Rossi a gamba tesa: "Farò la nuova pista a Peretola"
Il governatore annuncia l'avvio dell'iter. Decollo a dicembre. E a Pisa dà il contentino dell'alta velocità
La tregua è durata solo qualche mese. Il tempo di un’estate dopo che, a fine giugno, il governatore Rossi aveva (ri)lanciato la bomba: «E’ giunto il momento di fare la seconda pista di Peretola». Un annuncio al quale le istituzioni pisane, sindaco Filippeschi in primis, avevano reagito con un secco no, tutti allarmati e preoccupati. Ma l’incubo dello sgambetto allo scalo pisano torna più forte che mai. Colpa di una serie di dichiarazioni che Enrico Rossi ha rilasciato alla stampa nel giorno di un altro annuncio che ha preso poi la ribalta della cronaca, mettendo in ombra tutto il resto: l’alta velocità per la tratta ferroviaria Pisa-Firenze. Una buona notizia che, alla luce di quel che viene dopo, si trasforma in un amaro «contentino».
In realtà, nel quadro dei prossimi mesi fatto dal presidente della Regione in occasione del lancio dei collegamenti super-veloci, c’era anche altro. Molto altro. Parole che non lasciano spazio a dubbi, confermate nelle ultime ore anche dal suo staff: lo sviluppo del Vespucci — per il presidente Rossi — è strategico. E nessuno dovrà mettere intralci al progetto. E il riferimento ai «cugini» pisani (ma anche ai sindaci della Piana di Firenze contrarissimi alla nuova pista) è evidente: ognuno dirà la sua, quindi, ma la variante del Pit-Piano di indirizzo territoriale si farà. Perchè, secondo Rossi, su una questione che interessa la Toscana tutta, la Regione ha assoluto diritto di podestà.
Già stabiliti i prossimi passi che conporranno la marcia di avvicinamento al potenziamento di Peretola: nel mese di dicembre sarà adottata la variante al Pit che potrà andare in approvazione in consiglio comunale intorno a febbraio. L’iter prevede poi un lasso di tempo per la ricezione e la discussione delle eventuali osservazioni. «Faremo processi di partecipazione» ha rassicurato il presidente Rossi ma l’impegno («Dopo 20 anni è la prima volta che un presidente della Regione prende un impegno simile») è quello di creare mattone dopo mattone un sistema aeroportuale toscano integrato — il terzo per importanza in Italia e fattore di attrattività mondiale.
La costruzione della seconda pista fiorentina — che in realtà sarà probabilmente un riorientamento di quella già esistente così da riuscire a guadagnare un pò di spazio in lunghezza — è comunque una minaccia (o almeno un grande punto interrogativo) per la struttura pisana. E questo anche se l’operazione — nelle intenzioni dichiarate del governatore della Toscana — sembra essere pensata come «bipartisan». In grado cioè di portare vantaggi anche al nostro aeroporto, senza alcuna concorrenza spietata visto che, questa è stata la rassicurazione di Rossi, Firenze si specializzerà come ‘aeroporto di città’ (essenzialmente voli d’affari e commerciali su rotte nazionali) e Pisa manterrà intatto il suo movimento da 4 milioni di passeggeri e la sua posizione di primo piano assoluto per quanto riguarda le rotte low cost.
Bersaglio ultimo della «guerra» lanciata dal presidente della Toscana: Bologna, scalo che rischia di catturare con il tempo flussi e turisti importanti e che va «bloccato» e controbilanciato con un colosso regionale.ntenzioni buone e condivisibili che si scontrano, però, con il pericolo di uno «scivolone» per il Galilei. Una perdita di terreno a favore dei fiorentini che sarebbe, tra l’altro, il concretizzarsi di un incubo, l’acuirsi di un’eterna rivalità, l’umiliazione più terribile da sopportare. E per di più da un politico che sulla carta di identità ha scritto la parola «Pontedera.
LaNazione