Dello sbarco dell'Aga Khan all'aviazione generale, a bordo del suo Bombardier, lo sapevano in pochissimi. E infatti, quando Karim ha varcato il portone di ingresso della palazzina Meridiana all'aeroporto, allo stupore iniziale ha fatto seguito la preoccupazione.
La domanda spontanea per tutti i dipendenti della compagnia aerea è stata: «Non è che siamo alla fine?». Timori legittimi, visti i conti in rosso di Meridiana fly. Il vettore ha chiuso il bilancio del 2010 con una perdita di 46 milioni, che poi ha pesato notevolmente su quella accumulata da tutto il gruppo (53 milioni).
Un buco che, di fatto, avrebbe mandato all'aria la compagnia aerea e reso inutile il doloroso piano di tagli avviato dal management (900 dipendenti in meno, quando e se sarà portato a regime). Avrebbe, appunto, se non fosse intervenuto ancora l'Aga Khan. Il suo fondo economico, Akfed, attivo soprattutto nei paesi in via di sviluppo dell'Africa orientale e dell'Asia centrale, ha infatti garantito al gruppo Meridiana 34 milioni nel 2010 e si impegna a versarne altri 47 nel 2011. Basteranno per tenere in volo la compagnia per dodici mesi. E di questo l'Aga Khan, accompagnato proprio da dirigenti di Akfed, ha discusso a lungo con l'amministratore delegato Massimo Chieli. Karim è salito al quarto piano, «gentile e attento come sempre» dice chi l'ha incontrato, e per alcune ore ha tenuto un vertice operativo.
Non sarebbero emerse novità di rilievo: quando c'è da prendere delle decisioni, sono i dirigenti a dover andare da lui, ovunque si trovi. La visita, comunque, può essere letta come un segnale importante, soprattutto perché è un evento rarissimo: l'Aga Khan ha in qualche modo voluto, anche fisicamente, mostrare la sua vicinanza all'azienda in crisi. Quella per cui, dopo aver speso molti soldi e aver chiesto enormi sacrifici ai dipendenti, sta cercando un partner. Tramontato il matrimonio con Alitalia («irricevibili» le condizioni poste dall'ex compagnia di bandiera, secondo una fonte aziendale), l'ipotesi più probabile è quella di un'unione con British o, in subordine, con Lufthansa.
(La Nuova Sardegna)
La domanda spontanea per tutti i dipendenti della compagnia aerea è stata: «Non è che siamo alla fine?». Timori legittimi, visti i conti in rosso di Meridiana fly. Il vettore ha chiuso il bilancio del 2010 con una perdita di 46 milioni, che poi ha pesato notevolmente su quella accumulata da tutto il gruppo (53 milioni).
Un buco che, di fatto, avrebbe mandato all'aria la compagnia aerea e reso inutile il doloroso piano di tagli avviato dal management (900 dipendenti in meno, quando e se sarà portato a regime). Avrebbe, appunto, se non fosse intervenuto ancora l'Aga Khan. Il suo fondo economico, Akfed, attivo soprattutto nei paesi in via di sviluppo dell'Africa orientale e dell'Asia centrale, ha infatti garantito al gruppo Meridiana 34 milioni nel 2010 e si impegna a versarne altri 47 nel 2011. Basteranno per tenere in volo la compagnia per dodici mesi. E di questo l'Aga Khan, accompagnato proprio da dirigenti di Akfed, ha discusso a lungo con l'amministratore delegato Massimo Chieli. Karim è salito al quarto piano, «gentile e attento come sempre» dice chi l'ha incontrato, e per alcune ore ha tenuto un vertice operativo.
Non sarebbero emerse novità di rilievo: quando c'è da prendere delle decisioni, sono i dirigenti a dover andare da lui, ovunque si trovi. La visita, comunque, può essere letta come un segnale importante, soprattutto perché è un evento rarissimo: l'Aga Khan ha in qualche modo voluto, anche fisicamente, mostrare la sua vicinanza all'azienda in crisi. Quella per cui, dopo aver speso molti soldi e aver chiesto enormi sacrifici ai dipendenti, sta cercando un partner. Tramontato il matrimonio con Alitalia («irricevibili» le condizioni poste dall'ex compagnia di bandiera, secondo una fonte aziendale), l'ipotesi più probabile è quella di un'unione con British o, in subordine, con Lufthansa.
(La Nuova Sardegna)