Aeroporto inutile? Genova si spacca
Le imprese lo vorrebbero meglio e più frequentemente collegato con il resto del mondo, ma pure più conveniente, visti i prezzi praticati dalla concorrenza. Il “Cristoforo Colombo” replica denunciando di avere attivato - e poi cancellato, proprio per mancanza di passeggeri - «ben 14 destinazioni» tra il 2004 e il 2008.
Aziende e aeroporto a confronto. Una tripla indagine accende i riflettori sullo scalo genovese, tanto che il socio di maggioranza, l’Autorità portuale, per bocca del presidente Luigi Merlo parla di «risveglio di attenzione». Carlo Castellano, promotore del Villaggio tecnologico che sorgerà sulla collina degli Erzelli, sottolinea «il ruolo strategico dell’infrastruttura» e quanto questa importanza «sia destinata ad aumentare in funzione» della costruzione della cittadella della tecnologia di Sestri Ponente.
Promosso dall’Iic, l’Istituto internazionale delle comunicazioni, e dal Dixet, il distretto delle imprese tecnologiche guidato da Castellano, il sondaggio effettuato tra le imprese mette in luce le esigenze dell’utenza: il campione comprendeva 460 aziende genovesi, al questionario hanno risposto in 118, molte delle quali attive nel settore dell’high-tech.
I dati forniti da Aeroporto Spa raccontano invece quanto è stato fatto in questi anni e quali sono le possibilità di sviluppo. Sviluppo che - almeno su questo tutti concordano - dovrà necessariamente passare attraverso l’ingresso di un socio di mestiere nella compagine azionaria della società.
Come volano i business man genovesi e cosa desiderano? Per il 71% delle aziende interpellate viaggia in aereo una quota di dipendenti compresa tra lo zero e il 25%. Le prenotazioni dei voli sono effettuate online nel 54% dei casi. Il 72% degli interpellati attribuisce «molta importanza» alla possibilità di usufruire di un volo andata e ritorno in giornata. Gli uomini d’affari genovesi sono diretti soprattutto in Italia (67%), a Roma soprattutto (50%) e solo marginalmente all’estero (33%): dato che però nelle aziende tecnologiche - dove si acquistano voli internazionali al 70% - si ribalta. In Europa le destinazioni più battute sono Francia, Regno Unito, Germania e Spagna. Tra le destinazioni Usa emergono New York, Miami e Washington; in Medio Oriente Dubai e gli Emirati Arabi
Come scalo alternativo al “Colombo” i genovesi scelgono Malpensa (60%), Linate (17%) e Nizza (11%). La scelta di un altro scalo dipende dall’assenza di collegamento diretto da Genova (37%), dalla maggiore frequenza dei voli (27%), o dal risparmio (27%). Ed è proprio l’insufficienza dei collegamenti con il resto del mondo che spinge gli uomini d’affari a chiedere nuovi voli diretti a Palermo, Trieste, Bari e Catania; Amsterdam, Barcellona, Francoforte, Ginevra, Praga e Berlino; New York e gli Emirati tra le mete intercontinentali.
Di caratteristico rispetto alle aziende tradizionali le imprese tecnologiche hanno le destinazioni estere e la propensione a tradire lo scalo genovese per rivolgersi altrove. Il 66% acquista voli internazionali, con Parigi e Monaco di Baviera che coprono quasi il 40% sul totale delle destinazioni e fungono da hub. Il 75% predilige le compagnie low-cost, prestando quindi più attenzione alla convenienza di quanto non facciano le aziende tradizionali, che volano maggiormente con le compagnie tradizionali (52%). Il 20% dei tecnologici, infine, non parte da Genova ma si rivolge altrove. Tant’è che Castellano auspica «investimenti» e la conclusione «al più presto» della privatizzazione. Ma è davvero inadeguato alle esigenze lo scalo genovese?
Secondo il presidente di Aeroporto Spa, Marco Arato, si può «fare meglio, ma non abbiamo dormito». E per dimostrarlo estrae il contro-dossier. I viaggi d’affari incidono per il 45% sul totale. La quota di riempimento medio è stata pari al 62% nel 2008. Solo il 22% dei passeggeri in arrivo sono stranieri e «il nostro bacino d’utenza conta 1,3 milioni di abitanti a fronte dei 4,6 milioni di Pisa». Ma soprattutto: «In quattro anni sono state attivate e chiuse per mancanza di passeggeri ben 14 destinazioni», ricorda Arato. Come dire: all’aeroporto di Genova mancano i voli oppure le persone con cui riempirli?
GILDA FERRARI
IL SECOLO XIX
AEROPORTO, LE AZIENDE CHIEDONO PIU' VOLI
http://www.primocanale.it/viewvideo.php?id=27882
CIAO
_goa
Le imprese lo vorrebbero meglio e più frequentemente collegato con il resto del mondo, ma pure più conveniente, visti i prezzi praticati dalla concorrenza. Il “Cristoforo Colombo” replica denunciando di avere attivato - e poi cancellato, proprio per mancanza di passeggeri - «ben 14 destinazioni» tra il 2004 e il 2008.
Aziende e aeroporto a confronto. Una tripla indagine accende i riflettori sullo scalo genovese, tanto che il socio di maggioranza, l’Autorità portuale, per bocca del presidente Luigi Merlo parla di «risveglio di attenzione». Carlo Castellano, promotore del Villaggio tecnologico che sorgerà sulla collina degli Erzelli, sottolinea «il ruolo strategico dell’infrastruttura» e quanto questa importanza «sia destinata ad aumentare in funzione» della costruzione della cittadella della tecnologia di Sestri Ponente.
Promosso dall’Iic, l’Istituto internazionale delle comunicazioni, e dal Dixet, il distretto delle imprese tecnologiche guidato da Castellano, il sondaggio effettuato tra le imprese mette in luce le esigenze dell’utenza: il campione comprendeva 460 aziende genovesi, al questionario hanno risposto in 118, molte delle quali attive nel settore dell’high-tech.
I dati forniti da Aeroporto Spa raccontano invece quanto è stato fatto in questi anni e quali sono le possibilità di sviluppo. Sviluppo che - almeno su questo tutti concordano - dovrà necessariamente passare attraverso l’ingresso di un socio di mestiere nella compagine azionaria della società.
Come volano i business man genovesi e cosa desiderano? Per il 71% delle aziende interpellate viaggia in aereo una quota di dipendenti compresa tra lo zero e il 25%. Le prenotazioni dei voli sono effettuate online nel 54% dei casi. Il 72% degli interpellati attribuisce «molta importanza» alla possibilità di usufruire di un volo andata e ritorno in giornata. Gli uomini d’affari genovesi sono diretti soprattutto in Italia (67%), a Roma soprattutto (50%) e solo marginalmente all’estero (33%): dato che però nelle aziende tecnologiche - dove si acquistano voli internazionali al 70% - si ribalta. In Europa le destinazioni più battute sono Francia, Regno Unito, Germania e Spagna. Tra le destinazioni Usa emergono New York, Miami e Washington; in Medio Oriente Dubai e gli Emirati Arabi
Come scalo alternativo al “Colombo” i genovesi scelgono Malpensa (60%), Linate (17%) e Nizza (11%). La scelta di un altro scalo dipende dall’assenza di collegamento diretto da Genova (37%), dalla maggiore frequenza dei voli (27%), o dal risparmio (27%). Ed è proprio l’insufficienza dei collegamenti con il resto del mondo che spinge gli uomini d’affari a chiedere nuovi voli diretti a Palermo, Trieste, Bari e Catania; Amsterdam, Barcellona, Francoforte, Ginevra, Praga e Berlino; New York e gli Emirati tra le mete intercontinentali.
Di caratteristico rispetto alle aziende tradizionali le imprese tecnologiche hanno le destinazioni estere e la propensione a tradire lo scalo genovese per rivolgersi altrove. Il 66% acquista voli internazionali, con Parigi e Monaco di Baviera che coprono quasi il 40% sul totale delle destinazioni e fungono da hub. Il 75% predilige le compagnie low-cost, prestando quindi più attenzione alla convenienza di quanto non facciano le aziende tradizionali, che volano maggiormente con le compagnie tradizionali (52%). Il 20% dei tecnologici, infine, non parte da Genova ma si rivolge altrove. Tant’è che Castellano auspica «investimenti» e la conclusione «al più presto» della privatizzazione. Ma è davvero inadeguato alle esigenze lo scalo genovese?
Secondo il presidente di Aeroporto Spa, Marco Arato, si può «fare meglio, ma non abbiamo dormito». E per dimostrarlo estrae il contro-dossier. I viaggi d’affari incidono per il 45% sul totale. La quota di riempimento medio è stata pari al 62% nel 2008. Solo il 22% dei passeggeri in arrivo sono stranieri e «il nostro bacino d’utenza conta 1,3 milioni di abitanti a fronte dei 4,6 milioni di Pisa». Ma soprattutto: «In quattro anni sono state attivate e chiuse per mancanza di passeggeri ben 14 destinazioni», ricorda Arato. Come dire: all’aeroporto di Genova mancano i voli oppure le persone con cui riempirli?
GILDA FERRARI
IL SECOLO XIX
AEROPORTO, LE AZIENDE CHIEDONO PIU' VOLI
http://www.primocanale.it/viewvideo.php?id=27882
CIAO
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