Risposta al servizio de “Le Iene” dal titolo “Aria tossica in aereo: pericoli per la salute?”
Essendo un pilota professionista, appena andato in onda questo servizio del programma “Le Iene”, il mio cellulare ha iniziato a squillare con messaggi preoccupati di familiari ed amici.
Ed hanno ragione! E’ difficile non farsi impressionare da un servizio così allarmistico considerando il contatto che abbiamo nella società di oggi con aerei ed aeroporti; i toni usati sono veramente da terrorismo psicologico e l’ignoranza che regna intorno a questo mondo contribuisce a creare terreno fertile per il diffondersi di panico e paure.
Se a questo si aggiungono anche informazioni sbagliate ed un sapiente taglia e cuci televisivo volto a dare conferme alla proprie teorie, senza un opportuno contraddittorio, ecco che il danno è fatto, ed il servizio centra il suo obbiettivo (oppure no?)
Ma cerchiamo di fare un po' di chiarezza, spiegando di cosa stiamo parlando: Fumes: nel servizio viene tradotto erroneamente in diversi casi come “fumo”, mentre una traduzione più corretta sarebbe “vapori”, infatti l’ICAO lo definisce come “Odorous, gaseous compounds which are not visible”.
Questi possono creare anche SMELL (odori). Uno “smell event” però, non è necessariamente associato a “fumes”, ma può essere causato più banalmente da una combustione o un surriscaldamento di un certo materiale (nel primo caso si potrebbe parlare di fumo e fiamme, ovvero SMOKE o FIRE)
La sindrome aerotossica, è invece una patologia (ancora sotto studio, in realtà non è nemmeno ufficialmente riconosciuta come patologia) causata da ripetitive e prolungate esposizioni ad aria di cabina contaminata. Dopo questa precisazione si inizia già a delineare un cammino più preciso, che dovrebbe sicuramente aiutare a comprendere meglio il servizio ed evitare la confusione creata dall’errato uso di questi termini.
Il servizio inizia immediatamente incutendo paura, richiamando mal di testa e nausee anche “nei giorni seguenti” ad un volo; per quanto questi possono essere i sintomi di un’esposizione ad aria di cabina contaminata, fare un nesso così diretto e circostanziale è abbastanza un azzardo.
Ci possono essere decine di motivi per cui potrei avere un mal di testa dopo un volo, e vi assicuro che l’esposizione ai vapori di olio è l’ultimo che mi viene in mente; senza andare troppo lontano, tempo fa ho fatto una scalata in montagna e vi posso assicurare che arrivato sulla cima avevo sia nausea che mal di testa…. Coincidenze?
Segue poi con una spiegazione di come funziona il sistema di pressurizzazione (e ventilazione) degli aerei, traducendo anche male quello che l’intervistato dice (l’aria proviene DAL motore, non attraverso il motore) ed omettendo che questa viene spillata dalla sezione del compressore dello stesso, quindi a monte delle camere di combustione.
E’ quindi vero che l’aria è normalmente non filtrata, anche se alcune compagnie si stanno dotando di filtri HEPA capaci di catturare il 99,7% delle particole dai 3µm in su, mentre altri aerei più moderni hanno dei compressori separati dai motori. La spiegazione è più o meno corretta, ed è vero che dei trafilaggi d’olio dai cuscinetti dei motori possono arrivare a contaminare il sistema dell’aria condizionata e quindi anche l’aria di cabina che viene poi respirata, ma non è certamente la normalità come vogliono farci credere.
Ci fanno poi vedere l’olio motore, ma anche l’olio del sistema idraulico (Skydrol) con le sue spaventose scritte ed avvertenze sui pericoli connessi; peccato che la possibilità che l’olio del sistema idraulico arrivi in cabina sono praticamente nulle, e piuttosto associate all’APU (Auxiliary Power Unit) e non ai motori.
In quanto alle scritte sulle confezioni, vi invito a prendere qualsiasi prodotto per la pulizia della vostra casa e leggere l’etichetta: spaventoso vero? Non dovrebbe sorprenderci che alcuni composti vengano con dei messaggi di avviso.
Segue con le testimonianze di alcuni ex-piloti e poi viene lanciata la bomba: “accade nel 90% dei voli” Vista la pericolosità di questi additivi dovrei essere morto, ed invece eccomi qui. Considerando che passo circa 800 ore l’anno su un aereo, volando un giorno si ed uno no, dovrei vivere perennemente con la nausea e il mal di testa, eppure l’unica cosa che mi fa venire mal di testa sono i giornalisti che non fanno bene il loro lavoro.
Il caro Lorraine poi ci descrive come stalkera i suoi vicini di posto in aereo (ma se è così pericoloso, perché viaggia in aereo?), ma pur essendo sicuro di far parte di un fume event causato da aria contaminata da olio, rompe i cabbasisi ai vicini ma non si preoccupa di farlo presente all’equipaggio: molto professionale!
Il video continua poi con la teoria del complotto, di come si sa da 70anni, ma nessuno fa niente in nome del dio denaro! Peccato che la cosa è priva di qualsiasi fondamento (dove sono le prove di ciò che stanno dicendo?).
Viene poi lanciata l’altra bomba del “quante volte vi è successo questo” riferendosi ad un odore di “combustibile o chimico” durante l’imbarco; premesso che ci hanno appena parlato di odore di “calzini sporchi o cane bagnato” per riconoscere i “fumes”, ma adesso ci fanno stare in guardia anche dall’odore di combustibile o “chimico” (che detto così non significa niente, poiché TUTTO intorno a noi è risultato della chimica, quindi chimico), questa è una grandissima baggianata che niente ha a che fare con il problema dei “fumes” o della sindrome aerotossica: siamo in un aeroporto, è normale che ci sia odore dello SCARICO del motore di aerei!
Quell’odore che si sente durante l’imbarco è questo e nient’altro, anche perché durante l’imbarco i motori sono spenti (al massimo potrebbe essere accesa l’APU).
Ci viene poi proposto un esempio per confermare le aspettative, dove l’assistente di volo va dal nostro Lorraine e collega direttamente l’aria contaminata in cabina, con il fatto che sia un po’ rincoglionita… o forse il vostro barista di fiducia non ha mai sbagliato a prendervi un ordine? E’ esposto agli organofosfati anche lui? Seguono frasi estratte ad arte da due studi commissionati da EASA per confermare la loro teoria:
-Final Report EASA_REP_RESEA_2014_4 Research Project: CAQ Preliminary cabin air quality measurement campaign -Final Report EASA_REP_RESEA_2015_2 Research Project: AVOIL Characterisation of the toxicity of aviation turbine engine oils after pyrolysis I due studi si riferiscono a “problemi” diversi; in uno infatti sono state fatte delle misurazioni per la qualità dell’aria sugli aerei, l’altro si è occupato di studiare la tossicità di un olio per motore di aerei dopo essere stato bruciato: mele e pere sono diverse a casa mia, e se ti dico che dentro casa mia c’è poco inquinamento, non significa che mi fa bene respirare dal tubo di scappamento della macchina, capito?
Oltretutto i due studi hanno comunque dei risultati interessanti che non sono stati commentati: il primo è che anche su un aerei dove l’aria non viene presa dai motori (B 787), ci sono tracce di organofosfati nell’aria di cabina, nel secondo che “The oils analysed contain TCP…but that their concentration in the presence of an intact lung barrier is that low that it could not be appointed as a major concern for neuronal function.”; è chiaro? Se siete delle persone sane non avrete problemi, se siete malate probabilmente non dovreste essere su un aereo Si parla poi di un volo Bari-Londra dirottato a Basilea per FUMO a bordo… smoke, ricordate? Non fumes, ma smoke, quindi qualcosa che brucia, che non è la stessa cosa (cercate su google questo evento) Poi ci vengono mostrati casi di “perdite fortissime”, con immagini di cabine invase dal fumo bianco, che essendo visibile non sono quindi casi di FUMES ma di SMOKE, e che se fosse olio motore in quelle concentrazioni, sarebbero già morti tutti (eppure ai telegiornali non ho visto niente di tutto ciò, voi?)
Poi vengono mostrati dei “documenti consegnati da una compagnia aerea al personale di bordo” (che sembra abbastanza chiaramente una QRH del B737) che non “devono parlare pubblicamente delle sostanze contenute in questi fumi”; in realtà il manuale (di questa compagnia, non di tutte) dice di non fare annunci ai passeggeri, che è un po’ diverso. Continuano a provare a spaventarci con il numero di “98 eventi straordinari in un anno”, e solo in America! Considerando che la FAA si occupa di circa 17000000 di voli l’anno, parliamo di uno 0,00058% dei voli! Andate a comprare un biglietto della lotteria, perché se siete così fortunati da essere su quel volo, probabilmente c’è un grosso premio in denaro che vi aspetta Arriva poi un “consulente medico” parla di “1 or 2 SMELL events per week” (con tanto di dito alzato a precisare, per non essere frainteso), che non necessariamente hanno niente a che fare con fumes e quindi con la possibilità di respirare olio trafilato dal motore. E no, non “preferisce chiamarli così perché fanno meno paura”, ma perché è il loro nome. Infatti dopo lo spiega e specifica bene, ma alla Iena non sembra interessare. Per capirci, SMELL event potrebbe essere anche un pasto che si brucia in un forno o un apparato elettrico che non funziona bene, quindi niente a che fare con olii e organofosfati Poi inizia a stalkerare gli equipaggi in aeroporto e le risposte sono ovviamente la verità, ovvero un “può succedere” e “può accadere”, e si “a volte ci si può ammalare” “In Italia non se ne parla”, tuona la Iena, peccato che sia l’ANPAC che il centro studi AeroHabitat hanno più volte affrontato la questione. Certamente non se ne parla quanto si dovrebbe, ma questo andrebbe fatto dagli addetti al settore e non dai passeggeri, e soprattutto è una discussione da intraprendere nelle sedi opportune (ENAC)
La Iena si stupisce poi che alcuni piloti scappino di fronte ad una persona che fa domande del genere, oppure che l’assistente di volo non voglia commentare quella che sembra una “ricerca” non autorizzata e senza considerare che nessuno vorrebbe essere associato ad un commento fuori luogo od errato. Di sindrome aerotossica se ne parla tanto in Europa, ma non nei toni sensazionalistici di questo servizio, e per l’ambiente dell’aviazione è certamente un argomento spinoso Si, perché la sindrome aerotossica esiste, ed è un problema per noi che sugli aerei ci lavoriamo, così come l’Onorevole M.E. Spadoni ha provato a portare di fronte al governo, e che ci preoccupiamo della nostra salute a lungo termine Questo però è una questione che va trattata con la serietà che ne deriva e nelle sedi opportune, e non spaventando il pubblico che per una mera questione di probabilità non avrà praticamente mai la possibilità di essere esposto ad uno di questi “eventi straordinari”. Mettere paura al passeggero con “gli odori all’imbarco” è terrorismo psicologico fatto in malafede, a persone che spesso sono già abbastanza spaventate di questo mezzo così misterioso e sconosciuto. Si gioca sull’incompetenza (in buona fede) del pubblico per favorire gli ascolti, e ciò non è eticamente corretto Per concludere, ad oggi non ci sono morti confermate per sindrome aerotossica (anche se alcune sono sospette e possibilmente collegate a questo) ed i processi vinti si contano sulle dita di una mano e sono tutti di equipaggi (piloti ed assistenti di volo) e nessun passeggero.