Per Bergamo Economia, Ryanair vola su Linate e Malpensa...


I-DILA

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4 Giugno 2007
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bergamo.
...dove registra grosse perdite! Nell'ultimo numero di Bergamo Economia, inserto del Giornale di Bergamo, compare un articolo su FR.

Il titolo:
PER RYANAIR NON E' TUTTO GRASSO CHE COLA

Il sottotitolo
NEL PRIMO TRIMESTRE LA COMPAGNIA AEREA IRLANDESE A MALPENSA E LINATE HA SUBITO UN CALO DEL 31% E DEL 20%, MENTRE ORIO AL SERIO E' CRESCIUTO DELL'1%. PER MANTENERE I SUOI BIGLIETTI "IN LINEA" HA IPOTIZZATO UNA TASSA SUI GRASSI, IMPOSSIBILE DA APPLICARE PER PROBLEMI TECNICI



L'articolo, poi, è un trito di banalità, che riporto solo per testimonianza.
La cosa curiosa è che nelle pagine immediatamente successive c'è un'altro articolo che "pubblicizza" con toni entusiastici le nuove rotte di TrawelFly.

http://www.bergamoeconomia.it/db/images/Impaginato_Giugno_2009_bassaaaaa.pdf

Una fat tax per tenere le tariffe low cost. In tempi di "vacche magre" la Ryanair, per mantenere i suoi biglietti "in linea", ha ipotizzato di caricarne il peso sugli obesi. E' questa l'ultima di una serie di boutade lanciate dall'eccentrico Micheal O'Leary, amministratore delegato della compagnia aerea irlandese con base a Dublino, che (e non si capisce ancora
il motivo) per indicare Orio al Serio, sul suo portale scriva Milano e metta tra ( ) Bergamo. Anche se si dovessero eliminare le province, Orio difficilmente entrerebbe
nell'area metropolitana Milanese. Scorrendo i numeri, nemmeno per la compagnia aerea a basso costo si può più dire che "è tutto grasso che cola". In questi mesi difficili,
le sue performance positive sono da ascrivere, per buona parte, allo scalo orobico. Sul fronte meneghino, infatti, il manager ha sottolineato che nel primo trimestre
2009 gli aeroporti di Malpensa (3,7 milioni di passeggeri) e Linate (1,8 milioni di passeggeri) hanno subito un calo del 31% e del 20%, mentre lo scalo di Bergamo è cresciuto dell'1% con 1,4 milioni di passeggeri e con esso Ryanair (+8%). Le compagine "low cost",
e questo vale per tutte, raggiungono livelli di redditività adeguati solo se la domanda di aeromobili è sostenuta, ma la crisi economica e il calo di produttività aziendale hanno ridotto i viaggi d'affari e quelli turistici.
Le società del settore per provare a far volare in alto i margini, hanno dato libero sfogo all'immaginazione, visto che tagliare i costi e il personale non è stato sufficiente
ad alzare i profitti. E' così che la compagnia aerea low cost più conosciuta in Europa sforna la "tassa per i grassi", già introdotta dalla United Airlines americana.
Praticamente, sia per la United Airlines che per Ryanair si tratta di una maggiorazione del costo del biglietto per i passeggeri il cui peso eccede i parametri stabiliti. La compagnia americana ha fatto sapere che non farà pagare di più gli obesi se entreranno nei sedili
della classe economica. Dovranno riuscire ad abbassare i braccioli e mettere la cintura di sicurezza altrimenti dovranno comprare un posto in più o aspettare fino a quando non trovano un volo meno affollato. "La tassa sul grasso - ha motivato il portavoce di Ryanair
Stephen McNamara - verrebbe applicata esclusivamente a quei passeggeri davvero soprappeso che invadono gli spazi dei passeggeri seduti accanto". Pubblicizzata
come un modo per ridurre le tariffe sui biglietti aerei della compagnia, tutto si può dire tranne che sia ispirata alla politically correct. Qualcosa di democratico c'è perché la compagnia ha messo ai voti sul proprio sito internet la maniera migliore per far pagare il pedaggio extra ai passeggeri in carne. Il 46% ha detto di far pagare a kg per gli uomini che superano i 130 kg e per le donne che superano i 100 kg; il 37% ha detto di far
pagare un secondo posto se la vita dei passeggeri tocca i due braccioli; l'11% ha detto di far pagare ogni punto oltre i 40 punti dell'indice di massa corporea; il 6% ha detto di far pagare ogni centimetro in più del 1,20 m. per gli uomini e 1 m per le donne. Anche la rinuncia ad applicare questa tassa non è certo dovuta a motivi umanitari
o a presunte discriminazioni, ma solo per questioni tecniche "poiché tutti i passeggeri - ha puntualizzato il portavoce della compagnia - dovranno presto fare il check-in online, non abbiamo modo di incassare una tassa "sul grasso" senza danneggiare la nostra insuperata puntualità e il turnaround degli aerei in 25 minuti". Ma Ryanair non è nuova a queste iniziative e se ha abbandonato il progetto di gravare sui passeggeri obesi, non è stata ancora ritirata la proposta di far pagare l'accesso alle toilette dei velivoli. "Pensiamo alla possibilità - ha spiegato l'amministratore delegato Michael O'Leary - di applicare un sistema a gettoni alla porta del bagno, dove i viaggiatori possano inserire oggi una sterlina, un penny in futuro", con buona pace degli stitici. Infatti, se il 29% dei 100 mila utenti ha votato per la tassa sui grassi, il 25% ha optato per la quota sull'uso del gabinetto in volo. E così, dopo la valigia extra, il posto assegnato, l'ingresso preferenziale e qualsiasi cibo o bevanda, adesso si vorrebbe far pagare il bisogno fisiologico più naturale.
L'annuncio, non ancora smentito, è arrivato dopo che Ryanair aveva sollecitato i propri passeggeri a suggerire idee su servizi accessori a pagamento per contenere i costi della compagnia. "Ryanair - ha concluso il portavoce Stephen Mc Namara - è la più grande
compagnia aerea d'Europa (per tariffe basse) e intendiamo continuare a ridurre i costi e le tariffe stimolando i ricavi accessori. Abbiamo sempre offerto ai passeggeri la possibilità di scegliere: se non vuoi pagare per il cibo - non comprarlo, se non vuoi pagare addebiti per bagagli da stivare - non portare bagagli da stivare, se non vuoi pagare costi di gestione aggiuntivi - allora basta usare una Visa Electron completamente esente da addebiti". Tra le
idee raccolte, spiccavano diverse proposte a dir poco bizzarre: far pagare per l'uso di una carta igienica griffata con stampa della faccia di O'Leary, tariffa di 2,50 euro per leggere le carte sulla sicurezza, tariffa di 1 euro per utilizzare le maschere dell'ossigeno, tariffa di 25 euro per utilizzare l'uscita d'emergenza, tariffa di 50 euro per l'equipaggio in bikini. Dietro a tutte queste iniziative c'è una filosofia che Ryanair sta perseguendo da anni: forgiare un
proprio stile di viaggio e di conseguenza, di viaggiatore.
Molto diverso da quello comodo e "coccolato" offerto dalle comuni compagnie di linea e tanto radicato nell'immaginario collettivo. Il biglietto Ryanair vale sempre più il solo spostamento da un luogo a un altro, tutto il resto è un extra da pagare.
 
Sembra una cantonata del titolista, più che del giornalista, che riporta correttamente i dati riferiti agli aeroporti.