Articolo in primo piano sul dorso bolognese di Repubblica di oggi:
Gli aerei della Myair dovevano andare a Pantelleria e Lampedusa. La rabbia dei viaggiatori dirottati a Rimini e Bergamo
Il sabato nero del Marconi
Saltano tre voli per le vacanze, bloccati fino a notte duecento turisti
SOGNAVANO una vacanza a portata di mano, appena due orette di volo da Bologna a Lampedusa e Pantelleria, ma sono rimasti a terra per una giornata intera, sballottati poi fra Rimini e Bergamo in pullman. Odissea e bivacchi al Marconi per oltre 200 passeggeri che dovevano partire ieri alle 8 e alle 14 con tre voli della compagnia low cost Myair: ritardi abissali, scarsa informazione, nessun rappresentante della compagnia al Marconi. Per proteggere gli addetti all´handling dalla rabbia dei viaggiatori è dovuta intervenire la polizia. «Non si trattano così nemmeno le bestie». Raffica di proteste e mandati all´Enac centinaia di moduli sul mancato rispetto della Carta dei Diritti del Passeggero. «Ci hanno detto che l´aereo era fermo a Casablanca perché era stato urtato da un trattore».
SONO più di 200, arrivano al mattino a Bologna da tutto il centro-nord con le pinne e il costume nella valigia e sognano le vacanze, il mare azzurrissimo di Pantelleria e Lampedusa, le notti nei dammusi a scrutare le stelle. Ma a metà mattina, il sogno diventa incubo, poi rabbia e rivolta. Sul display del Marconi i tre voli Myair per le due isole del Mediterraneo, alle 8 quello per Pantelleria, alle 14 e alle 14,45 i due per Lampedusa, cominciano pian piano ad accumulare ritardi, fino a sfondare il muro delle 12 ore in serata. La gente, e i viaggiatori del primo volo hanno già fatto il check in, prima protesta, poi chiede spiegazioni e invoca la presenza di un funzionario della compagnia low cost al quale chiedere aiuto. Myair non manderà nessuno, e alla fine la folla stringe d´assedio l´ufficio di Bas per l´assistenza all´handling. Sono minuti tesissimi, la gente s´accalca sulla porta e gli agenti della Polaria son costretti ad accorrere e a piazzarsi sull´uscio per evitare lo sfondamento e l´assalto agli uomini di Bas e ad una ragazza in divisa che lavora per i tour operator che hanno organizzato la partenza-disastro. Ore d´attesa, i pianti di qualche bambino, ma almeno uno dei dannati dell´aria riesce a buttarla sull´ironia. Cesare, di Parma, in partenza per Pantelleria con due amici, fruga sotto il giubbotto e grida «Tranquilli, ecco qua l´aereo», facendo seguire alle parole il lancio di un missile di carta contro l´ufficio di Bas, fra le risate di tutti. E´ l´unico momento lieve. Perché le alternative alla partenza scovate da Bas dopo una tempesta di telefonate alla sede generale di Myair scontentano tutti. Gli 89 che dovevano mettere piede sull´aereo delle 8 per Pantelleria dovranno sobbarcarsi un viaggio in pullman fino a Bergamo, nel pomeriggio, con partenza annunciata per l´isola alle 21. Un altro gruppone alle 14,30 viene fatto salire sui bus e spedito all´aeroporto di Rimini, con volo per Lampedusa previsto per le 20,50. Per chi è rimasto, un incubo ancora peggiore, che il pranzo offerto al self service, uno snack pomeridiano e la possibilità riposare allo Sheraton non riesce a mitigare: il volo previsto alle 14,30 per Lampedusa partirà sempre da Bergamo a mezzanotte e l´aeroporto dell´isola, che chiude alle 24, è stato tenuto aperto straordinariamente oltre l´orario grazie all´intervento della Polaria di Bologna, che invierà una relazione al Viminale. Circolano le voci più strane sui motivi del ritardo. «Ci hanno detto che l´aereo è stato urtato da un trattore a Casablanca», dice una ragazza, che tuona contro «l´assoluta mancanza di assistenza da parte della compagnia aerea e anche dell´aeroporto di Bologna». Ci si organizza, scatta la ricerca di un legale al quale chiedere aiuto e tutti i viaggiatori mancati per un giorno firmano il modulo di «segnalazioni sul mancato rispetto della Carta dei Diritti del Passeggero» che finirà sul tavolo dell´Enac. Prevista un´inchiesta interna. «Ho pagato 250 euro solo per il biglietto - urla Luigi - e son partito all´una da Bolzano per arrivare in tempo. Non siamo come bestie». A metà pomeriggio, mentre anche l´aria condizionata dà forfait, un robusto "fronte del no" butta lì di non voler salire sul bus per Bergamo «perché fino ad ora non ci sono state date garanzie. Vogliamo un pezzo di carta col logo di Myair, l´orario certo del volo e il nome di un funzionario». Un´ora dopo, il modulo viene consegnato ma nessuno si fida. A vincere il sospetto ci pensano il caldo e la stanchezza e alle 18,30 il gruppo parte per Bergamo in corriera. «Speriamo di farcela - dice Giancarlo, di Rimini - oggi è un giorno da bollino nero in autostrada».
Moduli contro gli operatori
«E QUESTE sono tutte la garanzie che potete darci?», e giù una tempesta di moduli appallottolati contro gli operatori di Bas. Così un gruppo di viaggiatori esasperati, che chiedeva certezza sul volo delle 21 da Bergamo, ha reagito alla consegna del documento col logo Myair, il nome di un funzionario della compagnia e l´orario del volo. «Questa roba potrei averla stampata io a casa mia - urla una ragazza - Chi mi garantisce che quell´aereo ci sarà davvero e che noi ci saliremo sopra?». Il bus alla fine arriva e partono tutti. Naturalmente, dopo essersi accodati di nuovo davanti al nastro trasportatore per riprendere i bagagli lasciati lì al mattino. «Questo è un pezzo di carta senza valore - protesta un turista di Firenze - Io ho già avvertito il mio avvocato».
File, bagagli persi e ritardi i gironi danteschi dei turisti
E i poliziotti si improvvisano facchini per far partire anche le valigie
ALESSANDRO CORI
Scegliere la meta, comprare il biglietto, prendere l´aereo e sbarcare a destinazione: che sia poi una città d´arte o un villaggio turistico poco importa. Detta così, viaggiare sembra facile, ma prima di arrivare nel "paradiso terrestre", sognato magari per un anno intero, il viaggiatore medio deve fare i conti con i disagi che incontra in aeroporto e tra file interminabili, ritardi, l´aria condizionata che non funziona e i bagagli che impiegano una vita per essere imbarcati, la sala d´aspetto spesso rischia di essere peggio di un girone dantesco: una situazione che i passeggeri e i dipendenti delle aziende che lavorano al Marconi conoscono bene. Come quando le stampanti per le carte d´imbarco non funzionano, oppure manca il personale per caricare le valigie - tanto che i poliziotti sono costretti ad improvvisarsi facchini per dare una mano - e allora il popolo dei vacanzieri nella maggior parte dei casi perde la pazienza.
A sentire la situazione descritta dal sindacato Cub Trasporti, lavorare e viaggiare al Marconi non è per niente facile, e tutto questo mentre le istituzioni cittadine solo pochi giorni fa hanno firmato l´accordo territoriale per la realizzazione del nuovo terminal, una struttura da 90 mila metri quadrati che sostituirà l´attuale aerostazione. Con un piano che scommette soprattutto sul low cost. Certo, la maggior parte delle file e dei disagi che incontrano i passeggeri, non dipendono dallo scalo bolognese ma più che altro dai ritardi e dai problemi delle compagnie aeree (come è successo ieri nel caso del volo della Myair). Poi però, i disservizi che affliggono l´aeroporto rendono sicuramente tutto più complicato. La nuova "Area 2" per esempio - dove vengono eseguiti la maggior parte dei check-in per i charter -, secondo Cub presenta «più carenze che altro. L´impianto di condizionamento dell´aria è obsoleto e insufficiente per la quantità di passeggeri che transitano in aeroporto, e i nastri trasportatori a volte si bloccano». Per non parlare del problema acustico: «Alcuni dipendenti di Bas e Marconi Handlig, le ditte che si occupano dei servizi a terra, sono costretti a venire a lavorare con i tappi nelle orecchie, mancano i pannelli anti-rumore e il suono dei nastri, che si sovrappone al vocio delle persone che attendono, crea un frastuono impressionante».
Se poi succede che le stampanti che emettono le etichette e le carte d´imbarco si bloccano all´improvviso, allora agli addetti al check-in non rimane che tranquillizzare i passeggeri in attesa del tecnico della manutenzione, che però è presente dalle otto di mattina alle otto di sera: dopo ci si affida alla praticità del singolo dipendente. «I varchi dell´Area 1 dove passano i viaggiatori per i controlli della security - denuncia il sindacato - sono insufficienti, si creano file anche di 40 minuti, basterebbe metterne altri ma la direzione ha preferito dare gli spazi ai negozi». Infine, Cub lamenta la carenza di personale, in particolar modo per la ditta di facchinaggio Giacchieri. «Domenica scorsa c´erano solo due addetti ai bagagli, con quattromila passeggeri. Per fortuna che i poliziotti si sono rimboccati le maniche e hanno dato una mano».
(La Repubblica - Bologna)
CIAO
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Gli aerei della Myair dovevano andare a Pantelleria e Lampedusa. La rabbia dei viaggiatori dirottati a Rimini e Bergamo
Il sabato nero del Marconi
Saltano tre voli per le vacanze, bloccati fino a notte duecento turisti
SOGNAVANO una vacanza a portata di mano, appena due orette di volo da Bologna a Lampedusa e Pantelleria, ma sono rimasti a terra per una giornata intera, sballottati poi fra Rimini e Bergamo in pullman. Odissea e bivacchi al Marconi per oltre 200 passeggeri che dovevano partire ieri alle 8 e alle 14 con tre voli della compagnia low cost Myair: ritardi abissali, scarsa informazione, nessun rappresentante della compagnia al Marconi. Per proteggere gli addetti all´handling dalla rabbia dei viaggiatori è dovuta intervenire la polizia. «Non si trattano così nemmeno le bestie». Raffica di proteste e mandati all´Enac centinaia di moduli sul mancato rispetto della Carta dei Diritti del Passeggero. «Ci hanno detto che l´aereo era fermo a Casablanca perché era stato urtato da un trattore».
SONO più di 200, arrivano al mattino a Bologna da tutto il centro-nord con le pinne e il costume nella valigia e sognano le vacanze, il mare azzurrissimo di Pantelleria e Lampedusa, le notti nei dammusi a scrutare le stelle. Ma a metà mattina, il sogno diventa incubo, poi rabbia e rivolta. Sul display del Marconi i tre voli Myair per le due isole del Mediterraneo, alle 8 quello per Pantelleria, alle 14 e alle 14,45 i due per Lampedusa, cominciano pian piano ad accumulare ritardi, fino a sfondare il muro delle 12 ore in serata. La gente, e i viaggiatori del primo volo hanno già fatto il check in, prima protesta, poi chiede spiegazioni e invoca la presenza di un funzionario della compagnia low cost al quale chiedere aiuto. Myair non manderà nessuno, e alla fine la folla stringe d´assedio l´ufficio di Bas per l´assistenza all´handling. Sono minuti tesissimi, la gente s´accalca sulla porta e gli agenti della Polaria son costretti ad accorrere e a piazzarsi sull´uscio per evitare lo sfondamento e l´assalto agli uomini di Bas e ad una ragazza in divisa che lavora per i tour operator che hanno organizzato la partenza-disastro. Ore d´attesa, i pianti di qualche bambino, ma almeno uno dei dannati dell´aria riesce a buttarla sull´ironia. Cesare, di Parma, in partenza per Pantelleria con due amici, fruga sotto il giubbotto e grida «Tranquilli, ecco qua l´aereo», facendo seguire alle parole il lancio di un missile di carta contro l´ufficio di Bas, fra le risate di tutti. E´ l´unico momento lieve. Perché le alternative alla partenza scovate da Bas dopo una tempesta di telefonate alla sede generale di Myair scontentano tutti. Gli 89 che dovevano mettere piede sull´aereo delle 8 per Pantelleria dovranno sobbarcarsi un viaggio in pullman fino a Bergamo, nel pomeriggio, con partenza annunciata per l´isola alle 21. Un altro gruppone alle 14,30 viene fatto salire sui bus e spedito all´aeroporto di Rimini, con volo per Lampedusa previsto per le 20,50. Per chi è rimasto, un incubo ancora peggiore, che il pranzo offerto al self service, uno snack pomeridiano e la possibilità riposare allo Sheraton non riesce a mitigare: il volo previsto alle 14,30 per Lampedusa partirà sempre da Bergamo a mezzanotte e l´aeroporto dell´isola, che chiude alle 24, è stato tenuto aperto straordinariamente oltre l´orario grazie all´intervento della Polaria di Bologna, che invierà una relazione al Viminale. Circolano le voci più strane sui motivi del ritardo. «Ci hanno detto che l´aereo è stato urtato da un trattore a Casablanca», dice una ragazza, che tuona contro «l´assoluta mancanza di assistenza da parte della compagnia aerea e anche dell´aeroporto di Bologna». Ci si organizza, scatta la ricerca di un legale al quale chiedere aiuto e tutti i viaggiatori mancati per un giorno firmano il modulo di «segnalazioni sul mancato rispetto della Carta dei Diritti del Passeggero» che finirà sul tavolo dell´Enac. Prevista un´inchiesta interna. «Ho pagato 250 euro solo per il biglietto - urla Luigi - e son partito all´una da Bolzano per arrivare in tempo. Non siamo come bestie». A metà pomeriggio, mentre anche l´aria condizionata dà forfait, un robusto "fronte del no" butta lì di non voler salire sul bus per Bergamo «perché fino ad ora non ci sono state date garanzie. Vogliamo un pezzo di carta col logo di Myair, l´orario certo del volo e il nome di un funzionario». Un´ora dopo, il modulo viene consegnato ma nessuno si fida. A vincere il sospetto ci pensano il caldo e la stanchezza e alle 18,30 il gruppo parte per Bergamo in corriera. «Speriamo di farcela - dice Giancarlo, di Rimini - oggi è un giorno da bollino nero in autostrada».
Moduli contro gli operatori
«E QUESTE sono tutte la garanzie che potete darci?», e giù una tempesta di moduli appallottolati contro gli operatori di Bas. Così un gruppo di viaggiatori esasperati, che chiedeva certezza sul volo delle 21 da Bergamo, ha reagito alla consegna del documento col logo Myair, il nome di un funzionario della compagnia e l´orario del volo. «Questa roba potrei averla stampata io a casa mia - urla una ragazza - Chi mi garantisce che quell´aereo ci sarà davvero e che noi ci saliremo sopra?». Il bus alla fine arriva e partono tutti. Naturalmente, dopo essersi accodati di nuovo davanti al nastro trasportatore per riprendere i bagagli lasciati lì al mattino. «Questo è un pezzo di carta senza valore - protesta un turista di Firenze - Io ho già avvertito il mio avvocato».
File, bagagli persi e ritardi i gironi danteschi dei turisti
E i poliziotti si improvvisano facchini per far partire anche le valigie
ALESSANDRO CORI
Scegliere la meta, comprare il biglietto, prendere l´aereo e sbarcare a destinazione: che sia poi una città d´arte o un villaggio turistico poco importa. Detta così, viaggiare sembra facile, ma prima di arrivare nel "paradiso terrestre", sognato magari per un anno intero, il viaggiatore medio deve fare i conti con i disagi che incontra in aeroporto e tra file interminabili, ritardi, l´aria condizionata che non funziona e i bagagli che impiegano una vita per essere imbarcati, la sala d´aspetto spesso rischia di essere peggio di un girone dantesco: una situazione che i passeggeri e i dipendenti delle aziende che lavorano al Marconi conoscono bene. Come quando le stampanti per le carte d´imbarco non funzionano, oppure manca il personale per caricare le valigie - tanto che i poliziotti sono costretti ad improvvisarsi facchini per dare una mano - e allora il popolo dei vacanzieri nella maggior parte dei casi perde la pazienza.
A sentire la situazione descritta dal sindacato Cub Trasporti, lavorare e viaggiare al Marconi non è per niente facile, e tutto questo mentre le istituzioni cittadine solo pochi giorni fa hanno firmato l´accordo territoriale per la realizzazione del nuovo terminal, una struttura da 90 mila metri quadrati che sostituirà l´attuale aerostazione. Con un piano che scommette soprattutto sul low cost. Certo, la maggior parte delle file e dei disagi che incontrano i passeggeri, non dipendono dallo scalo bolognese ma più che altro dai ritardi e dai problemi delle compagnie aeree (come è successo ieri nel caso del volo della Myair). Poi però, i disservizi che affliggono l´aeroporto rendono sicuramente tutto più complicato. La nuova "Area 2" per esempio - dove vengono eseguiti la maggior parte dei check-in per i charter -, secondo Cub presenta «più carenze che altro. L´impianto di condizionamento dell´aria è obsoleto e insufficiente per la quantità di passeggeri che transitano in aeroporto, e i nastri trasportatori a volte si bloccano». Per non parlare del problema acustico: «Alcuni dipendenti di Bas e Marconi Handlig, le ditte che si occupano dei servizi a terra, sono costretti a venire a lavorare con i tappi nelle orecchie, mancano i pannelli anti-rumore e il suono dei nastri, che si sovrappone al vocio delle persone che attendono, crea un frastuono impressionante».
Se poi succede che le stampanti che emettono le etichette e le carte d´imbarco si bloccano all´improvviso, allora agli addetti al check-in non rimane che tranquillizzare i passeggeri in attesa del tecnico della manutenzione, che però è presente dalle otto di mattina alle otto di sera: dopo ci si affida alla praticità del singolo dipendente. «I varchi dell´Area 1 dove passano i viaggiatori per i controlli della security - denuncia il sindacato - sono insufficienti, si creano file anche di 40 minuti, basterebbe metterne altri ma la direzione ha preferito dare gli spazi ai negozi». Infine, Cub lamenta la carenza di personale, in particolar modo per la ditta di facchinaggio Giacchieri. «Domenica scorsa c´erano solo due addetti ai bagagli, con quattromila passeggeri. Per fortuna che i poliziotti si sono rimboccati le maniche e hanno dato una mano».
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