
Malpensa, «Sei troppo tesa», e mette le mani sul collo alla hostess: sindacalista della Cisl a processo
L’assistente di volo ha sporto denuncia dopo i palpeggiamenti subiti nell’ufficio all’aeroporto di Malpensa. Poi si sono fatte avanti una collega norvegese e altre. L’uomo nega: «Tutte le accuse verranno smontate»
"Più che tesa era arrabbiata. E voleva superare gli ultimi dubbi sull’opportunità di aprire un nuovo contenzioso giudiziario contro la sua azienda. Per questo, nel pomeriggio del 12 marzo 2018, l’assistente di volo B. D. è rimasta a Malpensa in attesa di poter parlare con il sindacalista che sembrava potesse aiutarla ad affrontare e risolvere i suoi problemi di lavoro. In ballo c’era la sua vita di quel momento: la seconda maternità aveva scatenato atteggiamenti ostili da parte dei diretti superiori, «mi negavano diritti come l’esonero dal lavoro notturno», racconta. E per questo, su suggerimento di una collega, aveva deciso di lasciare il sindacato autonomo Usb e di passare alla Fit Cisl, dove c’era R. M. che, le aveva assicurato la compagna di voli, era il sindacalista che avrebbe potuto aiutarla a uscire da quella situazione.
L’appuntamento negli uffici della Cisl a Malpensa era per il pomeriggio, ma l’orario era vago, perché prima lui doveva partecipare a un’altra riunione. Alle 18 gli uffici hanno chiuso, lei ha atteso in auto, trattenuta anche dai messaggi del sindacalista che la informavano dell’imminente fine della riunione. Quando finalmente è arrivato ha aperto con le sue chiavi. Non c’era nessuno. Lei ha iniziato a parlare, era convinta che quella causa andasse fatta. «Sei troppo tesa», avrebbe detto lui, portandosi alle sue spalle e iniziando a massaggiarle il collo. E a quel punto — si legge nelle carte giudiziarie — sono iniziati i palpeggiamenti, sempre più sfrontati, racconta la denuncia dell’assistente di volo che rievoca anche la sua incredulità.
Quasi due anni dopo, il sindacalista della Fit Cisl R. M. è stato rinviato a giudizio per violenza sessuale su decisione del gip del tribunale di Busto Arsizio. E agli atti del dibattimento che inizierà il 16 giugno prossimo ci sono già le testimonianze di altre donne che raccontano situazioni analoghe vissute quando si sono trovate sole con R. M.
Due settimane prima dell’episodio consumato negli uffici di Malpensa, infatti, era scattata la segnalazione di T. M., un‘assistente di volo norvegese impegnata anche nel sindacato. La donna racconta, per iscritto, che durante una pausa di una riunione della Etf — l’organismo sindacale europeo del trasporto aereo — il collega italiano avrebbe cercato di entrare con lei in un bagno dove l’aveva seguita. Non appena rientrata a Oslo segnala tutto ai vertici dell’Etf. E proprio l’8 marzo Eduardo Chagas, leader del sindacato aeronautico europeo, scrive al segretario generale della Fit Cisl Antonio Piras per riferirgli l’imbarazzante situazione. L’indomani stesso riceve la risposta del sindacalista italiano con l’assicurazione che R. M. sarà rimosso dai suoi incarichi e la promessa di totale appoggio a eventuali azioni legali della hostess norvegese.
Nel frattempo B. D, si presenta ai carabinieri del suo Comune, nei pressi di Malpensa, e sporge formale denuncia. E tra Roma e la Lombardia si accavallano i racconti e le conferme di precedenti situazioni analoghe, che finiscono tra gli atti del sostituto procuratore Rossella Incardona. Altre cinque donne, dipendenti di compagnie aeree, mettono a verbale davanti ai carabinieri varesotti il racconto della collega molestata a Malpensa e riferiscono di quanto accaduto a loro. Una ricorda di quella volta che, durante un volo, R.M. le avrebbe improvvisamente appoggiato una mano tra le gambe. Altre due ricostruiscono riunioni durante le quali, in un momento di discussione accesa, il sindacalista della Fit Cisl avrebbe ostentatamente portato le mani ai genitali o si sarebbe appoggiato pesantemente a loro da dietro. E poi rievocano contrasti sindacali sfociati in esplicite intimidazioni.
La difesa del sindacalista fa sapere che l’interessato nega i fatti e che «ritiene di aver ricostruito il movente di queste denunce, che saranno smontate in dibattimento». E sottolinea il fatto che «la denuncia è arrivata tre mesi dopo i fatti presunti». La parte lesa, replica che «tra diversi provedimenti giudiziari contro l’azienda, non era facile decidere di aprire un altro fronte, anche perché le intimidazioni non erano per niente velate».
Ma al di là del terreno giudiziario, che fra quattro mesi affronterà la vicenda in un processo, la vittima e le testimoni insistono su un dettaglio: «Ai vertici della Cisl, compresa la segretaria Annamaria Furlan, è stato segnalato tutto. Ma non è mai arrivata risposta e quell’uomo è ancora al suo posto. Se lo avessero fermato, come promesso, subito dopo la denuncia della collega norvegese... »."