A differenza di molti, nei miei pochi TR mi sto specializzando nei TR a distanza, considerando i ritardi. Il TR che vado a presentare consta di due viaggi aerei avvenuti con 4 mesi di distanza uno dell’altro, ma considerando che non sono grossi, ho preferito metterli sotto un unico topic. Iniziamo!
Negli States, il mese di marzo segna la settimana in cui l’attività accademica si ferma per il così detto Spring Break. Non perché sia primavera, ma in quanto settimana intermedia all’interno dello Spring Semester.
Considerando che marzo a New York è un mese freddo, e che avevo degli amici a Los Angeles che mi invitavano a fare un salto da loro, ho optato per una settimana californiana, andando in controtendenza con la maggior parte degli americani (e non) che si dirigono in Florida.
Dopo conversazione face-to-face con un forumista di AC, e dopo aver vagliato le varie possibilità con “major e low cost” (le virogolette sono d’obbligo), opto per Jet Blue in andata e Virgin America per il ritorno, in maniera da compararle sulla stessa tratta (Virgin America l’avevo già provata sulla tratta LAX-SFO a/r documentata in precedente TR).
In realtà Jet Blue, a differenza delle major, include gratuitamente il primo bagaglio da 50lbs (22,7kg) oltre a snack e bevande di bordo. La sua pubblicità fa forza oltre al bagaglio incluso, anche al “more legroom” rispetto a tutte le altre compagnie! Quindi motivo in più per provare in prima persona. E non ultimo, Jet Blue ha un proprio terminal dedicato al JFK (il 5), tra i più nuovi e belli (per lo standard dell’aeroporto new yorkese). Si comincia.
Mi prendo dei voli comodi per poter partire con tutta tranquillità la mattina di sabato 12 marzo con la metro A da Fulton Street direzione Howard Beach-JFK Airport.
Linea della metro espressa che in 35’ mi porta alla stazione di scambio con l’air train, il quale in pochi minuti porta a tutti i terminal.
Un po’ di foto della stazione air train e terminals del JFK fino al 5!
Arrivo due ore scarse prima dell’imbarco, e consegno la valigia al drop off, e mi faccio stampare la carta d’imbarco.
Come usuale, la valigia etichettata viene portata personalmente al nastro e mi dirigo ai controlli di sicurezza. Ormai abituato al metal detector quotidiano (dove svolgevo il mio internship, lo dovevo fare ogni giorno), passo velocemente i controlli ed entro nella parte dedicata agli imbarchi del Terminal 5, casa di JetBlue Airways! A differenza del Terminal 4, qui all’interno sono presenti duty free e shops. Molto carino il terminal, e ne approfitto per fare un po’ di spotting.
Ecco l’airbus per LAX
L’imbarco avviene con un po’ di ritardo, e mi fiondo a fotografare questo famoso legroom. Effettivamente è molto comodo, così come sono comode le poltrone.
Imbarco bagagli e vicino
Anche se volo interno, rimane sempre un volo di 6 ore, e potrò sfruttare anche tutti i canali televisivi gratuiti messi a disposizione con IFE personali, oltre a snacks e beveragi (se ne potevano richiedere a volontà). Nel complesso è stata un’esperienza positiva, sicuramente migliore delle major americane, che ormai per le rotte nazionali sono diventate paragonabili alle low costs europee.
Arrivo a Los Angeles, e mi accorgo subito che non è cambiato nulla. LAX rimane una schifezza. Esco dal jet bridge e trovo una calca umana di persone “accampata” per terra in attesa che l’aereo ripartisse per un volo notturno direzione Boston. Considerando che l’aereo portava qualche decina di minuti di ritardo, e che le poltroncine d’attesa disponibili nel terminal 3 di LAX erano (e sono) poche, i passeggeri stanchi si erano seduti per terra.
Valigia arrivata con pochi minuti, e da qui bus FlyAway per Union Station, da dove prenderò metro rossa per Hollywood/Vine, vicino a dove abitano i miei amici.
...continua
Negli States, il mese di marzo segna la settimana in cui l’attività accademica si ferma per il così detto Spring Break. Non perché sia primavera, ma in quanto settimana intermedia all’interno dello Spring Semester.
Considerando che marzo a New York è un mese freddo, e che avevo degli amici a Los Angeles che mi invitavano a fare un salto da loro, ho optato per una settimana californiana, andando in controtendenza con la maggior parte degli americani (e non) che si dirigono in Florida.
Dopo conversazione face-to-face con un forumista di AC, e dopo aver vagliato le varie possibilità con “major e low cost” (le virogolette sono d’obbligo), opto per Jet Blue in andata e Virgin America per il ritorno, in maniera da compararle sulla stessa tratta (Virgin America l’avevo già provata sulla tratta LAX-SFO a/r documentata in precedente TR).
In realtà Jet Blue, a differenza delle major, include gratuitamente il primo bagaglio da 50lbs (22,7kg) oltre a snack e bevande di bordo. La sua pubblicità fa forza oltre al bagaglio incluso, anche al “more legroom” rispetto a tutte le altre compagnie! Quindi motivo in più per provare in prima persona. E non ultimo, Jet Blue ha un proprio terminal dedicato al JFK (il 5), tra i più nuovi e belli (per lo standard dell’aeroporto new yorkese). Si comincia.
Mi prendo dei voli comodi per poter partire con tutta tranquillità la mattina di sabato 12 marzo con la metro A da Fulton Street direzione Howard Beach-JFK Airport.
Linea della metro espressa che in 35’ mi porta alla stazione di scambio con l’air train, il quale in pochi minuti porta a tutti i terminal.

Un po’ di foto della stazione air train e terminals del JFK fino al 5!























Arrivo due ore scarse prima dell’imbarco, e consegno la valigia al drop off, e mi faccio stampare la carta d’imbarco.




Come usuale, la valigia etichettata viene portata personalmente al nastro e mi dirigo ai controlli di sicurezza. Ormai abituato al metal detector quotidiano (dove svolgevo il mio internship, lo dovevo fare ogni giorno), passo velocemente i controlli ed entro nella parte dedicata agli imbarchi del Terminal 5, casa di JetBlue Airways! A differenza del Terminal 4, qui all’interno sono presenti duty free e shops. Molto carino il terminal, e ne approfitto per fare un po’ di spotting.







Ecco l’airbus per LAX



L’imbarco avviene con un po’ di ritardo, e mi fiondo a fotografare questo famoso legroom. Effettivamente è molto comodo, così come sono comode le poltrone.



Imbarco bagagli e vicino


Anche se volo interno, rimane sempre un volo di 6 ore, e potrò sfruttare anche tutti i canali televisivi gratuiti messi a disposizione con IFE personali, oltre a snacks e beveragi (se ne potevano richiedere a volontà). Nel complesso è stata un’esperienza positiva, sicuramente migliore delle major americane, che ormai per le rotte nazionali sono diventate paragonabili alle low costs europee.
Arrivo a Los Angeles, e mi accorgo subito che non è cambiato nulla. LAX rimane una schifezza. Esco dal jet bridge e trovo una calca umana di persone “accampata” per terra in attesa che l’aereo ripartisse per un volo notturno direzione Boston. Considerando che l’aereo portava qualche decina di minuti di ritardo, e che le poltroncine d’attesa disponibili nel terminal 3 di LAX erano (e sono) poche, i passeggeri stanchi si erano seduti per terra.
Valigia arrivata con pochi minuti, e da qui bus FlyAway per Union Station, da dove prenderò metro rossa per Hollywood/Vine, vicino a dove abitano i miei amici.
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