È il primo luglio, che quest’anno cade di lunedì. Dopo un anonimo weekend passato dai genitori all’indirizzo di residenza, Venezia, si ritorna a quello di domicilio, Napoli: ciò comporta un anonimo spostamento, di solito in treno o in aereo. Visto che la sigla AC dopotutto sta per Aviazione Civile, oggi non vi stupirà sapere che tocca l’aereo.
Tra le molte banalità del racconto di oggi c’è la compagnia, Ryanair; l’aereo che opera il volo, un Boeing 737-800; la base dell’equipaggio, cioè VCE. Infatti durante la stagione estiva gli irlandesi preferiscono equipaggi lagunari per i numerosi voli tra le due città (20 rotazioni a settimana, solo due la domenica). Gli aerei partenopei infatti devono sottostare ad un rigido coprifuoco, già discusso in un altro TR, e ad una programmazione che vede una serie di rotte marcatamente estive e di turismo outcoming (come Santoronia, Cefante, Zantolini, e naturalmente Ibizonos, Mykiza, Mi n’Orca, quelle lì insomma) a cui giustamente viene data priorità per gli aerei basati a Napoli.
Ed è così che, complici i prezzi estremamente poco barbon-oriented di luglio, sborso €46,28 per salire su questo breve volo, generando persino un modesto guadagno per le tasche di MOL, al contrario di come sono abituato a fare.
No dai, forse con 9 euri di addizionale comunale per i voli in partenza da VCE ho vinto io anche stavolta.
Il meteo, per essere luglio, non potrebbe essere più scialbo: caldo opprimente, vaga foschia, nuvolaglie sparse ad alta quota.
Ma tutto sta per cambiare.
Apro distrattamente Flightradar per verificare che sia tutto in ordine.
L’aereo stamattina è andato nientemeno che a Londra Stansted, STD 05:45 CEST, vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole (et nonsi dorme, aggiungerei). L’aereo tornato lestamente a Venezia prosegue con il volo per Napoli alle 11:05, con una seconda rotazione affidata anch’essa all’equipaggio presentatosi alle 4:40 in aeroporto, i cui sorrisi non riescono a cancellare le occhiaie.
Il SIASCEBA* (Sacro Imprevedibile Algoritmo Separante Coppie E Barbon Avari) molto prevedibilmente mi ha assegnato il funesto middle seat 29B, ed è lì che mi dirigo sbadigliando di noia.
E qui la prima notizia: mentre in cabina risuona “Cabin crew, boarding completed”, il 29A è vuoto. Oggi ci gustiamo panorami!
Ma subito arriva la seconda, vero unico motivo per rendicontarla qui: un 767 freighter, prossimo a partire, caracolla deciso nella direzione sbagliata. Già, perché a Venezia sempre, sempre, davvero sempre si usa la pista 04R. Mai, mai, davvero mai si usa la 22L, nella direzione opposta, perché molto raramente i venti soffiano da Sud-Ovest.

Guardate quanto caucciù hanno consumato a sinistra, atterrando sulla 04R, e quanto a destra, sulla 22L.
E quindi, naso schiacciato sul finestrino, e prendo a fare foto e video a raffica: la Standard Initial Departure che seguiamo ci fa passare per PZ610 e PZ611 fino a CHI.

E dopo CHI? Boh! Non ne so proprio niente, sul sito dell’ENAV ho trovato questa. Come disse qualcuno, se mi sbalio, mi corigerete.
A proposito di sbaliare, abbiate pietà della fotocamera del mio Huawei di tre anni e mezzo pagato 139 euri e scelto perché aveva il jack audio.
I primi secondi dopo il decollo mostrano qualcosa di tutto sommato ordinario: l’autocanale di Tessera con la fila di taxi sparati da e per l’aeroporto, Murano in lontananza, e poi l’inconfondibile sagoma del centro storico. Tutte cose ben visibili in un qualunque atterraggio a VCE. Alla fine di questo primo video in basso si vede l’isola di Campalto, dove grandi griglie cancerogene consentono di fare giganteschi falò vegani analcolici a chi ha una barca, degli amici, dell’alcol e delle salsicce con cui riempirla.
Ma è durante questo secondo video che la visione prende a farsi insolita, con l’isola del Tronchetto e la stazione marittima che cingono a Sud il centro storico, la Giudecca sulla destra e in fondo a tutto le Vignole e S.Erasmo.
Nel terzo e ultimo video, mentre l’avione prende quota, si vedono bene il Lido di Venezia nella sua interezza, la parte settentrionale di Pellestrina, e la bocca di porto di Malamocco che separa le due isole. Nei primi istanti si vede bene anche l’oasi WWF degli Alberoni, alla fine del Lido. Metà di quell’oasi è stata spianata nel 1950 per allargare il campo da golf, già costruito 22 anni prima sul sedime di un forte austriaco. A zoommare a sufficienza il frame giusto nel video sono sicuro che si veda anche qualche riccastro lidense sudato che si diletta a sentirsi più dippiù degli altri giuocando nobilmente a golf.
Continuando a scendere sulla mappa e a salire nella realtà, si trova presto la foce dell'Adige, che riversa acque piene di sedimenti nell'Adriatico.

E poco più giù, ecco la foce del Po. Sento il ronzio delle zanzare da qui su.

Tra i vari rami del delta, il più diritto è il Po della Pila, in cui i sedimenti disciolti proseguono per centinaia e centinaia di metri nell'Adriatico, stamattina quasi stagnante.


L'Appennino campano mi riporta definitivamente al grigiore di questo scialbo lunedì mattina, che avvolge indistintamente terroni e polentoni.
Yawn!
Al prossimo TR
Tra le molte banalità del racconto di oggi c’è la compagnia, Ryanair; l’aereo che opera il volo, un Boeing 737-800; la base dell’equipaggio, cioè VCE. Infatti durante la stagione estiva gli irlandesi preferiscono equipaggi lagunari per i numerosi voli tra le due città (20 rotazioni a settimana, solo due la domenica). Gli aerei partenopei infatti devono sottostare ad un rigido coprifuoco, già discusso in un altro TR, e ad una programmazione che vede una serie di rotte marcatamente estive e di turismo outcoming (come Santoronia, Cefante, Zantolini, e naturalmente Ibizonos, Mykiza, Mi n’Orca, quelle lì insomma) a cui giustamente viene data priorità per gli aerei basati a Napoli.
Ed è così che, complici i prezzi estremamente poco barbon-oriented di luglio, sborso €46,28 per salire su questo breve volo, generando persino un modesto guadagno per le tasche di MOL, al contrario di come sono abituato a fare.
No dai, forse con 9 euri di addizionale comunale per i voli in partenza da VCE ho vinto io anche stavolta.
Il meteo, per essere luglio, non potrebbe essere più scialbo: caldo opprimente, vaga foschia, nuvolaglie sparse ad alta quota.
Ma tutto sta per cambiare.
Apro distrattamente Flightradar per verificare che sia tutto in ordine.
L’aereo stamattina è andato nientemeno che a Londra Stansted, STD 05:45 CEST, vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole (et nonsi dorme, aggiungerei). L’aereo tornato lestamente a Venezia prosegue con il volo per Napoli alle 11:05, con una seconda rotazione affidata anch’essa all’equipaggio presentatosi alle 4:40 in aeroporto, i cui sorrisi non riescono a cancellare le occhiaie.
Il SIASCEBA* (Sacro Imprevedibile Algoritmo Separante Coppie E Barbon Avari) molto prevedibilmente mi ha assegnato il funesto middle seat 29B, ed è lì che mi dirigo sbadigliando di noia.
E qui la prima notizia: mentre in cabina risuona “Cabin crew, boarding completed”, il 29A è vuoto. Oggi ci gustiamo panorami!
Ma subito arriva la seconda, vero unico motivo per rendicontarla qui: un 767 freighter, prossimo a partire, caracolla deciso nella direzione sbagliata. Già, perché a Venezia sempre, sempre, davvero sempre si usa la pista 04R. Mai, mai, davvero mai si usa la 22L, nella direzione opposta, perché molto raramente i venti soffiano da Sud-Ovest.

Guardate quanto caucciù hanno consumato a sinistra, atterrando sulla 04R, e quanto a destra, sulla 22L.
E quindi, naso schiacciato sul finestrino, e prendo a fare foto e video a raffica: la Standard Initial Departure che seguiamo ci fa passare per PZ610 e PZ611 fino a CHI.

E dopo CHI? Boh! Non ne so proprio niente, sul sito dell’ENAV ho trovato questa. Come disse qualcuno, se mi sbalio, mi corigerete.
A proposito di sbaliare, abbiate pietà della fotocamera del mio Huawei di tre anni e mezzo pagato 139 euri e scelto perché aveva il jack audio.
I primi secondi dopo il decollo mostrano qualcosa di tutto sommato ordinario: l’autocanale di Tessera con la fila di taxi sparati da e per l’aeroporto, Murano in lontananza, e poi l’inconfondibile sagoma del centro storico. Tutte cose ben visibili in un qualunque atterraggio a VCE. Alla fine di questo primo video in basso si vede l’isola di Campalto, dove grandi griglie cancerogene consentono di fare giganteschi falò vegani analcolici a chi ha una barca, degli amici, dell’alcol e delle salsicce con cui riempirla.
Ma è durante questo secondo video che la visione prende a farsi insolita, con l’isola del Tronchetto e la stazione marittima che cingono a Sud il centro storico, la Giudecca sulla destra e in fondo a tutto le Vignole e S.Erasmo.
Nel terzo e ultimo video, mentre l’avione prende quota, si vedono bene il Lido di Venezia nella sua interezza, la parte settentrionale di Pellestrina, e la bocca di porto di Malamocco che separa le due isole. Nei primi istanti si vede bene anche l’oasi WWF degli Alberoni, alla fine del Lido. Metà di quell’oasi è stata spianata nel 1950 per allargare il campo da golf, già costruito 22 anni prima sul sedime di un forte austriaco. A zoommare a sufficienza il frame giusto nel video sono sicuro che si veda anche qualche riccastro lidense sudato che si diletta a sentirsi più dippiù degli altri giuocando nobilmente a golf.
Continuando a scendere sulla mappa e a salire nella realtà, si trova presto la foce dell'Adige, che riversa acque piene di sedimenti nell'Adriatico.

E poco più giù, ecco la foce del Po. Sento il ronzio delle zanzare da qui su.

Tra i vari rami del delta, il più diritto è il Po della Pila, in cui i sedimenti disciolti proseguono per centinaia e centinaia di metri nell'Adriatico, stamattina quasi stagnante.


L'Appennino campano mi riporta definitivamente al grigiore di questo scialbo lunedì mattina, che avvolge indistintamente terroni e polentoni.
Yawn!
Al prossimo TR

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