Intervista all’ad Ryanair “Alitalia sta sbagliando, per ripartire non basta cambiare divise”
Parla Micheal O’Leary: «Gli altri alzano i prezzi, noi li abbassiamo e portiamo più passeggeri». «Siamo uno dei successi dell’Unione europea, abbiamo abbattuto i confini». «In futuro si potrà bloccare il prezzo di un volo per 24 ore». «Uber va incoraggiata perché aiuta ad abbattere i monopoli». «L’Italia? Per crescere tagliare le tasse sul turismo»
BENIAMINO PAGLIARO
INVIATO A CERNOBBIO (COMO)
100 milioni nel 2015, 160 nel 2024: dopo aver scritto la storia dei trasporti europei, Micheal O’Leary vuole continuare, e praticamente raddoppiare in dieci anni il numero di passeggeri che volano Ryanair. Nella strategia di quella che è “l’unica vera compagnia low cost” in Europa, secondo O’Leary, l’Italia ha un ruolo di primo piano, ma deve voler aiutare se stessa, dalle tasse di soggiorno agli aeroporti. “Non sono sicuro che Etihad abbia il piano giusto per Alitalia. La prima cosa che ha fatto è rilanciare le divise dei piloti...”, dice O’Leary in un’intervista esclusiva a La Stampa a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio.
Questo forum è considerato l’appuntamento dell’economia e della politica che riprende dopo l’estate. Come è stata l’estate di Ryanair?
È andata bene in modo quasi preoccupante: abbiamo avuto una combinazione di nuove rotte che sono cresciute molto, in particolare in Italia, con il prezzo basso del petrolio che fa bene alle compagnie aeree. A luglio e agosto siamo stati la prima compagnia a portare più di dieci milioni di passeggeri al mese. E cresciamo ancora, apriamo a Malpensa dopo Bergamo.
I vostri aerei partono quasi sempre pieni. Il tasso di riempimento nel trimestre è stato del 95%. Come fate?
Abbiamo davvero prezzi bassi. Mentre Alitalia e Air Berlin alzano i prezzi, noi li abbassiamo. Il traffico è cresciuto del 10% ma il valore del biglietto medio è calato del 3%. Così abbassiamo i prezzi e portiamo più passeggeri. Per il 2015 abbiamo l’obiettivo dei 100 milioni.
C’era un’epoca in cui gli italiani usavano Ryanair solo per andare in vacanza. Ora spesso siete come degli autobus: portate gli italiani a lavorare, a Londra, per esempio. In futuro cambierà qualcosa?
Non penso che cambierà più. Siamo sempre di più parte della vita di ogni giorno in Italia: siamo il bus che porta le persone dalle isole e dal Sud al Nord. Portiamo gli uomini d’affari e i turisti. Penso che Ryanair rappresenti in molti modi uno dei migliori successi dell’Unione Europea, abbattendo i confini.
Ryanair ci ha abituato a prenotare i voli online. Ma da allora poco è cambiato, non ci sono state grandi innovazioni. State studiando qualcosa?
Penso che innoviamo continuamente. Siamo passati dai call center a internet e oggi da internet al mobile. A fine ottobre lanciamo un nuovo sito e una app che sarà personalizzata per ogni cliente. Si potranno comprare altri servizi come hotel e automobili a noleggio, ma soprattutto prenotare un volo sarà facilissimo, in tre clic. Noi salviamo i tuoi dati, e tu dovrai inserire solo le date e la destinazione. E poi si potrà bloccare un volo per 24 ore.
Come funzionerà?
Molte persone vogliono prenotare i nostri biglietti più convenienti, ma prima devono parlare con gli amici, la famiglia. Con “hold the fare” si potrà bloccare la tariffa del biglietto per 24 ore pagando 5 euro di garanzia, e prenotare. Vogliamo rendere sempre più facile non solo volare, ma anche avere una grande esperienza di viaggio.
Infatti di recente Ryanair è diventata più gentile, per esempio permettendo il bagaglio aggiuntivo a bordo. Avete innovato e ora le compagnie tradizionali vi seguono: tutte hanno anche la loro low cost. Però a volte, su alcune tratte, viene quasi da pensare che anche i vostri prezzi siano diventati normali. Insomma: Ryanair è ancora una compagnia low cost oppure sfrutta solo la reputazione di low cost degli scorsi trent’anni?
No! Penso siamo davvero l’unica low cost in Europa. Lo scorso anno il costo del biglietto medio per oltre 90 milioni di passeggeri è stato inferiore ai 50 euro. I più vicini a noi, EasyJet o Air Berlin, sono circa sui 90 euro.
Avete ordinato centinaia di aerei per i prossimi anni. Sarete davvero in grado di riempirli? Il vostro piano dice che nel 2024 avrete 160 milioni di passeggeri. Che Ryanair sarà?
Penso che in effetti andremo vicini a raddoppiare la nostra dimensione. Se guardi alla crescita di Ryanair in Europa, c’è un’enorme domanda per il nostro servizio. Se guardi all’Italia, voleremo solo da dicembre da Malpensa, ma non voliamo ancora da Linate o da Venezia Marco Polo. Ci può essere una grande crescita, non solo negli aeroporti attuali, anche in nuovi scali. Continueremo a investire e crescere in Italia, pensiamo che abbia un futuro incredibilmente luminoso. Il turismo è una grande industria, ecco perché continuiamo a chiedere al governo di fare di più per la promozione.
Si può pensare, da qua al 2024, al vostro primo volo per gli Stati Uniti? In marzo avete annunciato che ci state lavorando.
Ne dubito. Abbiamo deciso di posticipare il nostro progetto transatlantico almeno per quattro-cinque anni, perché non c’è disponibilità di aerei di lungo raggio. Il mercato è ingessato perché le compagnie del Golfo stanno comprando quasi tutto ciò che viene costruito.
Pensa di essere un disruptor, una persona che cambia lo status quo?
Penso che lo siamo stati, ma ora siamo così grandi! Probabilmente stiamo ancora portando qualche scossa, ma in un modo più gentile. Negli ultimi mesi abbiamo abbandonato la fase economici e cattivi: ora siamo sempre economici, ma molto più attenti ai clienti, li ascoltiamo e risolviamo i problemi.
Parlando di disruption, che ne pensa di Uber?
Benvenga Uber, vanno incoraggiati perché aiutano ad abbattere i monopoli, come quello dei taxi. Sono inevitabili, Uber, Airbnb nel mercato degli hotel. Significa più flessibilità del mercato. La cosa fantastica è che non si può portare la disruption sul mercato aereo: bisogna ancora salire a bordo per volare, fino a che qualcuno non inventi i viaggi stile Star Trek.
In molte capitali europee c’è però un po’ di nervosismo per queste grandi aziende americane. Che ne pensa, da europeo?
È tutta spazzatura! Gran parte della tecnologia che usiamo è americana, ma anche gli Stati Uniti imparano da noi. Le low cost sono nate in origine in America, ma è chiaro ora che in Europa ci sono tariffe più basse. L’Europa ha le competenze per prendere le idee, anche dall’America, e migliorarle.
Torniamo in Italia. Fiumicino ha avuto un’estate un po’ complicata. Ha sentito qualcosa?
Ho avuto aggiornamenti su Fiumicino ogni giorno. L’incendio è stata una sfortuna per Adr, Ryanair ha spostato alcuni voli su Ciampino e penso che l’Enac abbia agito bene alzando la capacità di Ciampino. È stata un’estate difficile, ma Adr sta lavorando per recuperare la situazione. In ogni caso questo dimostra l’importanza di avere un aeroporto secondario in una città come Roma. Anni fa si parlava di chiudere Ciampino, invece c’è bisogno di Fiumicino in forza e anche alzare i limiti sui voli a Ciampino. Ryanair vuole crescere sia a Ciampino che a Fiumicino.
Che pensa della nuova Alitalia?
Sono preoccupato dalla nuova Alitalia: visti i problemi che ha, la prima cosa che ha fatto Etihad è rilanciare le divise dei piloti.
Ma l’avete fatto anche voi, proprio questa settimana!
Sì, ma noi siamo in utile e stiamo crescendo, mentre la più grande sfida di Alitalia non sono le divise, che sono sempre state belle. È un tempo davvero difficile per Alitalia e non sono sicuro che Etihad abbia il piano giusto: vedi AirBerlin che si muove a Linate e poi Alitalia si concentra su Malpensa. Non sono connessi tra di loro. Alitalia è una compagnia orgogliosa, e noi vorremmo vederla sopravvivere e diventare più forte. Se c’è una più forte competizione è meglio per tutti.
Cosa pensa dell’Italia? Sta ripartendo o no?
È un Paese che si sta riprendendo, ma servono ancora più riforme, soprattutto nel mercato del lavoro, e su come sono gestiti e controllati gli aeroporti. Ma soprattutto bisogna sbarazzarsi delle tasse municipali sul turismo. È una situazione pazzesca: i turisti che vengono in Italia stanno pagando una tassa che va a sostenere le pensioni dei piloti Alitalia. Non spetta ai turisti pagare per le pensioni. Dobbiamo rendere i viaggi in Italia più convenienti, così Ryanair potrà portare ancora più milioni di persone in Italia.
http://www.lastampa.it/2015/09/04/e...ul-turismo-pJy5q2v0fy7QhXSznGzwvJ/pagina.html
Ryanair alla guerra delle tariffe: nel mirino Alitalia e Easyjet
Michael O'Leary a Cernobbio rilancia la sfida sulla concorrenza: "Prevediamo una guerra dei prezzi in Europa, saremo noi a iniziarla". E attacca Alitalia: "Non valorizza il turismo". "Dare voli diretti per Bari o la Sicilia invece fa muovere grandi flussi". Quanto a Easyjet "parla di tariffe basse e espansione, noi invece lo facciamo"
Il prezzo del petrolio basso e il boom estivo mettono le ali alle compagnie low cost che sono pronte a dare battaglia anche durante l'inverno. Da Cernobbio, a Villa D'Este, dove è in corso il tradizionale workshop Ambrosetti, l'amministratore delegato di Ryanair, Michael O'Leary, promette tariffe stracciate e rilancia la sfida sull'Italia, senza risparmiare nuove critiche alla ex compagnia di bandiera Alitalia. "Prevediamo una guerra dei prezzi in Europa - ha detto O'Leary a margine dei lavori di Villa d'Este - Quello che molte compagnie stanno facendo è prendere i prezzi incredibilmente bassi del petrolio, sotto i 50 dollari al barile, e trasferirli in profitti. Quello che stiamo facendo noi in Ryanair è trasferirli in tariffe sorprendentemente basse. Noi prevediamo una guerra dei prezzi perché siamo quelli che la vogliono iniziare".
Prezzi bassi e rotte sempre più capillari. Con l'apertura della nuova base a Milano Malpensa e 28 voli settimanali, annunciati nei giorni scorsi, Ryanair è determinata ad alzare ancor più la competizione in Italia. Nel 2016, ha affermato O'Leary, Ryanair "crescerà sia a Bergamo che a Malpensa, come l'anno scorso quando abbiamo aperto la base a Fiumicino e abbiamo continuato a crescere a Ciampino. Molti milioni di consumatori vogliono le nostre tariffe basse, sono stufi di pagare le elevate tariffe di Alitalia e di easyJet".
Non solo. L'amministratore delegato del vettore irlandese non ha risparmiato nuove critiche alla strategia dell'ex compagnia di bandiera, anche in chiave di sistema Paese. A differenza dell'ex compagnia di bandiera, ha aggiunto il manager, Ryanair "ha dato una grande opportunità al turismo italiano con i voli diretti per le regioni del Sud e per le isole, per i quali vediamo un enorme interesse". "Alitalia - ha detto - ha tagliato molti voli e tratte e per molti anni ha avuto tariffe troppo alte e non ha aumentato il turismo e la crescita in Italia. Crediamo che per il turismo Italiano il Sud e le isole siano una grande opportunità. In passato per volare a Bari bisognava andare a Roma o Milano. Se dai alle persone voli diretti per Bari o la Sicilia vedrai enormi flussi perché le persone possono andare direttamente in fantastiche destinazioni a prezzi molto bassi".
D'altra parte i grandi hub che smistano il traffico nel resto del Paese sono roba da anni '70 e l'espansione delle compagnie low cost sta sostenendo anche le prospettive dei numerosi aeroporti italiani. "Penso che gli hub siano per gli anni '70 quando gli italiani erano costretti ad andare a Milano o a Roma per andare da qualsiasi parte - ha detto O'Leary - Nel futuro ci saranno molte più tratte dirette agli aeroporti italiani, tratte più corte operate da Ryanair o più lunghe non operate da Alitalia ma da vettori americani o altri. Il che significa che c'è un futuro molto più stabile e potenzialmente in crescita per gli aeroporti italiani".
I piani di espansione di Ryanair non riguardano però solo l'Italia. Il guanto di sfida è lanciato in tutta Europa. "L'espansione si sta realizzando in tutta Europa. Noi pensiamo di di crescere sopra i 100 milioni di passeggeri e mi aspetto che nel 2016 si arriverà a 110/115 milioni", ha detto O'Leary precisando che continuano le discussioni per ampliare le rotte. "Al momento siamo in discussione con più di 60 nuovi aeroporti in Europa dove non voliamo - ha spiegato - E molti dei 190 aeroporti dove siamo presenti vogliono essere nostre basi, che al momento sono settanta, perché tutti vogliono partecipare alla crescita. Da parte nostra il messaggio è che abbiamo ordinato 400 aereomobili che verranno consegnati nei prossimi otto anni. Il nostro traffico annuo quasi raddoppierà, vediamo una forte crescita".
Nel mirino di Ryanair non solo i vettori di linea come Alitalia, ma anche le altre low cost. "Easyjet parla di tariffe basse e di espansione mentre Ryanair applica le tariffe basse e si espande - ha attaccato O'Leary parlando del mercato tedesco - In Germania ci aspettiamo di crescere al 5% di quota di mercato al 20% nei prossimi quattro anni".
http://www.firstonline.info/a/2015/...no-alita/d7d894ff-6f68-4052-9ffb-e4381974ec0f
Parla Micheal O’Leary: «Gli altri alzano i prezzi, noi li abbassiamo e portiamo più passeggeri». «Siamo uno dei successi dell’Unione europea, abbiamo abbattuto i confini». «In futuro si potrà bloccare il prezzo di un volo per 24 ore». «Uber va incoraggiata perché aiuta ad abbattere i monopoli». «L’Italia? Per crescere tagliare le tasse sul turismo»
BENIAMINO PAGLIARO
INVIATO A CERNOBBIO (COMO)
100 milioni nel 2015, 160 nel 2024: dopo aver scritto la storia dei trasporti europei, Micheal O’Leary vuole continuare, e praticamente raddoppiare in dieci anni il numero di passeggeri che volano Ryanair. Nella strategia di quella che è “l’unica vera compagnia low cost” in Europa, secondo O’Leary, l’Italia ha un ruolo di primo piano, ma deve voler aiutare se stessa, dalle tasse di soggiorno agli aeroporti. “Non sono sicuro che Etihad abbia il piano giusto per Alitalia. La prima cosa che ha fatto è rilanciare le divise dei piloti...”, dice O’Leary in un’intervista esclusiva a La Stampa a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio.
Questo forum è considerato l’appuntamento dell’economia e della politica che riprende dopo l’estate. Come è stata l’estate di Ryanair?
È andata bene in modo quasi preoccupante: abbiamo avuto una combinazione di nuove rotte che sono cresciute molto, in particolare in Italia, con il prezzo basso del petrolio che fa bene alle compagnie aeree. A luglio e agosto siamo stati la prima compagnia a portare più di dieci milioni di passeggeri al mese. E cresciamo ancora, apriamo a Malpensa dopo Bergamo.
I vostri aerei partono quasi sempre pieni. Il tasso di riempimento nel trimestre è stato del 95%. Come fate?
Abbiamo davvero prezzi bassi. Mentre Alitalia e Air Berlin alzano i prezzi, noi li abbassiamo. Il traffico è cresciuto del 10% ma il valore del biglietto medio è calato del 3%. Così abbassiamo i prezzi e portiamo più passeggeri. Per il 2015 abbiamo l’obiettivo dei 100 milioni.
C’era un’epoca in cui gli italiani usavano Ryanair solo per andare in vacanza. Ora spesso siete come degli autobus: portate gli italiani a lavorare, a Londra, per esempio. In futuro cambierà qualcosa?
Non penso che cambierà più. Siamo sempre di più parte della vita di ogni giorno in Italia: siamo il bus che porta le persone dalle isole e dal Sud al Nord. Portiamo gli uomini d’affari e i turisti. Penso che Ryanair rappresenti in molti modi uno dei migliori successi dell’Unione Europea, abbattendo i confini.
Ryanair ci ha abituato a prenotare i voli online. Ma da allora poco è cambiato, non ci sono state grandi innovazioni. State studiando qualcosa?
Penso che innoviamo continuamente. Siamo passati dai call center a internet e oggi da internet al mobile. A fine ottobre lanciamo un nuovo sito e una app che sarà personalizzata per ogni cliente. Si potranno comprare altri servizi come hotel e automobili a noleggio, ma soprattutto prenotare un volo sarà facilissimo, in tre clic. Noi salviamo i tuoi dati, e tu dovrai inserire solo le date e la destinazione. E poi si potrà bloccare un volo per 24 ore.
Come funzionerà?
Molte persone vogliono prenotare i nostri biglietti più convenienti, ma prima devono parlare con gli amici, la famiglia. Con “hold the fare” si potrà bloccare la tariffa del biglietto per 24 ore pagando 5 euro di garanzia, e prenotare. Vogliamo rendere sempre più facile non solo volare, ma anche avere una grande esperienza di viaggio.
Infatti di recente Ryanair è diventata più gentile, per esempio permettendo il bagaglio aggiuntivo a bordo. Avete innovato e ora le compagnie tradizionali vi seguono: tutte hanno anche la loro low cost. Però a volte, su alcune tratte, viene quasi da pensare che anche i vostri prezzi siano diventati normali. Insomma: Ryanair è ancora una compagnia low cost oppure sfrutta solo la reputazione di low cost degli scorsi trent’anni?
No! Penso siamo davvero l’unica low cost in Europa. Lo scorso anno il costo del biglietto medio per oltre 90 milioni di passeggeri è stato inferiore ai 50 euro. I più vicini a noi, EasyJet o Air Berlin, sono circa sui 90 euro.
Avete ordinato centinaia di aerei per i prossimi anni. Sarete davvero in grado di riempirli? Il vostro piano dice che nel 2024 avrete 160 milioni di passeggeri. Che Ryanair sarà?
Penso che in effetti andremo vicini a raddoppiare la nostra dimensione. Se guardi alla crescita di Ryanair in Europa, c’è un’enorme domanda per il nostro servizio. Se guardi all’Italia, voleremo solo da dicembre da Malpensa, ma non voliamo ancora da Linate o da Venezia Marco Polo. Ci può essere una grande crescita, non solo negli aeroporti attuali, anche in nuovi scali. Continueremo a investire e crescere in Italia, pensiamo che abbia un futuro incredibilmente luminoso. Il turismo è una grande industria, ecco perché continuiamo a chiedere al governo di fare di più per la promozione.
Si può pensare, da qua al 2024, al vostro primo volo per gli Stati Uniti? In marzo avete annunciato che ci state lavorando.
Ne dubito. Abbiamo deciso di posticipare il nostro progetto transatlantico almeno per quattro-cinque anni, perché non c’è disponibilità di aerei di lungo raggio. Il mercato è ingessato perché le compagnie del Golfo stanno comprando quasi tutto ciò che viene costruito.
Pensa di essere un disruptor, una persona che cambia lo status quo?
Penso che lo siamo stati, ma ora siamo così grandi! Probabilmente stiamo ancora portando qualche scossa, ma in un modo più gentile. Negli ultimi mesi abbiamo abbandonato la fase economici e cattivi: ora siamo sempre economici, ma molto più attenti ai clienti, li ascoltiamo e risolviamo i problemi.
Parlando di disruption, che ne pensa di Uber?
Benvenga Uber, vanno incoraggiati perché aiutano ad abbattere i monopoli, come quello dei taxi. Sono inevitabili, Uber, Airbnb nel mercato degli hotel. Significa più flessibilità del mercato. La cosa fantastica è che non si può portare la disruption sul mercato aereo: bisogna ancora salire a bordo per volare, fino a che qualcuno non inventi i viaggi stile Star Trek.
In molte capitali europee c’è però un po’ di nervosismo per queste grandi aziende americane. Che ne pensa, da europeo?
È tutta spazzatura! Gran parte della tecnologia che usiamo è americana, ma anche gli Stati Uniti imparano da noi. Le low cost sono nate in origine in America, ma è chiaro ora che in Europa ci sono tariffe più basse. L’Europa ha le competenze per prendere le idee, anche dall’America, e migliorarle.
Torniamo in Italia. Fiumicino ha avuto un’estate un po’ complicata. Ha sentito qualcosa?
Ho avuto aggiornamenti su Fiumicino ogni giorno. L’incendio è stata una sfortuna per Adr, Ryanair ha spostato alcuni voli su Ciampino e penso che l’Enac abbia agito bene alzando la capacità di Ciampino. È stata un’estate difficile, ma Adr sta lavorando per recuperare la situazione. In ogni caso questo dimostra l’importanza di avere un aeroporto secondario in una città come Roma. Anni fa si parlava di chiudere Ciampino, invece c’è bisogno di Fiumicino in forza e anche alzare i limiti sui voli a Ciampino. Ryanair vuole crescere sia a Ciampino che a Fiumicino.
Che pensa della nuova Alitalia?
Sono preoccupato dalla nuova Alitalia: visti i problemi che ha, la prima cosa che ha fatto Etihad è rilanciare le divise dei piloti.
Ma l’avete fatto anche voi, proprio questa settimana!
Sì, ma noi siamo in utile e stiamo crescendo, mentre la più grande sfida di Alitalia non sono le divise, che sono sempre state belle. È un tempo davvero difficile per Alitalia e non sono sicuro che Etihad abbia il piano giusto: vedi AirBerlin che si muove a Linate e poi Alitalia si concentra su Malpensa. Non sono connessi tra di loro. Alitalia è una compagnia orgogliosa, e noi vorremmo vederla sopravvivere e diventare più forte. Se c’è una più forte competizione è meglio per tutti.
Cosa pensa dell’Italia? Sta ripartendo o no?
È un Paese che si sta riprendendo, ma servono ancora più riforme, soprattutto nel mercato del lavoro, e su come sono gestiti e controllati gli aeroporti. Ma soprattutto bisogna sbarazzarsi delle tasse municipali sul turismo. È una situazione pazzesca: i turisti che vengono in Italia stanno pagando una tassa che va a sostenere le pensioni dei piloti Alitalia. Non spetta ai turisti pagare per le pensioni. Dobbiamo rendere i viaggi in Italia più convenienti, così Ryanair potrà portare ancora più milioni di persone in Italia.
http://www.lastampa.it/2015/09/04/e...ul-turismo-pJy5q2v0fy7QhXSznGzwvJ/pagina.html
Ryanair alla guerra delle tariffe: nel mirino Alitalia e Easyjet
Michael O'Leary a Cernobbio rilancia la sfida sulla concorrenza: "Prevediamo una guerra dei prezzi in Europa, saremo noi a iniziarla". E attacca Alitalia: "Non valorizza il turismo". "Dare voli diretti per Bari o la Sicilia invece fa muovere grandi flussi". Quanto a Easyjet "parla di tariffe basse e espansione, noi invece lo facciamo"
Il prezzo del petrolio basso e il boom estivo mettono le ali alle compagnie low cost che sono pronte a dare battaglia anche durante l'inverno. Da Cernobbio, a Villa D'Este, dove è in corso il tradizionale workshop Ambrosetti, l'amministratore delegato di Ryanair, Michael O'Leary, promette tariffe stracciate e rilancia la sfida sull'Italia, senza risparmiare nuove critiche alla ex compagnia di bandiera Alitalia. "Prevediamo una guerra dei prezzi in Europa - ha detto O'Leary a margine dei lavori di Villa d'Este - Quello che molte compagnie stanno facendo è prendere i prezzi incredibilmente bassi del petrolio, sotto i 50 dollari al barile, e trasferirli in profitti. Quello che stiamo facendo noi in Ryanair è trasferirli in tariffe sorprendentemente basse. Noi prevediamo una guerra dei prezzi perché siamo quelli che la vogliono iniziare".
Prezzi bassi e rotte sempre più capillari. Con l'apertura della nuova base a Milano Malpensa e 28 voli settimanali, annunciati nei giorni scorsi, Ryanair è determinata ad alzare ancor più la competizione in Italia. Nel 2016, ha affermato O'Leary, Ryanair "crescerà sia a Bergamo che a Malpensa, come l'anno scorso quando abbiamo aperto la base a Fiumicino e abbiamo continuato a crescere a Ciampino. Molti milioni di consumatori vogliono le nostre tariffe basse, sono stufi di pagare le elevate tariffe di Alitalia e di easyJet".
Non solo. L'amministratore delegato del vettore irlandese non ha risparmiato nuove critiche alla strategia dell'ex compagnia di bandiera, anche in chiave di sistema Paese. A differenza dell'ex compagnia di bandiera, ha aggiunto il manager, Ryanair "ha dato una grande opportunità al turismo italiano con i voli diretti per le regioni del Sud e per le isole, per i quali vediamo un enorme interesse". "Alitalia - ha detto - ha tagliato molti voli e tratte e per molti anni ha avuto tariffe troppo alte e non ha aumentato il turismo e la crescita in Italia. Crediamo che per il turismo Italiano il Sud e le isole siano una grande opportunità. In passato per volare a Bari bisognava andare a Roma o Milano. Se dai alle persone voli diretti per Bari o la Sicilia vedrai enormi flussi perché le persone possono andare direttamente in fantastiche destinazioni a prezzi molto bassi".
D'altra parte i grandi hub che smistano il traffico nel resto del Paese sono roba da anni '70 e l'espansione delle compagnie low cost sta sostenendo anche le prospettive dei numerosi aeroporti italiani. "Penso che gli hub siano per gli anni '70 quando gli italiani erano costretti ad andare a Milano o a Roma per andare da qualsiasi parte - ha detto O'Leary - Nel futuro ci saranno molte più tratte dirette agli aeroporti italiani, tratte più corte operate da Ryanair o più lunghe non operate da Alitalia ma da vettori americani o altri. Il che significa che c'è un futuro molto più stabile e potenzialmente in crescita per gli aeroporti italiani".
I piani di espansione di Ryanair non riguardano però solo l'Italia. Il guanto di sfida è lanciato in tutta Europa. "L'espansione si sta realizzando in tutta Europa. Noi pensiamo di di crescere sopra i 100 milioni di passeggeri e mi aspetto che nel 2016 si arriverà a 110/115 milioni", ha detto O'Leary precisando che continuano le discussioni per ampliare le rotte. "Al momento siamo in discussione con più di 60 nuovi aeroporti in Europa dove non voliamo - ha spiegato - E molti dei 190 aeroporti dove siamo presenti vogliono essere nostre basi, che al momento sono settanta, perché tutti vogliono partecipare alla crescita. Da parte nostra il messaggio è che abbiamo ordinato 400 aereomobili che verranno consegnati nei prossimi otto anni. Il nostro traffico annuo quasi raddoppierà, vediamo una forte crescita".
Nel mirino di Ryanair non solo i vettori di linea come Alitalia, ma anche le altre low cost. "Easyjet parla di tariffe basse e di espansione mentre Ryanair applica le tariffe basse e si espande - ha attaccato O'Leary parlando del mercato tedesco - In Germania ci aspettiamo di crescere al 5% di quota di mercato al 20% nei prossimi quattro anni".
http://www.firstonline.info/a/2015/...no-alita/d7d894ff-6f68-4052-9ffb-e4381974ec0f