Per chi non l'avesse letto, l'articolo in questione del Corriere di ieri è questo:
L’Alitalia è stata fermata, ma ha venduto 2.200 biglietti per domani. Cagliari, a rischio 109 posti di lavoro
L’Enac: basta voli protetti. La Sardegna si ribella
Il piano segreto dell’ente: aprire le rotte, «La corsa delle compagnie ha cambiato tutto»
MILANO — In duemila e duecento hanno comprato per domani un biglietto Alitalia da e per la Sardegna. Ma, dopo l’esclusione della compagnia di bandiera dai collegamenti per l’isola, ancora non sanno se viaggeranno a bordo di uno dei suoi 14 voli. L’Ente nazionale per l’aviazione civile ribadisce: «Per Alitalia nessuna autorizzazione al decollo, i suoi passeggeri partiranno con altri vettori», Meridiana ha già dato disponibilità. E la compagnia di bandiera non cambia posizione: «Voleremo in ogni caso». Ma dietro le quinte si lavora per raggiungere un accordo che consenta ad Alitalia di continuare a operare. L’intesa potrebbe trovare oggi la benedizione del consiglio di amministrazione dell’Enac, al quale il presidente Vito Riggio si presenterà con una proposta: «Sospendere il decreto di tutela per i collegamenti con la Sardegna. La corsa alle rotte dimostra che l’isola non ha più bisogno di un sistema protetto». Ipotesi contro la quale si oppone il governo sardo.
Il decreto è entrato in vigore nel 2001. Prevede che i collegamenti con la Sardegna siano effettuati in un regime particolare: le compagnie gareggiano per operare in esclusiva, in cambio garantiscono voli tutto l’anno, in orari adeguati e a prezzi contenuti. Il 24 aprile è scaduto il termine per il rinnovo dell’accordo. «La domanda di Alitalia è arrivata fuori termine», dicono all’Enac. Era già successo per i collegamenti con Trapani, rotta oggi affidata ad Air One. «La richiesta è arrivata solo dopo che l’ente ha ricordato con una telefonata la scadenza alla compagnia: dimenticanza imperdonabile per un vettore in crisi», aggiungono i sindacati. Le rotte (voli da Milano e Roma per Alghero, Cagliari e Olbia) da domani sono così state assegnate solo a Meridiana e AirOne. Vietati i collegamenti anche alle low cost Easy Jet e Ryan Air che hanno presentato ricorso al Tar.
«Da oltre un mese abbiamo impegnato flotta e personale, abbiamo messo in vendita i biglietti», si giustificano da Alitalia. E sottolineando come «la compagnia non possa essere messa sullo stesso piano degli altri vettori che non accettano il sistema protetto» aggiungono: «Per una formalità non si può rischiare di penalizzare esclusivamente i cittadini». Parole sante anche per il presidente dell’Enac Riggio. Che però, considerando il rischio di nuovi ricorsi, mette in guardia: «Le regole sono uguali per tutti. Solo il ministero o I’Ue (che ha già chiesto chiarimenti) hanno la facoltà di cancellare il decreto». Un’ipotesi da supportare: «Domani proporrò al Cda di chiedere al governo di sospendere la norma in attesa della sentenza del Tar. Dopo un parere dell’avvocatura dello Stato, si potrebbe ipotizzare l’annullamento della legge o una sua modifica». Con il risultato di aprire a tutti le rotte sarde: «A patto che vengano garantiti collegamenti tutto l’anno».
”Non se ne parla” dicono alla Regione Sardegna. «Quel decreto l’abbiamo proposto noi, della continuità territoriale abbiamo bisogno», afferma l’assessore ai Trasporti Sandro Broccia. «E una garanzia per i cittadini sardi», aggiunge Antonio Attili, padre della legge, deputato dell’Ulivo e consigliere di Enac. «Basta vedere i prezzi applicati nei collegamenti liberi: da capogiro per chi, vivendo su un’isola, non prende l’aereo solo per andare in vacanza». Quanto al «pasticcio» di Alitalia, come lo definiscono loro, non ci sono dubbi: “Deve tornare a operare con Meridiana e AirOne, ci stiamo lavorando”. Anche se, sottolinea Attili, la «dimenticanza è gravissima, incredibile: se non venisse reintegrata, 109 dipendenti di Cagliari rimarrebbero a casa». E Easy Jet e Ryan Air? «Altra storia, altra filosofia. Rappresentano una ricchezza (la scorsa stagione hanno portato 420.000 turisti ad Aighero) ma per loro, come abbiamo scritto in una lettera ad Enac, pensiamo ai collegamenti internazionali».
Alessandra Mangiarotti