Malpensa a Caravaggio
E' scontro tra aeroporti
Lite di campanile sulla proposta di Letizia Moratti. No da Bergamo e Varese, i milanesi fanno spallucce. Gli scali lombardi si contendono il nome del pittore
Milano, 20 luglio 2010 - Caravaggio conteso. E stavolta non si tratta di un’opera né delle ossa, ma del nome da dare a un aeroporto. Il sindaco di Milano Letizia Moratti propone di intitolare al Merisi lo scalo di Malpensa. Da Bergamo insorgono: il nome lo pretendono loro per Orio al Serio, e sventolano il toponimo col quale il pittore è noto alla storia, ma anche un’interpellanza presentata in Provincia per dedicargli la pista delle low cost, con due settimane d’anticipo rispetto alla Moratti. Intanto i varesotti s’inalberano: Malpensa è casa loro e il Merisi non lo vogliono perché «non ha nulla a che fare con noi».
E i milanesi? Chi fosse Caravaggio lo sanno tutti, quelli interrogati a campione mentre vanno per saldi. Almeno accontentandosi della definizione «un pittore», perché a voler approfondire pochi riescono a citarne un’opera. E quasi nessuno sospetta che fosse un milanese, dato biografico sul quale s’è discusso a lungo (come su quasi ogni cosa che riguardi il Merisi). Però tutti d’accordo: che se lo tengano pure i bergamaschi. Dall’aeroporto di Malpensa vorrebbero ben altro che vederlo accapigliarsi per un nome.
Loredana Casucci e Debora Pravettoni, mamma e figlia. Chi era Caravaggio? Risponde Debora, telegrafica: «Pittore». (Giusto). «1650 circa» (Quasi giusto: è morto nel 1610). «Canestra»: cita il solo quadro che abbia visto dal vivo, alla Pinacoteca Ambrosiana. Loredana, la mamma, ne ha viste «tante, i nomi non me li ricordo». Quello dell’aeroporto, invece, «potrebbero lasciarlo ai bergamaschi. Ha un senso logico... Il Comune di Milano è potente, però. Sarà un bel match». Riccardo Ragni ha 23 anni e studia alla Bocconi. Delega la risposta al fratello che «ha appena fatto la maturità»: Alessandro, che l’ha raggiunto a Milano per studiare al Politecnico. «Pittore», risponde sicuro. Molto altro non ricorda, neanche della vita rocambolesca del Merisi: «Si fa in terza o in quarta...». La domanda, invece, «mi ricorda un film». Quello del ’41 o dell’86? O lo sceneggiato Rai del 2006, con Alessio Boni? «No, Aldo, Giovanni e Giacomo...».
Gianmaria Scocca corre sotto portici verso un appuntamento, la cravatta svolazzante: «Caravaggio? Era un pittore storico del Rinascimento italiano». Nadia Finocchiaro, impiegata, si limita al «pittore». Dove è nato non lo sa, la disputa la lascia indifferente. Antonello Manca si chiama fuori: «Sono sardo. Ma bisticciare per un aeroporto non ha senso». «Come diceva mio padre, la questione è di lana caprina», dice Simona Cannavò, con tutt’altro tono. Per capirlo basta chiederle la sua professione: «Cassintegrata Alitalia».
di Giulia Bonezzi
20/07/2010
IL GIORNO
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