Ok dall'UE per la schedatura dei passeggeri


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15 Dicembre 2007
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BRU/BDS
Gli Stati membri potranno raccogliere e trattare i dati provenienti anche da agenzie di viaggio e operatori turistici che forniscono i servizi di prenotazione. A rischio la privacy ma il Parlamento rassicura: solo in casi estremi. I nomi tenuti per 5 anni nei sistemi di controllo (anche dell'Europol) dopo sei mesi dal trasferimento saranno resi anonimi




ROMA - Si chiama "Pnr" e ai più dirà ben poco. In realtà dietro questa sigla si nasconde il "Codice di prenotazione", ovvero i dati di ogni passeggero che intenda entrare o uscire dall'Europa. La nuova direttiva è stata approvata oggi dal Parlamento europeo e punta ad accelerare i controlli per la "prevenzione, accertamento, indagine e azione penale nei confronti dei reati di terrorismo e dei reati gravi". Ma si levano già le prime proteste e i timori di un "grande fratello" che metta sotto controllo i dati privati di ogni viaggiatore che solchi l'Europa.


In sostanza le compagnie aeree saranno obbligate a comunicare alle autorità "i dati dei passeggeri per tutti i voli provenienti da Paesi terzi verso l'Unione europea e viceversa", come spiega il relatore, il britannico Timothy Kirkhope, che aggiunge: "Abbiamo adottato un nuovo importante strumento per la lotta contro i terroristi e i trafficanti. Attraverso la raccolta, la condivisione e l'analisi delle informazioni dei Pnr le nostre agenzie di intelligence sono in grado di rilevare modelli di comportamento sospetti, che necessitano di verifica".


L'idea, in teoria, è quella di smascherare in anticipo gli spostamenti di persone sospette che, sempre in teoria, si muovono con i vettori. Nella realtà però intercettare terroristi attraverso la carta d'imbarco o i documenti resta un'opzione non proprio semplice da portare a termine. "I Pnr non sono una formula magica - ribatte Kirkhope, ai detrattori del provvedimento - ma i Paesi che dispongono di sistemi nazionali Pnr hanno dimostrato ancora una volta che questo sistema è altamente efficace".


Tra l'altro in molti, da mesi, tuonano contro la raccolta indiscriminata di dati sensibili e la privacy che apparentemente rischia di restare schiacciata tra le norme antiterrorismo. "Sono state espresse comprensibili preoccupazioni circa la raccolta e la conservazione dei dati delle persone, ma credo che la direttiva offra garanzie sul rispetto della privacy e dimostri che la legge è proporzionata ai rischi che abbiamo di fronte. I governi dell'Unione europea devono ora andare avanti con l'attuazione dell'accordo", ha concluso Kirkhope.


Ecco quindi che gli Stati membri dovranno stabilire una propria "Unità di informazione sui passeggeri" (Uip) per raccogliere i dati delle compagnie aeree. Tutte le informazioni dovranno essere conservate per un periodo di cinque anni ma, dopo sei mesi dal trasferimento, saranno rese anonime mascherando nome, l'indirizzo e i contatti, elementi che potrebbero servire a identificare direttamente il passeggero. Le Unità di informazione sui passeggeri saranno responsabili della raccolta, conservazione e trattamento dei dati Pnr, nonché di trasferirli alle autorità competenti e scambiarli con le Unità d'informazione sui passeggeri di altri Stati membri e con Europol.


Ma i timori sono fortissimi. E ce ne sono di motivi validi. Intanto la stessa direttiva stabilisce che il trasferimento di dati Pnr dovrebbe essere consentito solo "caso per caso" e unicamente a fini di "prevenzione, accertamento, indagine e azione penale nei confronti dei reati di terrorismo e dei reati gravi". Questo in teoria. Ma in pratica si applica non solo ai voli extra-Ue, visto che gli Stati membri potranno decidere di estenderla ai voli all'interno dello spazio aereo europeo (ad esempio, i voli che si dirigono da uno Stato membro verso un altro o altri Stati membri), notificandolo per iscritto alla Commissione.


Non solo: i membri Ue possono anche decidere di procedere con la raccolta e il trattamento dei dati Pnr provenienti da operatori economici diversi dalle compagnie aree, come le agenzie di viaggio e gli operatori turistici, che forniscono allo stesso modo servizi di prenotazione di voli. Sarà vietato rivelare l'origine razziale o etnica, le opinioni politiche, la religione o le convinzioni filosofiche, l'appartenenza


sindacale, lo stato di salute, la vita o l'orientamento sessuali dell'interessato. La proposta dovrà ora essere approvata dal Consiglio. Una volta pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'UE, i membri avranno tempo due anni per recepire la direttiva.


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