Marchi: «Così vogliamo rilanciare il Catullo»


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24 Ottobre 2006
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Londra.
Marchi: «Così vogliamo rilanciare il Catullo»

«Siamo entrati a Verona per crescere, non per chiudere. L'area Margherita? Va usata in modo diverso. E deve costare meno»

«Se un imprenditore entra in un'azienda lo fa per svilupparla, non certo per chiuderla. È così anche per noi di Save con il Catullo, spero sia chiaro una volta per tutte e che le diffidenze che si respirano ancora a Verona finiscano».

Enrico Marchi, presidente della società aeroportuale Save che gestisce Venezia e Treviso ed è quotata in Borsa, rompe la sua tradizionale riservatezza e replica punto per punto a chi in città è scettico sul nuovo corso dell'aeroporto Catullo, dopo che la società veneziana è entrata nel capitale dell'ente veronese con il 35% e ha nominato l'amministratore delegato, Paolo Simioni. Gli obiettivi sono chiari, anticipa Marchi in questo colloquio: arrivare al 2019 con 4 milioni di passeggeri, investire in totale 70 milioni di euro il 60% dei quali nei prossimi quattro, cinque anni, per la riqualificazione dell'infrastruttura.


Ma andiamo con ordine.


AREA MARGHERITA. Si tratta di un'area a nord dello scalo, presa in concessione dal ministero della Difesa per sviluppare lo scalo secondo il piano di sviluppo predisposto dall'ex dg Carmine Bassetti. La Cisl aveva sostenuto nei giorni scorsi che la Save non è più interessata a quest'area e che vuole depotenziare lo scalo. A Marchi è salta la mosca al naso.


«Sugli aeroporti, solo perché ci passiamo come viaggiatori, ognuno vuol dire la sua e siamo tutti commissari tecnici come per la Nazionale. Invece i sindacalisti dovrebbero fare i sindacalisti e lasciare agli imprenditori il loro mestiere di sviluppo delle aziende. Detto questo, noi stiamo revisionando il piano di sviluppo anche per il futuro della Margherita Nord. Il precedente piano secondo noi prevedeva un utilizzo sbagliato perché sarebbe un errore portare lì gli aerei di Ryanair: è lontana dal terminal e sarebbe necessario fare il turn around. Quanto ci metterebbero i passeggeri a piedi? Venti, venticinque minuti. Le compagnie low cost risparmiano anche sull'uso dei bus. Inoltre si dovrebbe attraversare la testata della pista, e sarebbe un problema. Una perdita di tempo e di costi, insomma, senza alcun ricavo».


Quindi? «Quindi noi stiamo pensando di sviluppare aree per il parcheggio degli aeromobili in una posizione più vicina al terminal attuale per Ryanair e Easyjet, quindi più raggiungibile a piedi senza pericoli. Nella Margherita Nord dovranno andare depositi e servizi tecnici che ci consentano di liberare spazi pregiati che oggi sono vicini al terminal».


Nel dicembre scorso era attesa la firma definitiva della convenzione con il Ministero della Difesa, e invece? «Abbiamo chiesto alla Difesa di rinegoziare il contratto affinché il canone annuale sia meno oneroso e la concessione più flessibile: potremmo disdire il contratto prima o invece a fine contratto acquistare l'area».

Ma è urgente? «No, perché con il traffico aereo attuale gli spazi sono sufficienti e quindi abbiamo tempo per programmare come gestirla».

RYANAIR E VOLOTEA. A proposito di traffico aereo, il 2014 è stato negativo per problemi con Alitalia, AirOne e Air Dolomiti. Quali sono le direttrici di sviluppo per incrementarlo?

«Il 2014 ha chiuso con 2,8 milioni di passeggeri, cioè meno 5% rispetto al budget. Nel 2015 non ci sarà una grande crescita ma Ryanair ci consentirà di recuperare qualcosa. Ma prevediamo di allargare la base sia per la compagnia irlandese, sia per Volotea che farà base a Verona. Diventeranno i nostri due vettori di riferimento al Catullo. E così ai collegamenti con gli hub principali come Francoforte, Roma, Parigi, si affiancheranno anche Madrid, Amsterdam, Instabul e Vienna che sono hub importanti e poi daremo valore al business dei charter. In questo modo prevediamo di avere una crescita media da qui al 2019 del +7,5% annuo arrivando a quota 4 milioni di passeggeri».

TERMINAL. Ma le infrastrutture sono adeguate? Nel piano di sviluppo precedente era previsto un ampliamento del terminal con una nuova galleria commerciale: è ancora attuale? «Certo, vogliamo dare più qualità al terminal passeggeri non solo per adeguarne le dimensioni ma per dare ai viaggiatori una piacevole “airport experience” come già avviene al Marco Polo. Abbiamo rielaborato il progetto e l'idea è di unire le due parti del terminal destinate agli arrivi e alle partenze, con una galleria commerciale al piano superiore che vedrà aumentare del 50% gli spazi per bar e negozi passando da 2.900 a 4.300 metri quadrati. Il piano di sviluppo stima per il 2030 una capacità del terminal pari a 5 milioni di passeggeri. Saranno predisposti anche tre finger con accesso dal primo piano e il numero dei gate passerà dai 13 attuali a 19».

http://www.larena.it/stories/Home/1..._rilanciare_il_catullo/?refresh_ce#scroll=400
 
Marchi ha parlato anche di Brescia ma aspetta di mettersi d'accordo con Bergamo. Chi ha riportato il discorso di Marchi è rimasto fermo a Verona forse perchè è qui che si vede in Marchi il becchino dell'aeroporto.
 
credo che, per quanto riguarda Brescia bisogna capire che piani hanno quelli dell'AV
se si fa l'AV ha senso concentrare li sia Verona che Bergamo, se no non c'e' senso ch quell'aeroporto sopravviva.
 
L'Alta Velocità non c'entra nulla nè con il passato, nè con il presente, nè con il futuro di Brescia-Montichiari.
L'unico pensiero della Catullo è di detenerne la gestione.
Poi se non ci vola NESSUNO amen.
Questo è uno dei tanti (troppi) esempi per cui l'Italia va male.
 
Aeroporto di Verona, 12 nuove rotte per la stagione estiva

Sono 12 le nuove destinazioni raggiungibili dall’aeroporto di Verona con l’avvio della stagione estiva: Brindisi, Alghero, Dublino, Amsterdam, Colonia, Madrid, Barcellona, Belfast, Edimburgo, Leeds, Manchester, Bruxelles. Tutto l’anno invece, Verona offre collegamenti per destinazioni nazionali quali Bari, Cagliari, Catania, Napoli, Olbia, Palermo, Roma, ed internazionali come Londra, Monaco, Mosca, Parigi, Bucarest, Francoforte, Djerba, Fuerteventura, Grancanaria, Marsa Alam, Sharm El Sheik, Tenerife, Tirana, Chişinău, Pristina. Con la summer saranno potenziati i collegamenti per la Spagna e la Grecia di Neos, che raggiungerà 19 destinazioni di linea (Boavista e Sal, Hurgada, Marsa Alam, Sharm El Sheik, Fuerteventura, Ibiza, Las Palmas, Minorca, Palma di Maiorca, Tenerife, Creta, Karpathos, Mikonos, Rodi, Santorini, Djerba, Monastir) oltre alla programmazione charter. Paolo Arena, presidente Catullo Spa, società di gestione dell’aeroporto di Verona, in occasione dell’inaugurazione della stagione estiva ha commentato: «Le proiezioni prevedono che le famiglie italiane rafforzeranno la spesa per viaggi e vacanze del 2,4% nel biennio 2015-2016, voce che aveva subito una contrazione pari allo -0,1% nel 2014. Con l’apertura di 12 nuove destinazioni possiamo incontrare questo trend». E Paolo Simioni, amministratore delegato di Catullo Spa, ha aggiunto: «Con la stagione estiva 2015, Ryanair rientra a Verona, questa volta però con un accordo di partnership. Oltre a Ryanair, segnalo, in particolare, il ritorno di Vueling su Barcellona e finalmente di Iberia Express su Madrid, il raddoppio delle destinazioni Volotea e il rafforzamento di frequenze di diversi vettori sulla Gran Bretagna. Oltre a Verona, stiamo muovendo i primi passi per lo sviluppo di Brescia: entro aprile inizieremo i sopralluoghi operativi con Ryanair per programmare al meglio l’avvio dei primi voli».
travelquotidiano
 
Poco o nulla di nuovo, in pratica solo Ryanair e Iberia Express.
Per il resto alcune riduzioni, la più grave il volo del mattino presto di EN per Francoforte.
Per il Catullo si va verso il peggior anno degli ultimi quindici.
 
Intanto...

Catullo, crescono passeggeri e fatturato ma conti in rosso

VERONA. Fatturato e quote di passeggeri in crescita per Catullo Spa, la società di gestione degli aeroporti di Verona e Brescia, che tuttavia chiude il 2014 con un risultato netto negativo per 8,8 milioni di euro, su cui incidono accantonamenti straordinari.

Il bilancio 2014 è stato approvato oggi dall’assemblea degli azionisti: i ricavi sono saliti a 36,8 milioni di euro (+9% sul 2013), L’Ebitda è stato pari a 8,2 milioni (+27%), con una posizione finanziaria in forte miglioramento, pari a 10,3 milioni (in incremento di 27,7 milioni rispetto all’esercizio precedente. Sul fronte dei risultati di traffico, nonostante le criticità che interessano il trasporto aereo a livello globale, gli aeroporti di Verona e Brescia hanno entrambi registrato performance positive nel 2014, movimentando complessivamente 2,8 milioni di passeggeri (+2,2%), dei quali quasi 2 milioni internazionali (+7%), e 45,2 mila tonnellate di merci (+2,2%).

«La situazione - ha dichiarato Paolo Arena, presidente di Catullo Spa - è stabilizzata, come dimostrano alcuni indici finanziari analizzati, e confermati dalla trimestrale che è in linea con il budget». «Lo scorso anno - ha aggiunto - abbiamo perfezionato l’integrazione con Save, società di gestione degli aeroporti di Venezia e Treviso, e determinato la nascita del Sistema Aeroportuale del Nord Est, uno dei principali poli nazionali con circa 200 milioni di fatturato e 13,5 milioni di passeggeri trasportati l’anno. Con Save, stiamo lavorando al Piano di Sviluppo che sarà presentato entro l’estate».

http://www.larena.it/stories/379_ci...rato_ma_conti_in_rosso/?refresh_ce#scroll=211
 
I passeggeri e merci della Catullo (Verona+Brescia) crescono solo sui giornali....

Dati Assaeroporti:

Aeroporto Verona
GEN-MAR (Pax): 429.711 -11,2%
GEN-MAR (Merci): 1.022 -17%

Aeroporto Brescia:
GEN-MAR (Pax): 2.237 -46,9%
GEN-MAR (Merci): 7.944 -10,9%
 
"...hanno entrambi registrato performance positive nel 2014"
Nel 2015 la situazione è diversa... come si spiega?
Penso che i giornali c'entrino poco..
 
Aeroporto Catullo, 28 licenziamenti in arrivo: "È la prova che lo scalo precipita?"

Il deputato del Pd Vincenzo D'Arienzo e il capogruppo in comune Michele Bertucco, denunciano la strana situazione dello scalo aeroportuale scaligero, tra promesse di rilancio e lavoratori costretti a cercarsi un altro impiego

Conclusa la scorsa settimana la vicendaprocessuale per la gestione dell'aeroporto di Montichiari di Brescia, ci si attende il pieno rilancio del Catullo. Dal Pd però arriva la denuncia del deputato Vincenzo D'Arienzo e del capogruppo in consiglio comunale di Michele Bertucco, i quali contestano l'arrivo di nuovi licenziamenti per lo scalo aeroportuale scaligero:
La società di gestione dell'aeroporto ha chiesto la mobilità per 28 lavoratori. Fanno promesse per milioni di euro, redigono piani immaginifici e, contemporaneamente, riducono il personale.
Dei 49 lavoratori della Holding attualmente a casa in cassa integrazione fino a gennaio 2016, una decina hanno trovato una diversa collocazione. Ne restano 39 da reimpiegare presso lo scalo oppure chiedere un altro anno di CIGS, come chiarito dal Ministero del Lavoro. E invece? 28 di questi saranno licenziati!
Qualcosa non torna: si promettono decine di milioni di investimenti, il raggiungimento di 4 milioni di passeggeri entro pochi anni e la sottoscrizione di accordi per insediare nuove rotte commerciali su Verona. Insomma, si fa apparire un quadro ottimale per un rilancio dello scalo dopo anni di sofferenze che, peraltro, persistono nonostante i cambi societari.
Coerenza vorrebbe che a fronte di ciò ci fosse un adeguato numero di personale. Ed invece, si riducono i lavoratori motivando la decisione con le difficoltà economiche in cui versa il Catullo. Con lo sguardo rivolto ai problemi di ieri, si licenziano persone. Perché non guardano alle loro promesse per domani? Delle due l'una: o non credono per davvero nel futuro, oppure la crisi è peggiore di quanto ci dicono.
Peraltro, si tratta di una scelta gratuita. Se è possibile rinnovare la cassa integrazione straordinaria per un altro anno, perché licenziarli?
Certo, non giova neanche l'esperienza vissuta. Infatti, nonostante gli impegni assunti dalla società di gestione in occasione delle già concesse proroghe delle CIGS per Avio. Handling e Catullo, nessuna delle cose promesse sono state mantenute, ma pensavamo che stavolta potesse essere diverso, viste le promesse di rilancio.
Nella lettera di avvio del percorso di mobilità, la società chiarisce che come nel passato anche nel 2015 le cose andranno male, con riduzione di ricavi e passeggeri. Sempre peggio. Come avevano esposto nel nostro dossier, i problemi non sono stati risolti, anzi sono peggiorati.
Nel silenzio dei soci, il nostro Aeroporto sta precipitando sempre più in basso.
La nostra speranza, che non è venuta meno, è che investimenti e nuovi vettori possano invertire la tendenza. La cosa migliore da fare è rinnovare la CIGS per un altro anno e valutare gli esiti delle promesse fatte. Serve un atto tangibile, diversamente restano solo le chiacchiere ed i… licenziamenti.
 
L'aeroporto Catullo chiude con un segno positivo il 2015 dopo anni di perdite

Il Consiglio d'amministrazione ha approvato il progetto di bilancio dell'esercizio 2015, che sarà presentato alla prossima Assemblea e che vede un risultato utile netto positivo, in miglioramento di 8,9 milioni

Il Consiglio d’Amministrazione di Catullo Spa, la società che gestisce gli Aeroporti di Verona e Brescia, ha approvato oggi, 16 marzo, il progetto di bilancio dell'esercizio 2015, che sarà presentato alla prossima Assemblea.
Gli Aeroporti di Verona e Brescia, nel 2015 hanno movimentato complessivamente 2,6 milioni di passeggeri (-6,8% rispetto al 2014), e 34,9 mila tonnellate di merci (-22,8% rispetto al 2014).
La contrazione del traffico passeggeri è stata causata dall’instabilità politica del Nord Africa e dalla svalutazione del rublo, che ha impattato sui flussi turistici della Repubblica Federale Russa, aree verso cui Catullo gestiva importanti volumi di operazioni.
Va sottolineata la significativa ripresa del traffico di linea nell’ultimo trimestre del 2015: è infatti passata da un -2% nei primi 9 mesi dell’anno ad un +5% in ottobre, +6% in novembre e +15% in dicembre dimostrando che gli sforzi attuati hanno colmato il gap generato dalla chiusura di AirOne e la riduzione delle operazioni Meridiana. Nei primi mesi del 2016 il traffico cresce del 10%.
Per quanto riguarda il traffico merci, l’andamento 2015 è stato principalmente penalizzato dall’incertezza sulla concessione dello scalo monteclarense; il cui complesso iter giudiziario si è risolto a fine 2015 con la conferma della concessione della gestione dell’aeroporto di Brescia Montichiari in capo a Catullo Spa.
La Società ha raggiunto un fatturato pari a 33.6 milioni di euro con un decremento di 3,2 milioni rispetto al 2014 a causa della contrazione del traffico.
La costante politica di contenimento dei costi operativi, diminuiti di 2,3 milioni, ha portato l’EBITDA a 7 milioni di euro, con un decremento che si riduce a 1,1 milioni rispetto al 2014.

Il risultato netto 2015 di Catullo è positivo per 102.707 euro, in miglioramento di 8,9 milioni.
Il risultato netto 2015 di gruppo è positivo per 408.751 euro, in miglioramento di 8,9 milioni.

http://www.veronasera.it/economia/a...2015-positivo-anni-perdite-16-marzo-2016.html
 

Volotea si rafforza a Verona

Quattro nuovi voli low cost





Volotea, la compagnia aerea low cost che collega città di medie e piccole dimensioni in Europa, rafforza la sua offerta sullo scalo di Verona, dove ha annunciato l’avvio di 4 nuove rotte: dal prossimo anno, infatti, sarà possibile decollare dal Catullo verso Minorca, Mykonos, Cork e Lampedusa.

Le 4 novità si vanno ad aggiungere ai collegamenti già attivi, per un totale di 17 rotte, 9 domestiche e 8 internazionali.

«Poter annunciare queste 4 novità da Verona ci riempie di grande orgoglio – afferma Carlos Muñoz, presidente e fondatore di Volotea -. Si tratta di importanti collegamenti che intensificano la nostra offerta presso lo scalo: per il 2017, infatti, saremo in vendita con più di 678.000 biglietti, incrementando dell’11% il volume di posti disponibili a Verona rispetto al 2016».

Nel dettaglio, da Verona è possibile prendere il volo verso 9 destinazioni italiane (Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Napoli, Olbia, Palermo e Lampedusa, novità 2017) e 8 all’estero.

Raddoppiano dunque le destinazioni greche: al volo per Santorini si affianca infatti anche quello per Mykonos.

Novità anche in Spagna con il volo verso Minorca, che porta a 3 le rotte baleariche insieme a Ibiza e Palma di Maiorca. Infine, se da un lato trovano conferma i collegamenti verso Tirana e Chisinau, dall’altro fa capolino il volo alla volta di Cork, primo collegamento Volotea tra Italia e Irlanda.

«Abbiamo cercato di assemblare un parterre di nuove rotte in partenza dal Catullo per offrire collegamenti in grado di soddisfare le esigenze di viaggio di tutti i passeggeri veronesi. – continua Muñoz -. Con Minorca, Lampedusa e Mykonos, vogliamo accontentare chi vuole trascorrere qualche giorno all’insegna del mare, del sole e della natura, mentre abbiamo inserito Cork, una città ricca di attrattive culturali e dalla frizzante vita notturna, per coloro che vogliono concedersi qualche giorno di relax nell’Isola di Smeraldo».

Fino a domenica 9 ottobre sarà disponibile una speciale promozione per celebrare i recenti festeggiamenti del 9 milionesimo passeggero: biglietti a 9 euro per raggiungere alcune destinazioni all’interno del network Volotea.
Business
 
Aeroporto Catullo, non ci resta che piangere

Dopo l'acquisizione di Verona, Venezia continua a crescere (ah, le sinergie!). E le possibilità per i veronesi di riprendere il controllo diminuiscono

Come la Bella Addormentata, prima o poi Verona dovrà svegliarsi. Con la differenza che a quel punto si accorgerà probabilmente di aver perso gran parte delle sue virtù, accumulate nei decenni del dopoguerra ma ancora in buona parte disponibili, almeno fino a dieci anni orsono. Non parleremo di Cariverona, né della Fondazione Arena, nemmeno dell’Autostrada Serenissima o dell’A22, né dei Magazzini Generali, nemmeno dello scalo ferroviario scaligero neppure delle molte grandi aziende private veronesi oggi sull’orlo del baratro, né vogliamo toccare l’argomento dell’altra grande banca veronese, a serio rischio di migrazione milanese, perché per oggi è sufficiente soffermarci sulla situazione dell’Aeroporto di Villafranca.

Una struttura, una società di importanza cruciale per l’economia veronese e veneta, fondata sul turismo e sugli scambi, sempre più in difficoltà senza prospettive di svolta. La Società Aeroporto Valerio Catullo che gestisce lo scalo veronese infatti è in pesante crisi certamente a partire dal 2007, ma a ben vedere in tutta la sua storia non è mai uscita dai problemi gestionali. Da quest’anno in ogni caso lamenta perdite d’esercizio più o meno profonde, sempre in rosso, per quasi 2 milioni nel 2007, circa 6 nel 2008, oltre 26 nel 2011, 11.570 nel 2012 e 8.769 nel 2014.

Il capitale sociale è stato eroso dalle perdite patrimoniali. Peccato che i denari con il quale è costituito il patrimonio della Valerio Catullo Spa fossero e siano in gran parte pubblici, oltre a quelli di una miriade di comuni circumvicini, in virtù del 47,02% di Aerogest s.r.l., una società di fatto pubblica, composta dalla Provincia Autonoma di Trento (30,27%), dalla Camera di Commercio di Verona (39,05%), dal Comune di Verona (9,98%) e infine dalla Provincia di Verona (20,71%). Anche il traffico passeggeri è calato drammaticamente. Dai 3 milioni e mezzo del 2007 siamo passati ai 2 milioni e mezzo del 2015 (crescita attesa per quest’anno nell’ordine del 6,9%).

Nel 2014, visto che i veronesi non erano stati in grado di farcela e la società era prossima a dover portare i libri in tribunale, Save spa, la società che gestisce lo scalo di Tessera (presidente Enrico Marchi), è entrata nel capitale di Verona (40,31%) e di fatto ne ha acquisito il controllo e la gestione. Ma la musica non è cambiata molto. Varrà la pena ricordare che in quegli anni Venezia in fondo non cresceva più di tanto, e in ogni caso, dopo l’acquisizione di Verona (ah le sinergie!), il numero dei passeggeri di Venezia solo quest’anno finalmente crescerà quasi del 10%. In ogni caso siamo ben lontani dai volumi «cinesi» di crescita di Bergamo che dal 2006 a oggi, grazie a Ryanair, è passato da poco più di 5 milioni di passeggeri agli attuali più di 10. Sarà anche vero che Verona si è liberata da un contratto-capestro con gli irlandesi, ma a qualsiasi persona di buon senso pare impossibile che l’appeal turistico di Verona e del suo bacino possa essere così clamorosamente inferiore rispetto al fascino orobico, se non a causa esclusivamente di pesanti responsabilità manageriali.

Ora la società veronese – che pure in teoria ha varato un piano di rilancio quadriennale nel 2015 da 66 milioni – non ha trovato niente di meglio che avviare un’azione di responsabilità contro l’ex presidente Bortolazzi, della serie «spariamo sulla Croce Rossa» anziché sul solito notabilato locale del quale l’imprenditore fu trionfale espressione. E intanto, nel silenzio generale, le possibilità per i veronesi – che eventualmente si svegliassero per le troppe botte prese – di riprendersi il controllo del loro aeroporto diminuiscono vieppiù, in seguito all’interesse dei Benetton (Aeroporti di Roma) per Save, che finirebbe per portare gli interessi scaligeri a non essere più solo subordinati a quelli veneziani ma anche a quelli romani. Qui, o arriva un Principe Azzurro o, come si dice, non ci resteranno neanche le lacrime.

http://www.vvox.it/2016/11/14/aeroporto-catullo-non-ci-resta-che-piangere/
 
Nel 2014, visto che i veronesi non erano stati in grado di farcela e la società era prossima a dover portare i libri in tribunale, Save spa, la società che gestisce lo scalo di Tessera (presidente Enrico Marchi), è entrata nel capitale di Verona (40,31%) e di fatto ne ha acquisito il controllo e la gestione. Ma la musica non è cambiata molto. Varrà la pena ricordare che in quegli anni Venezia in fondo non cresceva più di tanto, e in ogni caso, dopo l’acquisizione di Verona (ah le sinergie!), il numero dei passeggeri di Venezia solo quest’anno finalmente crescerà quasi del 10%.


Forte questo articolo, sembra quasi che Venezia abbia "ricominciato a crescere" grazie ai passeggeri rubati a Verona per via delle "sinergie" :)