Comunque a sentire i telegiornali americani dovresti avere paura pure di uscire di casa.
Quando sono possibili uragani (in questa stagione) e bufere di neve in inverno parte il circo meteo, uno spettacolo con un copione ben preciso, in tre atti.
ATTO Primo: Il meteorologista.
Cinque giorni prima della potenziale bufera i meteorologi identificano la perturbazione in arrivo. I meteorologi avvertono i meteorologisti: quella del meteorologista è una specie tipica dell'America settentrionale. E' un presentatore televisivo di mediocre statura intellettuale, con un quoziente intellettivo appena sufficiente a imparare pochi rudimenti di meteorologia e spacciarsi da esperto di previsioni meteo. Ogni canale televisivo ha il proprio o la propria meteorologista: non sono mai militari, in genere non distinguerebbero un cumulonembo da un cirrostrato, ma poco importa. Il loro mestiere è quello di intrattenere l'audience con le previsioni del tempo (preparate da altri). Ebbene, l'intrattenimento inizia cinque giorni prima della bufera con l'annuncio della fine del mondo imminente: un 10% di possibilità di neve o pioggia viene trasformato in una quasi certezza di diluvio universale.
ATTO Secondo: la vigilia.
Alla vigilia della bufera il disfattismo mediatico dei meteorologisti ha fatto breccia nella società. E' il panico. Tutti si lamentano, piangono, fervono. Tutti partecipano, insomma, al dramma, alla commedia messa in scena da milioni di persone tutte assieme.
ATTO Terzo: l'uragano (o la neve).
In genere le previsioni non ci chiappano perché il meterologista ha volutamente drammatizzato le previsioni che gli sono pervenute. La neve o la pioggia arrivano esattamente quando previsto ma, solitamente, di entità molto inferiore a quella annunciata. Il trasporto aereo subisce qualche disagio ma, per il resto, i treni circolano regolari e anche il traffico veicolare potrebbe non essere molto peggiore di un giorno qualsiasi. Si potrebbe andare tranquillamente a lavorare perché la metropolitana e i treni sono puntuali come sempre. Quasi tutti, però, si sottraggono all'obbligo etico di recarsi al lavoro - preferiscono rimanere nella parte degli attori del circo meteo - blindati in casa.
Da questo ultimo dettaglio si comprende la morale del circo meteo. In un paese dove i giorni di ferie dei dipendenti sono spesso nove (9) all'anno, è necessario imbastire un melodramma per assicurarsi di poter saltare un giorno in ufficio. E' un sistema molto efficace perché si basa sul consenso generale: nessuno vuole andare a lavorare quando nevica - tutti siamo un po' bambini e vogliamo fare a palle di neve o bere una cioccolata calda guardando la neve che cade - anche se è poca. E, quando l'uragano è previsto per un fine settimana lungo, tutti vogliamo approfittarne come pretesto per partire un giorno prima (oggi nel mio ufficio manca metà del personale per ponte anticipato). L'importante è rimanere tutti nella parte.