L'aeroporto di Foggia
darà luce agli altri scali
di Massimo Levantaci
Siamo allo svincolo più delicato della storia recente dell’aeroporto Gino Lisa. A giorni Comune e Aeroporti di Puglia dovranno prendere una decisione sull’allungamento della pista che farà decollare il traffico dei voli charter: non è stato infatti ancora stabilito se portare avanti l’ipotesi del prolungamento dell’attuale tracciato, o costruirne uno nuovo. Nel frattempo il piccolo aeroporto foggiano, da ex pecora nera degli scali pugliesi, sta per diventare la gallina dalle uova d’oro con il suo impianto fotovoltaico da quasi 10 megawatt in grado di azzerrare la bolletta energetica di tutti gli scali pugliesi. Per intenderci, gli aeroporti di Bari e Brindisi in un futuro quanto mai prossimo (il parco dovrebbe entrare in funzione entro marzo 2011) saranno illuminati dall’elettricità ottenuta dai pannelli solari installati al Gino Lisa.
Scenario impensabile, fino a qualche tempo fa. Che fa il paio con l’«ottima performance» - sottolinea Aeroporti di Puglia - dei voli registrata nei primi nove mesi del 2010 con appena tre collegamenti (Milano Malpensa, Torino e Palermo) e aerei da 50 passeggeri. Mentre sullo sfondo si agitano segnali inquietanti, uno per tutti: lo studio dell’Enac che considera «inutili» i piccoli scali. Insomma per l’ente nazionale aviazione civile il piccolo Gino Lisa nonostante tutti gli sforzi per riportarlo in vita è già morto, buono solo a produrre energia per gli altri: e infatti ha prontamente concesso l’autorizzazione per il parco fotovoltaico.
Di tutto questo ne abbiamo parlato con l’ingegner Domenico Di Paola, amministratore unico di Aeroporti di Puglia.
Cominciamo dalla pista, l’argomento che sta più a cuore ai foggiani. A che punto siamo?
«A buon punto direi. Lo studio preliminare sull'allungamento della pista attuale ha evidenziato una presenza molto pesante di ostacoli da rimuovere. A questo punto è stata affacciata la possibilità della pista ortogonale (il vecchio tracciato costruito dagli americani durante la seconda guerra mondiale e subito abbandonato a causa dei venti sfavorevoli: ndr) che a sua volta presenta il problema dell'onerosità dell'intervento. Durante questa discussione fu proprio il sindaco a chiederci di valutare la possibilità di un intervento più rapido: per questo abbiamo proposto l’allungamento della corsa al decollo».
Dunque sono tre le ipotesi, tutte a quanto pare tecnicamente valide. A chi tocca scegliere?
«E’ arrivato il momento in cui confrontare e confrontarci su queste tre possibilità. Presenteremo a giorni un documento dettagliato che sottoporremo all’attenzione delle autorità locali e regionali cui spetta l’ultima parola».
Lei quale ipotesi ritiene più vantaggiosa sul piano tecnico/economico?
«Non mi faccia esprimere valutazioni. Il documento dobbiamo ancora presentarlo alle autorità».
Secondo operatori locali il parco fotovoltaico esclude la pista ortogonale.
«Mettere ordine in un contesto di voci così infondate mi è difficile. Il progetto per il fotovoltaico è stato approvato dall'Enac, s'immagini se l'ente dell’aviazione civile possa precludere investimenti futuri».
Ma per l’Enac il Gino Lisa è inutile.
«E’ una valutazione che attiene al piano nazionale aeroporti, stiamo parlando di un'altra cosa. Non a caso al Gino Lisa gli investimenti compiuti in questi anni sono stati tutti a carico di Aeroporti di Puglia. Siamo noi che paghiamo tutti quei servizi, dai vigili del fuoco alla dogana che non c’è, che negli aeroporti riconosciuti sono a carico dell'Enac».
Veniamo al fotovoltaico: il “Lisa” cosa ci guadagna?
«La questione non può essere posta in questi termini. Dico soltanto che abbiamo già un consistente sbilancio per le spese del “Lisa”, ma non vedo il fotovoltaico come un risarcimento delle nostre spese. Anche perchè noi non incasseremo denaro dai proventi del fotovoltaico, ma un risarcimento della bolletta energetica sui nostri aeroporti».
Un risarcimento sostanzioso se non pagherete più un euro di energia in tutti gli scali pugliesi.
«Esatto. E’ un appalto aggiudicato dopo regolare gara bandito da Aeroporti di Puglia alla ditta Solon di Berlino, una delle più grosse del settore.
Appalto senza importo, sono però previste royalty sulla produzione di energia: non possiamo ricevere soldi da qusto tipo di impianti, essendo correlati ad una attività aeroportuale. Il corrispettivo della royalty lo otterremo in energia equivalente. Ci renderemo autonomi».
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=379377&IDCategoria=11
darà luce agli altri scali
di Massimo Levantaci
Siamo allo svincolo più delicato della storia recente dell’aeroporto Gino Lisa. A giorni Comune e Aeroporti di Puglia dovranno prendere una decisione sull’allungamento della pista che farà decollare il traffico dei voli charter: non è stato infatti ancora stabilito se portare avanti l’ipotesi del prolungamento dell’attuale tracciato, o costruirne uno nuovo. Nel frattempo il piccolo aeroporto foggiano, da ex pecora nera degli scali pugliesi, sta per diventare la gallina dalle uova d’oro con il suo impianto fotovoltaico da quasi 10 megawatt in grado di azzerrare la bolletta energetica di tutti gli scali pugliesi. Per intenderci, gli aeroporti di Bari e Brindisi in un futuro quanto mai prossimo (il parco dovrebbe entrare in funzione entro marzo 2011) saranno illuminati dall’elettricità ottenuta dai pannelli solari installati al Gino Lisa.
Scenario impensabile, fino a qualche tempo fa. Che fa il paio con l’«ottima performance» - sottolinea Aeroporti di Puglia - dei voli registrata nei primi nove mesi del 2010 con appena tre collegamenti (Milano Malpensa, Torino e Palermo) e aerei da 50 passeggeri. Mentre sullo sfondo si agitano segnali inquietanti, uno per tutti: lo studio dell’Enac che considera «inutili» i piccoli scali. Insomma per l’ente nazionale aviazione civile il piccolo Gino Lisa nonostante tutti gli sforzi per riportarlo in vita è già morto, buono solo a produrre energia per gli altri: e infatti ha prontamente concesso l’autorizzazione per il parco fotovoltaico.
Di tutto questo ne abbiamo parlato con l’ingegner Domenico Di Paola, amministratore unico di Aeroporti di Puglia.
Cominciamo dalla pista, l’argomento che sta più a cuore ai foggiani. A che punto siamo?
«A buon punto direi. Lo studio preliminare sull'allungamento della pista attuale ha evidenziato una presenza molto pesante di ostacoli da rimuovere. A questo punto è stata affacciata la possibilità della pista ortogonale (il vecchio tracciato costruito dagli americani durante la seconda guerra mondiale e subito abbandonato a causa dei venti sfavorevoli: ndr) che a sua volta presenta il problema dell'onerosità dell'intervento. Durante questa discussione fu proprio il sindaco a chiederci di valutare la possibilità di un intervento più rapido: per questo abbiamo proposto l’allungamento della corsa al decollo».
Dunque sono tre le ipotesi, tutte a quanto pare tecnicamente valide. A chi tocca scegliere?
«E’ arrivato il momento in cui confrontare e confrontarci su queste tre possibilità. Presenteremo a giorni un documento dettagliato che sottoporremo all’attenzione delle autorità locali e regionali cui spetta l’ultima parola».
Lei quale ipotesi ritiene più vantaggiosa sul piano tecnico/economico?
«Non mi faccia esprimere valutazioni. Il documento dobbiamo ancora presentarlo alle autorità».
Secondo operatori locali il parco fotovoltaico esclude la pista ortogonale.
«Mettere ordine in un contesto di voci così infondate mi è difficile. Il progetto per il fotovoltaico è stato approvato dall'Enac, s'immagini se l'ente dell’aviazione civile possa precludere investimenti futuri».
Ma per l’Enac il Gino Lisa è inutile.
«E’ una valutazione che attiene al piano nazionale aeroporti, stiamo parlando di un'altra cosa. Non a caso al Gino Lisa gli investimenti compiuti in questi anni sono stati tutti a carico di Aeroporti di Puglia. Siamo noi che paghiamo tutti quei servizi, dai vigili del fuoco alla dogana che non c’è, che negli aeroporti riconosciuti sono a carico dell'Enac».
Veniamo al fotovoltaico: il “Lisa” cosa ci guadagna?
«La questione non può essere posta in questi termini. Dico soltanto che abbiamo già un consistente sbilancio per le spese del “Lisa”, ma non vedo il fotovoltaico come un risarcimento delle nostre spese. Anche perchè noi non incasseremo denaro dai proventi del fotovoltaico, ma un risarcimento della bolletta energetica sui nostri aeroporti».
Un risarcimento sostanzioso se non pagherete più un euro di energia in tutti gli scali pugliesi.
«Esatto. E’ un appalto aggiudicato dopo regolare gara bandito da Aeroporti di Puglia alla ditta Solon di Berlino, una delle più grosse del settore.
Appalto senza importo, sono però previste royalty sulla produzione di energia: non possiamo ricevere soldi da qusto tipo di impianti, essendo correlati ad una attività aeroportuale. Il corrispettivo della royalty lo otterremo in energia equivalente. Ci renderemo autonomi».
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=379377&IDCategoria=11