Italia, 1000 micro-scali
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Ogni cittadina vuole il proprio, per il turismo o per comodità. Dopo Salerno, appena inaugurato, si parla ancora dell'ampliamento di quello di Siena. Sacrilegio! Inutile e scempio ambientale, dicono in tanti.
Tanti campanili, tanti aeroporti. Se appena appena fosse possibile, in Italia sarebbe questa l'assurda tendenza. Estremizzazione fantasiosa di un fenomeno che però nella realtà non è molto diverso, in uno Stivale disseminato da tanti medi e piccoli aeroporti, a poca distanza l'uno dall'altro (anche solo una cinquantina di km), e povero invece di preziose infrastrutture di collegamento tra i più importanti aeroporti già attivi.
L'ultimo caso eclatante è quello dello scalo campano di Salerno. Inaugurato ufficialmente da poco, ma avviato in sordina dai primi di agosto, l'aeroporto «Costa d'Amalfi» (a Pontecagnano, alle porte di Salerno), ha già generato un fiume di polemiche per i disagi e i disservizi che lo hanno caratterizzato fin dal principio (cancellazione di voli, ritardi, mancanza di un bus dedicato esclusivamente allo scalo, etc). E subito politici e cittadini si sono divisi tra chi lo considera un inutile spreco di risorse e chi un potenziale volano per il turismo dell'area.
Suscita un'analoga polemica (ma con molti più detrattori che fautori) il progetto di ampliamento di Ampugnano, l'aeroporto di Siena, attualmente un micro-scalo per piccoli aerei e che secondo i piani potrebbe diventare un vero e proprio aeroporto commerciale per aerei di linea. Inutile dire che la mobilitazione popolare è stata massiccia nell'ultimo anno. Motivo? Lo spettro della cementificazione e dell'inquinamento non solo dell'aria ma anche acustico, ai danni di ampie aree verdi, e dunque più in generale della natura incantevole della zona e dell'ambiente.
Di recente sono stati stanziati i fondi anche per i lavori di ampliamento e adeguamento dell'aereoporto di Perugia, che così entro il 2010 punta a diventare punto di riferimento dei charter per tutta la zona turistica umbra.
E questi sono solo alcuni casi più eclatanti e freschi di "campanilismo aeroportuale", che secondo molti osservatori non fa certo bene al sistema aereo italiano pensato più in larga scala.
Libero News
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Ogni cittadina vuole il proprio, per il turismo o per comodità. Dopo Salerno, appena inaugurato, si parla ancora dell'ampliamento di quello di Siena. Sacrilegio! Inutile e scempio ambientale, dicono in tanti.
Tanti campanili, tanti aeroporti. Se appena appena fosse possibile, in Italia sarebbe questa l'assurda tendenza. Estremizzazione fantasiosa di un fenomeno che però nella realtà non è molto diverso, in uno Stivale disseminato da tanti medi e piccoli aeroporti, a poca distanza l'uno dall'altro (anche solo una cinquantina di km), e povero invece di preziose infrastrutture di collegamento tra i più importanti aeroporti già attivi.
L'ultimo caso eclatante è quello dello scalo campano di Salerno. Inaugurato ufficialmente da poco, ma avviato in sordina dai primi di agosto, l'aeroporto «Costa d'Amalfi» (a Pontecagnano, alle porte di Salerno), ha già generato un fiume di polemiche per i disagi e i disservizi che lo hanno caratterizzato fin dal principio (cancellazione di voli, ritardi, mancanza di un bus dedicato esclusivamente allo scalo, etc). E subito politici e cittadini si sono divisi tra chi lo considera un inutile spreco di risorse e chi un potenziale volano per il turismo dell'area.
Suscita un'analoga polemica (ma con molti più detrattori che fautori) il progetto di ampliamento di Ampugnano, l'aeroporto di Siena, attualmente un micro-scalo per piccoli aerei e che secondo i piani potrebbe diventare un vero e proprio aeroporto commerciale per aerei di linea. Inutile dire che la mobilitazione popolare è stata massiccia nell'ultimo anno. Motivo? Lo spettro della cementificazione e dell'inquinamento non solo dell'aria ma anche acustico, ai danni di ampie aree verdi, e dunque più in generale della natura incantevole della zona e dell'ambiente.
Di recente sono stati stanziati i fondi anche per i lavori di ampliamento e adeguamento dell'aereoporto di Perugia, che così entro il 2010 punta a diventare punto di riferimento dei charter per tutta la zona turistica umbra.
E questi sono solo alcuni casi più eclatanti e freschi di "campanilismo aeroportuale", che secondo molti osservatori non fa certo bene al sistema aereo italiano pensato più in larga scala.
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