Nevada, salva un cane in aeroporto: licenziata


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24 Dicembre 2009
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STATI UNITI / Ora la compagnia prova a fare marcia indietro: «Abbiamo aperto un'inchiesta»
Si oppone al capo per salvare un cane, licenziata

La storia di Lynn Jones, impiegata all'aeroporto di Reno, «silurata» per non aver voluto imbarcare un animale malato


MILANO - Lynn Jones è una signora disoccupata di 56 anni che vive nei dintorni di Reno, in Nevada. Ce ne sono molte come lei negli Stati Uniti. Ma il suo caso è differente. Perché se Mrs. Jones oggi è a casa senza impiego la colpa non è della recessione, bensì della rigidità dei suoi (ex) superiori dell'area di carico dell'aeroporto di Reno-Tahoe, che l'hanno licenziata per la compassione mostrata nei confronti di un cane. Il suo torto? Essersi opposta all'imbarco di un animale che mostrava evidenti segni di malattia: muso emaciato, corpo ricoperto di piaghe, segni di evidente denutrizione. «Era così magro che mi ha fatto piangere - ha raccontato la donna all'Associated Press -. Se lo avessimo imbarcato quel cane sarebbe sicuramente morto».

LO SCONTRO CON IL CAPO - La donna aveva fatto presente la situazione al suo caporeparto, spiegandogli esattamente quello che aveva visto e a quali rischi sarebbe andato incontro il povero quattrozampe. Abituata da sempre a vivere con gli animali - nella sua casa di Lockwood ospita tre cani, tre gatti e un uccello tutti salvati da canili e rifugi e in passato è stata proprietaria di un negozio per la tollettatura dei «pet» - la signora Jones non ha voluto cedere all'ordine perentorio del suo superiore di lasciar correre e di procedere comunque, perché sull'ordine di servizio c'era scritto che quell'animale dovesse essere caricato e quello andava fatto senza troppo discutere. Ma lei ha scelto di non demordere. «Il supervisore non ha neppure dato un'occhiata dentro al trasportino per vedere con i suoi occhi quanto male stesse quel cane» racconta ora, a un mese dall'episodio. «Ero isterica, ho iniziato a piangere e ad urlare perché l'aereo era in procinto di partire e temevo che la gabbia potesse essere caricata». Il trambusto della discussione ha però indotto altri addetti aeroportuali ad allertare l'agenzia per il benessere degli animali, che è subito intervenuta prendendosi temporaneamente in carico il cane.

LA RICONSEGNA - Il volo è partito per Corpus Christi, in Texas, senza il quattrozampe malato, dove il suo proprietario, un cacciatore, lo attendeva. E nel frattempo gli addetti dell'agenzia si sono presi cura di lui. Dopo alcune settimane, una volta tornato in salute - perché a quanto pare era davvero ammalato e non era solo una fantasia di un'impiegata troppo solerte -, è stato portato a destinazione, con grande disappunto della signora Jones: «Non credevo che potesse essere riconsegnato ad un proprietario che lo aveva tenuto in quelle condizioni».

L'INCHIESTA DELLA COMPAGNIA - Resta ora la questione del posto di lavoro. La storia della signora Jones è stata raccontata dai giornali locali e in particolare dalla Reno Gazette-Journal e i vertici della società per cui lavorava, la Airport Terminal Services Inc. di St Louis, non hanno potuto non riaprire il caso. Secondo l'Ap, il comportamento della donna verrebbe ora addirittura elogiato dalla compagnia, che però ancora non l'ha reintegrata nel suo posto di lavoro. «Stiamo valutando la questione molto seriamente» ha detto la vicepresidente della compagnia Peggy Hohl in un'email citata sempre dalla Ap. E sul sito della Ats è stato scritto che la società «loda il fatto che la dipendente si sia fatta carico della situazione e che si sia fatta carico delle condizioni dell'animale» e ha annunciato di avere avviato un'inchiesta per valutare il comportamento di tutti i soggetti coinvolti «per capire se è stata presa la decisione appropriata». Lunedì la signora Jones è stata contattata per la prima volta dal giorno del licenziamento. «Finalmente hanno voluto sentire anche la mia versione. Mi hanno chiesto perché avessi abbandonato il posto di lavoro e ho fatto notare che sono stati loro ad allontanarmi. Ero un'ottima dipendente, arrivavo presto tutti i giorni. Non avrei mai lasciato la mia postazione senza motivo». E se ora dovessero proporle di rientrare in servizio? «Ci dovrei pensare su seriamente...».

Alessandro Sala
twitter: @alsfiles

http://www.corriere.it/animali/11_d...ta_f699f512-1ff1-11e1-9592-9a10bb86870a.shtml
 
La cosa più assurda è che abbiano restituito il cane al legittimo proprietario.... ma non sono quelli avanti anni luce nella tutela dei "pets" ??? Boh...... :-(