Niente bagagli, voli prepagati, posti cedibili. Ecco la compagnia del futuro


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india9001

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http://m.repubblica.it/mobile/r/sez...ia_del_futuro-124140730/?ref=HRLV-20#notarget

Si chiama Poppi. E' la provocatoria proposta del celebre studio di design statunitense Teague, da sempre al lavoro con Boeing: "Bisogna sposare le rivoluzioni hi-tech". Spazio anche per una valorizzazione delle poltrone più scomode e un diverso concetto di fidelizzazione

Si chiama Poppi. È la compagnia aerea del futuro. Ha una linea già chiara, uno straordinario minimalismo e moltissime, ghiotte novità. Ma non esiste. Non la troverai pronta al decollo in nessun aeroporto del mondo. A idearla sono stati infatti esperti, designer e consulenti di Teague, uno dei più importanti studi di progettazione attivi nel mondo dell'aviazione civile fondato negli anni '20 a Seattle. Basti pensare che dal lontano 1946 si occupa degli interni degli aerei sfornati dalla statunitense Boeing. Stavolta, sfruttando la platea dell'Airline Passenger Experience Association Expo appena concluso a Portland, in Oregon, hanno pensato di presentare per bocca di uno dei manager, Devin Liddell, un vettore aereo concettuale. Cioè un modello di sviluppo per il settore lanciato per rispondere a una domanda piuttosto complessa: come sarebbe una compagnia se dovessimo lanciarla oggi, al tempo di Uber ed Airbnb?
Risposta semplice: molto diversa da quelle a cui siamo abituati. Risposta complessa: in che modo? Nei servizi, nell'attenzione al cliente, nelle regole del gioco, nelle fonti di redditività per le società aeree. "La vera questione che gira intorno a Poppi - ha spiegato Liddell - è una sola: siamo pronti per le innovazioni rivoluzionarie? Come possiamo identificarle e implementarle" all'interno del comparto dell'aviazione civile? La proposta è un "regalo alle aerolinee esistenti - ha aggiunto il responsabile - non lanceremo una startup. Poppi deve servire ad aprire una strada, anzi a suggerire quelle che le attuali compagnie non hanno mai considerato".

Insomma, come dovrebbe funzionare una compagnia davvero al passo coi tempi? Prima di tutto, niente bagagli. Né a mano né in stiva. O meglio: meno bagagli possibile. Nessuno, d'altronde, ha più voglia di spendere soldi per una valigia in più né di stare in ansia per lo spazio nelle cappelliere mentre fa la fila per l'imbarco. La prospettiva individuata da Teague è portare con sé oggetti personali, giacca, borsa per il computer ma nessun bagaglio. Le cappelliere sarebbero dunque totalmente ridisegnate per regalare più spazio - come avvenuto in alcuni modelli tipo il Boeing 707, apripista dell'era dei jet entrato in servizio nel 1958 - e il bando al bagaglio consentirebbe di rendere gli imbarchi più rapidi del 71%. Tempo risparmiato per i passeggeri e per le compagnie, che così ridurrebbero coincidenze perse e potrebbero aumentare il numero dei voli operati. Oltre che tagliare sensibilmente i consumi: per un 777 si tratterebbe di 25 milioni di dollari all'anno in termini di costi per il carburante.

E se c'è proprio chi vuole spedire delle valigie, Teague suggerisce di venderne di customizzate, che si adattino cioè agli spazi sotto alle poltrone, o di consentirne la spedizione ma aggiungendo servizi personalizzati al pagamento della tariffa. Per esempio, il prelievo a casa e la consegna diretta a destinazione, nella stanza d'hotel, evitando ai passeggeri l'attesa ai rulli dell'aeroporto e regalando loro un'esperienza di viaggio davvero leggera e meno stressante.

Altro elemento di novità individuato è la valorizzazione di quei posti solitamente ritenuti sfortunati. Per esempio le poltrone centrali, strizzate fra i posto finestrino e quello corridoio. In quel caso, ha spiegato Liddell all'evento americano, "proponiamo di trasformare la poltrona in mezzo in una sorta di posto promozionale", brandizzato da qualche sponsor che voglia offrire gadget, privilegi, la possibilità di servizi a terra o in volo. Magari uno sconto sostanzioso per un acquisto effettuato con la Wi-Fi dell'aereo. Insomma, il concetto è: sei stato sfortunato per il posto che ti è capitato e magari hai pagato quanto o più dei tuoi vicini? Tranquillo, troverai una sorpresa a bordo.

"Questo meccanismo darebbe alle compagnie la possibilità di vendere posti ai marchi - ha aggiunto il designer della casa di Seattle - ricordate il vecchio modello dei college e delle università statunitensi vedeva gli istituti pagare le aziende sportive per l'equipaggiamento? Oggi quel paradigma è ribaltato: sono i grandi brand a pagare centinaia di milioni di dollari per il privilegio di sponsorizzarli". Lo stesso schema dovrebbe applicarsi in altri settori, aviazione di linea compresa.
Ulteriore, inedita soluzione che potremmo trovare a bordo di Poppi, compagnia virtuale che disegna il futuro dei viaggi, un qualche meccanismo di voli prepagati un po' nella logica di Amazon Prime o delle carte My Starbucks Rewards. Sono sistemi in cui i clienti pagano un abbonamento (nel caso di Amazon per spedizioni assicurate in uno o due giorni) o ricaricano il proprio conto digitale che spenderanno nel corso dei mesi. Teague propone di andare oltre le solite miglia regalate con le carte di credito ma di spingere pesantemente sulla fidelizzazione del cliente. Prepagando per esempio alcuni privilegi (pasto a bordo, sempre, a prescindere dalla classe in cui prenoti, versando una quota fissa annua) o direttamente un certo numero di voli a prezzo fisso. "Renderebbe i passeggeri davvero partecipi di un brand", ha spiegato Liddell, esattamente come succede con le squadre di calcio o di baseball.

Il segreto di questo passaggio starebbe però in un'altra possibilità, questa davvero rivoluzionaria e vicina al clima da sharing economy. Cioè quella di rivendere - magari guadagnandoci qualcosa - i propri posti già acquistati sui voli anziché pagare tariffe punitive per ogni modifica o di cambiare facilmente i posti con altri passeggeri a bordo. A questi servizi se ne dovrebbero aggiungere altri come snack venduti nelle macchine automatiche, bagagli consegnati anche nelle stazioni ferroviarie di partenza, una classe cinema a bordo e un merchandising più intelligente, con oggetti venduti durante il volo che possano essere riutilizzati a casa, completerebbero l'identikit di una compagnia "disruptive" al 100%. Un modello di vettore che sposi l'apertura mentale delle compagnie hi-tech più che il conservatorismo del settore aeronautico.
 
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