Inutile scaldarsi quando il problema degli aeroporti emiliano-romagnoli è solo uno:
MANCANO I TURISTI STRANIERI
che un tempo affollavano gli scali.
Oggi, la maggior parte del traffico low-cost ha come target il traffico IN USCITA e quello etnico che fa la spola con i paesi d'origine.
Con la crisi economica che ha coinvolto specialmente la fascia media della popolazione, molti di questi viaggi di piacere sono diminuiti.
Non è detto poi che i russi continueranno ad arrivare in grandi numeri, presso lo scalo riminese. Se dovesse verificarsi una curva discendente della domanda dall'ex-URSS, lo scalo riminese sarebbe a fortissimo rischio di sopravvivenza.
Per non parlare di Forli, la cui esistenza è appesa ad un bando europeo che scadrà a giorni e dalle volontà di Wizzair.
Parma, invece, dovrà tenersi stretta Ryanair, finchè le condizioni economiche lo permetteranno.
In pratica, eccetto BLQ, la vita degli altri 3 scali, le cui casse piangono sangue, è appesa fondamentalmente a agenti esterni singoli (i russi, Wizzair, Ryanair): una situazione assai pericolosa, derivata da un traffico sempre meno diversificato.