Si rafforza l'interesse dei privati nei confronti del Fontanarossa di Catania e del Falcone Borsellino di Palermo. Ma lo scalo etneo gela le attese: «Non abbiamo alcuna intenzione di vendere
I dati sul traffico nei primi mesi di quest'anno non sono certo buoni ma i due principali scali della Sicilia, Fontanarossa a Catania e Falcone Borsellino a Palermo, interessano ai privati e anche parecchio. Dal canto suo l'Enac, guidata da Vito Riggio, spinge affmché le privatizzazioni avvengano prima possibile.La considerazione è semplice: i privati sono in condizione di garantire lo sviluppo degli aeroporti. Un punto che, però, non trova consenso unanime se si considera che a Catania è diversa la scelta dell'attuale consiglio di amministrazione di cui è presidente il ragusano Enzo Taverniti mentre amministratore delegato è Gaetano Mancini: i vertici della Sac, la società di gestione dell'aeroporto etneo, hanno già fatto sapere che i soci non intendono vendere. E dall'Enac non arrivano segnali rassicuranti su questa scelta. «Noi - dice Taverniti, che in seno al Cda della Sac rappresenta la Camera di commercio di Ragusa - non abbiamo alcuna intenzione di vendere. Credo che ci sono interessi stranieri interessati alle privatizzazioni e ciò ha un peso. Questo però non è il momento migliore per vendere e poi i soci hanno risorse per poter affrontare gli investimenti richiesti». Catania si fregia di essere il più importante aeroporto del Mezzogiorno per numero di passeggeri l'anno: nel 2012 ha totalizzato 6.246.888 transiti che lo posizionano al quinto posto tra gli aeroporti del nostro paese (e va tenuto conto che per un mese lo scalo non è stato a regime a causa dei lavori sulla pista) e nei primi tre mesi di quest'anno pur con una flessione del 7,2% i passeggeri sono già 1.119.777. L'aeroporto, comunque, si avvia ad affrontare un'altra stagione di investimenti infrastrutturali per migliorare soprattutto il collegamento con il territorio: in programma una spesa prevista di 130 milioni. Marcia invece spedito verso la privatizzazione l'aeroporto Falcone Borsellino di Palermo: lunedì della scorsa settimana il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il presidente della Camera di commercio Roberto Helg e il presidente della Provincia di Palermo Giovanni Avanti sono stati sentiti a Roma dal consiglio di amministrazione dell'Enac tutti e tre insieme gli enti territoriali detengono il 95% delle quote della Gesap, la società di gestione dell'aeroporto Falcone Borsellino. Nel corso dell'incontro sono stati spiegati i vari passaggi che porteranno alla vendita di gran parte delle quote oggi possedute dagli enti territoriali palermitani:la Camera di commercio ha già deliberato e per quanto riguarda il Co- mune e la Provincia vi sono le delibere delle rispettive giunte che dovranno passare dai consigli per il via libera definitivo. La Gesap ha avviato a dicembre l'aumento di capitale da 66 milioni e a febbraio è stata versata la prima tranche da 36 milioni. «La Gesap - dice Giovanni Avanti - ha da recuperare 25 milioni che è il danno quantificato per il ritardo nel l'adeguamento delle tariffe. Siamo convinti che l'aeroporto debba essere privatizzato perché un socio privato potrà garantire uno sviluppo maggiore dello scalo.Il commissario dell'Enac Riggio e i tecnici hanno colpito nel segno: gli enti pubblici si sono occupati della fase di start up ora l'aeroporto deve andare a regime e per questo servono competenze che so- lo i provati possono dare». Mentre la Camera di commercio venderà totalmente le proprie quo- te, Comune e Provincia non usciranno del tutto: «Terremo tra il 20 e il 25%- dice Avanti : la nostra presenza è garanzia di tutela del territorio». Per la nomi-nadell'advisor (che sarà selezionato con bando) bisognerà attendere le delibere dei consigli comunali. Intanto in vista ci sono investimenti per 160 milioni di cui 70 milioni di parte pubblica mentre il resto dovrà venire da chi entrerà nella compagine della Gesap.
I dati sul traffico nei primi mesi di quest'anno non sono certo buoni ma i due principali scali della Sicilia, Fontanarossa a Catania e Falcone Borsellino a Palermo, interessano ai privati e anche parecchio. Dal canto suo l'Enac, guidata da Vito Riggio, spinge affmché le privatizzazioni avvengano prima possibile.La considerazione è semplice: i privati sono in condizione di garantire lo sviluppo degli aeroporti. Un punto che, però, non trova consenso unanime se si considera che a Catania è diversa la scelta dell'attuale consiglio di amministrazione di cui è presidente il ragusano Enzo Taverniti mentre amministratore delegato è Gaetano Mancini: i vertici della Sac, la società di gestione dell'aeroporto etneo, hanno già fatto sapere che i soci non intendono vendere. E dall'Enac non arrivano segnali rassicuranti su questa scelta. «Noi - dice Taverniti, che in seno al Cda della Sac rappresenta la Camera di commercio di Ragusa - non abbiamo alcuna intenzione di vendere. Credo che ci sono interessi stranieri interessati alle privatizzazioni e ciò ha un peso. Questo però non è il momento migliore per vendere e poi i soci hanno risorse per poter affrontare gli investimenti richiesti». Catania si fregia di essere il più importante aeroporto del Mezzogiorno per numero di passeggeri l'anno: nel 2012 ha totalizzato 6.246.888 transiti che lo posizionano al quinto posto tra gli aeroporti del nostro paese (e va tenuto conto che per un mese lo scalo non è stato a regime a causa dei lavori sulla pista) e nei primi tre mesi di quest'anno pur con una flessione del 7,2% i passeggeri sono già 1.119.777. L'aeroporto, comunque, si avvia ad affrontare un'altra stagione di investimenti infrastrutturali per migliorare soprattutto il collegamento con il territorio: in programma una spesa prevista di 130 milioni. Marcia invece spedito verso la privatizzazione l'aeroporto Falcone Borsellino di Palermo: lunedì della scorsa settimana il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il presidente della Camera di commercio Roberto Helg e il presidente della Provincia di Palermo Giovanni Avanti sono stati sentiti a Roma dal consiglio di amministrazione dell'Enac tutti e tre insieme gli enti territoriali detengono il 95% delle quote della Gesap, la società di gestione dell'aeroporto Falcone Borsellino. Nel corso dell'incontro sono stati spiegati i vari passaggi che porteranno alla vendita di gran parte delle quote oggi possedute dagli enti territoriali palermitani:la Camera di commercio ha già deliberato e per quanto riguarda il Co- mune e la Provincia vi sono le delibere delle rispettive giunte che dovranno passare dai consigli per il via libera definitivo. La Gesap ha avviato a dicembre l'aumento di capitale da 66 milioni e a febbraio è stata versata la prima tranche da 36 milioni. «La Gesap - dice Giovanni Avanti - ha da recuperare 25 milioni che è il danno quantificato per il ritardo nel l'adeguamento delle tariffe. Siamo convinti che l'aeroporto debba essere privatizzato perché un socio privato potrà garantire uno sviluppo maggiore dello scalo.Il commissario dell'Enac Riggio e i tecnici hanno colpito nel segno: gli enti pubblici si sono occupati della fase di start up ora l'aeroporto deve andare a regime e per questo servono competenze che so- lo i provati possono dare». Mentre la Camera di commercio venderà totalmente le proprie quo- te, Comune e Provincia non usciranno del tutto: «Terremo tra il 20 e il 25%- dice Avanti : la nostra presenza è garanzia di tutela del territorio». Per la nomi-nadell'advisor (che sarà selezionato con bando) bisognerà attendere le delibere dei consigli comunali. Intanto in vista ci sono investimenti per 160 milioni di cui 70 milioni di parte pubblica mentre il resto dovrà venire da chi entrerà nella compagine della Gesap.