si pone il tema di reperire risorse e anche di fare scelte dolorose se la prospettiva è di lungo respiro. Perdere la partecipazione in Sacbo perà vorrebbe dire perdere la possibilità di incidere. Il punto principale però è che la politica sappia dire velocemente verso dove sta andando un ente come la Provincia”.
Daniele Belotti, segretario provinciale della Lega Nord, non vuole sentire parlare di vendita. “Il consiglio di amministrazione di Sacbo è fondamentale per dare direttive sulla crescita e sulla destinazione degli utili. Se manca una presenza pubblica legata al territorio il rischio è che subentrino privati a cui non frega nulla dei problemi dei cittadini. Hanno legittimamente obbiettivi di guadagno. Che ci sia la presenza degli locali è assolutamente fondamentale”.
http://www.bergamonews.it/opinioni/sistemare-strade-e-scuole-o-rinunciare-sacbo-una-domanda-da-porsi-199966
http://www.bergamonews.it/politica/%E2%80%9Csacrificare-sacbo-tanto-vale-chiudere-subito-la-provincia%E2%80%9D-200026
rinunciando a Sacbo?
Una domanda da porsi
La politica è una questione di scelte. E spesso di rinunce. Ne sanno qualcosa i sindaci chiamati ai salti mortali per garantire i servizi essenziali. Ne sa qualcosa anche il governo che per cercare di ridurre le tasse alle imprese è costretto a tagliare miliardi di euro agli enti locali. Quello a cui si trova di fronte il presidente della Provincia Matteo Rossi però è un bivio che capita poche volte nella vita.
Il quadro, più che preoccupante, è disperato. Via Tasso è prossima al dissesto finanziario: oltre 15 milioni di euro in meno, pari a quasi il 25% delle risorse totali annuali, sono un taglio troppo pesante per chiunque. Ad aggravare una situazione già drammatica ci sono le (sacrosante) richieste dei cittadini. Ad esempio, gli abitanti della Valbrembana aspettano risposte certe sui 7,8 milioni necessari a continuare e terminare la variante di Zogno, su cui pendono extracosti da 23,8 milioni di euro con responsabilità tecniche tutte da approfondire. Le stesse risposte sono attese dai Comuni che negli ultimi anni hanno garantito i soldi per il trasporto disabili. L'impegno economico – parola del tribunale - spetta alla Provincia, chiamata a pagare il dovuto: più di 3 milioni all'anno per i prossimi cinque anni.
A questo punto il bivio è fin troppo chiaro: garantire servizi come il trasporto degli alunni disabili, concludere una strada come la variante di Zogno oppure rinunciare a questo e ad altro? Sul piatto c'è – da sempre – la partecipazione in Sacbo, società che gestisce l'aeroporto di Orio al Serio, di cui la Provincia detiene il 13,2%. Sono le uniche azioni, al momento, monetizzabili. Per sopravvivere al 2015 basterebbe venderne il 3%, massimo il 4%.
L'ipotesi non è nuova, anzi, rispunta a ogni piè sospinto. E porta con sé una serie di conseguenze: diminuzione del peso “pubblico” all'interno dell'aeroporto, ripercussioni sulla trattativa per l'acquisizione dello scalo di Montichiari, possibile attacco alla “bergamaschità” e agli interessi del territorio. Per preservare il controllo orobico basterebbe vendere esclusivamente a uno dei soci del patto di sindacato (Ubi banca, Comune di Bergamo, Camera di Commercio, Italcementi, Confindustria, Credito bergamasco), ma il momento è difficile per tutti.
I servizi possono essere garantiti senza vendere parte di Sacbo? Dove trovare i soldi? Non ho esperienza sufficiente per indicare la strada. La politica però deve iniziare a porsi la domanda prima che sia troppo tardi. Non è una scelta che spetta solo a Matteo Rossi e a chi siede in Consiglio provinciale. La risposta deve essere condivisa anche dagli altri livelli della politica e soprattutto dal mondo economico, imprenditoriale e sindacale. Con un dibattito aperto, franco. Ne va del futuro dei bergamaschi, storicamente allergici alla parola “fallimento”.
“Sacrificare Sacbo?
Tanto vale chiudere
subito la Provincia”
Vendere di una piccola parte di Sacbo per trovare risorse necessarie a completare la variante di Zogno e garantire il trasporto degli alunni disabili? L'interrogativo si pone in un periodo buio per la Provincia di Bergamo, che nel 2015 dovrà rinunciare a 15 milioni di euro tagliati dal governo. La bilancia della politica pende però a favore del mantenimento delle quote azionarie, nonostante il futuro di via Tasso sia sempre più nero.
“Se la Provincia, per stare in piedi, deve vendere il suo tesoro tanto vale che chiuda subito – spiega Angelo Capelli, consigliere regionale e segretario del Nuovo centrodestra -. A me sempre che il presidente Matteo Rossi stia cedendo il passo su un disegno più grande di cessione delle azioni ai privati. Lui, il sindaco Giorgio Gori e tutto il Partito democratico dicano subito quale è la loro intenzione su una società che rappresenta uno degli asset fondamentali del territorio bergamasco”.
Il segretario del Pd Gabriele Riva non esclude a priori la vendita anche se come ultima possibilità. “La politica deve fare delle scelte: da segretario di un partito e da amministratore dico che vanno fatte tutte le valutazioni possibili. In questo caso però terrei Sacbo come ultima possibilità. Non dimentichiamo che stiamo parlando di un ente, come la Provincia, sul cui futuro ci sono tantissimi dubbi. Lo dico anche per autocritica: prima deve esserci la definizione di una quadro politico e amministrativo. E' chiaro che si pone il tema di reperire risorse e anche di fare scelte dolorose se la prospettiva è di lungo respiro. Perdere la partecipazione in Sacbo perà vorrebbe dire perdere la possibilità di incidere. Il punto principale però è che la politica sappia dire velocemente verso dove sta andando un ente come la Provincia”.
Daniele Belotti, segretario provinciale della Lega Nord, non vuole sentire parlare di vendita. “Il consiglio di amministrazione di Sacbo è fondamentale per dare direttive sulla crescita e sulla destinazione degli utili. Se manca una presenza pubblica legata al territorio il rischio è che subentrino privati a cui non frega nulla dei problemi dei cittadini. Hanno legittimamente obbiettivi di guadagno. Che ci sia la presenza degli locali è assolutamente fondamentale”.
http://www.bergamonews.it/opinioni/sistemare-strade-e-scuole-o-rinunciare-sacbo-una-domanda-da-porsi-199966
http://www.bergamonews.it/politica/%E2%80%9Csacrificare-sacbo-tanto-vale-chiudere-subito-la-provincia%E2%80%9D-200026