Low Cost in Sardegna: Enti Locali devono contribuire al mantenimento delle rotte


india9001

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6 Novembre 2005
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La discussione potrebbe risultare MOLTO interessante, perchè si può discutere sugli aspetti relativi agli accordi di co-marketing e a come si debba dosare il finanziamento pubblico per lo sviluppo di flussi turistici.

Vi prego, per quanto possibile, di mantenere un profilo dei vostri interventi sereno e senza argomentazioni politiche; ho paura, infatti, che la discussione possa velocemente sfuggire di mano.

Grazie fin d'ora a tutti coloro che vorranno lasciare il proprio contributo.

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http://www.regione.sardegna.it/primopiano/2.html

"La Regione sta puntando al mantenimento e al potenziamento dei voli low cost attraverso il coinvolgimento dei territori e degli Enti Locali". Lo ha detto l'assessore regionale dei Trasporti, Liliana Lorettu , nel corso di una riunione operativa della "Cabina di Regia"

CAGLIARI, 18 GENNAIO 2010 - "La Regione sta puntando al mantenimento e al potenziamento dei voli low cost attraverso il coinvolgimento dei territori e degli Enti Locali". Lo ha detto l’assessore regionale dei Trasporti, Liliana Lorettu , nel corso di una riunione operativa della "Cabina di Regia", dove hanno partecipato, oltre alle società di gestione dei maggiori scali aeroportuali, le Camere di Commercio di Cagliari e Nuoro, le province di Cagliari, Sassari, Olbia-Tempio e Oristano e i Sindaci ed amministratori di Tortolì, Oristano, Alghero e Olbia.

Il messaggio lanciato dalla Regione è chiaro. A fronte di quello che è il disavanzo delle società di gestione degli aeroporti per il mantenimento dei voli low cost (stimato in circa 20 milioni di euro per l’anno 2010) le ricadute economiche dei voli a basso costo sul territorio regionale è di circa 500 milioni di euro. Per questo i territori che godono di tali ritorni economici e turistici dovrebbero contribuire al mantenimento ed al rafforzamento dei voli low cost. “I territori guadagno tantissimo ma poi cosa danno in cambio?".

I voli low cost sono una risorsa per tutto il territorio. Per il mantenimento e il sostentamento dei voli a basso costo ci deve però essere maggiore responsabilizzazione e coinvolgimento sia degli Enti Locali che delle Camere di Commercio (all'incontro non hanno preso parte le Camere di Commercio di Sassari e Oristano).

I costi di gestione per tale attività in favore delle società di gestione degli scali sardi non possono essere solo della Regione come sino ad ora è stato. Per questo, nel corso della riunione operativa della Cabina di Regia, l’assessore Lorettu ha lanciato un primo appello affinché gli Enti Locali trovino dei modelli contributivi, atti reali e concreti, per il mantenimento dei voli a basso costo.

L’appello della Regione è stato accolto favorevolmente da tutti i rappresentanti delle amministrazioni locali e delle Province. “I territori – dice la Lorettu – devono rimboccarsi le maniche e trovare soluzioni.”

Già dalla prossima riunione, fissata per il 10 febbraio prossimo, si valuteranno le risposte e le proposte che arriveranno dagli Enti Locali.
 
1) Le cifre mi sembrano molto approssimative, 500 milioni è una stima ottimistica. Che poi gli effetti positivi sull'economia ci siano e siano molto superiori ai costi del sussidio al low cost è innegabile, ma:
2) i benefici economici vanno giustamente in tasca ai privati (ristoranti, alberghi, ecc.), che pagano molte tasse allo Stato, molte alla Regione, poche ai Comuni e quasi nulla alle Province. Perché dovrebbero essere le province a sganciare quattrini? Non beneficiano direttamente dell'aumentato giro di affari. Queste cose si fanno a livello regionale. Certo, questo significherebbe ridurre l'ammontare di soldi disponibili per la spartizione fra politici, dei quali questa giunta ha assoluto bisogno anche più della precedente: di qui lo scaricabarile sugli enti locali.
3) perché solo il low cost? Il modello così com'è non è né giusto né sostenibile. Si finanzino semplicemente gli aeroporti con soldi pubblici in modo da mantenere le tasse e le tariffe aeroportuali basse per tutti gli operatori, LC o no, senza sussidi, e incentivare tutti quelli che possono e vogliono operare da e per la Sardegna. Sarà poi il mercato a decidere.
 
1) Le cifre mi sembrano molto approssimative, 500 milioni è una stima ottimistica. Che poi gli effetti positivi sull'economia ci siano e siano molto superiori ai costi del sussidio al low cost è innegabile, ma:
2) i benefici economici vanno giustamente in tasca ai privati (ristoranti, alberghi, ecc.), che pagano molte tasse allo Stato, molte alla Regione, poche ai Comuni e quasi nulla alle Province. Perché dovrebbero essere le province a sganciare quattrini? Non beneficiano direttamente dell'aumentato giro di affari. Queste cose si fanno a livello regionale. Certo, questo significherebbe ridurre l'ammontare di soldi disponibili per la spartizione fra politici, dei quali questa giunta ha assoluto bisogno anche più della precedente: di qui lo scaricabarile sugli enti locali.
3) perché solo il low cost? Il modello così com'è non è né giusto né sostenibile. Si finanzino semplicemente gli aeroporti con soldi pubblici in modo da mantenere le tasse e le tariffe aeroportuali basse per tutti gli operatori, LC o no, senza sussidi, e incentivare tutti quelli che possono e vogliono operare da e per la Sardegna. Sarà poi il mercato a decidere.

1) Io credo che piano piano i nodi stiano arrivando al pettine.. E' sostenibile questo ammontare di denaro pubblico per le regioni? Soprattutto se si considera che vanno direttamente nelle casse di aziende di trasporto private (estere tra le altre cose) e non sul territorio?
Come ben dici, bisognerebbe vedere quanti benefici effettivi producono questi accordi..

2) Non sono in grado di dare un giudizio netto, forse concordo sul fatto che le province (che io comunque abolirei) non sono in grado nè economicamente nè organizzativamente di provvedere autonomamente a questo genere di finanziamento, ma torniamo al punto 1.. la RAS è la prima (ma via via arriveranno tutte le altre regioni) che si è accorta che si spende una marea di soldi e il ritorno NON è certo. Penso infatti che misurare col solo metro dell'aumento di passeggeri sia molto superficiale, ossia che questa è una "condizione necessaria ma non sufficiente".

3) stra-concordo.
Una sorta di zona "franca" aeronautica, dove chi atterra in Sardegna paga meno che altrove a mio parere sarebbe una soluzione intelligentissima. Non so se a livello giuridico si possa fare, ma ci si potrebbe e dovrebbe lavorare sopra.
 
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