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flyboy
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Il test effettuato in Gran Bretagna: il velivolo era telecomandato da terra. «Sarà il futuro dell'aviazione civile»
MILANO - Viaggiare in un aereo senza pilota? «Potrebbe essere il futuro dei voli civili nel giro di 10 anni», commenta Lambert Doppen-Hepenstal, presidente di Astrae Consortium, un programma di intelligence aerospaziale inglese mirato a condurre gli aerei civili da terra, attraverso un "telepilota". Futuristico? Non troppo, se è vero che il primo esperimento è avvenuto proprio il 13 maggio: 800 km, da Warton - vicino Preston, in Lancashire - a Inverness, andata e ritorno. Con due piloti: uno presente a bordo, attivo durante le operazioni di decollo e atterraggio; il secondo che da terra ha letteralmente telecomandato il volo.
L’aereo usato per la prova, un jet con 16 posti per i passeggeri, ha viaggiato senza altri ospiti a bordo. Il volo è stato controllato da terra dal National air traffic center attraverso la tecnologia “telecomando” chiamata “Flying testbed”: un insieme di sensori che lavora di concerto con un impianto di robotica per identificare e quindi evitare eventuali pericoli. Un temporale in avvicinamento piuttosto che altri velivoli sulla traiettoria.
Astrae, acronimo di "Autonomous Systems Technology Related Airborne Evaluation and Assessment", è un progetto di ricerca supportato e finanziato da alcune grosse compagnie che si occupano di difesa e servizi militari e da diverse università del Regno Unito. «Un’evoluzione tecnologica di questo tipo potrebbe avere un grosso impatto sociale», continua Lambert Doppen-Hepenstal. La base per l'uso civile nascerebbe ovviamente dagli sviluppi in ambito militare, come i famosi droni utilizzati in zone di guerra ma anche sul territorio con scopi di monitoraggio e soccorso.
Restano aperte alcune questioni: in quanti sarebbero disposti a salire su di un aereo senza pilota? E non solo per una questione di fiducia nella tecnologia utilizzata: per esempio, sarebbe più semplice svolgere operazioni terroristiche, come hackerare/dirottare un aeroplano pieno di passeggeri, in mancanza di una mente umana a sovrintendere alle operazioni di bordo? La dimostrazione di come non è poi così difficile entrare nel software di un aereo l'ha data qualche settimana fa il ricercatore tedesco Hugo Teso. A queste e ad altre domande Astrae dovrà rispondere prima mandare sul mercato l'aereo telecomandato. Lo sottolinea Doppen-Hepenstal stesso: «Si tratta di un’evoluzione che ci porterà di fronte ad alcune scelte etiche e di legalità. È uno dei nodi che dovremo affrontare nell'attuazione del progetto, - insieme, naturalmente, a quello della sostenibilità dei costi».
Olga Mascolo
http://www.corriere.it/tecnologia/e...ta_187cb1d2-bd3b-11e2-a017-98f938f31864.shtml
MILANO - Viaggiare in un aereo senza pilota? «Potrebbe essere il futuro dei voli civili nel giro di 10 anni», commenta Lambert Doppen-Hepenstal, presidente di Astrae Consortium, un programma di intelligence aerospaziale inglese mirato a condurre gli aerei civili da terra, attraverso un "telepilota". Futuristico? Non troppo, se è vero che il primo esperimento è avvenuto proprio il 13 maggio: 800 km, da Warton - vicino Preston, in Lancashire - a Inverness, andata e ritorno. Con due piloti: uno presente a bordo, attivo durante le operazioni di decollo e atterraggio; il secondo che da terra ha letteralmente telecomandato il volo.
L’aereo usato per la prova, un jet con 16 posti per i passeggeri, ha viaggiato senza altri ospiti a bordo. Il volo è stato controllato da terra dal National air traffic center attraverso la tecnologia “telecomando” chiamata “Flying testbed”: un insieme di sensori che lavora di concerto con un impianto di robotica per identificare e quindi evitare eventuali pericoli. Un temporale in avvicinamento piuttosto che altri velivoli sulla traiettoria.
Astrae, acronimo di "Autonomous Systems Technology Related Airborne Evaluation and Assessment", è un progetto di ricerca supportato e finanziato da alcune grosse compagnie che si occupano di difesa e servizi militari e da diverse università del Regno Unito. «Un’evoluzione tecnologica di questo tipo potrebbe avere un grosso impatto sociale», continua Lambert Doppen-Hepenstal. La base per l'uso civile nascerebbe ovviamente dagli sviluppi in ambito militare, come i famosi droni utilizzati in zone di guerra ma anche sul territorio con scopi di monitoraggio e soccorso.
Restano aperte alcune questioni: in quanti sarebbero disposti a salire su di un aereo senza pilota? E non solo per una questione di fiducia nella tecnologia utilizzata: per esempio, sarebbe più semplice svolgere operazioni terroristiche, come hackerare/dirottare un aeroplano pieno di passeggeri, in mancanza di una mente umana a sovrintendere alle operazioni di bordo? La dimostrazione di come non è poi così difficile entrare nel software di un aereo l'ha data qualche settimana fa il ricercatore tedesco Hugo Teso. A queste e ad altre domande Astrae dovrà rispondere prima mandare sul mercato l'aereo telecomandato. Lo sottolinea Doppen-Hepenstal stesso: «Si tratta di un’evoluzione che ci porterà di fronte ad alcune scelte etiche e di legalità. È uno dei nodi che dovremo affrontare nell'attuazione del progetto, - insieme, naturalmente, a quello della sostenibilità dei costi».
Olga Mascolo
http://www.corriere.it/tecnologia/e...ta_187cb1d2-bd3b-11e2-a017-98f938f31864.shtml