Da www.quibrescia.it
P.S. mi sembra interessante soprattutto il passaggio dove parlano del 76% per evitare lo stallo, sembra un passo in avanti anche se mi rattrista il fatto che si parli unicamente di governance e poltrone invece che di business plan.
Aeroporto di Montichiari
"D'Annunzio", l'accordo con Verona
lunedì 07 febbraio 2011
(red.) Il 1 febbraio si è svolto a Brescia, a Palazzo Broletto, un incontro tra il presidente della Provincia Daniele Molgora, il vice presidente Giuseppe Romele, Aib, Abem, Camera di commercio di Brescia, il presidente della Provincia di Verona, Flavio Tosi, il sindaco di Verona, Alessandro Bianchi, Camera di commercio di Verona, Provincia autonoma di Trento, Confindustria Verona, Carlo Banco Popolare Società Cooperativa, Fondazione Cariverona e i membri del Tavolo tecnico congiunto Brescia-Verona (Giorgio Bontempi, Alfonso Sonato, Massimo Gazzani, Pierluigi Angeli ed Ernesto Stajano) per il rilancio dell'aeroporto D'Annunzio.
In realtà dalla riunione, nella quale, a detta del presidente Molgora, si sarebbe raggiunto un accordo con la “Catullo” di Verona sulla fusione per incorporazione dello scalo bresciano “D’Annunzio”, non era emerso alcun particolare sulla bozza di programma e le bocche dei partecipanti al tavolo erano rimaste cucite.
Qualche dettaglio dell’accordo quadro è tuttavia trapelato e, secondo quanto emerso, la bozza prevede che Brescia salga al 25% dell’acquisizione, attraverso le prossime due tranches di aumento di capitale, mentre Verona dovrebbe assestarsi al 50%. Il risultato sarebbe dunque un’alleanza di questo tipo: Verona al 50%, Brescia al 25 e Trento al 25%.
Brescia può acquistare le nuove quote anche attraverso provati costituendo una newco (nuova società). Il valore di stima dell'aeroporto in base al quale procedere con l'operazione è di 107 milioni, cifra su cui, tuttavia, permarrebbero alcuni dubbi rispetto alla congruità della valutazione stessa. Sulla vicenda era intervenuta anche la senatrice veronese Cinzia Bonfrisco (Pdl) che aveva rimarcato la necessità del primato scligero sull'assetto della "Catullo Spa", chiedendo anche di "non svendere l'aeroporto al minor offerente".
Brescia e Trento avrebbero entrambe la vicepresidenza, mentre a Verona, che detiene la quota di maggioranza spetta la presidenza. Tuttavia, l'accordo quadro ribadisce che le concessioni aeroportuali dipendono dalla “Catullo” e Brescia dovrà tenere conto di questa situazione.
Nel consiglio di amministrazione siederanno quattro componenti indicati da Verona: il presidente e l'amministratore delegato o il direttore generale. Due componenti del sistema Brescia (di cui un vicepresidente) due componenti del sistema trentino (di cui un vicepresidente). Il voto del presidente veronese, in caso di parità, avrà valore doppio.
L’accordo quadro stabilisce anche , però, che il via libera alle delibere assembleari strategiche debba ottenere una maggioranza pari al 76%: avverrebbe così che, detenendo i soci di minoranza (Brescia e Trento) il 25% ciascuno delle quote, in caso di veto da parte di uno dei due sistemi si verificherebbe necessariamente una situazione di stallo.
Nel frattempo, l’aeroporto veronese è nelle mire di interesse sia di Venezia, sia di Monaco che ha chiesto di poter investire nella “Catullo”. Potrebbero quindi entrare in gioco elementi 'altri' acquisendo quote e ridisegnando l’assetto societario.
Infine il 28 febbraio dovrebbe arrivare la firma ufficiale alla bozza di accordo, sempre che nel frattempo, qualcosa non muti ancora nei cieli tra Brescia e Verona.
Intanto, dal 1 gennaio 2011, l’aeroporto di Verona ha aderito ad Assoclearence acquisendo gli standard nella pianificazione dell’operatività dei voli a cui sono attestati i maggiori scali. Assoclearence, l’associazione formata da Compagnie Aeree e Società di Gestione Aeroportuali, ha il compito, attraverso l’assegnazione e la gestione delle bande orarie (slots) aeroportuali, di coordinare la pianificazione del traffico aereo sui maggiori scali nazionali. L'entrata del “Catullo” in Assoclearance consentirà dunque una migliore gestione complessiva del traffico sullo scalo, anche attraverso la sincronizzazione delle attività operative tra i vari aeroporti associati, nella prospettiva di crescita futura e dei volumi di traffico che già movimenta.
“L'Aeroporto di Verona sta registrando da novembre una crescita progressiva, che nelle prime tre settimane di gennaio si è attesta al 26,57% . Il 21% dei passeggeri è low cost. I passeggeri in arrivo nelle prime tre settimane di gennaio sono in crescita del 25,19% rispetto allo stesso periodo del 2010, comportando un beneficio economico importante per il territorio in termini di indotto turistico”, ha dichiarato Fabio Bortolazzi, presidente dell’aeroporto di Verona, che ha aggiunto che l’entrata dello scalo in Assoclearence “consentirà uno sviluppo più omogeneo del traffico, contribuendo ad una crescita equilibrata con benefici a caduta sull’utenza”.
P.S. mi sembra interessante soprattutto il passaggio dove parlano del 76% per evitare lo stallo, sembra un passo in avanti anche se mi rattrista il fatto che si parli unicamente di governance e poltrone invece che di business plan.
Aeroporto di Montichiari
"D'Annunzio", l'accordo con Verona
lunedì 07 febbraio 2011
(red.) Il 1 febbraio si è svolto a Brescia, a Palazzo Broletto, un incontro tra il presidente della Provincia Daniele Molgora, il vice presidente Giuseppe Romele, Aib, Abem, Camera di commercio di Brescia, il presidente della Provincia di Verona, Flavio Tosi, il sindaco di Verona, Alessandro Bianchi, Camera di commercio di Verona, Provincia autonoma di Trento, Confindustria Verona, Carlo Banco Popolare Società Cooperativa, Fondazione Cariverona e i membri del Tavolo tecnico congiunto Brescia-Verona (Giorgio Bontempi, Alfonso Sonato, Massimo Gazzani, Pierluigi Angeli ed Ernesto Stajano) per il rilancio dell'aeroporto D'Annunzio.
In realtà dalla riunione, nella quale, a detta del presidente Molgora, si sarebbe raggiunto un accordo con la “Catullo” di Verona sulla fusione per incorporazione dello scalo bresciano “D’Annunzio”, non era emerso alcun particolare sulla bozza di programma e le bocche dei partecipanti al tavolo erano rimaste cucite.
Qualche dettaglio dell’accordo quadro è tuttavia trapelato e, secondo quanto emerso, la bozza prevede che Brescia salga al 25% dell’acquisizione, attraverso le prossime due tranches di aumento di capitale, mentre Verona dovrebbe assestarsi al 50%. Il risultato sarebbe dunque un’alleanza di questo tipo: Verona al 50%, Brescia al 25 e Trento al 25%.
Brescia può acquistare le nuove quote anche attraverso provati costituendo una newco (nuova società). Il valore di stima dell'aeroporto in base al quale procedere con l'operazione è di 107 milioni, cifra su cui, tuttavia, permarrebbero alcuni dubbi rispetto alla congruità della valutazione stessa. Sulla vicenda era intervenuta anche la senatrice veronese Cinzia Bonfrisco (Pdl) che aveva rimarcato la necessità del primato scligero sull'assetto della "Catullo Spa", chiedendo anche di "non svendere l'aeroporto al minor offerente".
Brescia e Trento avrebbero entrambe la vicepresidenza, mentre a Verona, che detiene la quota di maggioranza spetta la presidenza. Tuttavia, l'accordo quadro ribadisce che le concessioni aeroportuali dipendono dalla “Catullo” e Brescia dovrà tenere conto di questa situazione.
Nel consiglio di amministrazione siederanno quattro componenti indicati da Verona: il presidente e l'amministratore delegato o il direttore generale. Due componenti del sistema Brescia (di cui un vicepresidente) due componenti del sistema trentino (di cui un vicepresidente). Il voto del presidente veronese, in caso di parità, avrà valore doppio.
L’accordo quadro stabilisce anche , però, che il via libera alle delibere assembleari strategiche debba ottenere una maggioranza pari al 76%: avverrebbe così che, detenendo i soci di minoranza (Brescia e Trento) il 25% ciascuno delle quote, in caso di veto da parte di uno dei due sistemi si verificherebbe necessariamente una situazione di stallo.
Nel frattempo, l’aeroporto veronese è nelle mire di interesse sia di Venezia, sia di Monaco che ha chiesto di poter investire nella “Catullo”. Potrebbero quindi entrare in gioco elementi 'altri' acquisendo quote e ridisegnando l’assetto societario.
Infine il 28 febbraio dovrebbe arrivare la firma ufficiale alla bozza di accordo, sempre che nel frattempo, qualcosa non muti ancora nei cieli tra Brescia e Verona.
Intanto, dal 1 gennaio 2011, l’aeroporto di Verona ha aderito ad Assoclearence acquisendo gli standard nella pianificazione dell’operatività dei voli a cui sono attestati i maggiori scali. Assoclearence, l’associazione formata da Compagnie Aeree e Società di Gestione Aeroportuali, ha il compito, attraverso l’assegnazione e la gestione delle bande orarie (slots) aeroportuali, di coordinare la pianificazione del traffico aereo sui maggiori scali nazionali. L'entrata del “Catullo” in Assoclearance consentirà dunque una migliore gestione complessiva del traffico sullo scalo, anche attraverso la sincronizzazione delle attività operative tra i vari aeroporti associati, nella prospettiva di crescita futura e dei volumi di traffico che già movimenta.
“L'Aeroporto di Verona sta registrando da novembre una crescita progressiva, che nelle prime tre settimane di gennaio si è attesta al 26,57% . Il 21% dei passeggeri è low cost. I passeggeri in arrivo nelle prime tre settimane di gennaio sono in crescita del 25,19% rispetto allo stesso periodo del 2010, comportando un beneficio economico importante per il territorio in termini di indotto turistico”, ha dichiarato Fabio Bortolazzi, presidente dell’aeroporto di Verona, che ha aggiunto che l’entrata dello scalo in Assoclearence “consentirà uno sviluppo più omogeneo del traffico, contribuendo ad una crescita equilibrata con benefici a caduta sull’utenza”.