Non so se qualcuno di voi ha mai seguito la serie su National Geographic Channel che investiga diversi incidenti aerei. E' tradotta anche in italiano come Incidenti ad alta quota (anche se questo caso specifico l'ho trovato solo in inglese).
Qui trovate il racconto di quanto avvenuto.
http://www.youtube.com/watch?v=ysQTU7ceTRM
In sintesi, nella tarda serata del 24 novembre 2001 un ARJ100 espletava un regolare servizio di linea della compagnia Crossair (era il periodo in cui già LX stava ereditando alcuni voli dalla fallita SR che poi avrebbero portato alla nascita della nuova e attuale Swiss Int'l Airlines), da Berlino/Tegel a Zurigo/Kloten. Era l'ultimo collegamento del giorno tra le due città, nell'area di Zurigo aveva cominciato a nevischiare e dopo una certa ora gli atterraggi avvenivano di norma su pista "28" anzichè sulla meglio attrezzata "14", tutto per evitare di sorvolare territori tedeschi durante le ore notturne (regolamentazione da poco entrata in vigore al momento dell'incidente).
Un ERJ145 della stessa compagnia elvetica, atterrato poco prima sempre sulla pista 28, informava la torre che ormai le condizioni di visibilità per quella pista erano precarie. La pista 28 all'epoca dei fatti non era equipaggiata di ILS come la 14, quindi l'atterraggio richiedeva per così dire maggior attenzione da parte del crew con procedura VOR/DME.
Il Jumbolino sceso sotto la MDA (la minimum descent altitude) continuava la discesa per atterraggio su 28 per decisione del suo CPT avvallata o comunque non contraddetta dal giovane F/O senza però che ci fossero riscontri visivi per continuare questa discesa un pò alla cieca.
Di lì a poco l'aeromobile impattava un bosco su una collina a 2km circa dalla pista spezzandosi in due tronconi principali ; dei 33 tra passeggeri e membri dell'equipaggio perderanno la vita in 24. A bordo c'era anche la cantante americana nota come "La Bouche", famosissima nelle canzoni dance degli anni 90s, morirà anche lei in seguito all'incidente aereo.
http://www.swissinfo.ch/fre/index/Volo_LX3597:_schianto_a_Zurigo-Kloten.html?cid=2441586
Spesso si abusa, a torto o a ragione, del termine "errore umano". Beh forse in questo caso però la responsabilità attribuibile al pilota è maggiore che in altri casi, mi ha stupito - documentandomi un pò - la non impeccabile carriera del CPT del volo LX 3597.
Qui trovate il faldone completo dell'inchiesta condotta dalle autorità elvetiche, in inglese.
http://www.bfu.admin.ch/common/pdf/1793_e.pdf
che in sintesi afferma quanto segue
http://www.swissinfo.ch/ita/Crash_di_Bassersdorf:_fu_un_errore_del_pilota.html?cid=3749240
Qui trovate il racconto di quanto avvenuto.
http://www.youtube.com/watch?v=ysQTU7ceTRM







In sintesi, nella tarda serata del 24 novembre 2001 un ARJ100 espletava un regolare servizio di linea della compagnia Crossair (era il periodo in cui già LX stava ereditando alcuni voli dalla fallita SR che poi avrebbero portato alla nascita della nuova e attuale Swiss Int'l Airlines), da Berlino/Tegel a Zurigo/Kloten. Era l'ultimo collegamento del giorno tra le due città, nell'area di Zurigo aveva cominciato a nevischiare e dopo una certa ora gli atterraggi avvenivano di norma su pista "28" anzichè sulla meglio attrezzata "14", tutto per evitare di sorvolare territori tedeschi durante le ore notturne (regolamentazione da poco entrata in vigore al momento dell'incidente).
Un ERJ145 della stessa compagnia elvetica, atterrato poco prima sempre sulla pista 28, informava la torre che ormai le condizioni di visibilità per quella pista erano precarie. La pista 28 all'epoca dei fatti non era equipaggiata di ILS come la 14, quindi l'atterraggio richiedeva per così dire maggior attenzione da parte del crew con procedura VOR/DME.
Il Jumbolino sceso sotto la MDA (la minimum descent altitude) continuava la discesa per atterraggio su 28 per decisione del suo CPT avvallata o comunque non contraddetta dal giovane F/O senza però che ci fossero riscontri visivi per continuare questa discesa un pò alla cieca.
Di lì a poco l'aeromobile impattava un bosco su una collina a 2km circa dalla pista spezzandosi in due tronconi principali ; dei 33 tra passeggeri e membri dell'equipaggio perderanno la vita in 24. A bordo c'era anche la cantante americana nota come "La Bouche", famosissima nelle canzoni dance degli anni 90s, morirà anche lei in seguito all'incidente aereo.
http://www.1001crash.com/index-page-description-accident-Cross_RJ100-lg-2-crash-130.htmlCrossair - Avro RJ100 Zurich, Switzerland 24th November, 2001
Zurich, SwitzerlandOn 24 November 2001 at 20:01 UTC the aircraft AVRO 146 RJ 100, registered as HB-IXM of the Crossair airline company took off in darkness from runway 26L at Berlin-Tegel airport as scheduled flight CRX 3597 to Zurich. At 20:58:50 UTC, after an uneventful flight, the aircraft received the clearance for a standard VOR/DME approach 28 at Zurich airport. Ahead of the aircraft involved in the accident, an Embraer EMB 145, flight CRX 3891, landed on runway 28 at Zurich airport. The crew informed the control tower that the weather was close to the minimum for this runway.
br> At 21:05:21 UTC flight CRX 3597 reported on the aerodrome control frequency. When the aircraft reached the minimum descent altitude (MDA) of 2390 ft QNH at 21:06:10, the commander mentioned to the copilot that he had certain visual ground contact and continued the descent. At 21:06:36 UTC the aircraft collided with treetops and subsequently crashed into the ground. The aircraft caught fire on impact. Twenty-one passengers and three crew members died from their injuries at the site of the accident; seven passengers and two crew members survived the accident.
The investigation has determined the following causal factors in relation to the accident:
The commander deliberately descended below the minimum descent altitude (MDA) of the standard VOR/DME approach 28 without having the required visual contact to the approach lights or the runway.
The copilot made no attempt to prevent the continuation of the flight below the minimum descent altitude.
The following factors contributed to the accident:
In the approach sector of runway 28 at Zurich airport there was no system available which triggers an alarm if a minimum safe altitude is violated (minimum safe altitude warning – MSAW).
Over a long period of time, the responsible persons of the airline did not make correct assessments of the commander’s flying performance. Where weaknesses were perceptable, they did not take appropriate measures.
The commander’s ability to concentrate and take appropriate decisions as well as his ability to analyse complex processes were adversely affected by fatigue.
Task-sharing between the flight crew during the approach was not appropriate and did not correspond to the required procedures by the airline.
The range of hills which the aircraft came into contact with was not marked on the approach chart used by the flight crew.
The means of determining the meteorological visibility at the airport was not representative for the approach sector runway 28, because it did not correspond to the actual visibility.
The valid visual minimums at the time of the accident were inappropriate for a decision to use the standard VOR/DME approach 28.
Volo LX3597: schianto a Zurigo-Kloten
Sono le 22.08 del 24 novembre 2001. È buio, piove frammisto a neve. Un aereo Crossair proveniente da Berlino si schianta a due chilometri dalla pista 28. Perdono la vita 24 persone.
Nuova pagina nera per Crossair. La seconda in due anni; la seconda nella trentennale storia della società basilese.
Prima del 10 gennaio del 2000 nessun incidente. Quel giorno un Saab 340 appena partito dallo scalo zurighese si schiantò a Nassenwil (ZH). Bilancio: dieci morti, sette passeggeri e tre membri dell’equipaggio. Lo scorso 24 novembre lo scenario si è purtroppo ripetuto. Ancora uno schianto, ancora un aereo che non giunge a destinazione, ancora delle vittime.
A differenza della maggior parte degli incidenti aerei, questa volta ci sono dei sopravvissuti: ben nove persone si salvano dal crash (una persona è ancora ricoverata).
L’accordo con la Germania
Dopo l’incidente si è molto discusso del ruolo del divieto notturno di sorvolo delle regioni a sud della Germania, introdotto con l’accordo del 18 ottobre scorso per limitare i disturbi fonici generati dai velivoli da e per Kloten.
In seguito al trattato, a certe condizioni ed a determinati orari (tra le 22.00 e le 06.00), gli aerei diretti a Kloten devono optare per l’approccio da est che conduce alla pista 28. A differenza delle piste 14 e 16, questa traiettoria non è dotata del sistema di guida strumentale all’atterraggio ILS. Richiede dunque una maggiore attenzione da parte dei piloti, chiamati a gestire manualmente l’altezza del velivolo.
Pista 28: procedura normale
Ma allora l’accordo con la Germania mette in pericolo la sicurezza dei voli a Zurigo-Kloten? Secondo i piloti non più di tanto. Essi definiscono infatti “standard” la procedura d’atterraggio sulla pista 28. L’avvicinamento da est è in uso dal 1989 ed è sempre stato utilizzato sia di notte che di giorno. “Si tratta di un metodo noto ad ogni pilota” sottolinea Jean Overney, responsabile dell’Ufficio d’inchiesta sugli incidenti aeronautici (UIIA).
Anche gli esperti dell'Ufficio federale dell'aviazione civile (UFAC) non ritengono meno sicuro questo tipo d'approccio. "Il maggior impegno richiesto ai piloti è compensato da margini di sicurezza preventiva superiori".
Va anche detto che sistemi simili a quello della pista 28 sono diffusissimi in Europa. E va aggiunto che non sempre il sistema ILS è sinonimo di sicurezza: proprio a Zurigo, il 14 dicembre 1990 un velivolo dell’Alitalia guidato dall’ILS si schiantò sullo Stadlerberg, una collina vicino allo scalo.
L'altra opinione
Andrea Artoni, giornalista specializzato del mensile “Volare”, ricorda tuttavia che “l’Organizzazione internazionale di sicurezza del volo (FSF) stima un incremento da cinque a sette volte del pericolo che accada un incidente grave in occasione di avvicinamento senza sistema ILS. Questi sono dati scientifici”.
“Per quale motivo la tranquillità di poche persone deve essere prioritaria rispetto al valore della vita umana, in una situazione di nevicata e di visibilità ridotta?” si chiede lo specialista di “Volare”. “Nel caso del Jumbolino di Crossair si è trattato di errore umano, non c’è alcun dubbio. Ma nell’incidente considero l’accordo con la Germania un fattore causale che interviene sì casualmente, ma in modo determinante”.
Secondo le scatole nere, i due piloti si aspettavano di atterrare sulla pista 14. Alle 21.48 vengono informati da Zurigo che l'atterraggio avverrà invece secondo la procedura VOR sulla pista 28. I piloti hanno il tempo di prepararsi al cambio di procedura ma, secondo Andrea Artoni, "sono rimasti spiazzati in una situazione nella quale i tempi di reazione sono strettissimi”.
Un contesto difficile
Tragedie del genere sono sempre drammatiche. Questa si inserisce oltretutto in un contesto internazionale di grande difficoltà per l’intero settore del trasporto aereo. L’11 settembre e la rinnovata minaccia terroristica hanno inferto un duro colpo all’aviazione, tanto che da allora non si contano le migliaia di posti di lavoro cancellati da questa o quella compagnia, ovunque nel mondo.
E oltre alla crisi internazionale, l’aviazione svizzera ha dovuto fare i conti con il vergognoso crollo dell’icona Swissair. “Era una compagnia rispettabilissima sia dal punto di vista degli operatori che dei passeggeri. Con il senno di poi si può dire che non ha avuto una conduzione finanziaria adeguata all’encomiabile immagine che si era conquistata” sottolinea Andrea Artoni.
L'inchiesta sul Jumbolino continua
“I nostri specialisti stanno lavorando per documentare tutti gli elementi dell’inchiesta. Risultati concreti? In ogni caso non li comunicheremo prima della fine delle indagini, presumibilmente nel 2002” dice Jean Overney. “Al momento non confermiamo né smentiano nessuna ipotesi, nemmeno quella dell’errore umano”.
È invece certo il brutto colpo subìto da un'aviazione svizzera già martoriata dalle recenti vicende, senza dimenticare, il 2 settembre 1998, il crash di un MD-11 di Swissair all’origine della morte di 229 persone.
La Crossair ha dovuto nuovamente reagire dopo che, in una fase di sostanziale ristrutturazione societaria, stava riuscendo a riguadagnare la fiducia dei clienti: il tasso d’occupazione dei velivoli in novembre è stato infatti del 47.2%, dell’1% superiore a quello dello scorso anno. E, stando ad informazioni provenienti da Crossair, questo tasso non è calato in seguito all'incidente.
“In ogni caso gli effetti negativi post-crash per una compagnia durano solo alcune settimane” commenta Andrea Artoni. “Non dimentichiamo però che l’aviazione resta il sistema di trasporto più affidabile al mondo, forse perché investe ben il 20 % dei propri introiti in sicurezza. Un bene irrinunciabile". Evidentemente non solo per l’immagine...
Marzio Pescia
http://www.swissinfo.ch/fre/index/Volo_LX3597:_schianto_a_Zurigo-Kloten.html?cid=2441586
Spesso si abusa, a torto o a ragione, del termine "errore umano". Beh forse in questo caso però la responsabilità attribuibile al pilota è maggiore che in altri casi, mi ha stupito - documentandomi un pò - la non impeccabile carriera del CPT del volo LX 3597.
Qui trovate il faldone completo dell'inchiesta condotta dalle autorità elvetiche, in inglese.
http://www.bfu.admin.ch/common/pdf/1793_e.pdf
che in sintesi afferma quanto segue
Crash di Bassersdorf: fu un errore del pilota
Il rapporto finale dell’inchiesta sul crash di un Jumbolino di Crossair, avvenuto a Bassersdorf nel 2001 incrimina Swiss
La compagnia ammette l’errore del pilota. Ma non risponde alle critiche contenute nel rapporto, pur assicurando d’aver preso tutte le misure di sicurezza del caso.
Swiss, che ha assorbito Crossair nel 2002, non fornisce risposte agli errori di pilotaggio ed alle carenze professionali del comandante di bordo e del co-pilota evocate nel rapporto.
La compagnia sostiene invece che “il comandante disponeva di una grande esperienza e di tutte le qualifiche necessarie per effettuare quel volo”.
Non viene inoltre fornita spiegazione alcuna sul perché “i sistemi di sicurezza interni ed esterni non avevano funzionato”, carenze che la stessa Swiss ammette in un comunicato.
Al contrario, la compagnia assicura che sia Crossair che Swiss “hanno sempre rispettato tutte le esigenze internazionali in materia di sicurezza”.
Misure d’urgenza
Dopo il crash del 24 novembre 2001, le due compagnie hanno messo in pratica tutta una serie di misure per evitare il ripetersi di incidenti simili. Delle misure d’urgenza erano state attuate subito dopo la catastrofe.
L’altezza minima di volo e le procedure d’avvicinamento all’aeroporto di Zurigo erano state riviste. Tutti i piloti erano stati sottomessi ad un esame attitudinale realizzato da esperti indipendenti.
Swiss ha in seguito messo in pratica un nuovo programma di sicurezza di volo (Flight Safety Programme – FSP). Un piano che concerne l’assunzione, la formazione ed il controllo degli equipaggi, oltre che la gestione delle operazioni di volo.
Inoltre, la compagnia ha costituito un consiglio consultivo di sicurezza dei voli. Il gremio, composto da esperti internazionali indipendenti, sorveglia in permanenza l’attività di Swiss.
Raccomandazioni
Tutte le otto raccomandazioni dell’Ufficio federale d’inchiesta sugli incidenti aerei (UIIA) alla compagnia sono state adottate.
Riguardano la composizione degli equipaggi nel cockpit, la selezione ed il controllo dei piloti, la formazione degli istruttori, la verifica delle procedure di volo standard e la valutazione sistematica delle registrazioni dei parametri di volo.
Infine, tutti gli apparecchi di Swiss saranno dotati, entro la fine del 2004, del sistema d’allerta “Terrain Awarness and Warning System (TAWS)”.
Fino ad allora, i velivoli dello stesso modello del Jumbolino che si era schiantato a Bassersdorf, disporranno di un sistema migliorato d’avvertimento in caso di prossimità con il suolo.
Critiche all'UFAC e a Skyguide
Con la pubblicazione del rapporto, all'indice non finisce tuttavia soltanto la compagnia aerea. Secondo il rapporto d'inchiesta, l'Ufficio federale dell'aviazione civile (UFAC) non aveva controllato a sufficienza l'efficacia della formazione dei piloti di Crossair.
L'assenza di un sistema d'allarme sulla pista 28 in caso di sorvolo troppo basso e dei limiti minimi di visibilità troppo tolleranti hanno inoltre contribuito all'incidente.
E pure Skyguide non sfugge alle critiche: al momento dell'incidente un solo controllore sorvegliava gli atterraggi dalla torre di controllo.
Le norme prevedono invece la presenza contemporanea di quattro controllori.
Segnali di pericolo ignorati
Il rapporto stabilisce che il comandante era sovraffaticato a causa delle attività aeree extra professionali (dava lezioni private di volo).
Oltre alle responsabilità dirette, il rapporto individua anche una molteplicità di concause che hanno contribuito al disastro aereo e che sono l’Ufficio federale d’inchiesta sugli incidenti aerei, Skyguide e le deficienze strutturali ed organizzative di Crossair.
Daniel Knecht si è occupato di chiarire gli aspetti gestionali legati all'incidente: "Il curriculum professionale del comandante è emblematico: ha bocciato diverse volte gli esami per la gestione di sistemi tecnici più complessi. I suoi superiori non hanno valutato il rischio aeronautico che rappresentava e non hanno adottato le misure che imponeva la situazione".
Indennizzi
Per quel che concerne gli indennizzi, Swiss ha raggiunto un accordo con le famiglie di 18 delle 24 vittime. Una soluzione "sta per essere trovata" anche con i famigliari delle altre vittime.
Subito dopo il crash, un versamento preliminare di 209'750 franchi era stato offerto alle famiglie delle vittime ed ai superstiti gravemente feriti.
I parenti di dieci delle vittime hanno sporto denuncia o iniziato delle procedure giudiziarie in Svizzera, in Germania ed in Israele.
In Svizzera, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha aperto una procedura penale contro ignoti per il reato di "omicidio per negligenza", rispettivamente "lesioni corporali gravi per negligenza".
Il portavoce del MPC Hansjürg Mark Wiedmer ha precisato che la decisione è stata motivata dai nuovi fatti emersi dal rapporto finale.
Il MPC ha studiato attentamente il rapporto finale dell'Ufficio federale d’inchiesta sugli incidenti aerei (UIIA), ha spiegato Hansjürg Mark Wiedmer. Dal momento che i due piloti del Jumbolino sono morti nella catastrofe, non possono essere perseguiti, ma il Ministero pubblico della Confederazione intende appurare se sono stati commessi atti di negligenza.
swissinfo e agenzie
http://www.swissinfo.ch/ita/Crash_di_Bassersdorf:_fu_un_errore_del_pilota.html?cid=3749240